venerdì 25 ottobre 2019

La Repubblica prima diffama e poi censura la Meloni. Ecco la verità

Repubblica insulta Giorgia Meloni con tanto di di titolo in prima pagina e pubblica di nascosto e tagliandola vistosamente la replica della presidente di Fratelli d’Italia. Noi, invece, la riproponiamo integralmente ai lettori del Secolo d’Italia che vorranno diffondere la risposta di Giorgia Meloni a tutti i loro amici e vedremo chi vince questa partita tra noi e loro.
Una leader che non parla a slogan ma argomenta e così facendo forma e informa i cittadini a cui si rivolge. Ed esprime valori non chiacchiere. Ed è tanto più efficace in quanto chiara, limpida, appassionata, convinta e dunque convincente. Credo che gli ignobili insulti di cui è stata oggetto dipendano dal fatto che cominciano a temerla.

La risposta integrale di Giorgia Meloni
 Mi sono chiesta del perché di questo duro attacco a me e a Fratelli d’Italia. Forse la risposta è in una celebre frase di Gandhi: “Prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono. Poi vinci”. Siamo già alla terza fase.
Egregio Direttore,
ho letto con grande stupore il fiume rancoroso di insulti, volgarità e falsità che Francesco Merlo mi ha rivolto nel lunghissimo articolo pubblicato da La Repubblica il 24 ottobre. Dedicate tempo e spazio a parlare della necessità di combattere le fake news e le “parole d’odio”, soprattutto contro le donne, ma evidentemente questo non vale quando si tratta di attaccare chi ha la grave colpa di fare politica a destra.
Tanto livore mi ha fatto tornare in mente una frase di Plutarco: “I nemici sono eccitati dai mali, dalle brutture, dalle sofferenze della vita”. Così Merlo si è voluto lanciare rapace sul mio aspetto fisico, sul mio accento, sulla mia vita, anche privata e familiare, sulle difficoltà vissute; tutte cose che ben poco hanno a che fare con il mio ruolo di donna impegnata in politica e che in buona parte non sono dipese dalla mia volontà, ma piuttosto imposte dalla sorte, che non sempre è generosa e benevola come vorremmo.

La democrazia degli oligarchi
Dovrei vergognarmene? Dovrei vergognarmi di essere cresciuta e vivere tutt’ora in una periferia romana e non in una zona prestigiosa del centro? Di aver dovuto lavorare fin da ragazzina perché a casa non nuotavamo nell’oro? Di aver deciso di fare l’indirizzo linguistico in un alberghiero perché all’epoca non c’era altro modo di imparare lingue straniere nella scuola pubblica?
Il filone di pensiero di Merlo che insulta i “coatti romani e gli emarginati” ha precedenti illustri: si va dal socialista Hollande che deride i poveri chiamandoli “sdentati” alla Clinton che li chiama “miserabili”. Dietro tanta cattiveria si cela una finalità ambiziosa: delegittimare il popolo per operare un trasferimento di sovranità dal popolo alle élite. Per la sinistra, come scrisse Scalfari proprio su questo giornale: la democrazia non può che essere oligarchia.
Certo che chi invece, come me, sostiene che la sovranità appartiene al popolo, che vuole addirittura l’elezione diretta del Presidente della Repubblica e l’abolizione dei senatori a vita non può che essere un grande nemico. Ma evidentemente a Merlo gli attacchi personali, la “Reginetta di Coattonia”, le schifose insinuazioni su mia figlia strumentalizzata a fini politici e addirittura il riferimento al funerale di mio padre, devono essere sembrati troppo fragili, e allora si è dedicato a un’altra specialità della sinistra: diffondere falsità sugli avversari politici.

Le bugie di Repubblica sulla Meloni
Mi limito a riportare solo le più grossolane.
  1. Merlo mi attribuisce questo virgolettato: «Spariamo sulle navi». Mai detto. Io voglio sequestrare e affondare le navi (vuote) che violano la legge italiana sull’immigrazione. 
  2. Merlo dice che sono andata a Torre Maura, che lì ho difeso e organizzato delle rivolte contro i rom e che avrei pronunciato queste parole: «Cacceremo i rom a uno a uno stanandoli casa per casa». Falso. A Torre Maura non sono mai andata e non ho mai pronunciato le parole che Merlo mi attribuisce. Io voglio semplicemente che ai rom sia applicata la stessa legge di tutti gli altri cittadini. 
  3. Il giornalista dice, poi, che ho dichiarato guerra ai gay e che in piazza San Giovanni avrei parlato di «orchi omosessuali che rubano le identità». Falso, mai detto. Sono contraria alle adozioni gay, tutto qui. 
  4. Merlo mi accusa poi di aver bruciato in piazza i libri della sinistra. Falso. Ho regolarmente comprato e poi timbrato, questo sì, con ‘falso d’autore’ quelli che definivano le Foibe ‘luoghi di suicidi di massa’.
Chissà se chi ha scritto l’articolo si è accorto che nel pezzo sono presenti tutti gli ingredienti per una deriva autoritaria e liberticida: la denigrazione e delegittimazione indiscriminata di intere fasce della popolazione, la demonizzazione personale dell’avversario politico, lo scientifico ricorso alla menzogna, perfino il malcelato avvertimento – degno degli agenti della STASI – nei confronti dei personaggi del mondo dello spettacolo che hanno avuto l’ardire di esprimere, fuori da ogni contesto di natura politica, semplice simpatia umana nei miei confronti. Mi sono chiesta del perché di questo duro attacco a me e a Fratelli d’Italia. Forse la risposta è in una celebre frase di Gandhi: “Prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono. Poi vinci”. Siamo già alla terza fase. (Secolo d'Italia)

7 commenti:

Maria Guarini ha detto...

Semplicemente vergognoso Mughini
https://www.liberoquotidiano.it/news/personaggi/13522076/giorgia-meloni-giampiero-mughini-articolo-repubblica-eccellente-furia-lettori-dagospia.html

Anonimo ha detto...

Luciana Lamorgese incontra le Ong, l'indignazione della Meloni: "Fa accordi con chi viola le leggi italiane"
https://www.liberoquotidiano.it/news/politica/13522241/giorgia-meloni-luciana-lamorgese-incontro-ong-vergognoso-non-rispettano-leggi-italiane.html

Anonimo ha detto...

Lo Stato italiano con la sua invadenza, la sua pretesa fiscale e regolatoria sta provocando la deindustrializzazione della Nazione.
Gli imprenditori smettono di investire, di svilupparsi perchè non c'è il margine di profitto che lo consente, compresso da una tassazione espropriativa e pervicace. Il continuo cambiare ed accumularsi delle norme rendono incerte le prospettive e scoraggiano programmi di lungo termine. Si naviga a vista pervasi da un sentimento di sfiducia e di preoccupazione e, per sottrarsi, alcuni, a malincuore, si spostano all'estero, ridimensionano privandosi dei collaboratori o addirittura cessando l'attività.
La vitale e brulicante foresta delle piccole medie imprese italiane sta trasformando in una foresta pietrificata in cui il silicio si sostituisce al legno vivo, in cui la mano pubblica spazza via il privato. Per salvare la foresta ci vorrebbe un provvedimento shock di arretramento della spesa pubblica corrente e della pressione fiscale ma la direzione intrapresa dall'attuale governo va nella direzione opposta.

Anonimo ha detto...

Da Patrizia Salva

Sintesi di un video di Maria Giovanna Maglie in cui spiega bene le vicende legate al c.d. Russiagate.
In realtà ci sono due casi “russiagate”: il primo è quello americano, dove i democratici ed il loro amichetto nominato procuratore speciale hanno cercato in tutti i modi di incastrare Trump per impedire la sua elezione alla Casa Bianca. Nonostante i milioni di dollari del contribuente americano sperperati, i democratici sono rimasti con un pugno di mosche in mano, dato che si trattava di una colossale montatura del clan Obama, nel disperato tentativo di far eleggere l’impresentabile Hillary Clinton. Donald Trump non l’ha mandata giù e vuole a tutti i costi arrivare ai registi di questa colossale truffa ai danni suoi e del popolo americano. Nel corso delle indagini è emerso che la cricca Obama-Clinton avrebbe chiesto ed ottenuto aiuto da Renzi e Gentiloni, che avrebbero coinvolto i nostri servizi. Trump ha chiesto chiarimenti a Giuseppi, che ha messo a disposizione (commettendo un grave illecito) i nostri servizi segreti, ottenendo in cambio il tweet di sostegno del presidente USA nei giorni della crisi. A quanto pare, Trump avrebbe intenzione di sputtanare registi ed attori delle trame obamiane e clintoniane, ma in questo caso emergerebbero quasi sicuramente le responsabilità di Renzi e Gentiloni. A questo punto entrano in campo gli esperti di fake a disposizione dei gialli-fucsia e per distrarre l’attenzione amplificano delle “non notizie” creando il secondo russiagate, puntando il dito contro Salvini su una storia che farebbe ridere se non fossero vergognosamente coinvolte le nostre più alte istituzioni. Giuseppi Conte si comporta come i criminali staliniani, che accusavano gli avversari politici per coprire le loro malefatte. Il premier giallo-fucsia usa i suoi poteri per coprire i suoi sostenitori (Renzi e Gentiloni), mente ed utilizza i nostri servizi per fare gli interessi di catto comunisti e grillini. In questa porcata entrano ovviamente in scena anche le falsità amplificate da Report e da tutta la banda dei media a libro paga di Soros. Giuseppe Conte è un pericolo per il nostro Paese. Punto".

https://www.libreidee.org/2019/09/carotenuto-ho-paura-chi-pilota-il-conte-2-e-capace-di-tutto/ ha detto...

«Spero sinceramente che duri poco, perché di questo governo c’è da aver paura: il Conte-bis è un esecutivo pericolosissimo». Lo afferma Fausto Carotenuto, già analista strategico dei servizi segreti, autore di una singolare ritratto di Giuseppe Conte: «E’ sorretto dallo stesso potentissimo network vaticano che gestiva lo strapotere di Andreotti, a cominciare dal cardinale Achille Silvestrini». Ora siamo nei guai, dice Carotenuto in un video su YouTube, perché a Conte si aggiungono personaggi temibili come l’euro-tecnocrate Roberto Gualtieri, che Bruxelles ha fatto sistemare direttamente al ministero dell’economia. Senza contare Paolo Gentiloni, come Conte in strettissimi rapporti col Vaticano, ora promosso alla Commissione Ue, e lo stesso David Sassoli, eletto presidente del Parlamento Europeo. Gentiloni e Sassoli, ovvero: il Pd, i grandi media, il Vaticano e l’europeismo oligarchico. Questo significa che l’Italia, dopo l’effimera sbornia gialloverde, è oggi una cinghia di trasmissione perfetta per il super-potere europeo: «Aspettiamoci di tutto», dice Carotenuto, perché i signori dell’eurocrazia, magari in cambio di qualche piccola concessione sul bilancio, «potranno prendere decisioni inimmaginabili e terribili, per tutti noi».

Carotenuto teme peggioramenti sensibili in ogni campo: tasse, ambiente, salute. Gli eurocrati che hanno riconquistato Palazzo Chigi potranno fare «passi giganteschi nel senso della verticalizzazione del potere, della centralizzazione delle decisioni: Roberto Gualtieriunione bancaria, esercito europeo, politica estera comune. Ma anche polizia europea e servizi segreti europei». In effetti, la nuova sintonia italiana con la piramide finto-europeista di Bruxelles è impressionante: dopo che Grillo ha costretto i 5 Stelle a votare Ursrula von der Leyen (contro Salvini) per poi fare le nozze col Pd, grazie anche al fulmineo opportunismo di Renzi, ormai è luna di miele tra Roma e Parigi, Berlino, Bruxelles. Carotenuto si mostra preoccupato: «Questo governo rafforza enormemente il potere degli esecutivi europei controllati dai poteri finanziari: ora in Europa c’è una maggioranza di governi fortemente capaci di portare avanti l’agenda peggiore. E l’Italia darà un contributo incredibile, con questo improvviso cambiamento di posizione». E quindi: «Tutti i dossier in campo verranno applicati con molta più forza, senza più esitazioni». Quali dossier? «Uno dei più importanti è che si sta discutendo del bilancio europeo dal 2021 al 2027». Cosa si farà, e a quale prezzo per gli Stati?

«Le previsioni non sono simpatiche», dice Carotenuto: «L’Europa ci prenderà più soldi e si occuperà di molte più cose, senza passare dagli Stati. E questo velocizzerà il processo di verticalizzazione e accentramento del potere». Secondo l’analista, questo tipo di assetto europeo potrà procedere più speditamente su tutta la linea: «Dare più fondi al Mes, il Meccanismo Europeo di Stabilità, ma anche rendere più severo il Fiscal Compact e realizzare più facilmente il Ceta», l’accordo neoliberista di scambio col Canada (cavallo di Troia del Ttip con gli Usa) che premia le multinazionali e scavalca gli Stati anche giuridicamente, calpestando i diritti del lavoro e delle comunità territoriali e nazionali. Un incubo: «Potranno far entrare più facilmente gli Ogm, toglierci i contanti». In altre parole, «sono tantissime le cose che questa formazione “da guerra”, pericolosissima, può fare contro di noi». Prima era più difficile, ammette Carotenuto, perché il governo gialloverde le avrebbe frenate...

Anonimo ha detto...

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(grazie ad esempio alla presenza della Lega di Salvini). Ma attenzione, avverte: l’esecutivo gialloverde era affidato a politici il cui compito consisteva nel fare “bau-bau”, spaventando i moderati e preparando il terreno alla futura “normalizzazione”.

«Succede anche in America, con Trump: quando il dissenso sociale si fa preoccupante, il vero potere consente il momentaneo successo di outsider spigolosi, perfetti per dare sfogo all’indignazione generale». A questo è servito, in Italia, il Movimento 5 Stelle. Poi però scatta il “rompete le righe”. Così alla fine tutto torna come prima, «anzi peggio, con gli uomini nuovi – vedi Di Maio – relegati in una posizione di irrilevanza», o addirittura finiti all’opposizione come nel caso di Salvini. E non è tutto, aggiunge Carotenuto: «Questa formazione è talmente forte, in Europa e in Italia, che potrebbe essere sfruttata per fare qualche passo in più: qualche deciso passo in più verso la centralizzazione e la schiavizzazione». Come si compiono, in genere, questi passi? «Scatenando delle crisi: ma servono governi che siano capaci di sfruttarle, e adesso un governo così ce l’abbiamo». A cosa allude, Carotenuto? «Penso a crisi come quella dell’11 Settembre: la strategia della tensione realizzata con il falso attentato delle Torri Gemelle ha portato un cambiamento mondiale delle strategie, perfettamente voluto». Oppure, la carta parallela del conflitto con l’Islam, «creato apposta da forze occidentali». Potremmo vedere «una ripresa del terrorismo, o magari un’azione strana: qualche paese che “esplode”, nel Mediterraneo o nel Medio Oriente, o qualche paese che va fortemente in crisi economica – perché no?».

Previsioni buie, insomma. Secondo Carotenuto l’immediato futuro potrebbe riservarci qualcosa di traumatico, che ci riguarda da vicino: «Spero non direttamente l’Italia – precisa – visto che avremo un “ministro dell’economia” italiano in Europa e un governo molto forte in senso eurocentrico». Sintetizza l’analista: «Mi aspetto la possibilità che questo governo “da guerra”, da battaglia, che lavora per conto dei poteri oscuri, possa essere adoperato anche per gestire un ulteriore passo di schiavizzazione, a seguito della creazione di qualche momento di crisi, grazie alla strategia della tensione alla quale ci hanno abituato». Mentre agiranno in questo senso, aggiunge, «ci terranno ancora nella famosa tenaglia, fatta da un lato di emergenze, di problemi, di stress (tasse, mancanza di lavoro e di soldi), e dall’altro di distrazioni e divertimenti (il frivolo, l’effimero)», come il calcio e la televisione-spazzatura. Paura e diversivi, a giorni alterni: «Serve a fare in modo che le nostre coscienze non si risveglino», pressate da stringenti bisogni quotidiani oppure “spente” dall’intrattenimento, ivi compreso il teatrino politico di pupi e marionette, condotto da finti leader in realtà telecomandati, costruiti, fatti salire e poi scendere dal palco quando non servono più.

Anonimo ha detto...

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Tutto questo spettacolo serve a narcotizzare le coscienze, «da una parte impaurite e dall’altra addormentate». E’ la condizione ideale, sostiene Carotenuto, per spingere avanti l’agenda del vero potere, «che ora diventa ancora più pericolosa». All’analisi geopolitica, l’ex stratega dell’intelligence Nato (poi approdato alla visione spiritualista steineriana e ora coordinatore del network formativo “Coscienze in Rete”) aggiunge sempre un tassello molto personale alle previsioni più nere: «Il cielo – dice – consente tutto questo perché la sofferenza è il solo modo di crescere, l’unico che funziona». Il problema? «L’umanità deve ancora finire di svegliarsi». Traduzione: «Tassi crescenti di dolore favoriranno ulteriori risvegli». Favole? Al contrario: «Finora, è successo proprio questo: attraverso guerre, stragi e olocausti, ci siamo svegliati sempre di più. Infatti oggi l’umanità non può più essere comandata a bacchetta: va manipolata. Democrazia e libertà devono essere mantenute, in qualche modo, perché altrimenti la gente reagirebbe: la gente è cresciuta, nei secoli, attraverso il dolore». E quindi che fare, oggi? Uscire dal sonno, raccomanda Carotenuto.

Per riuscirci, insiste, «basta fare il bene là dove siamo». E spiega: «Loro vogliono verticalizzare? Allora noi coalizziamoci in modo orizzontale: attiviamoci a livello territoriale, comunale, prendendoci cura delle persone e delle cose, dell’ambiente naturale in cui viviamo». E’ esattamente il contrario di quello che il potere centrale vorrebbe: «Se questo governo dura, avremo cattive notizie», conclude Carotenuto. «Ma almeno, facciamo in modo che queste cattive notizie generino risveglio: se accadono cose terribili, ricordiamoci sempre che questo significa che noi siamo perfettamente in grado di affrontarle e di uscirne vincitori, spiritualmente e praticamente». E intanto, innanzitutto: riflettori accesi sul Conte-bis, lo strano mostriciattolo parlamentare creato dal grande potere finanziario attraverso piccoli proconsoli locali: un privato cittadino come Beppe Grillo, un apparente signor nessuno come Conte (in realtà, emanazione vaticana) e il redivivo Renzi, nuovo playmaker italiano, accreditato però di appena il 3,5% dei consensi. Un avvertimento: vietato addormentarsi. Guai se ci si rassegna a subire passivamente gli eventi, senza capirli a fondo.