domenica 15 dicembre 2019

Brexit: Il coraggio anglosassone delle scelte e una manica di imbecilli continentali

Com’era facilissimo prevedere – a meno di non prendere per buoni gli editoriali che nelle ultime due settimane abbiamo letto sul novanta per cento di una stampa italiana che seguita a confondere i suoi pregiudizi radical chic con l’opinione della gente semplice e perbene – un uragano conservatore ha travolto, in Inghilterra, le truppe sparute ma chiassose dei remainers. Di chi cioè voleva, contro il volere della maggioranza e dunque in barba alla democrazia, rovesciare all’italiana il risultato di un libero referendum.
Ma fortunatamente agli inglesi d’italiano sono bastati i quasi tre anni dell’umiliante balletto “dentro- fuori”, per decidere a valanga di lasciare l’Unione Europea.
Sono infatti convinto che non tutti i voti di Boris Johnson siano arrivati da conservatori e da cittadini convinti della Brexit. Ma chi ha votato per il primo ministro – laburista o liberaldemocratico che fosse in precedenza – ha scelto l’unico candidato che aveva un’idea chiara: dalla UE si esce. Senza se e senza ma. Senza rimandi, esitazioni, sospensioni, esasperazioni. Gli inglesi hanno insomma scelto la scelta. Quale che fosse. Perché se non è scelta ma eterno mediare, rimediare, meditare e rimeditare, la politica si trasforma in vuota logomachia. In polemica sterile. Anche divertente. Ma solo per metter su uno programma televisivo. Ma che resta e muore lì. Nello schermo. Mentre la realtà va da un’altra parte.

Ora: la UE con il suo grottesco regolismo; la scelta dell’euro – un marco mal travestito – non hanno favorito nessuno. Alla lunga neppure la Germania, che è in recessione e peggio le andrà in futuro. Perché ha rimpicciolito o distrutto le capacità di assorbimento dei mercati che le facevano corona e ora straripa di merci invendute. Che volete: son tedeschi e dunque sono cretini. Vincono piccole e numerose battaglie e perdono la guerra. Trascinando nella loro catastrofe un continente intero. E’ la terza volta in un secolo che ci provano con successo. E non sarà l’ultima fino a quando quel popolo – secondo quel piano Morgenthau che solo la Guerra Fredda fece abortire – non sarà disperso nei regnicoli in cui era diviso prima del 1870.

Non sono – si badi – opinioni. Sono i numeri degli indicatori della produzione, dell’occupazione, del tasso di natalità. L’UE decresce o cresce di un nulla in economia e intanto si spopola. Siamo ancora un continente ricco e vecchio. Diventeremo presto un continente povero e spopolato. A cominciare dal ventre molle della UE: l’Italia. Noi.

Che cosa ci trattenga a restare nella UE, se lo chiederanno i posteri. E quando leggeranno le risposte di chi oggi, nel nostro paese, ancora difende la UE contro la realtà, contro l’evidenza, contro il buon senso, stenteranno a credere che la culla della civiltà si sia suicidata in nome di slogan privi di senso, di una propaganda da regime sovietico, della demonizzazione di ogni voce critica verso una trappola in cui l’Italia si è infilata da sola.

I posteri crederanno - fatalmente crederanno e non per complottismo ma per trovare e farsene una ragione – che un nemico astuto e invisibile dell’Italia l’abbia spinta al suicidio. Si: deve esserci stato un piano. Non è possibile che l’Italia sia morta solo in ragione dalla cecità delle sue élites. Ma alla fine i posteri dovranno rassegnarsi. Perché non scopriranno nessun nemico occulto e nessun piano diabolico. E concluderanno, abbastanza delusi, che gli italiani – e poi francesi, tedeschi, spagnoli, portoghesi e via così - sono scomparsi perché erano guidati da una manica di imbecilli. (Biagio Buonomo)

1 commento:

Anonimo ha detto...

https://www.businessinsider.com/boris-johnson-islam-is-the-problem-and-islamophobia-is-a-natural-reaction-2018-8?IR=T