sabato 16 maggio 2020

La dittatura è alle porte

“Il buon cittadino è quello che non può tollerare nella sua patria un potere che pretende d'essere superiore alle leggi.”
L'epidemia è un'occasione d'oro per imporre la dittatura. Una dittatura strisciante ma nei fatti molto invasiva: dalle limitazioni della libertà personale si sta passando alle limitazioni delle libertà economiche. Nel mezzo le spedizioni punitive contro cittadini inermi, colpevoli di avere una mascherina slacciata. I tecnoscienziati delle task-force, unitamente ai virologi da passerella, hanno un'occasione unica per esercitare il potere e incrementare guadagni e visibilità. Renderanno perenne, come di fatto stanno già facendo, lo stato di emergenza perché sono proprio l'emergenza e il terrore che garantiscono loro la conservazione del potere.
Le regole per le riaperture commerciali sono state scritte da emeriti imbecilli, dementi che non hanno alcuna percezione della vita reale: 4 metri da un cliente all'altro nei ristoranti, 2 metri nei bar, 4,5 metri tra ombrelloni sulla spiaggia (con obbligo di prenotazione), limitazioni ai pagamenti in contanti; regole alle quali si aggiungono quelle già vigenti dalla Fase1 come le Università online e la didattica a distanza, i processi telematici/da remoto e mille altre nefandezze. La fine dell'Uomo. La fine dell'Umanesimo.
Per le attività commerciali, artigianali e professionali vi saranno riduzioni di fatturato tra il 50% e l'80%, con conseguenti chiusure di attività e licenziamenti dei lavoratori dipendenti.
Il governo Conte è il primo responsabile di questa situazione. Segue la non minore responsabilità dei partiti di maggioranza che sostengono l'esecutivo e l'operato della tecnoscienza: M5S, Partito democratico, ItaliaViva, Leu-articolo1.
Siamo al punto di non ritorno. O gli italiani si riprendono (adesso) la libertà usurpata, non solo quella personale ma anche quella economica, oppure sarà perduta per sempre. (Giuseppe Palma)

16 commenti:

Anonimo ha detto...

Paolo Becchi e Giuseppe Palma su Libero, 12/05/2020

Un tempo era una telefonata ad allungare la vita, come diceva un noto spot pubblicitario della fine degli Anni Ottanta. Oggi il virus, un’occasione unica per il governo di tirare a campare il più possibile facendo leva sullo stato d’eccezione permanente.

L’ultima trovata di Conte è infatti inserita, stando ad una bozza che circola in queste ore, nel cosiddetto “Decreto Rilancio”, un decreto-legge che dovrebbe essere approvato a breve dal Consiglio dei ministri: il prolungamento di altri sei mesi dello “stato di emergenza”.

La prima dichiarazione dello stato di emergenza” risale al 31 gennaio 2020, della durata di sei mesi, quindi con scadenza al 31 luglio 2020. All’epoca il governo lo fece senza passare dal Parlamento, con una delibera del Consiglio dei ministri pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale il 1° febbraio 2020. Legittimo, ma se ne accorsero in pochi, tant’è che quegli stessi virologi che oggi diffondono il panico all’epoca dissero che il virus in Italia non circolava. Poi sappiamo bene cosa è successo. In questo stato – cosiddetto d’emergenza – il governo ha potuto salvaguardare la sua sopravvivenza perché, tanto la maggioranza quanto le opposizioni, si sono sentite inibite dal creare una crisi di governo. C’è il virus, e grazie al virus è stato possibile alimentare il panico sociale.

Ora Conte potrebbe riprovarci inserendo la proroga dello “stato di emergenza” all’interno di un decreto-legge, il “Decreto Rilancio”. In tal caso la continuazione dello stato emergenziale al 31 gennaio 2021 entrerebbe in vigore subito dopo la pubblicazione del decreto-legge sulla Gazzetta Ufficiale. Il Parlamento sarà chiamato a convertirlo in legge entro i successivi sessanta giorni, ma nel caso qualcuno alzasse la testa e volesse evitare la proroga, è facile che il governo metta la fiducia sul decreto. Chi si assumerà la responsabilità, soprattutto nella maggioranza, a non votare la fiducia al “Decreto Rilancio” che conterrà – oltre alla proroga dello stato emergenziale – gli aiuti economici a famiglie e imprese? Sta di fatto che, insieme agli stanziamenti economici, passerà anche la proroga dello “stato di emergenza”.

Anonimo ha detto...

...segue
Dal punto di vista politico tutto questo ha un significato preciso: la sopravvivenza del governo Conte e della maggioranza giallo-rossa. Almeno per altri sei mesi. Ma a gennaio 2021 il Paese sarà in pieno inverno, questo virus, un altro virus, una alluvione, l’invasione di locuste, qualche emergenza riusciranno a trovarla. E allora Conte prorogherà lo stato emergenziale di altri sei mesi, fino al 31 luglio 2021, guarda caso quando scatterà il semestre bianco e le Camere non potranno essere sciolte prima dell’elezione del nuovo Presidente della Repubblica, nel gennaio-febbraio 2022. Con al Colle un Capo dello Stato eletto dalla quarta votazione in avanti dall’attuale maggioranza giallo-rossa, l’ex avvocato del popolo si sarà garantita la permanenza a Palazzo Chigi fino alla scadenza naturale della Legislatura, il 2023.

Il presidente del consiglio è scaltro. Lo diciamo da tempo. In questo lasso di tempo potrebbe dar vita ad un suo partito di Centro (la vecchia Dc di cui siamo stati i primi a parlare su questo giornale qualche mese fa) e fare da collettore di voti nello stesso bacino elettorale di Renzi. Se il senatore di Firenze lascerà al governo via libera sulla proroga dello “stato di emergenza”, si lascerà mangiare da Conte. Godendo, come ora è risultato del tutto evidente, del sostegno di Grillo, Conte potrebbe anche aspirare a diventare lui il capo politico del Movimento 5 stelle. Questo è il disegno segreto di Grillo, che appunto spera nella prosecuzione dello stato di emergenza per realizzare il suo piano in autunno o inverno, quando verrà eletto il successore di Di Maio, che non sarà Di Battista ma forse proprio Conte.

Dal punto di vista delle opposizioni Salvini deve fare tutto il possibile per impedire la proroga dello stato di emergenza, se non vuole uscire completamente logorato dalla fase emergenziale. L’urgenza sulla quale Conte ha poggiato l’intera “Fase1”, con tutti i Dpcm adottati, non era la letalità del virus ma la mancanza di respiratori polmonari e di posti letto sufficienti in terapia intensiva. Oggi la situazione è parecchio diversa: ci sono più del doppio dei respiratori e dei posti letto del passato, e se la maggioranza desse il via libera al Mes (ed è molto probabile che succeda), con i 36 miliardi previsti si potrebbero costruire tutte le apparecchiature ospedaliere sufficienti per evitare nuovi lockdown. Insomma, non ci sono ragioni che giustifichino il prolungamento dell’emergenza.

È chiaro che la proroga è solo un tentativo del governo di continuare a campare facendo leva sulla paura del virus. Questo è un governo che prima si è retto sulla paura nei confronti di Salvini e ora sulla paura del virus. Nessun diritto di riunione o di assembramento sino a gennaio del 2021? Non è sufficiente occupare le aule parlamentari per due giorni e due notti e dire delle cose bellissime. Bisogna fare qualcosa. La democrazia, come abbiamo scritto nel nostro ultimo libro, è in quarantena, non è tollerabile che entri in terapia intensiva.

Anonimo ha detto...

https://www.ilrinascimentonews.it/di-maio-vuole-vendere-il-porto-di-taranto-ai-cinesi/

Anonimo ha detto...

Comunque, se non ve ne foste accorti, oggi Francia e Germania si sono incontrati e hanno deciso le regole del Recovery Fund. Italia e tutti gli altri non sono stati invitati.
Invece che 1.000 miliardi saranno 500. Niente soldi a fondo perduto ma solo prestiti. Considerando che l'Italia è pure contributore netto del bilancio Ue, capite bene la fregatura.
Tutto questo vuol dire che non ci saranno i soldi promessi da Conte, o ce ne saranno molti di meno.
Resta il Mes.
Conte si è fatto fregare come un principiante, eppure non era così difficile da capire, come vi ripeto da mesi.
Giuseppe Palma

Anonimo ha detto...

CHI VI HA CHIESTO DI DECIDERE PER VINTO DELL’ITALIA?...

L’incontro oggi tra la Merkel e Macron per varare una strategia comune anticoronavirus lascia di sasso, a prescindere dalle intenzioni. Una domanda si deve a Conte e Di Maio: siamo dunque diventati ufficialmente una colonia franco-tedesca?
Non è ammissibile che la Germania e la Francia proseguano sul bilateralismo a dispetto dell’Ue e a discapito del multilateralismo che, piaccia o no, dovrebbe sovraintendere alle politiche di coesione europea. Qualcuno dei geni che ci rappresentano a Palazzo Chigi vuole porre questo problema o dobbiamo sottometterci a Berlino e Parigi come se i nostri padri non avessero combattuto 3 guerre d’indipendenza e due conflitti mondiali?
Fabio Rampelli

Anonimo ha detto...

https://m.dagospia.com/il-sangue-un-affare-di-famiglia-il-business-del-plasma-finisce-nelle-mani-della-famiglia-marcucci-236698

Anonimo ha detto...

Ci si abitua anche a ciò cui non si vorrebbe abituarsi mai.
Abbiamo capito sulla nostra pelle in questi mesi che chiediamo aiuti e si ricevono solo parole.
464 pagine, 256 articoli, una manovra di 55 miliardi e in tutto ciò ancora nessun aiuto veramente concreto.
L’ultimo discorso del Premier è stata una perfetta televendita dove a fronte dell’acquisto di una pentola ti veniva regalato tutto il corredo per casa inclusa bicicletta e monopattino per un mondo total green.
Una logorrea verbale e burocratica che si sintetizza perfettamente in questo tipico atteggiamento:
“ non riesco ad essere breve perché non so cosa dire”.
Hoara Borselli

Anonimo ha detto...

Tanto è stato il casino che abbiamo fatto, che alla fine lo "stato di emergenza" non verrà prorogato fino al 31 gennaio 2021. Per ora, termina il 31 luglio 2020.
La norma è stata tolta all'ultimo momento.

Anonimo ha detto...

Giorgia Meloni:
Quello che abbiamo letto oggi sul quotidiano "La Verità", che ha pubblicato delle chat di alcuni giudici e pm, è un insulto allo Stato e alla stragrande maggioranza dei magistrati che ogni giorno servono fedelmente la Nazione, rispettano la separazione dei poteri e dedicano la loro vita a difendere la legalità e la giustizia.

Inaccettabile che dei magistrati dicano che l’allora Ministro dell'Interno Salvini debba essere attaccato penalmente, per calcolo politico, anche se agiva correttamente. In uno Stato normale questi personaggi sarebbero già stati cacciati dalla magistratura.

Mi aspetto un immediato intervento del CSM e del Presidente della Repubblica. Il premier Conte, nei suoi infiniti monologhi e discorsi, ha parlato anche di riforma della giustizia. Su questo siamo d'accordo: la prima riforma della giustizia da fare è liberare la magistratura dal cancro delle correnti, dal mercanteggiamento di poltrone e incarichi e dai giochi di potere della politica.
Mettiamoci subito al lavoro.

Anonimo ha detto...

Boschi contro Meloni: non doveva criticare le lacrime di Bellanova. Brava Boschi. Truffati di Banca Etruria, per caso la Boschi vi ha asciugato le lacrime? Forse è andata al funerale delle vittime (.) di Banca Etruria?

Anonimo ha detto...

«Dicono che la Bellanova non può essere criticata perché da giovane faceva la bracciante. Non mi è chiaro perché il fatto che io da giovane abbia fatto la cameriera sia da una vita un motivo di derisione da parte della sinistra». Giorgia Meloni torna sulle polemiche scoppiate dopo il momento di commozione della ministra per le Politiche agricole e lo scontro alla Camera con Maria Elena Boschi. La leader di Fratelli d’Italia a Radio Anch’io su Radio1 rivela un particolare poco conosciuto della sua vita da giovane, quando ancora non apparteneva alla prima fila della politica. E si chiede retoricamente: perché quello della bracciante è un lavoro rispettabile e quello della cameriera no?
E poi torna sull’episodio «incriminato»: «Io non ho deriso le sue lacrime, ho criticato le sue lacrime» spiega riferendosi al ministro di Italia viva che si è commossa nel dare l’annuncio della regolarizzazione di 600 mila fra migranti, badanti e colf. «Credo di avere il diritto di farlo e di pensare che un ministro italiano che si commuove per gli immigrati clandestini, mentre ci sono milioni di italiani che piangono di notte di nascosto dai loro figli, abbia priorita’ sbagliate. E credo - ha aggiunto - che le donne in politiche debbano essere criticabili come tutti gli altri. Io vengo criticata ogni giorno». Con un’ultima sottolineatura politica: «Quella norma non è per far emergere il lavoro sommerso, è solo una sanatoria per i clandestini».

https://www.corriere.it/politica/20_maggio_22/meloni-all-ex-bracciante-bellanova-applausi-io-derisa-perche-facevo-cameriera-3051c5ea-9c13-11ea-aab2-c1d41bfb67c5.shtml

Anonimo ha detto...

https://www.secoloditalia.it/2020/05/il-bonus-monopattino-e-un-regalo-da-120-milioni-alle-industrie-di-pechino/

Maria Guarini ha detto...

https://www.affaritaliani.it/politica/no-alla-banca-regionale-del-plasma-astensione-decisiva-del-m5s-673570.html

Anonimo ha detto...

UNA PILLOLA DI ECONOMIA POLITICA DEDICATA A DIPENDENTI PUBBLICI E PENSIONATI. Siamo alle soglie di una guerra tra poveri.

(di Giuseppe Palma)

PREMESSA:
In uno Stato a moneta sovrana, le tasse NON SERVONO a finanziare la spesa pubblica.
In uno Stato privo di sovranità monetaria le tasse SERVONO (anche) a finanziare - ex post - la spesa pubblica.
In entrambi i casi lo Stato prima spende e poi incassa.

DOMANDA:
cosa accade negli Stati privi di sovranità monetaria se lavoratori autonomi, imprese e partite Iva non ce la fanno (per cause a loro non imputabili) a pagare tasse e imposte?

RISPOSTA:
A meno che non decidi di tornare a moneta sovrana, le strade sono DUE, l'una alternativa all'altra:

1) modifichi i trattati europei attribuendo alla BCE la funzione di prestatrice illimitata di ultima istanza (quindi garanzia illimitata sul mercato primario, ponendo la banca centrale sotto il controllo politico del Parlamento europeo), superi definitivamente gli anacronistici criteri del 3% e del 60% rispettivamente del rapporto deficit/PIL e debito pubblico/PIL, abroghi il Fiscal compact, il pareggio di bilancio e il patto di stabilità interno, e allora solo a quel punto puoi portare il rapporto debito pubblico/PIL ben oltre il 200% e il rapporto deficit/Pil ben al di sopra del 15-20%. Per fare questo occorre l'accordo politico di tutti gli Stati membri e successivamente la ratifica di ciascuno Stato secondo le proprie norme costituzionali. Ammesso vi fosse tale volontà (e non c'è), ci vogliono almeno 2-3 anni, se non di più

OPPURE

2) tagli gli stipendi dei 3,5 milioni di dipendenti pubblici, tagli la spesa sanitaria e quella pensionistica, fai consolidamento fiscale (ulteriore massacro degli autonomi), sospendi le nuove assunzioni nel pubblico, alzi l'età pensionabile, pignori le prime case dei morosi e, se non bastasse, una bella patrimoniale lineare del 15-20%. La lotta all'evasione fiscale sarebbe invece del tutto inefficace perché, se chi produce o chi offre servizi non lavora ovvero fattura di meno per cause ad essi non imputabili, non trovi più nemmeno l'osso, con la conseguenza che l'impresa o il lavoratore autonomo che si vedesse sotto attacco, licenzierebbe parte dei propri lavoratori dipendenti per far fronte al consolidamento fiscale in atto, con conseguenze disastrose sui consumi e sugli investimenti, quindi sulla domanda interna (vedesi formula della domanda aggregata di Keynes).

Tertium non datur, salvo un ritorno a moneta sovrana (anche parallela all'euro).

Dalle opzioni di cui sopra non si scappa. Ricordatevi ciò che vi ho detto perché tra qualche mese sarà guerra tra poveri.

Anonimo ha detto...

Una cannonata, firmata Maria Giovanna Maglie, contro Lilli Gruber. Cannonata un poco criptica, in verità. Bisogna riavvolgere il nastro fino a sabato sera, quando ospite di Otto e Mezzo su La7 c'era il leghista Alberto Bagnai. Insomma, uno guardato con parecchio sospetto dalla Gruber. Peccato che Bagnai sia molto preparato. Ma non solo: conosce bene le tecniche della conduttrice, sempre pronta a picchiare duro se davanti a lei c'è un leghista. E così Bagnai ha giocato d'anticipo, cambiando spesso e volentieri tema e focus della discussione, spiazzando la Gruber. E così la Maglie, su Twitter, cita proprio Lilli, che ad un certo punto si è rivolta al leghista affermando: "Lei mi cambia continuamente tema, Bagnai". E la Maglie ci aggiunge un ironico "dal preside!". Un modo per dare della maestrina - spiazzata - a Lilli "la rossa" Gruber.

https://www.liberoquotidiano.it/news/personaggi/22798671/otto-e-mezzo-alberto-bagnai-lilli-gruber-maria-giovanna-maglie-dal-preside.html

Un Claudio Borghi scatenato seduto davanti alla tv a gustarsi con i popcorn lo scontro al calor bianco a Otto e mezzo tra la padrona di casa Lilli Gruber e l'ospite in collegamento, il senatore Alberto Bagnai, gran sodale euroscettico e leghista del deputato. Il tifo è da curva, con ola, tamburi, cori e battimani. E quando arriva il gol. Borghi esulta come un pazzo.
Bagnai accenna alla questione, spinosissima, della chat dei magistrati contro Matteo Salvini e la Gruber, tra lo stupito e il terrorizzato, cambia subito argomento. "La Gruber infastiditissima - se la ride in diretta Borghi su Twitter, commentando l'intervista -. Comunque vedete perché non servono a nulla queste trasmissioni? Dicono balle, devi perdere tempo a smentirle, cambia argomento". Amen.

Anonimo ha detto...

IL CANCRO

Provo ribrezzo e schifo dinanzi al falso stupore di quei politici e di quei giornalai che, come vestali di chissà quale fuoco della giustizia, gridano allo scandalo ascoltando un Palamara qualunque che fa le sue belle considerazioni telefoniche.

Provo ribrezzo e schifo perché quei politici e quei giornalai, in criminale intesa con la magistratura inquirente

1) non hanno voluto che si normasse la pubblicazione di intercettazioni telefoniche. Giacché – curiosamente – queste riguardavano quasi sempre avversari politici di destra;
2) hanno accettato la politicizzazione del CSM. Anzi: ne sono stati i protagonisti, assieme a chi il CSM presiede: il capo dello stato.
3) hanno promosso, organizzato e mandato a effetto ALMENO due colpi di stato - 1994 e 2011 - di matrice giudiziaria contro maggioranze e presidenti del consiglio scelti in libere elezioni. Con la complicità inescusabile e configurabile come alto tradimento, dei presidenti Scalfaro e Napolitano.
4) hanno promosso, organizzato la distruzione politica degli avversari politici della sinistra comunista: Craxi, Berlusconi e oggi Salvini.
5) hanno accettato gabellandola come espressione di liberi convincimenti, la politicizzazione correntizia della magistratura, il suo debordare metastatico verso poteri – legislativo ed esecutivo – che non le appartengono e spazi – l’economia - che non le competono.
6) hanno fatto del giudiziario un potere assoluto, letteralmente sciolto da ogni controllo esterno. Con la scusa di un iterato, ipocrita e furbo rimando all’ indipendenza dei giudici. Mai alla loro imparzialità.

Che questa gentaglia, da travaglio a salire, ora e solo ora finga di provare vergogna della propria complicità in questi crimini politici, non è il segno di un pentimento o di una tarda maturazione politica. È solo paura. Attuale e presente paura che il cancro giudiziario che hanno lasciato crescesse nel corpo della repubblica, uccida anche loro.
Biagio Buonomo