mercoledì 8 marzo 2006

Dall'ultima lettera di Don Andrea, Trabzon 22 gennaio

Così si esprimeva, tra l'altro, Don Andrea Santoro, scrivendo ai suoi amici romani pochi giorni prima della sua uccisione, avvenuta il 5 febbraio scorso mentre pregava inginocchiato nella sua chiesa:
[...] Si dice e si scrive spesso che nel Corano i cristiani sono ritenuti i migliori amici dei musulmani, di essi si elogia la mitezza, la misericordia, l’umiltà, anche per essi è possibile il paradiso. È vero. Ma è altrettanto vero il contrario: si invita a non prenderli assolutamente per amici, si dice che la loro fede è piena di ignoranza e di falsità, che occorre combatterli e imporre loro un tributo… Cristiani ed ebrei sono ritenuti credenti e cittadini di seconda categoria. Perché dico questo? Perché credo che mentre sia giusto e doveroso che ci si rallegri dei buoni pensieri, delle buone intenzioni, dei buoni comportamenti e dei passi in avanti, ci si deve altrettanto convincere che nel cuore dell’Islam e nel cuore degli stati e delle nazioni dove abitano prevalentemente musulmani debba essere realizzato un pieno rispetto, una piena stima, una piena parità di cittadinanza e di coscienza. Dialogo e convivenza non è quando si è d’accordo con le idee e le scelte altrui (questo non è chiesto a nessun musulmano, a nessun cristiano, a nessun uomo) ma quando gli si lascia posto accanto alle proprie e quando ci si scambia come dono il proprio patrimonio spirituale, quando a ognuno è dato di poterlo esprimere, testimoniare e immettere nella vita pubblica oltre che privata. Il cammino da fare è lungo e non facile. Due errori credo siano da evitare: pensare che non sia possibile la convivenza tra uomini di religione diversa oppure credere che sia possibile solo sottovalutando o accantonando i reali problemi, lasciando da parte i punti su cui lo stridore è maggiore, riguardino essi la vita pubblica o privata, le libertà individuali o quelle comunitarie, la coscienza singola o l’assetto giuridico degli stati. [...]
Testo integrale della lettera

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Forse sarebbe il caso che in Vaticano si leggessero attentamente l'edizione italiana del Corano a cura dell'Ucoii. I commenti sono pieni di ingiurie e di condanne di miscredenza nei confronti dei cristiani, degli ebrei, degli occidentali e dei musulmani che non si sottomettono al loro arbitrio.
E' un'interpretazione ideologica piena di odio e di violenza, molto diffusa tra le moschee. Come potrebbe diventare il testo d'insegnamento dell'islam nelle nostre scuole?

Anonimo ha detto...

Vorrei invitare tanti cattolici a non cavalcare il caso 'Islam nelle scuole' per poter sostenere l'analogo diritto all'insegnamento della nostra religione. Come ha già detto Morenita, non è la stessa cosa.

Anonimo ha detto...

Giusta riflessione sulla scelta degli eventuali insegnanti!
Se per assurdo la proposta dell’introduzione dell’ora di religione islamica nelle scuole dovesse essere approvata, i figli degli immigrati che frequentano le scuole pubbliche si troverebbero seriamente esposti a quel rischio di indottrinamento in senso fondamentalista, cui è esposta la maggioranza di coloro che frequentano le moschee.
Lo si puo' dedurre dal fatto che proponente è Nour Dachan, presidente dell'Ucoii, l’interfaccia italiana di Hamas e dei “fratelli musulmani”.
Il suo atteggiamento aggressivo è fin troppo evidente ed anche peoccupante, da arginare con tempestiva fermezza, se si considera che, pur rappresentando soltanto i suoi iscritti (circa duecento) sul totale di un milione di musulmani presenti in Italia, l’Ucoii già pretende di arrogarsi la rappresentanza dei musulmani d’Italia.
E che ne dite della sua dichiarazione che : episodi di violenza fondamentalista in Italia non potranno accadere “fino a quando saremo nel dialogo”.?