domenica 30 luglio 2006

Benedetto XVI sull'edificazione della casa comune europea

È, infatti, essenziale che l'edificazione della casa comune europea sia sempre basata sulla verità dell'uomo, poggiando quindi sull'affermazione del diritto di ciascuno alla vita dal concepimento fino alla morte naturale; sul riconoscimento della componente spirituale dell'essere umano, nella quale si radica l'inalienabile sua dignità; sul rispetto delle scelte religiose di ciascuno, nelle quali si testimonia l'insopprimibile apertura al trascendente. Su questi valori è possibile trovare il consenso anche di chi, pur non aderendo alla Chiesa cattolica, accetta la voce della ragione, sensibile ai dettami della legge naturale.

venerdì 28 luglio 2006

Parla lo storico Emmanuel Le Roy Ladurie

«Spesso confuso con la storia, il ricordo collettivo è in evoluzione continua, carico di sentimenti e sempre a rischio di manipolazioni». «Le società del Vecchio continente sono tutte figlie di migrazioni. Però chi arriva oggi spesso non ha lo stesso comune riferimento culturale. L'islam merita rispetto, ma per ora rimane sotto la spada di Damocle del fondamentalismo»

Emmanuel Le Roy Ladurie è storico tra i più fecondi e innovativi della «Nouvelle histoire» francese, da lui fondata. I suoi studi sulla microstoria e i fatti visti dal basso, attraverso le vicende della gente comune e degli umili, hanno gettato nuova luce sul Medioevo e sull'Era moderna. «È evidente che l'Europa sia legata al cristianesimo, anche in un'epoca come la nostra di post-cristianità», afferma quasi stupendosi della domanda. Prende in mano il suo libro Il secolo dei Platter. Sfoglia qualche pagina, e poi aggiunge: «Ecco qui, ho compiuto una ricerca sulla famiglia Platter, famosi viaggiatori del Cinquecento. Nei loro appunti compare il termine Europa come sinonimo di cristianesimo». E poi dal portafoglio estrae una banconota da venti euro: «Cosa vede raffigurata? L'Europa. E se lo giro, vede invece la finestra gotica di una cattedrale. Perché una è legata all'altra, una trae forza dall'altra». Al Collège de France, dove ha insegnato per anni a capo del dipartimento di Storia della moderna civilizzazione, si è scontrato spesso su questo concetto. «Non si può non convenire che il cristianesimo è stato nei secoli il cemento che ha tenuto unita la società europea. E tutt'oggi, la Chiesa continua ad ispirare il pensiero e il comportamento di milioni di persone, in Europa e nel mondo. Anzi direi che l'influenza della religione cristiana va oltre gli appartenenti alla Chiesa stessa. Coinvolge la società tutta».

mercoledì 12 luglio 2006

11 luglio, San Benedetto patrono d'Europa

«Ciò di cui abbiamo soprattutto bisogno in questo momento della storia sono uomini che, attraverso una fede illuminata e vissuta, rendano Dio credibile in questo mondo... Abbiamo bisogno di uomini come Benedetto da Norcia il quale, in un tempo di dissipazione e di decadenza, si sprofondò nella solitudine più estrema, riuscendo, dopo tutte le purificazioni che dovette subire, a risalire alla luce, a ritornare e a fondare a Montecassino, la città sul monte che, con tante rovine, mise insieme le forze dalle quali si formò un mondo nuovo. Così Benedetto, come Abramo, diventò padre di molti popoli». Cita le parole dell'allora cardinale Joseph Ratzinger, pronunziate il 1° aprile 2005 nell'abbazia di Santa Scolastica, l'abate ordinario di Subiaco, dom Mauro Meacci per aprire le celebrazioni promosse (dall'11 al 16 luglio)per la festa di san Benedetto abate, dalla cui opera rinacquero la civiltà e il cristianesimo in Europa.

sabato 1 luglio 2006

Le tappe chiave di una civiltà letteraria

Manlio Simonetti, "Romani e barbari" Le lettere latine alle origini dell’Europa (secoli V-VIII), Carocci. Pag 304. Euro 19,50
Un libro che è la storia culturale di un mondo, cristiano e pagano, nel periodo di passaggio dall’antichità al Medioevo concluso dall’espansione militare islamica e dalla reazione e dalla rinascita carolingie, come aveva visto con lucidità Henri Pirenne in Maometto e Carlomagno. In questo senso il volume interessa il dibattito sulle origini e sulle radici dell’Europa, realtà diversa dalla sola eredità dell’ellenismo e della latinità, e dunque dell’impero romano. Questa nuova caratterizzazione del continente – Friedrich Prinz nel suo Da Costantino a Carlo Magno ha usato l’espressione «europeizzazione dell’Europa» – è segnata dall’innesto sul mondo romano delle popolazioni barbariche ed è conseguenza di un insieme di fenomeni che fanno da sfondo al libro: l’estraniamento progressivo tra Oriente bizantino e Occidente latino; il traumatico distacco dell’Africa romana dall’impero, con l’invasione vandala ariana, e dalla latinità e dal mondo cristiano, definitivamente, a causa della conquista islamica; l’entrata dei barbari e le guerre che flagellano l’Italia; le ondate barbariche che dilagano in Gallia e nella penisola iberica, anch’essa presto islamizzata; la nascita in Irlanda e Britannia, all’estremo margine del mondo latino, di una particolare cultura cristiana che migra poi nel continente per evangelizzarlo.