domenica 29 settembre 2019

Tra Greta e il Sinodo, il gregge a San Pietro prega per la Chiesa

Iniziative della "resistenza cattolica" (qui), che non si elidono ma si sommano perché vanno tutte nella stessa direzione. Riporto di seguito indicazioni sulla preghiera che si terrà il 5 ottobre prossimo.
Ieri, vigilia della Festa odierna di San Michele Arcangelo, nello stesso lugo si è svolta una prima "preghiera silenziosa" tra le 15 e le 16 del pomeriggio, per concludersi con il canto collettivo del “Credo” [vedi]. Circa duecento laici cattolici provenienti da tutto il mondo si sono riuniti a Castel Sant’Angelo per rivolgere un “Appello agli Angeli”, alla vigilia del Sinodo sull’Amazzonia che si aprirà in Vaticano il 6 ottobre prossimo. I partecipanti all’evento fanno parte di una coalizione internazionale chiamata Acies ordinata che già ha svolto una manifestazione lo scorso 19 febbraio, in piazza San Silvestro, sul tema “In silenzio per rompere il muro del silenzio” [qui - qui]. I partecipanti sono esponenti delle più note associazioni, gruppi, e blog (compreso il nostro) che difendono la fede e la morale cattolica e la Tradizione della Chiesa. Durante la preghiera silenziosa chiusa col corale Credo finale, nei pressi dell'Acies schierata ordinatamente, alcuni sacerdoti hanno recitato la versione lunga della preghiera a San Michele Arcangelo di Leone XIII, per esorcizzare gli spiriti malvagi che vorrebbero corrompere la Chiesa.

Tra Greta e il Sinodo, il gregge a San Pietro prega per la Chiesa 

Pregare per il bene di chi ci governa è cosa buona e giusta, lo ha detto pure San Paolo, a patto di ricordarsene solo quando il governante è gradito. Pregare perché un sinodo non si concluda con qualche apostasia è roba dell’altro mondo, viste le reazioni di sdegno suscitate da una iniziativa in tal senso del cardinale Burke e del vescovo Schneider (due preti che invitano a recitare il Rosario e a digiunare, non sia mai!). Pregare e operare per la conversione dei non cristiani è materia da processo canonico per direttissima per il reato di proselitismo. Ma visto che almeno per il Papa “tentato e assediato” è arrivato un sommo invito a invocare il Cielo, nessuno Oltretevere dovrebbe aversene a male alla notizia della convocazione di una preghiera pubblica per la Chiesa, a due passi da San Pietro, aperta ai fedeli di tutto il mondo. Anzi!

venerdì 27 settembre 2019

Notizia censurata / Spagna e Grecia oppongono netto rifiuto alla bozza di Malta sui migrantiI (Conte PD-M5S affondatiI)

La stampa e l'informazione anche televisiva italiana ha completamente censurato la notizia, perchè è politicamente  "mortale" per il governo Conte e per Conte in persona, dato che fa cadere di schianto tutta la montagna di bugie e omissioni raccontate sul vertice di Malta, spacciato per essere una "svolta" della Ue rispetto la questione migranti.
Sì, una svolta contro il muro.
L'intesa siglata da Germania, Francia, Italia e Malta, che prevede la ridistribuzione volontaria nei paesi europei dei migranti soccorsi nel Mediterraneo, si è scontrata con il netto rifiuto di due Stati chiave: Spagna e Grecia.
Lo scrive il quotidiano El Pais in prima pagina, spiegando che, secondo i governi di Madrid e Atene, il cosiddetto patto di Malta si basa su uno schema che mira, quasi esclusivamente, ad affrontare il problema italiano della gestione dei flussi. Tanto il governo spagnolo che quello della Grecia lo respingono. Voteranno contro alla riunione dei primi d'ottobre durante la quale si dovrebbe valutare quante nazioni dell'Unione europea aderirebbero al piano volontario e della durata di sei mesi, salvo la possibilità di ciascuno stato aderente di sfilarsi in un qualsiasi momento senza dove dare spiegazioni.

mercoledì 25 settembre 2019

Migranti. Il ridicolo bluff del governo è durato meno di 24 ore

L’accordo di Malta sui migranti rischia già di saltare, ma sarebbe meglio dire che non c’è mai stato. Il bluff del governo giallorosso è durato neanche 24 ore, perché la bozza di accordo tanto magnificata ieri dai giornali è «vaga», «scarsa di dettagli», inconsistente. La sbandierata rotazione dei porti è soltanto un desiderio italiano, che rimarrà tale, e la distinzione fondamentale tra migranti economici e aventi diritto all’asilo politico non sarà affatto abolita ma, come confermano fonti francesi, ci sarà una «distinzione netta». Soprattutto, come avevamo già scritto, sarà un accordo politico «volontario», senza valore legale, senza sanzioni per chi non vi partecipa e senza sanzioni per chi non lo rispetta. Qualunque paese aderente, infatti, potrà chiamarsi fuori in ogni momento senza dare spiegazioni.

ALLA FACCIA DELLA «LEZIONE AL SALVINISMO»
Alla luce della triste verità, e cioè che le moine accondiscendenti del governo Pd-M5s non hanno affatto cambiato l’atteggiamento ostile dei partner europei sulla questione migranti, fanno sorridere le dichiarazioni entusiaste di ieri del premier Giuseppe Conte e dei giornali ideologicamente schierati. Parlando al Fatto Quotidiano, il presidente del Consiglio tuonava: «Abbiamo fatto più a Malta in un giorno di Salvini in un anno». E Repubblica gongolava in prima pagina: «Prima lezione al salvinismo; l’accordo siglato ieri a Malta costituisce la più grande sconfitta del sovranismo italiano». Per non parlare del Corriere, che parlava in modo inspiegabile di «primo patto europeo» (non è così) e dava ampio risalto al giubilo di Conte: «Se non si litiga si ottiene». Invece, purtroppo per l’Italia, aveva ragione Salvini a dire che si trattava di «un accordo del piffero, una solenne fregatura». Fonte

domenica 22 settembre 2019

Un professore universitario epurato nell’era dell’Europa “democratica”. Liberal-chic e “anti-fascisti” tutti zitti

A me hanno sempre insegnato che l’epurazione dalle Università e dalle scuole era un atto fascista. Mi hanno riempito la testa sin dalle scuole elementari, quando per la prima volta mi dissero che i professori universitari che durante il fascismo non avevano accettato di giurare fedeltà al regime di Mussolini furono messi fuori servizio. Che cattivi questi fascisti.
Poi ho frequentato le scuole medie, le superiori e infine l’Università, sempre più convinto che la censura del pensiero fosse un deprecabile atto dittatoriale, da qualunque parte provenisse.
Stamattina mi son svegliato, dice una famosa canzone partigiana, e ho letto un articolo di Daniele Capezzone su La Verità che riporta una notizia incredibile: il prof. Marco Gervasoni, professore ordinario di storia contemporanea all’Università statale del Molise (sottolineo ordinario, cioè il livello più alto dell’insegnamento universitario), è stato mandato via dall’Università Luiss, dove insegnava storia comparata dei sistemi politici.

venerdì 20 settembre 2019

Senza croci verranno le mezzelune

Niente più croci sulle vette dei Pirenei orientali. L’ha stabilito il Centro nazionale di addestramento commando (Cnec) francese per «non rinfocolare la polemica» e – testuale – per «la pacificazione», dopo che dei vandali si erano divertiti, nei mesi scorsi, a distruggere il simbolo cristiano sul Pic Carlit, la montagna più alta dei Pirenei orientali appunto. Ora, a parte la follia dell’autocensura preventiva, che sposa la linea vandalica a scapito della tradizione cristiana, viene da chiedersi se prima che sciocca una simile idea non sia pericolosa.
Infatti, se da un lato in Francia la cristofobia avanza a grandi passi – 875 chiese e 59 cimiteri vandalizzati solo lo scorso anno, per non parlare dell’enigmatico e comunque apocalittico rogo di Notre-Dame ad aprile – , dall’altro, dato che parliamo di un Paese che solo dal 2015 al 2018 ha subito 12 attentati islamisti (con 250 morti), che ospita la più grande comunità islamica in Europa con Mohamed nella top ten dei nomi dei neonati parigini già da anni, verrebbe da consigliare prudenza ai cugini d’Oltralpe. Perché chi di laicismo ferisce, d’islamismo perisce. (Giuliano Guzzo)

giovedì 19 settembre 2019

Il vizio degli europei di invadere l'Italia. E il vizio dei governanti italiani di far umiliare il nostro paese dagli stranieri

Il governo Conte bis e il vizio dei politici italiani di allearsi con gli stranieri che umiliano il nostro Paese. 
A cui fa da sponda il vizio degli europei di invadere l'Italia: da Carlo VIII a Hitler (e oggi: Merkel e Macron)
"Sono acerbe parole queste ch'io scrivo, lo so. Ma anche so che per un popolo che ha nome dell'Italia non è vita (...) non avere né un'idea né un valore politico, non rappresentare nulla, non contar nulla, essere in Europa quello che è il matto nel gioco de' tarocchi: peggio (...), essere un cameriere che chiede la mancia a quelli che si levano satolli dal famoso banchetto delle nazioni, e quasi sempre, con la scusa del mal garbo, la mancia gli è scontata in ischiaffi".
Fa impressione rileggere queste righe che Giosuè Carducci  scrisse nel 1882, nella prefazione a "Giambi ed Epodi". Perché sembra la tristissima cronaca dei nostri giorni, quella che si ripresenta adesso con la nuova legge di bilancio (con l'Italia in cerca di mance per il deficit), quella che ha sempre caratterizzato l'Italia a guida Pd, sottomessa al "partito straniero" e trattata come un cameriere che chiede mance e si prende schiaffi.
Quella che esulta perché hanno assegnato un importante posto di commissario europeo a Gentiloni senza avvedersi che non ci è stato regalato nulla (essendo nostro diritto) e soprattutto senza capire che Ursula von der Leyen, ha "commissariato"  il commissario con il vicepresidente all'economia, il falco Dombrovskis. Il quale rappresenta un Paese, la Lettonia, che è l'ultimo arrivato e che ha meno abitanti della Calabria.
Cionondimeno sarà Dombrovskis che darà gli ordini e Gentiloni ubbidirà. Loro lo sanno quanto è "europeista" (cioè ubbidiente) Gentiloni. Per questo lo hanno voluto.

mercoledì 18 settembre 2019

E l’Italia perduta fu ritrovata a Fiume

D'Annunzio la cui poesia è anche musica. In calce, tutta da ascoltare, La pioggia nel pineto

Chiamateli pazzi, ridicoli, anacronistici. Chiamateli neofascisti, come hanno già fatto le tv e i croati, per prendere le distanze e sentirsi a posto con la coscienza. Ma quei tre ragazzi fermati a Fiume, perché hanno innalzato la bandiera italiana sul Palazzo del Governatore, nel centenario dell’impresa dannunziana di Fiume, a me fanno simpatia, forse invidia. Anzi ammirazione. Ho incerte notizie sull’accaduto, non so nulla di loro, ma ne avessimo di ragazzi pronti a rischiare per una causa persa, e nobile; non per i soldi, non per i selfie, ma per quel pazzo amore che è l’amor patrio, per memoria storica e gloria letteraria. Ne avessimo di ragazzi fuori formato, anzi extra format.

Si, per carità, so che queste imprese sono puramente dimostrative, del tutto inutili, non producono frutti e creano qualche fastidio alle diplomazie. Ma le imprese più inutili sono le più nobili, le imprese assurde sono quelle che lasciano il segno e restano impresse nel tempo. Ricordate le imprese di D’Annunzio, i volantini su Vienna, le imprese marine e sottomarine, e poi il pitale lanciato dai dannunziani su Montecitorio. Per carità “repetita non iuvant”, ma è bello vedere dei ragazzi nati nel duemila che considerano la storia una cosa viva, aperta come una ferita, controversa, da scrivere e non solo già scritta, digerita, evacuata e sparita.

martedì 17 settembre 2019

Foreign Affairs stronca il Conte bis: “Un trionfo precario”

Il governo giallo-rosso? Se non riuscirà a migliorare sensibilmente le condizioni di vita degli italiani Matteo Salvini e la Lega torneranno al potere, più forti di prima. L’autorevole Foreign Affairs, pubblicato dal Council on Foreign Relations americano, smorza con un’analisi pubblicata nelle ultime ore tutti gli entusiasmi sul Conte-bis e sul ritorno del leader leghista all’opposizione celebrata da numerosi quotidiani stranieri di orientamento progressista. “Se il nuovo governo fermerà l’ascesa del populismo di destra dipenderà dalla sua capacità di migliorare il tenore di vita italiano e invertire alcune tendenze negative che hanno reso il Paese uno degli anelli deboli dell’Unione europea. Fare questo sarebbe un compito arduo per qualsiasi governo, per non parlare di uno composto da due partiti – entrambi segnati da divisioni interne – che erano acerrimi rivali fino a poche settimane fa”, scrive Alexander Stille, docente presso la Columbia Journalism School di San Paolo.

domenica 15 settembre 2019

Fabio Armano: Ho un paio di cose da dire ai supponenti meteorologi comunisti da "clima di odio".

"Salvini ha creato un clima di odio!"
Ho un paio di cose da dire ai supponenti meteorologi comunisti da "clima di odio".
Non è odio. È insofferemza per le vostre menzogne.
Questo CLIMA, è il risultato delle vostre politiche, delle vostre ideologie, e della vostra onnipresente supponenza.
Lasciatevi dire da un umile operaio, che nelle risposte che sempre più italiani vi rifilano fregandosene delle vostre magliette rosse ed i sit in con le barchette di carta, c’è la reazione fisiologica per ogni vostra accusa di “razzismo”, ed ogni etichetta di “fascista”, che avete appiccicato a quanti non si piegavano alle vostre ideologie.

C’è ogni casa popolare che con soddisfazione avete assegnato ad immigrati, per poi ringhiare in faccia agli italiani che protestavano che la legge è quella e che dovevano tacere.

giovedì 12 settembre 2019

Il sovranismo è morto, viva il sovranismo! La sfida di Salvini

Dopo la formazione del nuovo governo Conte, ciò che è accaduto questa estate – le polemiche tra gli ex alleati, lo “strappo” di Salvini – acquista una nuova luce, e consente nuove riflessioni politiche. Gli errori tattici di Salvini, che senza dubbio ci sono stati, appaiono poca cosa, rispetto ad esempio al cambiamento strutturale che ha riguardato, invece, il M5S. Dagli sbagli di Salvini, non ne è uscita una Lega politicamente diversa da prima. Dai ripensamenti di Grillo è invece uscito un Movimento che non ha più nulla del precedente. Una vera e propria mutazione genetica.
Si sono trovate tante giustificazioni, ma il dato rimane: il M5S ha finito per stringere un’alleanza di governo non semplicemente con un partito della “casta”, ma con quel Pd che Gianroberto Casaleggio – il vero fondatore del MoVimento – indicava come il nemico assoluto, il partito dell’establishment, di “Renzie”, come lo chiamava una volta Grillo, l’“ebetino”. Ed ecco che proprio a Grillo è, invece, toccato di resuscitare l’ex segretario, perché è con lui, che controlla ancora i gruppi parlamentari Dem, e non con Zingaretti, che l’alleanza di governo si è conclusa. È a Renzi che Grillo ha venduto un Movimento, che è stato così “rivoltato come un calzino” (altro che il Parlamento!). Resta però da capire, però, perché tutto ciò sia avvenuto, e quale sia l’obiettivo di questa operazione. Certo, l’alleanza è, in apparenza, puramente “difensiva”: si trattava di impedire quelle elezioni in cui Salvini, presumibilmente, avrebbe vinto da solo contro tutti, superando il consenso raccolto alle elezioni europee. In realtà, però, il patto Pd-M5S, obiettivamente, spinge per una rideterminazione complessiva degli equilibri politici. Sembra che ci sia già dimenticati della novità che il governo Lega-M5S ha rappresentato, non solo per l’Italia, ma per l’Europa: quella che fino a quel momento si era tentata di far passare per la “minaccia populista”, eversiva, ha dato vita ad un “laboratorio politico” in cui si sono saldati un sovranismo identitario, quello della Lega, ed un sovranismo sociale, espresso dal M5S.

mercoledì 11 settembre 2019

Gentilini Gualtieri e Dombrovskis:povera economia italiana

Un trio ha il compito di azzerare quel poco che rimane di economia italiana, sottomettendolo ad un insopportabile centralismo fiscale repressivo che cancellerà quel poco di classe media che è rimasto. I tre Moschettieri de Leuropa, cioè della burocrazia antidemocratica, rispondono ai nomi di Gentiloni, Gualtieri e Dombrovskis.
Iniziamo dal meno importante: l’ex presidente del Consiglio italiano Paolo Gentiloni, colui che, come ministro degli esteri, è diventato famoso per aver ceduto il Mare italiano alla Francia [vedi]. Gentiloni sarà Commissario agli affari economici, ma…
In realtà abbiamo un “Gentilonis Dimitiatus”, un mezzo Gentiloni qualsiasi: infatti le sue deleghe, come dice con un eufemismo il Sole 24 ore, sono state “Semplificate”, cioè ridotte: rimangono tassazione, affari economici e finanziari, dogane, ma esce la compentenza sulla finanze pubbliche nazionali. Volete seriamente che sia lasciato un tema simile agli italiani? Giammai!!! Inoltre verrà messo sotto tutela dal Dombrovskis, per cui non conterà quali nulla. Allora era meglio il Commissario alla Concorrenza, che avrebbe potuto incidere veramente sull’Europa industriale, ma questo è rimasto alla Vestager. Alla fine Gentiloni è un bambinone da tenere sotto tutela.

domenica 8 settembre 2019

Non ha ottenuto il voto ma è ancora in partita: i veri errori di Salvini e perché la crisi era un rischio che doveva correre

Insediatosi il nuovo governo, possiamo soffermarci sullo sconfitto, o presunto tale, della situazione: Matteo Salvini. Ha chiamato l’all-in ma gli è andata male, non aveva un punto abbastanza alto in mano (o forse qualcuno ha barato…). Molto è stato già detto e scritto e l’opinione prevalente è che abbia commesso un errore ad aprire la crisi. Almeno nei tempi e nei modi, visto che in molti gli suggerivano di rompere. Il paradosso, infatti, è che forse Salvini e la sua cerchia sono tra coloro che più hanno creduto nel contratto con i 5 Stelle, anche troppo, a tal punto da accarezzare l’idea di un’alleanza non solo occasionale e a tempo determinato, come agli inizi auspicato da Steve Bannon. La Lega nordista, i governatori, la vecchia guardia legata alle esperienze di centrodestra, sono stati invece dall’inizio i più scettici e hanno spinto per la rottura sui temi dell’economia e dell’autonomia. Alla fine Salvini si è convinto.

venerdì 6 settembre 2019

Matteo Salvini e la Lega: morte politica o ritorno trionfale annunciato?

Anche Oltralpe si interrogano. Il politologo e saggista francese Alexandre del Valle su Valeurs Actuelles (nella nostra traduzione): Salvini è davvero finito? Non andiamo troppo in fretta... la "morte politica" del ministro dell'interno e "Vice Presidente del consiglio" italiano è stata annunciata troppo presto... Il nuovo governo 5 stelle-PD, formato per eliminarla, non durerà.

In un video pubblicato giovedì scorso su Facebook, Matteo Salvini, leader della Lega (detta anche “Il Carroccio”) ha avvisato i suoi detrattori: “Non vi libererete di me con un giochino di palazzo, io non mollo”. Il monito è stato lanciato nel momento in cui i suoi rivali e avversari – Partito Democratico (PD, sinistra) e Movimento Cinque Stelle (M5S, populisti) – stavano cercando di costruire il loro futuro governo che, secondo lui, è stato deciso a Bruxelles. Alexandre Del Valle commenta la crisi di governo provocata da Matteo Salvini l’8 agosto, che è sfociata nella sua rimozione, e spiega tuttavia che la “morte politica” del ministro dell’Interno e “vicepresidente del Consiglio” italiano è stata forse annunciata troppo presto...

giovedì 5 settembre 2019

Cronaca di una crisi annunciata

Pur essendo il primo partito della coalizione uscita vincente dalle elezioni politiche del 4 marzo 2018, la Lega non ha ricevuto l'incarico di tentare di formare un Governo. Questo diniego, indipendentemente dalle sue motivazioni e dal loro fondamento, ha dato luogo alla crisi più lunga nella storia della Repubblica: 88 giorni. Durante tutta questa crisi la Lega ha mantenuto un profilo costruttivo e leale, rinunciando a propri candidati alla presidenza delle Camere e attendendo un via libera dagli alleati di coalizione prima di intavolare discussioni con il M5S, uscito come maggiore singolo partito dalle elezioni. Queste discussioni hanno riguardato contenuti programmatici, non nomi, e sono durate quasi un mese, approdando a un documento formale, il Contratto per il Governo del cambiamento, sottoposto all'approvazione delle rispettive basi elettorali.
È stato accettato un Presidente del Consiglio, presentatosi come "avvocato difensore del popolo italiano", che avrebbe dovuto essere di garanzia e mediazione fra i due partiti della maggioranza (e che certamente offriva sufficienti garanzie all'establishment), ed è stata inoltre recepita la raccomandazione del Presidente della Repubblica di avere un Ministro dell'economia che non desse "un messaggio immediato di allarme per gli operatori economici e finanziari". Pertanto il Ministro dell'Economia e delle Finanze che, stando agli accordi avrebbe dovuto essere proposto dalla Lega, è finito per essere un "tecnico" senza mandato elettorale. Credo di essere l'unico parlamentare che lo conoscesse.

Governo politico Quirinale-Bruxelles per blindare l’Italia. Pd: urne vuote, Palazzi pieni

A scorrere la lista dei ministri del governo Conte 2 la nostra impressione è che sia il Partito democratico il partito di maggioranza relativa e il Movimento 5 Stelle il junior partner, ma le interpretazioni degli osservatori in queste prime ore divergono fortemente e molti sostengono che in realtà sia il primo ad essersi consegnato nelle mani del secondo. Proviamo a dipanare la matassa. Il Pd è in un governo con Conte premier e Di Maio ministro: messa così, appare una staffetta Lega-Pd in un contesto di sostanziale continuità. Ma a noi appare di gran lunga più complicata. Come dicevamo, era impossibile un equilibrio win-win per Pd e M5S nella nuova squadra. Se come rivendica Di Maio tutti i 26 punti del Movimento sono entrati nel programma, tuttavia si nota una buona dose di discontinuità nei nomi dei ministri. Tra i 5 Stelle vengono riconfermati solo Bonafede e Costa, nei due ministeri dove evidentemente è più forte la convergenza tra i due nuovi alleati: giustizia e ambiente. Di Maio, pur essendo il capo politico, ha rischiato fino all’ultimo di restare escluso dai ministeri di peso, e ha dovuto comunque rinunciare al super-ministero sviluppo economico e lavoro da cui passano le promesse elettorali caratterizzanti della sua campagna, che ha portato il “suo” Movimento al 34 per cento: salva onore e posizione personale, ma la sua leadership esce ridimensionata.

domenica 1 settembre 2019

Salvini ha fatto ALL IN. Ecco cosa c’ è in ballo.

L'ora è grave e forse far conoscere ciò che i canali di informazione di regime non diffondono può fare la differenza. Analisi seria e lungimirante.

Mattarella vuole mettere in 4 Ministeri uomini di sua fiducia. E di fiducia di Bruxelles. Oltre ad essere una prassi non prevista dalla Costituzione, il perchè appare chiarissimo ed evidente.

Quante nomine devono fare la Presidenza del Consiglio (ormai in mano a Bruxelles- Mattarella) e questi Ministri (MEF-Trasporti- MISE- Difesa-Esteri )? Migliaia. Sono quelle le poltrone che contano. Quelle che non devono occupare Leghisti o anche Grillini non legati alle cancellerie UE. Nel nuovo governo giallorosso i ministeri chiave non andranno a grillini vedrete. Sono riusciti a far passare Giuseppe Conte come uno in quota 5 stelle (cosa non vera ormai dipende solo da Mattarella e Bruxellese) e con questa scusa si prenderanno vicepresidente e ministeri chiave. Pd oppure ” tecnici” benvoluti dal Quirinale.

Quindi ENI, Leonardo, Fincantieri, Forze armate, Cassa dep e Prestiti, Poste, e moltissime altre importantissime società pubbliche, Ragioneria dello Stato, Giudici della Corte Costituzionale (dopo il Presidente Della Repubblica)  e altre 3.000 nomine. Avete capito bene 3.000 nomine. Forse 4.000.  Oltre alla riforma di Bankitalia.

Alberto Bagnai da Goofynomics. Quod Erat Demostrandum

(…chi sa perché è un QED, sa anche che, quindi, non deve preoccuparsi. Lasciate che si preoccupino gli altri. Ai lettori di questo blog la situazione è piuttosto chiara. Non credo siano stupiti del fatto che la coalizione fra un partito profondamente critico e uno profondamente europeista sia andata in crisi! Ieri se n’è accorto perfino Fabbrini (chi?) sul Sole 24 Ore! I miei lettori hanno avuto il privilegio di saperlo sette anni or sono…
Dice: “Ma allora perché ci avete governato insieme?” Io perché sono entrato in politica per obbedire: mi è stato ordinato di tenere in piedi questa strana coalizione, e l’ho fatto con lealtà, ben sapendo che al di là del valore e della dimensione soggettiva dei singoli colleghi, che continuo a stimare, le dinamiche oggettive del movimento in cui erano inseriti restavano quelle qui tante volte descritte, e che alla fine la saldatura fra loro e il PD, qui tante volte evocata, sarebbe comunque avvenuta. So anche che alla fine i migliori di loro verranno con noi. Ma naturalmente l’esperienza di governo ha avuto un significato che trascende la mia esperienza personale, ed è servita a fare tante cose: a cominciare a ridurre le tasse, a sburocratizzare, a difendere quanto restava del credito cooperativo, a mandare in pensione un po’ di persone che se lo meritavano, a porre sul tavolo il tema della governance di Banca d’Italia, che tante soddisfazioni ha dato ai nostri risparmiatori, a tentare di riportare un minimo di legalità e quindi di coinvolgimento del Parlamento nel negoziato con l’Europa – contro il muro di gomma dei ministri “tecnici”, ecc.
Ed è servita, soprattutto, a far capire agli ultimi che avevano qualche margine per capirlo – c’è anche chi non ne ha – che cosa siano PD e 5 Stelle.