martedì 12 agosto 2025

Una minaccia incombe sull'Europa

È un problema identitario in una situazione a livelli ormai di conclamsta criticità.
Una minaccia incombe sull'Europa

La Francia (liberale e pioniera nella creazione di ogni permissività) attraversa una fase di “musulmanizzazione” nei costumi e nelle leggi.

Un avvocato francese di nome Gilbert Collard ha deciso di parlare apertamente

*Tutti i paesi occidentali corrono lo stesso rischio.*
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Sono stato costretto a prendere coscienza dell'estrema difficoltà di definire cosa sia un infedele, per poter scegliere tra Allah o Cristo; anche perché l’Islam è di gran lunga la religione in più rapida crescita nel nostro Paese. Ho partecipato ad un tirocinio annuale di aggiornamento, necessario per rinnovare il mio nulla osta di sicurezza carcerario. In questa fase si è svolto l'intervento di quattro relatori, rappresentanti rispettivamente delle religioni cattolica, protestante, ebraica e musulmana, con l'intento di spiegare i fondamenti delle rispettive dottrine.
Con grande interesse aspettavo la presentazione dell'Imam.

Notevole la presentazione di quest'ultimo, accompagnata da una videoproiezione.

Terminati gli interventi è iniziato il momento delle domande e delle risposte e quando è stato il mio turno ho chiesto:

“Per favore correggetemi se sbaglio, ma credo di aver capito che la maggior parte degli Imam e delle autorità religiose hanno decretato la “Jihad” (guerra santa) contro gli infedeli in tutto il mondo, e che uccidendo un infedele (che è un obbligo imposto a tutti musulmani), si sarebbero assicurati il ​​posto in Paradiso. Se sì, puoi darmi la definizione di infedele?”

Senza opporsi alle mie domande e senza la minima esitazione, l’Imam rispose: *_"Infedele è ogni non musulmano"_*.

Ho risposto:
“Allora ti assicuro che ho capito bene; gli adoratori di Allah devono obbedire all'ordine di uccidere chiunque non appartenga alla tua religione per guadagnarsi un posto in Paradiso, non è vero?

Il suo viso, che fino ad allora aveva avuto un'espressione piena di sicurezza ed autorità, si trasformò improvvisamente in quello di un ragazzo colto in flagrante con le mani in una zuccheriera!!!

_*"Esattamente"*_, rispose in un sussurro.

Ho ribattuto:
“Quindi, confesso che ho difficoltà a immaginare il Papa che dice ai cattolici di massacrare tutti i vostri sostenitori, o il pastore Stanley che dice la stessa cosa per garantire a tutti i protestanti un posto in Paradiso”.

L'Imam ha perso la voce!

Ho continuato:
“Trovo difficile anche per me considerarmi tuo amico, dal momento che tu e i tuoi confratelli incitate i vostri fedeli a tagliarmi la gola!”

In più ho un'altra domanda:
“Seguiresti Allah che ti ordina di uccidermi per ottenere il Paradiso, o Cristo che mi spinge ad amarti affinché anch’io possa accedere al Paradiso, perché Lui vuole che io sia con te?”

In quel momento si sentiva volare una mosca, mentre l'Imam rimaneva in silenzio.

Inutile dire che gli organizzatori e promotori del Seminario di Formazione non hanno particolarmente apprezzato questo modo di trattare il Ministro del culto islamico e di esporre alcune verità riguardanti i dogmi di questa religione.

Nel corso dei prossimi trent’anni, nel nostro Paese ci saranno abbastanza elettori musulmani da poter insediare un governo di loro scelta, con l’applicazione della “Sharia” come legge.

Mi sembra che tutti i cittadini di questo paese e del mondo dovrebbero essere consapevoli di queste righe, ma il sistema giudiziario e i media liberali combinati con la moda malata del “politicamente corretto”, non permetteranno in alcun modo che questo testo venga pubblicato. intensamente.

Per questo ti chiedo di inviarlo a tutti i tuoi contatti via Internet. Grazie,
Gilbert Collard, cristiano, cittadino francese e avvocato.

giovedì 12 giugno 2025

Immigrazione e cittadinanza

 Immigrazione e cittadinanza 

Come si è visto, tra gli stessi partecipanti al voto referendario è consistente (oltre i 5 milioni) il numero di coloro che si sono espressi contro il dimezzamento del numero di anni per ottenere la cittadinanza. Numero che, sommato alla maggioranza che si è astenuta (di certo non favorevole a questo dimezzamento), lascia dedurre che nel Paese è largamente maggioritaria (oltre le appartenenze politiche) la volontà di considerare la cittadinanza un valore da conquistare. 

Ma ora intendo affrontare il tema entrando nel merito di alcune questioni che spesso si danno per scontato o, peggio, neanche considerate. È evidente che il tema quasi sempre è affrontato dalle principali forze politiche (sia di destra che di sinistra) a, dir bene, con strumentalità, ognuna delle due parti a solleticare i sentimenti della propria base elettorale. Purtroppo, quasi sempre, a detrimento di un ragionamento che affronti in modo completo e complessivo la complicata questione. 

domenica 2 ottobre 2022

La ricreazione è finita

Finita l’ora d’aria elettorale per il popolo italiano, si torna alla realtà dei poteri dominanti e dei percorsi prestabiliti. Il voto nelle democrazie è una gita fuori porta, una scampagnata con relativo pic nic politico; ma finita la gita, consumato lo spuntino, si torna all’ovile. La ricreazione è finita. È stato bello avere l’impressione che tutto sarebbe cambiato col voto, secondo quel che raccontavano i protagonisti dello show elettorale o secondo le aspettative diffuse della gente. Era bello figurarsi che tutto era nelle mani dell’elettore sovrano e che la politica avrebbe assunto la forma indicata dalla libera volontà dei cittadini. Era bello ballare con le stelle, illudersi che il mondo è come ci appare, come ci viene raccontato dai leader e dai loro spin doctor, frutto della nostra volontà e della loro, incrociate in un rapporto nuziale che si chiama patto elettorale.

venerdì 2 settembre 2022

Devianti o popolo alla riscossa

L’affermazione più infelice nel primo scorcio di campagna elettorale l’ha pronunciata Enrico Letta, che pure è così prudente e misurato: “Io lo penso e lo dico: viva le devianze”, ha esultato in un tweet il leader dei dem per polemizzare con Giorgia Meloni che invece proponeva di fronteggiare le devianze che ulcerano il nostro paese, e in particolare i più giovani. Si può essere o meno d’accordo sui rimedi proposti dalla leader della destra, si può preferire un approccio più indulgente e comprensivo verso le devianze, almeno alcune, e si può distinguere tra devianze vere e presunte. Ma è davvero una semplificazione dissennata inneggiare alle devianze, senza specificare quali. Un segno di nervosismo nella migliore delle ipotesi, di perdita di lucidità e di rispetto della vita reale e della gente comune.

martedì 26 luglio 2022

La cupola vuole fermare Meloni. Accadrà di tutto prima del voto. L’analisi di Veneziani

Intervista di Alberto Maggi.
In caso di elezioni anticipate dopo l’estate, il Centrodestra è favorito con Fratelli d’Italia primo partito. Lei vede Giorgia Meloni premier?
“Non lo so, probabilmente potrebbe essere colei che indica il premier più che lei stessa presidente del Consiglio. Le ipotesi sono ancora tutte aperte, anche perché non sappiamo i termini della vittoria, netta o stentata? È prematura fare previsioni”.

Tremonti, Crosetto, Nordio… Chi premier se non Meloni?
“Tremonti è sicuramente un nome possibile, anche se è abbastanza autonomo e non so fino a che punto sarebbe il candidato di Meloni o di altri. Penso a una candidatura comunque di prestigio come figure istituzionali oggi non così in vista. Ripeto, è presto per azzardare previsioni. La domanda da porsi è la seguente: vogliamo che la politica torni ad avere un ruolo con la sovranità che appartiene al polo come dice la Costituzione? Votiamo e accettiamo tutti i rischi, altrimenti consegniamoci definitivamente ai tecnici e liquidiamo questa pagliacciata della presunta democrazia parlamentare”.

sabato 23 luglio 2022

Nessuna via d’uscita se non la guerra

Gli Stati Uniti, dove due settimane fa il Congresso ha votato quasi unanime $ 40 miliardi di aiuti all'Ucraina, sono intrappolati nella spirale mortale di un militarismo inarrestabile e fuori controllo.

Negli USA non ci sono treni ad alta velocità e gli aerei delle compagnie nazionali sono obsoleti e malmessi; non esiste assistenza sanitaria universale e nemmeno piani finanziari di soccorso pubblico in caso di emergenza sanitaria; non ci sono programmi infrastrutturali per riparare strade e ponti fatiscenti (ci sono 43.586 ponti con difetti strutturali che necessitano esattamente di $ 41,8 miliardi per essere resi sicuri). Non ci sono soldi per condonare i debiti degli studenti; mancano politiche redistributive del reddito, pur essendoci 17 milioni di bambini che crescono in assoluta povertà. Non esistono programmi educativi di contrasto dell’uso delle armi, nonostante l’ondata di violenze nichiliste e sparatorie di strada; e nemmeno programmi di sostegno per i 100.000 americani che muoiono annualmente per overdose. Non esiste legge che fissi il salario minimo almeno a 15 dollari l'ora, nonostante la stagnazione salariale da 44 anni.

venerdì 27 maggio 2022

Contro ritratto di De Mita

Due esempi, del passato e del presente, che rappresentano bene la mediocrità della classe politica italiana.
Fu istruttivo, a tratti divertente, lo scontro televisivo tra Matteo Renzi e Ciriaco De Mita. Due mondi erano a confronto, e non erano il Bene e il Male o il Moderno e l'Antico. Era un derby tra arroganza e presunzione, tra fuffa del fare contro fuffa del pensare, tra nonnismo e nepotismo. Arbitro in campo Mentana, arbitro a latere Mattarella, debitore ad ambedue per la sua carriera.

È lui l'anello di congiunzione tra il prode Matteo e il fumoso e a tratti fumante Ciriaco. Il tirannosauro De Mita è apparso tutt'altro che mite e ringoglionito, per dirla col suo gergo. Ha cercato di umiliare Renzi allora premier in carica e in parte c'è riuscito. A Renzi fumavano le orecchie da Star-trek mentre il Patriarca di Nusco gliele tirava a scena aperta.

Dico la mia sulla “carriera alias” (che fino a ieri non sapevo neanche cosa fosse).

Sono tanti gli elementi che ci sfuggono nei cambiamenti epocali a raffica in una realtà complessa. Indice degli articoli sulla realtà distopica e correlati.

Ricevo sul telefonino la pagina di oggi di un quotidiano locale, tutta dedicata al “problema” della cosiddetta “carriera alias1 che, a quanto apprendo, qualche istituto scolastico della mia regione ha introdotto e altri stanno ipotizzando di introdurre. Con questa improbabile denominazione (vabbé, ormai i nomi alle cose vengono dati sempre più ad mentulam canis), ho inteso che si indichi la possibilità che uno studente o una studentessa a scuola siano registrati non con il nome (e il sesso) anagrafico, ma con un altro di loro scelta.

Nella pagina del giornale che ho letto, sono riportati i pareri di quattro brave presidi della nostra cittadina: una è apertamente favorevole, due cercano di dire il meno possibile, solo una avanza delle riserve. Tutte cercano di essere molto prudenti, e le capisco perché, non essendo ormai più tutelata nel nostro paese la libera manifestazione del pensiero (con tanti saluti all’art. 21 della defunta costituzione repubblicana), bisogna stare attenti a come si parla, soprattutto se si riveste un ruolo pubblico, e possibilmente non parlare affatto.