A me hanno sempre insegnato che l’epurazione dalle Università e dalle scuole era un atto fascista. Mi hanno riempito la testa sin dalle scuole elementari, quando per la prima volta mi dissero che i professori universitari che durante il fascismo non avevano accettato di giurare fedeltà al regime di Mussolini furono messi fuori servizio. Che cattivi questi fascisti.
Poi ho frequentato le scuole medie, le superiori e infine l’Università, sempre più convinto che la censura del pensiero fosse un deprecabile atto dittatoriale, da qualunque parte provenisse.
Stamattina mi son svegliato, dice una famosa canzone partigiana, e ho letto un articolo di Daniele Capezzone su La Verità che riporta una notizia incredibile: il prof. Marco Gervasoni, professore ordinario di storia contemporanea all’Università statale del Molise (sottolineo ordinario, cioè il livello più alto dell’insegnamento universitario), è stato mandato via dall’Università Luiss, dove insegnava storia comparata dei sistemi politici.
Il motivo è un tweet di Marco di qualche mese fa in cui esprimeva un’opinione personale sulla Sea Watch e sulla Capitana Carola. Un pensiero fuori dal coro e quindi preso di mira dai sacerdoti del politicamente corretto. Forse Marco avrebbe potuto evitare di fare quel tweet (più che altro per evitare le polemiche), ma si trattava pur sempre di un pensiero personale che nulla aveva a che fare col suo insegnamento all’Università. Nulla!
Poi ho frequentato le scuole medie, le superiori e infine l’Università, sempre più convinto che la censura del pensiero fosse un deprecabile atto dittatoriale, da qualunque parte provenisse.
Stamattina mi son svegliato, dice una famosa canzone partigiana, e ho letto un articolo di Daniele Capezzone su La Verità che riporta una notizia incredibile: il prof. Marco Gervasoni, professore ordinario di storia contemporanea all’Università statale del Molise (sottolineo ordinario, cioè il livello più alto dell’insegnamento universitario), è stato mandato via dall’Università Luiss, dove insegnava storia comparata dei sistemi politici.
Il motivo è un tweet di Marco di qualche mese fa in cui esprimeva un’opinione personale sulla Sea Watch e sulla Capitana Carola. Un pensiero fuori dal coro e quindi preso di mira dai sacerdoti del politicamente corretto. Forse Marco avrebbe potuto evitare di fare quel tweet (più che altro per evitare le polemiche), ma si trattava pur sempre di un pensiero personale che nulla aveva a che fare col suo insegnamento all’Università. Nulla!
Ora, che fosse una pratica fascista l’epurazione dei professori universitari me lo ricordo, ma che una cosa del genere potesse accadere nell’era dell’Europa “democratica” e del governo “anti-fascista” mi sorprende.
A meno che qualcuno in questi anni non mi abbia preso in giro. Non è che, come diceva Pasolini, ad essere fascisti sono oggi i nuovi anti-fascisti in assenza di fascismo? Non è che dietro la retorica dell’Europa democratica si nasconde una dittatura liberal-chic ben peggiore (molto più sottile) di quella fascista?
Dove sono oggi gli strillatori isterici che vedono in Salvini un pericolo per la democrazia? Dove sono Fiano, Boldrini e Saviano? Dove sono i liberali? Dove sono i Fazio, i Formigli e i Mentana? Tutti in silenzio. E soprattutto, dov’è Mattarella? Un silenzio assordante.
La verità è che la nuova dittatura è a “sinistra”, mescolata e nascosta sotto la finta e pericolosa maschera europeista ed antifascista.
Sta di fatto che, da domani, ad un professore ordinario sarà sottratta la propria cattedra per aver espresso un pensiero diverso dall’egemonia neo-fascista del politicamente corretto. È pur vero che una Università privata è libera di rinnovare o meno un contratto, ma se fosse successo ad un docente allineato al pensiero globalista, apriti cielo! Trasmissioni televisive a ripetizione e proteste su tutti i mezzi di informazione.
Sono legato a Marco da un rapporto di stima reciproca. Lui, editorialista del Messaggero, la mattina alle 7 fa un’ampia rassegna stampa su twitter in cui non manca di citare e commentare gli articoli a firma mia e di Paolo Becchi su Libero. Con Gervasoni condivido anche la passione per la storia e per gli scritti di Chateaubriand.
Mi auguro che qualche deputato o senatore presenti un’interrogazione parlamentare su quanto accaduto.
Inutile negarlo, siamo in dittattura. Una dittatura ben peggiore di quelle del passato. Più sottile, più nascosta, più violenta nell’ottenere i risultati che intende perseguire.
Avv. Giuseppe PALMA - Fonte
6 commenti:
Contro ogni Sofistica vale sempre ciò che scriveva Aristotele a proposito di coloro che negano l’evidenza: “Eraclito dice di negare il principio di non contraddizione, ma allora perché va a Megara e non se ne sta tranquillo a casa pensando di camminare? E perché non si getta nel pozzo, ma si guarda bene dal farlo proprio come se pensasse che cadere non è lo stesso che non cadere?” (Metafisica, IV, 4, 1008 b).
Onde “lo scettico coerente dovrebbe chiudersi nel mutismo assoluto, perché parlare vuol dire avere ed esprimere certezze. Quindi Cratilo finì col tacere e muoveva solamente il dito” (Aristotele, Metafisica, IV, 5, 1010 a).
In breve ogni uomo fuori della discussione filosofica è immancabilmente realista e per colui che diventa idealista nell’atto di filosofare vale sempre ciò che scriveva Aristotele riguardo ai sofisti del suo tempo: “non si crede a tutto ciò che si dice” (Metafisica, IV, 3, 1005 b).
Infatti lo scettico Pirrone “per coerenza si sforzava di non badare ai precipizi, ma, assalito da un cane, si impaurì, ben distinguendo un cane da un agnello” (Diogene Laerzio, Raccolta delle vite e delle dottrine dei filosofi, IX, 2).Poi Aristotele concludeva: “È ridicolo andare in cerca di ragioni contro chi, rifiutando il valore della ragione, non vuol ragionare” (Aristotele, Metafisica, IV, 4).
"Una sana democrazia, fondata sugl'immutabili principi della legge naturale e delle verità rivelate, sarà risolutamente contraria a quella corruzione, che attribuisce alla legislazione dello Stato un potere senza freni né limiti, e che fa anche del regime democratico, nonostante le contrarie ma vane apparenze, un puro e semplice sistema di assolutismo."
Pio XII, Dicembre 1944
Pagine oscurate, docenti cacciati, gioco finito
Personalmente, non ho mai avuto nessun dubbio, nemmeno quando era ragazzo, che il liberalismo sia una forma di totalitarismo antiumano non dissimile dalle "famigerate" dittature novecentesche, solo addolcita dal momentaneo benessere e da una sorta di apparente democraticismo e legalismo.
Insomma, non ho mai avuto dubbi sul fatto che le forze della Rivoluzione abbiano scelto il liberalismo per i popoli dell'Occidente opulento solo al fine di prendere il tempo necessario per giungere allo stesso fine che si propongono per ogni popolo. Anzi, per giungere a livelli ben peggiori di quelli destinati agli altri, visto l'odio particolare che nutrono per gli europei, e specie per gli europei cattolici, e specie per quelli che da venti secoli ospitano la Chiesa e producono quanto di più meraviglioso in ogni senso gli uomini abbiano prodotto e possano produrre.
Ora ci stiamo giungendo, a questo scopo, in maniera abbastanza veloce.
Le pagine oscurate su Facebook - e non solo di singoli profili scomodi, ma anche addirittura di partiti politici, proprio in una repubblica, per sua essenza primigenia, "partitica" -, i docenti cacciati dall'università per aver espresso la propria opinione, gli indagati per la medesima ragione, la marea montante della gogna pubblica per chi si pone contro gli standard imposti dal pensiero dominante macchiandosi di qualche "fobia" o "ismo" antisistema (sessismo, omofobia, razzismo, xenofobismo, stereotipismo di genere, sovranismo, l'immancabile "fascismo", e tutti gli altri e quelli che verranno man mano a seconda delle future necessità), sono la cartina di tornasole degli inizi della repressione politica totalitaria del liberalismo.
Le liberal-democrazie stanno gettando la maschera, Italia in primis, e dietro non c'è proprio niente di "liberale" (nel senso etimologico e cristiano del concetto) e niente di "democratico". O meglio, dietro la maschera appare ora la vera essenza delle cosiddette "libertà" democratiche moderne: che è la stessa essenza del totalitarismo moderno.
Ovvero, è il volto della Rivoluzione, essenza della modernità anticristiana. La guerra senza pietà al Bene e alla Verità.
Se non si fa muro contro gli inizi di questo meccanismo, questo meccanismo ci travolge tutti nel totalitarismo peggiore della storia, perché iniettato nella società come una droga, come un veleno che non brutalizza di colpo, ma paralizza progressivamente.
Se non ci si unisce per opporre resistenza, tra poco non si potrà più parlare. Ed è inutile illudersi sul sostegno di politici, di magistrati, di preti. Siamo noi che dobbiamo sostenere loro, almeno quei pochi, pochissimi, degni ancora rimasti (parlo specialmente per la prima e la terza categoria).
Siamo noi che dobbiamo unirci e difendere quel che rimane della nostra libertà e del nostro essere cristiani e italiani.
Possiamo ancora farlo. Dobbiamo farlo.
Ognuno si guardi intorno e scelga con chi schierarsi e chi sostenere per difendere la libertà, la fede, l'identità, la giustizia, la verità. (MV)
http://www.marcelloveneziani.com/articoli/il-fantasma-liberale/
Ma che sta succedendo? La Luiss, l’università della Confindustria, non rinnova il contratto al professor Marco Gervasoni, docente ordinario e autore di molti saggi, per un suo tweet “sovranista”. È ancora recente la “retata” con la generica accusa di istigare all’odio nei confronti non di una pagina precisa o di una persona, ma di varie persone legate a vario titolo a vari movimenti di estrema destra. È recente la censura alla pagina facebook che pubblica i miei scritti e la sospensione di Marco Di Eugenio, il curatore, per aver pubblicato 14 mesi prima un mio articolo ironico-politico tutt’altro che razzista, dal titolo Il prossimo segretario del Pd sarà negro. Dicono, ma è l’algoritmo che blocca automaticamente alla parola negro. Peraltro è un’offesa alla negritudine, a Leopold Senghor, a chi rivendica di essere negro e un modo di censurare ignorando i contenuti e il senso dei testi. Ma non è questione di algoritmi. Censurare quattordici mesi dopo, e per giunta appena cambia un governo, non è un algoritmo ma è una deliberata censura. E che provenga da una delazione, rende ancora più sinistra l’opera dell’Ovra (oggi sta per Opera Vigilanza Repressione Antifascista).
Mi ferma un signore sul lungomare di Sanremo e mi dice che ha cercato ripetutamente di condividere un mio scritto apparso su La Verità e ripreso nella pagina facebook in cui si parla della sinistra come di un’associazione di stampo mafioso (lo diceva Pasolini a proposito della Democrazia Cristiana) e lo scritto è stato rimosso subito e sistematicamente. Analoghi riscontri ha avuto e ho avuto altrove. Ricevo ripetute segnalazioni di lettori, anche non politicamente schierati ma – guarda caso – di orientamento vagamente “sovranista”, che come è notorio allo stato attuale comprende un’infima…maggioranza del paese, che hanno ricevuto in vari luoghi, a partire dai social, censure, blocchi, oscuramenti.
Ma che sta succedendo? No, non siamo in dittatura, non esageriamo, non c’è carcere, e il fatto che io ve ne scriva lo può confermare. Non scherziamo col fuoco. Però la caccia al dissidente, ribattezzando razzista, fascista, nazista, sessista, xenofobo, omofobo, e via dicendo è aperta, e spesso viene istituzionalizzata in commissioni, osservatori e pressioni. E diventa minacciosa se si considera l’introduzione surrettizia di reati d’opinione, a livello nazionale e spesso a livello europeo; si comincia dalle frasi più sguaiate e dementi, tanto per gettare un po’ di fumo negli occhi ma poi si arriva alle opinioni divergenti, alle idee, alle culture non allineate al catechismo corrente.
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http://www.marcelloveneziani.com/articoli/quella-brutta-aria-di-censura/
https://www.lavocedelpatriota.it/storia-avanti-ragazzi-di-buda-la-storia-della-canzone-che-ha-commosso-orban-ad-atreju/
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