In secondo luogo, la parabola del buon pastore che si preoccupa della pecorella smarrita, anziché del gregge, è completamente fuori luogo in questo caso. Non c’è nessuna pecorella smarrita da recuperare, semmai sono “pecorelle” che vogliono entrare nel gregge. Ma il problema non è la pecorella smarrita; qui il problema è l’intero gregge smarrito. Qual è il gregge? Se ci riferiamo al mondo, è la vasta umanità dei restanti che sono mille volte di più dei migranti e vivono situazioni anche peggiori di coloro che almeno hanno avuto la possibilità di lasciare la loro terra. Se invece ci riferiamo ai credenti o ex praticanti a cui un papa dovrebbe dedicare la sua missione pastorale, c’è un intero gregge smarrito alla fede, tra chiese svuotate, scristianizzazione galoppante, devozioni e vocazioni crollate e praticanti disorientati dal nuovo corso papale. Avrebbero bisogno di cura, apostolato e protezione ma di loro Bergoglio non si cura.
Poi ci sono le persecuzioni subite dai cristiani in mezzo mondo che passano inosservate agli occhi del loro Padre e Pastore. Secondo i dati raccolti dall’Osce, pubblicati pochi giorni fa, sono raddoppiati da un anno all’altro i crimini contro le comunità cristiane nel mondo. Nel 2020 si sono verificati un migliaio di attacchi alle Chiese, per la precisione 980, tra tentativi di appiccare il fuoco, dissacrazioni, vandalismi, aggressioni contro sacerdoti e scritte minatorie sui luoghi sacri. Nel 2019 gli incidenti e gli atti intimidatori registrati erano stati la metà, per la precisione 595. Molti gli attacchi alle proprietà dei cristiani. E non parliamo delle stragi. Di tutto questo non ci pare di aver trovato traccia nei discorsi, nelle apprensioni, nelle denunce e nei moniti di Bergoglio.
Papa Greto Raketo I si occupa di clima e migranti, del resto se ne cura poco. E nei rari casi in cui Bergoglio si occupa d’altro, per esempio la difesa del Natale, l’aborto o altri temi scottanti, viene silenziato dai media, che preferiscono ogni giorno veicolare ed enfatizzare l’eterno mantra sui migranti e il continuo attacco politico bergogliano ai sovranismi, nazionalismi e populismi. A cui talvolta, aggiunge i poteri sovranazionali che calpestano popoli e democrazie. Come fa a non capire o a non sapere che i sovranisti reagiscono proprio a questi strapoteri mondialisti, sono loro avversari, magari inadeguati, ma non sono certo loro emanazione? La sua è ignoranza politica, incapacità di capire la realtà o è malafede, demagogia, visto che alla fine sta dalla stessa parte dei criticati poteri globali?
Bergoglio rovescia l’opera dei missionari: essi sacrificano la loro vita e la mettono a rischio andando sul posto a prendersi cura, aiutare, magari anche convertire, le popolazioni che vivono nella miseria e nel male. Lui, invece, lancia il messaggio opposto: lasciate la vostra terra, le vostre famiglie, i vostri vecchi e venite nel tanto detestato Occidente che ha il dovere di accogliervi. Se permettete, ammiro i missionari che si caricano sulle loro spalle quei drammi e non chi li scarica sugli stati e i popoli occidentali; prendo lezioni d’umanità e di umiltà da loro, non da chi fa l’Alto Commissario all’Incentivazione delle Migrazioni, dal suo alto scranno ben protetto dalle Mura Vaticane.
Intendiamoci, nessuno contesta che un papa esorti alla carità e all’accoglienza, lo hanno fatto anche altri papi, in particolare Giovanni Paolo II; è sacrosanto che la visione morale e caritatevole di un papa diverga dal realismo politico di chi governa e dalle ragion di Stato e di popolo. Ed è sacrosanta la sua condanna dell’egoismo e del primato assoluto del profitto. Non è la preoccupazione per i migranti di un papa che va deplorata ma la priorità assoluta, la riduzione del pontificato al solo tema migratorio, in tempo di scristianizzazione universale e di nichilismo globale, etico e pratico. Lo sa Bergoglio che un papa è Vicario di Cristo e non di Gino Strada?
Marcello Veneziani, La Verità (8 dicembre 2021)
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