giovedì 18 aprile 2013

Card. Ratzinger 2001. Europa unita e nuovo ordine mondiale

Il discorso di Joseph Ratzinger al seminario Ambrosetti di Cernobbio (2001), ripescato da un sito ratzingeriano. Molto eloquente per individuare punti nodali del suo pensiero, trasposti nel suo Pontificato. Analisi lucida della realtà. Conclusioni improntate allo spirito conciliare. Si parla del nuovo ordine mondiale che, se non basato sulla dignità dell'uomo, diviene un'utopia dell'orrore. Ma fa della dignità dell'uomo un assoluto e nelle "radici" evocate manca la Redenzione operata da Cristo, mentre si basa sulla fedeltà al Dio Creatore. (cfr. alcune chiose essenziali).

Cosa è l'Europa? Cosa può e deve essere nel quadro complessivo della situazione storica, nella quale ci troviamo all'inizio del terzo millennio cristiano? Dopo la seconda guerra mondiale la ricerca di una identità comune e di una meta comune per l'Europa è entrata in una nuova fase.

Dopo le due guerre suicide, che nella prima metà del ventesimo secolo avevano devastato l'Europa e coinvolto il mondo intero, era divenuto chiaro, che tutti gli Stati europei erano perdenti in questo terribile dramma e che si doveva fare qualunque cosa per evitare la sua ulteriore ripetizione. L'Europa era sempre stata in passato un continente di contrasti, sconvolto da molteplici conflitti. Il secolo diciannovesimo aveva poi portato con sé la formazione degli Stati nazionali, i cui interessi contrastanti avevano dato una dimensione nuova alla contrapposizione distruttiva. L'opera di unificazione europea era determinata essenzialmente da due motivazioni.

Di fronte ai nazionalismi che dividevano e di fronte alle ideologie egemoniche, che avevano radicalizzato la contrapposizione nella Seconda guerra mondiale, la comune eredità culturale, morale e religiosa dell'Europa doveva plasmare la coscienza delle sue nazioni e dischiudere come identità comune di tutti i suoi popoli la via della pace, una via comune verso il futuro. Si cercava una identità europea, che non doveva dissolvere o negare le identità nazionali, ma unirle invece a un livello di unità più alto in una unica comunità di popoli.