mercoledì 9 ottobre 2019

Mala tempora... Ulteriori prove di cedimento della nostra sovranità e identità

La maglia della Nazionale verde e priva del tricolore. Sarà soltanto per una partita [Italia-Grecia, 12 ottobre], ma intanto iniziano ad abituare il pubblico alla rimozione dei simboli nazionali. Nella dittatura che sta per arrivare, gli italiani che non si vorranno estinguere saranno duramente perseguitati. (Cesare Sacchetti)

Prove di sudditanza: abbiamo ceduto la sovranità popolare un po’ alla volta, ci hanno spogliati del nostro essere cittadini Italiani per essere sudditi di Francia e Germania.
La maglia della Nazionale degli 'Azzurri'
L’Europa non esiste come entità politica ma come tecnocrazia; e tuttavia chiede enormi sacrifici: chi sta dietro a questo scenario tremendo?
Può sembrare eccessivo reagire a qualcosa che si presenta come estemporaneo e apparentemente innocuo; ma su cui con l'aria che tira è legittimo nutrire sospetti di rimozione dei simboli nazionali. E i tifosi non se ne rendono conto?
Nessuno sembra reagire, per ora; mentre gli unici a difendere il nostro Paese, Matteo Salvini e Giorgia Meloni sono stati messi all'angolo nonostante il favore popolare.

27 commenti:

Anonimo ha detto...

Verde è il colore dell'islam!

Anonimo ha detto...

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DUE CASI
La questione da chiarire è anzitutto quando entrano in vigore le leggi di revisione costituzionale. Il combinato disposto degli articoli 3 e 25 della Legge n. 352/1970 prevede che la loro entrata in vigore - qualora si tenga il referendum confermativo - avvenga dopo la promulgazione del capo dello Stato, quindi (ovviamente) in data successiva a quella del referendum.
Nel caso invece il referendum non si tenesse (perché nessuno lo richiede), una volta trascorsi i tre mesi per consentire la richiesta referendaria, l' entrata in vigore avviene sempre dopo la promulga da parte del capo dello Stato. Ciò vuol dire che, se le Camere fossero sciolte prima dei sessanta giorni successivi alla data di entrata in vigore della legge di revisione, la riduzione del numero dei parlamentari non si applicherebbe nella prossima Legislatura bensì in quella successiva.
Due sono le ipotesi possibili.

Se si tenesse il referendum, la data della consultazione popolare sarebbe compresa tra aprile e giugno 2020, quindi Renzi avrebbe poco meno di due mesi di tempo dal voto referendario per staccare la spina al governo, in modo tale che le elezioni anticipate possano tenersi a Costituzione vigente, cioè con 618 deputati e 309 senatori elettivi in territorio nazionale.
Se invece non si tenesse il referendum, la promulga da parte del capo dello Stato avverrà presumibilmente tra la metà e la fine di gennaio 2020, e a quel punto Renzi - per non rischiare - avrebbe tempo fino a fine febbraio per far cadere l' esecutivo.
Fatto sta che nelle prossime settimane risentiremo parlare di legge elettorale perché le intenzioni di Renzi sarebbero quelle di ingabbiare Salvini con il sistema proporzionale.


QUANDO ACCADRÀ
Come che sia, l' unica cosa certa è che il senatore di Firenze non morirà grillino, anzi, divorerà il consenso dei pentastellati, come del resto ha già iniziato a fare. Renzi voterà la riduzione del numero dei parlamentari, ma ne impedirà l' applicazione, quantomeno per la prossima Legislatura. Se nessuno chiedesse il referendum, il senatore potrebbe profittare della eventuale sconfitta del Pd alle regionali in Emilia-Romagna del 26 gennaio per mandare a casa Conte e tornare al voto già in primavera, forse in concomitanza con tutte le altre elezioni regionali. Se invece si tenesse il referendum costituzionale (tra aprile e giugno 2020), la scusa per staccare la spina potrebbe essere la sconfitta del Pd e alle elezioni regionali di maggio. L' aspetto paradossale a cui assisteremo è vedere che Pd, LeU e Italia Viva voteranno una riforma che fino a ora hanno sempre osteggiato. Dicono che questo faccia parte della politica. Ma da questo punto di vista bisogna riconoscere che "Renzie" è un genio, del male ma pur sempre un genio. Fa un governo sfruttando l' idiozia di Grillo e poi «lo fa girar come fosse una bambola». E noi ora vi abbiamo detto quando lo butterà giù.

di Paolo Becchi e Giuseppe Palma
https://www.liberoquotidiano.it/news/politica/13512745/matteo-renzi-paolo-becchi-divorera-grillini-mossa-con-cui-tiene-pugno-governo-.html

Anonimo ha detto...

https://www.secoloditalia.it/2019/09/marcello-veneziani-vi-spiego-perche-la-sinistra-e-una-cupola/

Maria Guarini ha detto...

Un "obbrobrio", di più, "un oltraggio alla storia". Giorgia Meloni e Fratelli d'Italia si sono schierati senza se e senza ma contro la maglia verde "celebrativa" presentata dalla Nazionale italiana di calcio. "Hanno provato in ogni modo a giustificare la nuova maglia verde della Nazionale di calcio, ma per noi rimane solo un oltraggio alla gloriosa storia degli Azzurri", spiega Federico Mollicone, deputato FdI e capogruppo in commissione Cultura e Sport: "Per giustificare un colore che nulla ha a che vedere con la nostra storia calcistica, hanno parlato di colore verde in onore dei giovani e hanno tentato di mettere dei ricami pseudo-rinascimentali per giustificare quest'obbrobrio. La trovata della casacca verde è un brutto prodotto di merchandising che insulta la nostra storia, non solo sportiva", tuona Mollicone.

Anonimo ha detto...

La nazionale italiana di calcio, staserà giocherà con una maglia verde e senza lo scudetto tricolore. Quello scudetto inventato da d'Annunzio a Fiume il 7 febbraio 1919 in occasione di una partita tra i legionari e i civili, è poi diventato il simbolo del calcio italiano. Non so se e dove si vuole andare a parare con quest'operazione di marketing, ma è grave che si rinunci ai colori della nazione e al colore che ha scritto la storia della Nazionale. Il calcio, lo sport e i simboli sono fondamentali per la nostra Storia e per il nostro futuro: vanno rispettati ed onorati!

Maria Guarini ha detto...

http://www.marcelloveneziani.com/articoli/dante-fondo-litalia/

Anonimo ha detto...

Solo la psichiatria ha gli strumenti per analizzare la follia delle politiche europee sull'immigrazione andata in scena in questi anni. E le gravi implicazioni a lungo termine di questa follia. Christian Peter Dogs, psichiatra tedesco, fa presente che l'Europa ha sul proprio territorio una "bomba a orologeria" grazie all'immigrazione massiva di giovani che hanno un "pazzesco potenziale di aggressione. Questa è una vera e propria bomba a orologeria", ha dichiarato Dogs sulla decisione di aprire i confini, e mostrando che la psichiatria ha da tempo scoperto che il comportamento e la personalità di un individuo si fissano già all'età di 12 anni. Questo tanto come promemoria ai fautori del cosiddetto "Ius Culturae". Secondo lo psichiatra i migranti "non possono essere educati a comprendere i nostri valori" perché sono già "formati". E che gli sbandierati corsi su come comportarsi, tanto di moda tra buonisti e radicalchic, non avranno alcun effetto. "Ci sono persone che hanno un pazzesco potenziale aggressivo perché sono cresciute circondate da guerre. Hanno imparato a combattere e non conoscono nemmeno il senso di vivere armoniosamente", ha spiegato. Dogs, che dirige la clinica Max-Grundig a Bühlerhöhe, ha inoltre avvertito che le persone sono "veramente impaurite da quello che sta accadendo e si sentono insicure", spiegando che la sua clinica ha trattato in questi anni un gran numero di persone affette da gravi disturbi d'ansia dopo l'ondata di aggressioni da parte degli immigrati. Cittadini che, ormai, non si sentono più sicuri nel lasciare le loro case a causa del continuo arrivo d'immigrati. Questa ansia non potrà che avere risvolti sociali e politici. Solitamente lo psichiatra, se ha una preparazione storica e culturale adeguata, riesce a cogliere in anticipo questi risvolti. Una popolazione impaurita è disposta a tutto pur di smettere di avere paura. E poi arriva, piaccia o meno, colui che interpreta questa paura e promette di farla scomparire. E allora sono dolori.

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[https://sowingchaos.wordpress.com/2019/10/13/la-follia-dellimmigrazione-di-massa-spiegata-dalla-psichiatria/]

Anonimo ha detto...

LA DEMOCRAZIA DELL' INTRATTENIMENTO. Leggendo il filosofo tedesco Gunther Anders e la sua ragionata critica del rapporto tra uomo e tecnologia, trovo una sintesi che egli chiama “deficit prometeico”, una condizione che disallinea l’uomo nella relazione con la tecnologia. Lo scriveva alla fine degli anni ’70, il problema oggi è semmai peggiorato. Ma quello del rapporto uomo-tecnologia è solo un caso di un panorama molto più ampio in cui i disallineamenti tra l’uomo (di cui restringeremo l’inquadramento all’uomo occidentale) e i problemi che gli si pongono davanti, sono sistematicamente in sfavore dell’uomo: dall’ambiente alle diseguaglianze, dalla geopolitica alla globalizzazione, dalla fine del lavoro al controllo panoptico digitale che si sta apparecchiando e via di lungo elenco. Alla fin fine quindi di questa lunga diagnostica negativa, si arriva al solito problema, uno di quei problemi tanto semplici quanto apparentemente irrisolvibili, impotenza in cui prospera l’intellettuale che a quel punto s’inventa una serie di “nuovi concetti” e decaloghi delle cose da fare. Ma chi le decide? Sia chi decide l’elenco, sia chi decide chi decide l’elenco, sia chi decide le soluzioni e soprattutto chi le implementa?

In teoria, molti dei Molti penseranno, noi! Dovremmo deciderle noi, il corpo politico. Già, eppure questi molti sanno che non è così, sanno che quello è il problema di tutti i problemi, il presupposto per invertire o migliorare tutti i disallineamenti è appropriarsi della facoltà di poter decidere il da farsi. Eppure, pur sapendolo, non fanno nulla. A volte scrivono o parlano o manifestano o s’impegnano politicamente in favore di un tema che ritengono il “tema dei temi”, ognuno secondo la propria sensibilità, ma sono gocce nell’oceano delle contrarietà perché sebbene siano tutte idee magnifiche, sbatteranno sempre e comunque davanti al problema semplice eppure irrisolvibile: chi avrà la forza per deciderle ed imporle in pratica?

Sono più di venti anni, forse trenta, che i teorici politici notano il pauroso inclinarsi negativo della vigenza del sistema “democratico” occidentale, che già poteva dirsi un chiaro caso di disallineamento tra nome e cosa sin dai suoi fondamenti otto-novecenteschi. Noi tutti siamo chiamati a decidere raramente e solo su quale rappresentante dovremmo mandare a decidere in nostro nome e per conto sull’universo mondo dei problemi che certo non costituiscono il contenuto esplicito del mandato elettorale. Tale mandato è ampiamente sotto-determinato.

In più è molto dubbio che il nostro rappresentante sappia effettivamente come rappresentarci su i tanti e vari problemi, così come noi stessi non abbiamo , in genere, alcuna preparazione per poter esprimere giudizi. Ogni giorno, registriamo un livello di dibattito pubblico assolutamente sconfortante. Non in merito alle polarità delle posizioni (sebbene la stessa forma “polare” lungi dall’essere effetto della dialettica è sintomo spesso proprio del non aver davvero capito com’è fatto il problema), in merito al fatto che i minimo competenti capiscono al volo quanto il dibattito si svolga su cose che non c’entrano nulla col problema in oggetto. Il mandato è “ideale” splendente nei principi che poi s’infrangono in relazione alla complessità del reale, generando altresì il senso di “tradimento” su cui prospereranno altri aspiranti rappresentanti pronti a ricevere nuovi mandati, puntualmente traditi. Altresì, ci sono molti problemi di cui non si suppone neanche l’esistenza almeno fino a che la loro fenomenologia non viene a bussarci alla porta. Si mette allora, in fretta e furia, in piedi un “giudizio”, ma giudicando cosa se non si capisce esattamente qual è la questione e non si hanno competenze sul contesto e le reti di relazione in cui i problemi son posti?

Anonimo ha detto...

....segue
Di contro, l’Era complessa, porterà sempre più problemi, sempre più intricati al loro interno ed interconnessi al loro esterno. Ma l’intera forma delle nostre competenze a livello esperto, son invece scisse in domini disciplinari separati. Se questo è il livello “esperto”, esperti poi in sistematico conflitto di interessi, cosa pretendiamo avvenga a livello base?

Giusto ieri un ex presidente del consiglio usava una mostra romana su un imperatore per perorare la causa dell’accoglienza ed integrazione migratoria che può ben esser un tema in sé, ma che non si vede che attinenza abbia con i comportamenti di un impero di duemila anni fa. Va da sé che in impero è multi-nazionale, allora, che c’entra? Un altro, alla domanda su cosa pensava di Greta, rispondeva con una barzelletta su un certo Gino che prendeva il Viagra per soddisfare ragazza svedesi, tra lo sghignazzo generale della platea contenta di veder collassare un tema ansiogeno in una battuta da bar sport, l’unica forma di socialità sviluppata nella nostra cultura. Lo stesso individuo che ha desertificato scientificamente le facoltà mentali degli italiani con un brainwashing di anestetici psichici per trenta anni, decuplicando il suo capitale investito poi in potere politico gestito, per lo più, raccontando barzellette.

Brzezenskj, famoso stratega geopolitico imperiale americano, usò negli anni ’90, il termine -tittytainment- per indicare la modalità con la quale il potere doveva trattare la gente oggetto del potere. Metterli su un divano e rimpinzarli con un seno morbido e profumato che secerne intrattenimento. Dopo trenta anni di trattamento, in Italia ma non solo, i molti sono ormai completamente decerebrati, ridotti a macchine acquirenti di cose che non ci servono, incapaci della benché minima capacità di affrontare problemi che vadano al di là della scelta del colore della maglia della Nazionale.

L’intera questione quindi verte sul sistematico depotenziamento di sensibilità e conoscenza politica (attinente alla polis, alle questioni della vita associata e le decisioni da prendere per farvi fronte) dei dominati affinché i dominanti possano decidere al riparo da non gradite intromissioni. Ma se questo è il punto di causa, i dominati che pure manifestano un qualche senso critico, si concentrano sempre e solo su gli effetti. Solo che gli effetti sono migliaia e migliaia e quindi non catalizzano mai una massa critica. La causa comune, il ripristino ed anzi sviluppo di incrementali forme di democrazia, potrebbe esser l’unico tema in grado di aggregare una massa critica essendo poi la partita madre di ogni possibile partita, ma non ha una teoria politica dietro.

Non ce l’ha perché tutte le ideologie del XIX e XX secolo non lo prevedono. Non lo prevede il liberalismo, non lo prevede il comunismo, l’elitismo, la democrazia “cristiana”, il conservatorismo, il nazionalismo, neanche il progressismo e da ultimo neanche il populismo. Tutte queste teorie politiche danno per scontato ed immodificabile il fatto che saranno Pochi a dover decidere su Molti. Viepiù ora che le cose si fanno e sempre faranno complesse e la “gente” ha bisogno di leader che dica loro cosa pensare, come giudicare, chi delegare a risolvere i problemi. L’importante è tenerci nello stato d’ignoranza poiché è la nostra ignoranza a determinare il loro potere.

La partita fondamentale è questa ma poiché lo ignoriamo, perderemo sistematicamente prima ancora di scendere in campo per giocarla, tutti intenti e convinti la partita sia un’altra nel vasto catalogo del “come vorrei il mondo fosse” con cui ci fanno trastullare. L’importante è intrattenerci.
Pierluigi Fagan

Anonimo ha detto...

Fa un po’ impressione vedere Forza Italia ultimo partiti dietro anche al neonato Italia Viva di Renzi. Pd sotto il 20% M5S in caduta libera ormai abbondantemente sotto la soglia psicologica del 20%. Fratelli d’Italia quarto partito.
Come si diceva “ai posteri l’ardua sentenza”....bene, a distanza di due mesi abbondanti dal “Papete” possiamo dire che difficilmente qualcuno crede ancora che Salvini abbia (dal suo punto di vista) sbagliato, anzi...Politicamente con ogni probabilità ha fatto esattamente quello che andava fatto nei modi e nei tempi. Ha raccolto quello che poteva raccogliere al Governo raddoppiando i voti delle politiche ed ora il resto se lo prende all’opposizione di questo Conti Bis incapace e litigioso. Direi un capolavoro politico al pari però dell’altro Matteo che ha colto la palla al balzo ha fatto da regia all’”unione impossibile” e ha salutato tutti il giorno dopo costituendo il suo partito che in solo un mese ha raggiunto partiti ben più strutturati e storici e con ogni probabilità continuerà la sua crescita. Come diceva Cesare “Meglio primo in un villaggio che secondo a Roma “.

Anonimo ha detto...

Pochi sanno che dal 2009 è possibile uscire dall'Unione Europea e la procedura che sta seguendo lo United Kingdom è il potenziale apripista ad altre fuoruscite. Per questo motivo la propaganda del regime continua a ribadire che "uscire non si può" mentendo spudoratamente, perché dal 2009 c'è la procedura per farlo che prima mancava; ma intanto viene posto ogni ostacolo alla volontà democraticamente espressa dalla maggioranza dei sudditi della corona britannica.
Se BREXIT avrà successo sarà un trionfo per la democrazia e un brusco stop al disegno mondialista di "tecnocrazia sinarchica" delle élites finanziarie, mentre in caso contrario potremo dire addio alla democrazia, vedendo anche quanto accade in Spagna con i catalani e in Italia con i veneti, popoli che vedono il loro voto gettato nella spazzatura....
Se il discorso pronunciato ieri da Elisabetta II - favorevole a BREXIT - è veritiero, per una volta vien da cantare "God save the Queen"....

Anonimo ha detto...

https://www.controinformazione.info/il-nuovo-ordine-mondiale-si-trova-nella-fase-finale-per-il-suo-piano-in-europa/

Anonimo ha detto...

http://www.atlanticoquotidiano.it/rubriche/speciale-italygate-10-il-dipartimento-di-giustizia-usa-ha-due-telefoni-di-mifsud-e-la-difesa-del-generale-flynn-chiede-di-averli/

Maria Guarini ha detto...

https://m.dagospia.com/renzi-salvini-fatti-a-maglie-ero-contraria-all-idea-di-un-confronto-invece-mi-sono-ricreduta-216443

Anonimo ha detto...

https://scenarieconomici.it/manovra2020-ecco-il-regno-del-terrore-fiscale-di-p-becchi-e-g-palma-su-libero/

Anonimo ha detto...

Quando si costruisce una forza politica, quando si intende fare politica, si deve avere un progetto e una strategia, non tanto per carpire il consenso, quanto per realizzare il tipo di società che sia la più conforme all'ordine naturale e secondo giustizia, nella misura del possibile.
Per elaborare un progetto occorre avere una visione del mondo e cioè avere ben chiaro che cosa sia l'uomo, quale sia la sua natura individuale e in società, quale siano le essenze delle realtà politiche e morali, se esista un fine ultimo e dei fini intermedi o di valore relativo.
Per fare politica bisogna avere in testa l'ordine delle realtà naturali e, meglio ancora, saperle ordinare alle verità soprannaturali da cui dipendono.
In caso contrario (e peggio ancora avendo una visione erronea dell'uomo e della società) si arranca nella confusione e tutto si riduce a una squallida lotta per la conquista del potere (nella quale si arruolano pure soggetti eterogenei se non addirittura nemici che una volta vinto presenteranno il conto), fatta di battibecchi, polemiche insulse, lotte intestine (perché se manca una visione fondamentale e un progetto comune la lotta per il potere avviene anche tra gli aderenti alla medesima forza politica) e di mera riduzione della politica alla gestione del contingente cercando di operare non per il bene in sé ma per mantenere il consenso attraverso forme che rimandano alle indagini di mercato e a tecniche di persuasione pubblicitaria.
Piero Mainardi su Fb

Maria Guarini ha detto...

https://www.lepoint.fr/europe/matteo-salvini-il-fascismo-e-un-idea-morta-16-10-2019-2341572_2626.php#xtor=CS2-238

Maria Guarini ha detto...

http://www.marcelloveneziani.com/articoli/bilancio-di-un-duello/

Anonimo ha detto...

"Manovra nel caos ", "gelo del premier " et similia, sono i titoli di alcuni articoli del MESSAGGERO DI ROMA di oggi a proposito della situazione governativa in relazione al governo! Pare che Renzi e di Maio stiano facendo "opposizione " al governo ed alla manovra economica, "troppo comunista " scrive il Messaggero , con Conte bifronte, anzi, trifronte, barricato nella trincea del PD, dopo aver fatto l'arbitro nella prima metà del governo giallo verde, il grillino nella parte finale, e passato oggi a fare il piddino, nella trincea del PD comunista, ultima sua trincea, soprattutto perché se le è fatte tutte, tranne quella di destra, non sia mai! Ma che sta succedendo nel governo? Sta succedendo una cosa molto semplice, ci sono due attori, di Maio e Renzi, che hanno un disperato bisogno di distinguersi da una linea economica e politica di estrema sinistra, estremamente illiberale e fallimentare, la solita ricetta del tassa e spendi che, oramai tutti lo hanno capito, non porta da nessuna parte, ma fa solo scivolare l'italia sempre più giù nella recessione economica, ed i partiti politici che la sostengono sempre più giù nei voti! Il messaggio che i due, Renzi e di Maio, vogliono lanciare all'elettorato è " noi non siamo come i comunisti del PD, siamo "oppositori " a questo governo delle tasse, siamo per la libera impresa, per tagliare lacci e lacciuoli all'economia, contro i limiti all'uso del contante, siamo con le partite iva massacrate dalla manovra economica, siamo per il ceto medio massacrato di tasse! Entrambi, Renzi e di Maio, si stanno ritagliando un ruolo di opposizione ai "comunisti del PD " e ciascuno lo fa pro domo sua! Renzi deve costruire il suo partito di centro, ed ha acceso il faro con cui vorrebbe attrarre tutti coloro che, a prescindere dai partiti di provenienza, sono alla eterna ricerca del mitico centro dove sono morti, politicamente, i vari Casini, Alfano, e lo stesso Berlusconi, sceso al 5% proprio per insistere su un centro politico in un momento storico dove, in tutto il mondo, o stai di qua o di là! In Italia, invece, ci sono i nostalgici della DC, senza rendersi conto che è cambiato il mondo, ed oggi devi essere nettamente schierato a destra o a sinistra, il centro cosiddetto,pronto a buttarsi con la destra o con la sinistra a seconda della convenienza, non tira più! Ma contento lui contenti tutti, Renzi è convinto di percorrere la strada giusta, AUGURI! Di Maio ha un problema simile, è stato costretto ad allearsi con il PD di BIBBIANO, costretto dal buffone genovese e dalla sinistra europea che ha voluto liberarsi di Salvini, ma si rende conto che questo governo è nato morto, e sarà giustiziato nelle urne ogni volta che gli italiani ne avranno la possibilità! Di Maio non vuole morire insieme a questo governo, e tenta di distinguersi facendo la opposizione di destra al governo dei comunisti del PD, tenta di evitare le brucianti sconfitte che si annunciano alle regionali e che lo farebbero definitivamente cadere come leader politico!

Anonimo ha detto...

...segue
Intendiamoci, fare la parte della destra in questo governo non è difficile, basta non essere rosso fuoco come il PD ed automaticamente sembri di destra, SEMBRI, questo è il problema, ma non lo sei! Entrambi poi, Renzi e di Maio, devono far fuori il Conte bifronte, diretto concorrente di entrambi, con di Maio come aspirante leader politico del 5stelle, di Renzi come aspirante punto di riferimento per un ipotetico elettorato di centro! Insomma tutti e tre, Renzi, di Maio e Conte mangiano nello stesso piatto centrista, e tre galli nello stesso pollaio non possono convivere! Infatti anche Conte bifronte è prontissimo a diventare trifronte e ad abbandonare la attuale trincea comunista per il millesimo salto della quaglia al centro, dove conta di sopravvivere! Questo è quanto, una lotta per bande da parte di opportunisti saltafossi che tentano di ingannare i boccaloni fingendosi antisinistra, ma mantenendo in piedi il più distruttivo governo dal dopoguerra ad oggi, guardandosi bene dal lasciare le comode poltrone ministeriali, sono solo una patetica e sbiadita copia della vera destra, quella che sta con il popolo italiano e che non teme di lasciare il Potere, di stare all'opposizione pur di restare a fianco del proprio popolo! Chi mai si lascerà ingannare fa questa finta opposizione dei vari Renzi e di Maio quando ha a disposizione quella vera di Salvini e la Meloni? Chi mai potrà preferire una copia pezzotta all'originale garantito? Oggi inizia la riscossa, dalla manifestazione di Roma parte la riscossa e sarà travolgente, in Umbria, in Emilia Romagna, in Calabria, in tutte le regioni rosse che restano, liberiamo l'italia dal governo del ribaltone comunista! Amen !
Domenico Napolitano

Anonimo ha detto...

La cronaca di queste ore propone tre notizie: la stangata fiscale del governo (da qualcuno definita “tasse e manette”), la manifestazione del centrodestra a Roma (“Orgoglio italiano: una Patria da amare e difendere”) e la Leopolda di Matteo Renzi a Firenze che ha a tema Matteo Renzi.

Il protagonista vero – che permette di capire tutti e tre gli eventi – è però il ceto medio. È la spina dorsale del nostro Paese, anche economicamente, ed è attorno a questa Italia profonda che si combatte la vera battaglia.

Alcuni spunti di riflessione molto preziosi – per capire cosa è successo e cosa sta accadendo oggi – li fornisce Marco Gervasoni nel libro “La rivoluzione sovranista”. In breve. Il ceto medio nasce nel dopoguerra : “con il piano Marshall, il welfare state e la quasi piena occupazione, il gioco è fatto” (Gervasoni).

Si può aggiungere la riforma agraria che trasforma milioni di braccianti e mezzadri in piccoli proprietari e poi la valorizzazione della piccola impresa artigiana (soprattutto a partire dalla Brianza) che porta gli operai a diventare imprenditori. Poi la scuola per tutti rappresenta uno straordinario ascensore sociale per milioni di giovani figli del popolo. È l’unica, vera e grande rivoluzione. E tutta pacifica.

Così nasce una classe media che è la protagonista del miracolo economico italiano (un successo strepitoso a livello planetario) che porta in pochi anni una nazione sconfitta e distrutta dalla guerra a diventare una grande democrazia industriale, fra le prime nel mondo.

La classe media, di idee moderate e legata a valori italiani, è il pilastro del trentennio d’oro (1945-1975) e della Prima repubblica, sebbene costantemente guardata con disprezzo dall’élite intellettuale ovviamente di sinistra.

Con il crollo del Muro, con Mani pulite (che spazza via i tradizionali partiti moderati) e l’inizio della globalizzazione, quel ceto medio viene attaccato dai processi di mondializzazione dell’economia, che per l’Italia significa i disastrosi diktat di Maastricht e la moneta unica.

Anonimo ha detto...

...segue
Negli anni Novanta la Sinistra per la prima volta va al potere in Italia. Ci viene traghettata dalla sinistra dc – che tradisce la storia democristiana – ed è legittimata dall’establishment della Ue (e da quello clintoniano) per applicare le dottrine germaniche.

Sono politiche punitive verso il ceto medio. Aumentano le tasse, viene distrutto il welfare, si blocca l’ascensore sociale, collassa la crescita economica e inizia il calvario della disoccupazione giovanile. Il potere d’acquisto del popolo italiano crolla di circa il 40 per cento dall’epoca della lira a quella dell’euro.

Per reazione il ceto medio punta su Berlusconi sperando di essere difeso. Di fatto però l’euro e le politiche tedesche non consentono margini di manovra e massacrano questa classe sociale (in tutte le società occidentali accade lo stesso con la globalizzazione) e anche i lavoratori.

Il ceto medio, spiega Gervasoni, si frantuma. Il Pd diventa il partito delle élite minoritarie (ma potenti soprattutto sui media) e il partito di fiducia delle cancellerie europee.

Avendo abbandonato la battaglia sui diritti sociali del popolo, adotta, dagli Usa e dall’Europa, la bandiera dei cosiddetti diritti civili e quella degliimmigrati come nuovo proletariato.

Soprattutto con la crisi del 2007-2008 e l’ondata migratoria iniziata nel 2013, la società italiana viene terremotata. La crisi è aggravata dalle disastrose politiche della Ue. Molte partite Iva dal ceto medio scivolano verso la povertà. La generazione dei figli si scopre senza prospettive e destinata a vivere peggio dei padri.

Così, dalla difesa del proprio reddito, il ceto medio – spiega Gervasoni – comincia a identificarsi con la battaglia dell’identità: perché sente aggredito il proprio status sociale, delegittimata la propria sovranità nazionale e messa in discussione l’identità stessa del proprio paese.

Gli italiani si sentono traditi, impoveriti, sottomessi e invasi. È il passaggio dalla sola questione economica alla battaglia per l’identità che spiega l’investimento degli italiani sulla Lega di Salvini e su Giorgia Meloni. E Berlusconi sembra che lo stia capendo (altri di Forza Italia no).

È sempre la stessa Italia profonda, disprezzata dalle élite e massacrata, ma maggioritaria, che chiede di essere difesa e rappresentata (una cosa analoga accade negli Usa con Trump).

I fatti di questi giorni ci dicono che – con la manovra economica – il Pd continua a fare il Pd e quindi a tartassare e punire il ceto medio che ha la colpa di rifiutarne le politiche anti-italiane (il Pd sembra fare la guerra agli italiani e infatti ne teme il voto).

Renzi (quello che ha portato il Pd al minimo storico) cerca di reinventarsi un partitino al centro, ma senza capire che non sono le manovre di palazzo che ti rendono rappresentativo se non hai un insediamento sociale nel ceto medio che è stato disastrato, se non capisci cosa è accaduto all’Italia profonda e se resti (come lui è) legato all’establishment e alle sue sciagurate politiche (oltretutto Renzi ha enormi problemi di credibilità politica per le sue spregiudicate e furbesche giravolte).

Il centrodestra si trova dunque investito di un compito storico enorme da questa Italia profonda, ancora maggioritaria. Ma la sua classe dirigente ne sarà all’altezza?

Spesso sembra muoversi alla giornata, senza la “gravitas” dei veri statisti, con tanta generosità e coraggio, ma faticando a capire davvero cosa è cambiato e ad avere consapevolezza dei processi sociali e culturali in atto.

Di sicuro però con Trump alla Casa Bianca, la Brexit e la crisi che sta investendo la Germania e la Ue, l’aria che tira nel mondo è quella di un ritorno degli Stati nazionali.

E’ la condizione necessaria per far ripartire politiche di crescita. L’Italia esce da questi 25 anni a pezzi come dopo la Seconda guerra mondiale. Ha perduto una guerra. Solo scommettendo sull’Italia profonda che allora fece il miracolo economico si può ricostruire questo Paese.

Antonio Socci

Da “Libero”, 20 ottobre 2019

Anonimo ha detto...

IL VANTAGGIO STRATEGICO DELLA DESTRA

Ho seguito la manifestazione di San Giovanni con orgoglio e commozione. E anche con pena infinita per quell'Italia che non c'era: residuale, salottiera, tollerante solo con se stessa, solidale con tutti salvo che con la buona e piccola gente di questo paese e, per questo, al fondo, capace solo di amare l' "altro" ma non - letteralmente - il "prossimo.".

E mi sono confermato nella convinzione che noi di destra abbiamo un vantaggio strategico su ogni sinistra, comunque travestita. Noi di destra sappiamo chi siamo e da dove veniamo.

Io sono un uomo, figlio di un padre e di una madre che solo la morte ha separato, e mia moglie è una donna. Una bella donna.

Io sono cristiano. Cristiano e cattolico come i miei avi e come chi farò in modo lo sia dopo di me.

Io sono italiano e non perchè ho tra le mie carte un certificato di cittadinanza. Sono italiano perchè sono erede di un grandioso legato che risale a secoli, a millenni prima che l'Italia savoiarda e la repubblica italiana vedessero la luce. Io sono italiano perchè l'Italia è Cesare, Gregorio Magno, Dante, Francesco, Ariosto, Manzoni.
E se leggo Shakespeare, Dostoevskij e perfino Hemingway, questo non fa di me un "cittadino del mondo". Fa di me un italiano che sa che senza il suo paese Shakespeare, Dostoevskij ed Hemingway avrebbero usato la carta su cui hanno scritto per avvolgerci il pesce.

So dunque chi sono. E per questo, amici sinistri, potete dialogare con me, per concordare o polemizzare.
Voi invece, persi oggi nella nebbia della globalizzazione come ieri lo eravate nella tenebra dell'internazionalismo comunista, non sapete chi siete, da dove venite e dove andate, se non al seguito dell'ultimo idolo del foro. Da Greta Thumberg a salire. E per questo, quando vi vedo e vi sento, non so cosa dirvi. Se non "Poveri orfani. Poveri maestrini del nulla."
Biagio Buonomo

Anonimo ha detto...

Non so se qualcuno ha visto il servizio di "Report" sull'"internazionale nera" (la definizione è mia, in realtà il titolo è nientemeno che "La fabbrica della paura") che sull'asse Mosca-Washington-Roma tramerebbe per combattere l'aborto, le unioni gay e tutto quanto la sinistra considera "fondamentali diritti civili".
Inutile dire che a me Konstantin Malofeev, "l'oligarca di Dio", abituato a una chiarezza di linguaggio da noi impensabile ("sodomiti" e "pederasti" sono parole che sconvolgono la delicata mente dell'inviato Giorgio Mottola) , fa molta simpatia, così come il suo braccio destro Alexei Komov. Simone Pillon, Roberto Fiore, Toni Brandi li conosciamo bene e quindi sentirli dipingere come pericolosi complottardi mi fa un po' ridere. Che ci sia un flusso di denaro interno al mondo "pro vita" non mi sembra per nulla scandaloso, nonostante il tono indignato di Petrucci. Ci sono reati? Li si denunci. "Un'Europa più vicina alla Russia" e meno all'UE è un'idea geopolitica o un crimine? Naturalmente tra questi "crimini" ci sono anche l'appoggio all'elezione di Trump e la Brexit.
Dove casca l'asino, secondo me, è quando si arriva a parlare di Bannon e del suo "Dignitatis Humanae Institute" (già il nome dovrebbe far capire che non è "cosa nostra"). Il libro di Blondet, Marcigliano, Marletta e Claudio Mutti ci ha messi sufficientemente sull'avviso. Tanto più ridicolo appare il tentativo di "Report" di contrapporre un monolitico mondo "dell'ultradestra" al luminoso mondo dei diritti e delle libertà, che sarebbe la sinistra.
Non a caso, tra i tanti aspetti di questa "fabbrica della paura", uno solo mi sembra che sia stato lasciato volutamente in ombra. il sionismo (emerso solo, ma inavvertitamente per i più, quando Bannon ha parlato di "Occidente giudaico-cristiano").
Non toccare gli ebrei è regola che vale per tutti, quindi silenzio sul fatto che Mischael Modrikamen, l'avvocato belga nel cui studio fu fondato "The Movement", è stato presidente della Comunità israelitica liberale del Belgio, anzi silenzio totale sulla sua figura.
Drammatica la conclusione di Petrucci: "Salvini dovrebbe spiegare tutto questo per evitare che un cittadino italiano, quando va a votare, assieme a un leader che dice 'prima gli Italiani' elegga anche un oligarca russo".
Per la verità il voto degli Italiani non sembra importare molto alla sinistra, e si vorrebbe sapere chi si elegge in realtà quando si vota un Renzi o un Di Maio: Von der Leyen, Moscovici, Verhofstadt, ...Hillary Clinton?

Anonimo ha detto...

Non ho visto Report, perché uso Rai 3 solo se so che c'è qualcosa che realmente mi interessa: altrimenti dovrei continuamente usare il napalm per sopravvivere alla faziosità politica che trasuda dallo schermo.
E non mi pare il caso visto che la tv mi serve ancora.
Per questo motivo, non mi sembra neanche il caso di occuparsi di quello che é stato detto; sarebbe come se la Pravda sovietica avesse fatto un'inchiesta, evidentemente su commissione, per screditare un pericoloso avversario politico: credibilità zero.

Anche perché furono per primi i dem americani a tirare fuori questo fantomatico Russiagate per incolpare Putin se gli americani avevano votato Trump.
Una roba così demente la possono concepire solo menti afflitte da gravi handicapp.
Ma nulla di concreto è emerso, per la disperazione della Botteri.
E adesso ho letto su giornali non di sinistra che Trump, in vista del secondo mandato, starebbe meditando il contrattacco per dimostrare che razza di cialtroni sono i dem e quindi quello che sta succedendo qui in Italia è verosimilmente il secondo tempo di qualcosa che proviene da oltre oceano.
Ecco che dunque questa ricostruzione fatta da un amica, solitamente molto bene informata su quello che avviene nella politica italiana, mi convince molto di più.

" Nel post precedente ho condiviso un video dove Maria Giovanna Maglie spiega bene le vicende legate al c.d. russiagate. Provo a sintetizzare per chi non ha tempo e voglia di ascoltarlo tutto. In realtà ci sono due casi “russiagate”: il primo è quello americano, dove i democratici ed il loro amichetto nominato procuratore speciale hanno cercato in tutti i modi di incastrare Trump per impedire la sua elezione alla Casa Bianca. Nonostante i milioni di dollari del contribuente americano sperperati, i democratici sono rimasti con un pugno di mosche in mano, dato che si trattava di una colossale montatura del clan Obama, nel disperato tentativo di far eleggere l’impresentabile Hillary Clinton. Donald Trump non l’ha mandata giù e vuole a tutti i costi arrivare ai registi di questa colossale truffa ai danni suoi e del popolo americano. Nel corso delle indagini è emerso che la cricca Obama-Clinton avrebbe chiesto ed ottenuto aiuto da Renzi e Gentiloni, che avrebbero coinvolto i nostri servizi. Trump ha chiesto chiarimenti a Giuseppi, che ha messo a disposizione (commettendo un grave illecito) i nostri servizi segreti, ottenendo in cambio il tweet di sostegno del presidente USA nei giorni della crisi. A quanto pare, Trump avrebbe intenzione di sputtanare registi ed attori delle trame obamiane e clintoniane, ma in questo caso emergerebbero quasi sicuramente le responsabilità di Renzi e Gentiloni. A questo punto entrano in campo gli esperti di fake a disposizione dei gialli-fucsia e per distrarre l’attenzione amplificano delle “non notizie” creando il secondo russiagate, puntando il dito contro Salvini su una storia che farebbe ridere se non fossero vergognosamente coinvolte le nostre più alte istituzioni. Giuseppi Conte si comporta come i criminali staliniani, che accusavano gli avversari politici per coprire le loro malefatte. Il premier giallo-fucsia usa i suoi poteri per coprire i suoi sostenitori (Renzi e Gentiloni), mente ed utilizza i nostri servizi per fare gli interessi di catto comunisti e grillini. In questa porcata entrano ovviamente in scena anche le falsità amplificate da Report e da tutta la banda dei media a libro paga di Soros. Giuseppe Conte è un pericolo per il nostro Paese. Punto".

Salfa Patrizia

Anonimo ha detto...

Matteo Salvini, il tempismo sospetto del servizio di Report: gioco sporco, il sospetto nella Lega
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Ed eccoci, dunque, al timore che agita i piani alti della Lega: cosa nasconde, davvero, quel servizio di Report? L'idea che si fa largo nella testa di molti è che le ultime notizie sul caso-Metropol siano una sorta di operazione per salvare Giuseppe Conte dai suoi guai e dar contro alla Lega e Salvini. Per dirla con le parole di Riccardo Molinari, capo dei deputati del Carroccio, è "la teoria del caos". Si pensi infatti che il servizio di Report era bloccato in Rai da mesi. Poi, domenica, la messa in onda. Colpisce il tempismo, ribadisce Minzolini: lunedì Report; sempre lunedì l'attacco di Zingaretti spalleggiato da Gentiloni ed Enrico Letta; martedì una nuova interrogazione del Pd sul Russiagate salviniano; mercoledì infine Conte al Copasir. Il premier interrogato dopo che per giorni era stata dispiegata una sorta di rete protettiva nei suoi confronti. Un tempismo, lo si ribadisce per la terza volta, davvero sospetto e inquietante.

https://www.liberoquotidiano.it/news/politica/13521048/matteo-salvini-report-russia-tempismo-sospetto-dubbi-lega-giuseppe-conte.html

Anonimo ha detto...

https://www.ilsussidiario.net/news/jaccuse-sapelli-macron-con-laiuto-di-renzi-e-pronto-a-prendersi-litalia/1940656/