domenica 25 marzo 2007

Benedetto XVI, 50 anni dal Trattato di Roma (COMECE)

24 marzo 2007. Il papa ha ricevuto in udienza i partecipanti al Congresso "I 50 anni dei Trattati di Roma - Valori e prospettive per l’Europa di domani", promosso dalla Commissione degli Episcopati della Comunità Europea. Uno stralcio dal discorso:
"... Da tutto ciò emerge chiaramente che non si può pensare di edificare un’autentica "casa comune" europea trascurando l’identità propria dei popoli di questo nostro Continente. Si tratta infatti di un’identità storica, culturale e morale, prima ancora che geografica, economica o politica; un’identità costituita da un insieme di valori universali, che il Cristianesimo ha contribuito a forgiare, acquisendo così un ruolo non soltanto storico, ma fondativo nei confronti dell’Europa. Tali valori, che costituiscono l’anima del Continente, devono restare nell’Europa del terzo millennio come "fermento" di civiltà. Se infatti essi dovessero venir meno, come potrebbe il "vecchio" Continente continuare a svolgere la funzione di "lievito" per il mondo intero? Se, in occasione del 50.mo dei Trattati di Roma, i Governi dell’Unione desiderano "avvicinarsi" ai loro cittadini, come potrebbero escludere un elemento essenziale dell’identità europea qual è il Cristianesimo, in cui una vasta maggioranza di loro continua ad identificarsi? Non è motivo di sorpresa che l’Europa odierna, mentre ambisce di porsi come una comunità di valori, sembri sempre più spesso contestare che ci siano valori universali ed assoluti? Questa singolare forma di "apostasia" da se stessa, prima ancora che da Dio, non la induce forse a dubitare della sua stessa identità? Si finisce in questo modo per diffondere la convinzione che la "ponderazione dei beni" sia l’unica via per il discernimento morale e che il bene comune sia sinonimo di compromesso. In realtà, se il compromesso può costituire un legittimo bilanciamento di interessi particolari diversi, si trasforma in male comune ogniqualvolta comporti accordi lesivi della natura dell’uomo. ..."

mercoledì 21 marzo 2007

Oggi è San Benedetto. "Europa attingi alla tua fonte!"

"Se oggi daremo forma all'Europa attingendo alla fonte della spiritualità benedettina, potremo essere certi che la convivenza pacifica in Europa e il modo in cui l'Europa opera nel mondo potranno essere il lievito per tutto il mondo. E allora diverrà realtà il significato del nome Benedetto: che l'Europa diventi una benedizione per questo mondo". E’ quanto afferma Anselm Grün, monaco dell’abbazia benedettina di Münsterschwarzach, autore cristiano tra i più letti oggi, in una nota per SIR Europa (on line su www.agensir.it), in occasione dell’odierna festa di san Benedetto da Norcia, patrono d’Europa. "La spiritualità di Benedetto è una spiritualità terrena, che forgia questa terra, legandosi al modo in cui viviamo e lavoriamo – si legge nel testo -. Scrisse una regola per la sua comunità, una regola caratterizzata dalla saggezza e dall'amore per la persona. Esteriormente, Benedetto non ha cambiato il mondo. Ma la comunità che fondò nel mezzo di un periodo turbolento di migrazioni di popoli, divenne un fattore di stabilizzazione per il periodo del VI secolo. Si tratta innanzitutto della cultura della convivenza. Questo condusse ad un nuovo approccio con la persona in Europa, a quel riconoscimento della dignità di ciascuno e al rispetto del mistero che ogni essere umano porta dentro di sé".
"Oggi, nel mondo economico – prosegue Anselm Grün - si scorge un nuovo interesse a dirigere le persone secondo il modello guida di San Benedetto. Molti manager e imprenditori hanno scoperto che un semplice orientamento al profitto non apre la porta al futuro: ciò è possibile solo con il rispetto delle persone e la capacità di destare la vita in ciascuno". E ricordando come papa Gregorio Magno "lodava soprattutto il dono della saggezza e della misura" il monaco scrive: "nei nostri tempi in cui non solo usiamo il Creato senza alcuna misura, ma in cui anche le pretese verso noi stessi e la società sono senza misura, proprio la virtù della misura sarebbe un rimedio per le persone e per la convivenza. La spiritualità umile e allo stesso ottimista di Benedetto sarebbe un rimedio anche per i nostri tempi". Da qui l’esortazione, "se oggi daremo forma all'Europa attingendo alla fonte della spiritualità benedettina, potremo essere certi che la convivenza pacifica in Europa e il modo in cui l'Europa opera nel mondo potranno essere il lievito per tutto il mondo".
... E allora diverrà realtà il significato del nome Benedetto: che l'Europa diventi una benedizione per questo mondo.