venerdì 28 luglio 2006

Parla lo storico Emmanuel Le Roy Ladurie

«Spesso confuso con la storia, il ricordo collettivo è in evoluzione continua, carico di sentimenti e sempre a rischio di manipolazioni». «Le società del Vecchio continente sono tutte figlie di migrazioni. Però chi arriva oggi spesso non ha lo stesso comune riferimento culturale. L'islam merita rispetto, ma per ora rimane sotto la spada di Damocle del fondamentalismo»

Emmanuel Le Roy Ladurie è storico tra i più fecondi e innovativi della «Nouvelle histoire» francese, da lui fondata. I suoi studi sulla microstoria e i fatti visti dal basso, attraverso le vicende della gente comune e degli umili, hanno gettato nuova luce sul Medioevo e sull'Era moderna. «È evidente che l'Europa sia legata al cristianesimo, anche in un'epoca come la nostra di post-cristianità», afferma quasi stupendosi della domanda. Prende in mano il suo libro Il secolo dei Platter. Sfoglia qualche pagina, e poi aggiunge: «Ecco qui, ho compiuto una ricerca sulla famiglia Platter, famosi viaggiatori del Cinquecento. Nei loro appunti compare il termine Europa come sinonimo di cristianesimo». E poi dal portafoglio estrae una banconota da venti euro: «Cosa vede raffigurata? L'Europa. E se lo giro, vede invece la finestra gotica di una cattedrale. Perché una è legata all'altra, una trae forza dall'altra». Al Collège de France, dove ha insegnato per anni a capo del dipartimento di Storia della moderna civilizzazione, si è scontrato spesso su questo concetto. «Non si può non convenire che il cristianesimo è stato nei secoli il cemento che ha tenuto unita la società europea. E tutt'oggi, la Chiesa continua ad ispirare il pensiero e il comportamento di milioni di persone, in Europa e nel mondo. Anzi direi che l'influenza della religione cristiana va oltre gli appartenenti alla Chiesa stessa. Coinvolge la società tutta».

1 commento:

Anonimo ha detto...

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