mercoledì 1 gennaio 2020

UE missione compiuta: La Grecia verso l'estinzione

Attenzione, questa è la fine che ci si prepara se non cade questo governo, che resta in piedi con la connivenza del Colle nonostante i media di regime, commentando il discorso di fine anno, non abbiano fatto che ripetere che il Colle è super partes. Come se gli italiani fossero dei minus habentes e non siano in gran parte immuni nonché arcistufi di narrazioni ideologiche addomesticate dal politicamente corretto... La notizia sulla situazione greca non ci lascia indifferenti e continuiamo a chiederci come non si sia fatto nulla per impedirlo e non si faccia nulla per correre ai ripari per quanto possìbile. Anche qui sono le nostre radici! Mala tempora...

L’Unione Europea sta raggiungendo il proprio obiettivo per la Grecia: l’estinzione.

A partire dal 2011, quando è iniziata la crisi del debito sovrano, la popolazione della Grecia ha iniziato a calare, come potete vedere da questo grafico di tradineconomics:
Dal 2011 al 2018 la popolazione greca è cala di 380 mila unità, e questo nonostante il flusso migratorio dall’Asia Minore. La tendenza è anche peggiore con la perdita di oltre mezzo milione di abitanti dal 2011 al 2020. Il 5% della popolazione greca scompare.
Secondo i dati della Banca Mondiale la popolazione greca nel 2017 ha avuto un cal del 0,1%, ma il grosso del movimento di emigrazione si era già placato. Tassi di disoccupazione oltre il 20% fino al 2018 hanno influito fortemente sulla demografia. Ancora oggi il 16% pone la Grecia alla vetta della disoccupazione continentale:

Calo delle nascite ed emigrazione sono la cura europea per la Grecia. Nel 2018 ci sono stati solo 1,33 nati per coppia, col secondo figlio che è solo per i ricchi, mentre il principale export è la mano d’opera qualificata.
Tutto nasce dalla Gestione della crisi del debito sovrano da parte della Trojka, con l’imposizione di una forte politica di austerità. La decrescita demografica in prospettiva porterà ad un calo del PIL completando la missione europea di estinzione della nazione greca. A Berlino e a Bruxelles staranno festeggiando. - Fonte

18 commenti:

Anonimo ha detto...

L'Impero Romano aveva unificato sotto il proprio dominio molti popoli europei, anche se non tutti, fino ai confini del Vallo di Adriano, del Reno e del Danubio.
Ma dopo che Odoacre ebbe deposto l'ultimo imperatore, Romolo augusto, l'impero d'Occidente si frantumò rapidamente, suddividendosi in: Regno Svevo, Regno Basco, R. Visigoto, R. di Siagro, R. Franco, R. Alemanno, R. Burgundo, R. di Odoacre (Italia), R. Vandalo.
Questi territori erano circondati da Britanni, Sassoni, Bavari, Longobardi, Gepidi, Unni, Africani e impero d'Oriente (detto anche Bizantino), non necessariamente amico (tra l'altro, l'imperatore d'Oriente, Zenone I, non riconobbe Odoacre come sovrano).
Da allora l'Europa è sempre stata frammentata in una moltitudine di nazioni assai diverse tra loro e frequentemente in conflitto, nonostante alcuni successivi tentativi di unificazione: quello del Sacro Romano Impero, durato una generazione, quello di Carlo V e Filippo II, durato due generazioni, quello di Napoleone, durato quindici anni, e quello di Hitler, durato pochi anni.
Un millennio e mezzo di Storia, dunque, non mostra alcuna tendenza dei popoli europei ad unirsi sotto un unico dominio politico.
Ed anche oggi le divisioni di lingua, cultura, economia ed interessi contrastano l'idea eccessivamente astratta di realizzare una velleitaria unione d'Europa.
Perché mai dovremmo aspettarci che un simile progetto faustiano possa funzionare?
L'abbandono della Gran Bretagna è solo uno dei sintomi della scarsa salute del sistema.
E, curiosamente, il leader di tale abbandono è un esperto di Storia Romana, laureato in Storia Antica ad Oxford.
La propaganda, certamente può molto, e quella a favore della UE è stata finora ossessiva.
Può molto, ma non può cambiare il corso della Storia, questa sarebbe una pretesa eccessiva.
Gli economisti e i politici europeisti hanno un problema.
Vogliono far finta che l'Europa Unita funzioni, mentre invece non funziona e non lo può.
Ma è difficile capire una cosa quando il tuo stipendio dipende dal non capirla.

Anonimo ha detto...

http://www.atlanticoquotidiano.it/quotidiano/eliminato-non-solo-un-terrorista-ma-il-mastermind-di-tutta-la-strategia-imperialista-iraniana/

Maria Guarini ha detto...

"La complessa questione mediorientale, in cui si innesta la rivalità tra Iran e Arabia Saudita, non merita tifoserie da stadio ma necessita di grande attenzione.

Una escalation delle tensioni in Medio Oriente (con possibili ripercussioni anche in Libia) non è nell’interesse dell’Italia perché rischia di acuire il problema immigrazione, alimentare il terrorismo e danneggiare ulteriormente l’economia europea.

In questo quadro esprimo la più ferma condanna al gravissimo assalto all’ambasciata statunitense in Iraq e una forte preoccupazione per le conseguenze della reazione americana che ne è seguita. L’Italia e l’Unione Europea dovrebbero fare tutto il possibile per favorire un percorso di pacificazione dell’area che garantisca la sicurezza di Israele ma anche la lotta senza indugi agli integralisti islamici dell’ISIS, e non solo, che hanno insanguinato il Medio oriente e fatto strage delle minoranze etniche e religiose, soprattutto cristiane.
La mia principale preoccupazione va oggi ai nostri soldati presenti sul campo che senza una celere e chiara presa di posizione dell’Italia sulla strategia da tenere, rischiano di essere messi in una situazione molto difficile.”

Questo il commento del Presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, sulla vicenda dell’attacco U.S.A. a Bagdad che ha provocato la morte del Generale iraniano Soleimani.

Anonimo ha detto...

TORNA LA POTEMKIN
Ho letto la memoria difensiva del Sen. Matteo Salvini alla Giunta del Senato per le autorizzazioni a procedere.
Memoria ben articolata e ampiamente documentata che dimostra come la questione dei “naufraghi” sulla Nave “Gregoretti” fu collegialmente gestita dal Governo d’intesa con l’Unione europea.
La memoria dimostra, poi, che non vi fu neanche un’ora di ingiustificato ritardo nel disporre lo sbarco dei cosiddetti “migranti”.
Quel che non capisco è perché non vi sia alcuna osservazione in punto di diritto circa la improponibilità della fantasiosa ipotesi di reato di sequestro di persona come si dichiara (non si suppone) nell’atto di accusa (che dovrebbe essere viceversa una richiesta di autorizzazione) da parte dei giudici che l’hanno formulata anticipando in modo illecito la loro convinzione sulla (da essi) “accertata” responsabilità del Sen. Matteo Salvini.
Nella “relazione” manca solo, come nel caso della “Diciotti”, la comminazione della pena. Dunque, una nuova “Corazzata Potemkin”.
Escluso che la Giunta del Senato sia composta da fini giuristi (in realtà alcuni sono riconducibili al livello del dj di Castellammare del Golfo o del bibitaro dello Stadio San Paolo) e considerato che sicuramente qualcuno in malafede ci sta, forse era il caso di accennare che, nella fattispecie, il sequestro di persona non ha un senso compiuto se esso, in assenza di qualsiasi situazione di emergenza, lo si volesse far coincidere con la illegittima pretesa dei cosiddetti “naufraghi” di essere sbarcati solo in Italia e in nessun altro Stato con porti molto più vicini. Si aggiunga che la “Gregoretti” raccolse i “naviganti” in acque di competenza maltese e dunque dovendo darsi applicazione al Regolamento Dublino III, non vale la regola della Bandiera della Nave o che la Nave fosse Nave militare italiana.
E perché i giudici non hanno mandato, come sarebbe stato loro dovere, la Polizia e i Carabinieri a liberare i … sequestrati e far cessare l’inesistente reato?
La verità è che certa magistratura pretende di gestire la politica estera e la politica di difesa e di sicurezza dello Stato. Ma questa è un’altra storia (triste).
AUGUSTO SINAGRA

Anonimo ha detto...

Piccola osservazione.
Ci fosse stato uno, uno solo di quelli che oggi scrivono qualcosa contro la morte di un generale dei pasdaran, che si fosse ricordato di scrivere qualcos'altro il mese scorso quando il regime fascista iraniano ha ammazzato nelle piazze oltre trecento manifestanti, e ne ha feriti e incarcerati diverse migliaia.
Ma tutti questi occidentali di destra, di centro e di sinistra (tutti antiamericani e antisraeliani) oggi in forte apprensione per l’uccisione di Soleimani dov’erano ieri quando le truppe del generale ammazzavano senza pietà per strada migliaia di ragazzi e ragazze iraniani che chiedevano libertà, che si toglievano il velo e che - a causa di quei generali e a differenza di tutti questi occidentali - non hanno mai conosciuto un giorno di democrazia?

Anonimo ha detto...

https://www.theguardian.com/world/2011/jul/28/qassem-suleimani-iran-iraq-influence

Praticamente un suicidio

The message came from the head of Iran's elite al-Quds Force, Qassem Suleimani, and was conveyed by a senior Iraqi leader. It read: "General Petraeus, you should know that I, Qassem Suleimani, control the policy for Iran with respect to Iraq, Lebanon, Gaza, and Afghanistan. And indeed, the ambassador in Baghdad is a Quds Force member. The individual who's going to replace him is a Quds Force member."

Anonimo ha detto...

Giorgia Meloni piace a tutti. Dopo il Times anche Edward Luttwak, che di politica ne mangia parecchia, esalta la leader di Fratelli d’Italia. “Nominata tra i 20 volti più influenti del 2020? Una scelta giusta”. Per il politologo statunitense, infatti, l’ex ministro per la Gioventù (nell’allora governo Berlusconi) “rappresenta il principio della democrazia, una politica identitaria, in una Europa dove la stragrande maggioranza dei cittadini vogliono mantenere la propria identità e cultura rispetto all’internazionalizzazione che va di moda tra le élite”.

Per l’economista “i politici di professione hanno preferito essere fedeli alla loro confraternita, l’élite che in tutta Europa vorrebbero mandare a casa il popolo ed eleggerne un altro”. Ma il plauso non è solo per la Meloni. Luttwak pare apprezzare, e non poco, anche un altro sovranista “molto democratico”: Matteo Salvini. E se la politica se ne frega della volontà popolare, prima o poi il popolo si ribella

Anonimo ha detto...

Se per "sionismo" si intende una variante della religione ebraica, l'idea che YHWH voglia gli ebrei in terra Santa perché dallo Stato di Israele sorgerà il vero Messia promesso dalle scritture, allora sì, un cattolico deve essere contro questo sionismo, perché esso è incompatibile con il cristianesimo.

Ma esistono anche ebrei che ripudiano questo sionismo... la questione è maledettamente complicata.

Se invece si intende il sionismo in senso "laico", come desiderio del popolo ebraico di avere una propria terra e un proprio Stato (desiderio in sé conforme al diritto naturale), allora non vedo alcun contrasto con il cristianesimo. A meno che non si accolga la tesi tradizionale della condanna divina al popolo ebraico. Tesi di cui riconosco in principio la liceità, ma ripeto, non è dogma, i cattolici sono liberi di crederci o no.

Anonimo ha detto...

Il trucchetto dei grillini: i 300 euro a Rousseau li pagano gli italiani
(mettono in detrazione i soldi versati alla Casaleggio)

Li ricevono come indennità, li consegnano a Davide Casaleggio come donazione, ma poi ne chiedono il rimborso alla voce «spese di mandato». Se è vero, e chi lo ha detto assicura che è vero, i trecento euro che ogni parlamentare è costretto a versare, ogni mese, all'associazione Rousseau sono un costo di Stato: li paga il M5s, ma sono a carico nostro. La rivelazione si deve a Veronica Giannone, una mitissima e laboriosa deputata del M5s che è stata espulsa a luglio e non certo per i mancati rimborsi, «che ho sempre e regolarmente effettuato» dice al Giornale, ma per aver esercitato la ragione e votato secondo coscienza, tutte prerogative costituzionali, ma violazioni nella distopia a cinque stelle. Ebbene, in un post pubblicato sul suo profilo Facebook («Per la prima volta uno sfogo dopo tanto silenzio»), la Giannone ha illustrato l'ultimo barbatrucco di cui si servono anche «i più diligenti dei 5s. Per intenderci, quelli che sul sito Tirendiconto hanno tutte le spunte verdi». Si tratta ancora della «quota Casaleggio», quota che si credeva ogni parlamentare prelevasse dalla propria indennità, come del resto stabilisce quel garbuglio di regole e bizantinismi che gli stessi 5s si sono dati. E invece, «quei trecento euro vengono sì devoluti all'associazione, ma è denaro che molti 5s percepiscono, e quindi rimborsano, come «spese per l'esercizio del mandato» spiega ancora la Giannone.
http://m.ilgiornale.it/news/politica/trucchetto-dei-grillini-i-300-euro-rousseau-li-pagano-1805197.html

Anonimo ha detto...

... segue
Non si capirebbe senza un necessario passo indietro. Oltre all'indennità che i deputati ricevono (10.435 euro lordi), un'altra componente della busta paga finale è composta da 3.690 euro. Sono risorse che dovrebbero servire per tutto quello che è inerente il «rapporto tra eletto ed elettori». Si fa riferimento a spese per collaboratori, eventi sul territorio, consulenze, ricerche, convegni e sostegno delle attività politiche. Cosa ha a che vedere la manutenzione del software di Casaleggio con il denaro che il legislatore destina, ma per tenere saldo il filo tra rappresentante e rappresentato? Bisogna pure chiarire che la Camera assegna quella cifra, ma richiede una rendicontazione quadrimestrale. «È in questa rendicontazione che molti dei 5s lo dico anche senza documenti, ma certa che nessuno mi può smentire inseriscono la ricevuta che l'associazione Rousseau rilascia. A questo punto è come se i soldi non li versassi tu, bensì la Camera» aggiunge la Giannone. Ma tra le spese che finirebbero forfettariamente tra i rimborsi 5s ci sarebbero anche abiti, scarpe. Come? «Semplice. Si fa uno screenshot della spesa dall'applicazione bancaria cancellando i dati, tranne data e importo, e il gioco è fatto». «Ricordo - conclude la ex grillina - che durante una riunione del gruppo vi fu chi si alzò chiedendo di inserire le spese per abbigliamento in rendicontazione come spese di rappresentanza». Ci fu chi si lamentò. Ma per il tempo che si perdeva a scannerizzare: «Qualcuno disse che era più semplice e veloce fare gli screenshot cancellando le specifiche e lasciando solo data e importo». Si può dunque dire: hanno abolito i privilegi, ma per giungere al primato della furbizia.

Anonimo ha detto...

Silenzio e assenza

Ebbbastaaa!!
Decine e decine di post sulla palestinese (o quello che è...).
Ma non avete capito che più ne parlate e più le fate un favore?
Lei ci sarà a Sanremo, statene certi. E avrà un'ovazione generale di quella massa di idioti lobotomizzati riccastri che vanno a Sanremo come pecore al macello, pronti ad applaudire pure se sparassero a loro figli davanti ai loro occhi.
E avrà l'ovazione di tutti i giornali e giornalisti al soldo di chi comanda, ovvero del 99,99% dei media nazionali.
E se anche non andasse, Sanremo non è già da anni e anni, anche senza di lei che, da complessata qual è, appella con disprezzo chi la contraddice "uomo bianco" e ha accusato di "razzismo" gli italiani, la fucina di tutte le bestemmie, follie, dissoluzioni della Sinistra e della Rivoluzione? C'è bisogno di questa arrivista per capirlo?
Non lo avete ancora percepito dopo tutto questo tempo?
Non ne parlate più e piuttosto non guardate quello schifo assoluto di trasmissione finalizzata all'indottrinamento del popolo bue.
Non siate buoi! Siate persone libere!
Non i nostri rancori su Facebook, ma la nostra totale assenza sarà la vera sconfitta di questa donna e di tutti coloro che la manovrano.
Silenzio e assenza: ecco come umiliare questa odiatrice degli italiani e dell'"uomo bianco". (MV)

Anonimo ha detto...

Quel che dobbiamo aspettarci dall’anno neonato è che si porti via nel nulla il Partito del Nulla, venuto dal Nulla, fondato sul nulla, guidato dal Nulla. Poi, magari potrà trovare un senso la sfida tra destra e sinistra, tra conservatori e progressisti, tra sovranisti e italofobi globish.

MV, La Verità 6 gennaio 2020

Anonimo ha detto...

Fra tanti martiri presunti, una a denominazione di origine controllata: è Rula “Lula” Jebreal, estromessa dal Festival di Sanremo per colpa dell’intolleranza della stampa sovranista, fascista e razzista. Perché, si capisce, la Rai è cosa della sinistra e Sanremo è cosa della Rai.

Il martirologio l’ha naturalmente aperto Repubblica, trasformando un’opzione, discutibile, in un diritto piovuto dal cielo: Rula Lula sull’Ariston ci doveva andare, perché la sua è la faccia dei diritti sociali. Ma quale politica, qui si resta umani e invece, per colpa del becero canaio sovranista, Sanremo sarà meno civile, meno colto, meno ricco, meno bello, meno informato, meno solidale, meno equo, meno presentabile, meno accogliente, meno europeista, meno democratico. Veramente, l’infame stampa sovranista si è limitata a porre un paio di questioni: che curriculum ha una che di spettacolo, di canzonette non si è mai occupata per finire al Festival delle canzonette? E davvero avremmo dovuto subire i suoi pistolotti monodimensionali, unidirezionali?

La conferma è arrivata a stretto giro di posta: Rula Lula voleva invitare nientemeno che Michelle Obama per discutere di diritti delle donne. Una che usava selfarsi con il famigerato Weinstein, considerato un maiale d’oro, quello che abusava delle donne mentre ne costruiva le carriere. Una che, quando non trova un insulto abbastanza sanguinoso, ti definisce “maschio bianco”, come a dire il peggio della schiuma, della rogna. Una che, se la contraddici, parte con stridori ultrasonici e non ti fa più dir niente. Una che, pur con doppia o tripla matrice, palestinese israeliana naturalizzata italiana, su Israele nutre convinzioni lievemente preoccupanti.

Ora, la becera informazione sovranista sa benissimo di essere in clamorosa minoranza, sbeffeggiata e attaccata da quelli che ben pensano, e che sono maggioranza ragliante nei media e soprattutto in Rai. Dunque, la infame informazione sovranista sa di non poter presumere più che tanto da se stessa; non è colpa – o virtù – sua se la Rai è ritornata sui suoi passi, una volta verificata l’insofferenza di sempre più spettatori che, sui social, promettevano: Sanremo a questo punto non lo guarderò più. Semplicemente, la Rai si è fatta due conti. E ha capito che il gioco propagandistico non valeva la candela. Ma non c’è stato, garantito, alcun lavaggio del cervello, quella se mai è roba da progressisti illuminati: trattavasi di opinioni in assoluta libertà, che se mai si sono trovate a posteriori rappresentate da commentatori apoti, cioè che non se la bevono.

E nessuno dei luridi maschi bianchi si è permesso offese o volgarità di sorta sulla santina dem: domandarsi, ricordare, fa parte del gioco democratico, anche se per molti il gioco democratico ricorda un po’ il vecchio slogan di Michele Santoro (Michele chi? Ma sì, un teletribuno che ebbe le sue stagioni, anche se ormai il mar dell’olbio s’è sovra lui richiuso): “comunque la pensiate…” (purché d’accordo con me). Le prefiche Repubblicane sono scatenate. Ma, se a quanto pare non sapremo mai cosa ci siamo persi senza Rula Lula, in compenso possiamo immaginare cosa ci siamo risparmiati (anche in termini di cachet, visto che l’interessata, di solito così garrula, s’è guardata bene dal rivelarlo).

Anonimo ha detto...

...segue
Intanto, dal fronte piddino e italovivo, ma non troppo, è immediatamente partita la contraerea: perché quello di Rula Lula al Festival è Deus lo volt, è crociata progressista, diritto divino per loro e dovere terreno per tutti gli altri. Tra i paladini più frementi, l’ex ministra Fedeli, proveniente dal sindacalismo cigiellino duro e puro, e l’immancabile Faraone, uno dei marinaretti di Carola, che annuncia interrogazioni, trascinamenti del caso in Vigilanza e magari di far cadere il governo. A riprova che la questione era politica, e della specie peggiore: quella ideologica.

Max Del Papa, 7 gennaio 2020

Anonimo ha detto...

http://piccolenote.ilgiornale.it/43549/putin-assad-siria

Weltanshaung Italia ha detto...

Se vi riconoscete nei punti riportati qui sotto, forse siete tra gli amici che hanno dichiarato in modo rumoroso e sprezzante di volerci abbandonare, perchè hanno realizzato che non sempre diciamo quello che vorrebbero sentirsi dire. Vi ringraziamo per essere rimasti con noi: senza un contraddittorio di tale qualità non troveremmo così sonore conferme.

Riepilogando le posizioni dei "contestatori":

1. Se le esternazioni e l'analisi di Salvini in merito all'assassinio di Soleimani - in pratica echeggianti i toni e i contenuti trumpiani - vi sembrano volgari, semplificatrici, faziose e imprudenti, forse non ve ne siete accorti, ma siete di sinistra.

2. Se criticate l'imperialismo americano, invece, siete comunisti, perchè secondo un principio che è ai più sconosciuto, se uno non è atlantista deve di fatto sostenere bolscevismo, maoismo e compagnia brutta fino agli anni 80, e l'islamismo militante fino ai giorni nostri.

3. Il sovranismo è quello di casa propria. L'autodeterminazione dei popoli è solo quella dei paesi occidentali, e quando l'Occidente tenta di violare la sovranità degli altri paesi si chiama polizia internazionale, esportazione dei diritti e della democrazia, protezione e salvaguardia dei propri confini e della propria sicurezza.

4. Islam e islamismo sono sinonimi. Entrambi fanno riferimento a un fenomeno culturale ed etnico unico, compatto, indifferenziato ed orizzontale. Ogni musulmano è islamista e arabo, e la politica di ogni stato islamico è volta al predominio finale e definitivo dell'Islam nel mondo. Contro questo progetto mondialista e apocalittico ogni mezzo per proteggersi è lecito.

5. Le democrazie, nella loro funzione di esportatrici di libertà e diritti, possono permettersi qualsiasi iniziativa ritengano lecita, compreso violare libertà e diritti elementari. In questa ottica va visto l'assassinio politico, in particolare fuori dai propri confini nazionali. A chi si ritiene terrorista si possono evitare eventuali processi e possibilità di difendersi. Il diritto internazionale non conta: decide arbitrariamente l'Occidente quando sospenderlo. In altre parole: ai cattivi terroristi - siano essi individui, organizzazioni o intere nazioni - si può far qualsiasi cosa, perchè se la meritano.

6. Se si riconosce che l'Iran è stato oggetto di un atto di violenza e prevaricazione intollerabili, si è senza ombra di dubbio antisemiti. Questo è dovuto al fatto che siccome l'Iran è nemico di Israele, allora chi condanna un torto fatto all'Iran è necessariamente nemico di Israele. Va da sè che se uno è simpatizzante di Israele, deve per forza trovare lecito qualsiasi torto venga inflitto all'Iran. Infine, per oliare il ragionamento, è opportuno ricordare che se si critica la politica di Israele si è di fatto antisemiti, quindi qualsiasi cosa si pensi è immorale.

7. Esiste una nuova forma superiore di eticità: l'ignavia della complessità. Essa consiste in una nuova forma di relativismo estremo, per cui se si dichiara che un fenomeno è complesso, allora ogni singolo elemento che concorre a tale complessità non è più passibile di giudizio. La realtà sfuma in un insieme di responsabilità liquide e indifferenziate, dove non è piu possibile individuare nessun riferimento etico. Se non si aderisce all'ignavia della complessità, si è ideologicizzati, ingenui o superficiali.

8. Se si riconosce diritto di autodeterminazione all'Iran, gli si esprime solidarietà perchè si ritiene sia stato oggetto di un grave abuso, si rivendica dignità e giustizia per tutti i popoli che sono prevaricati e oppressi, o ci si trasferisce a Teheran, o non si è credibili. Che è come dire che è possibile difendere solo la cultura che si sposa; se non la si sposa, non la si può difendere (un'ulteriore declinazione del sovranismo da cortile).

Anonimo ha detto...

https://www.nicolaporro.it/perche-un-liberale-dice-no-al-processo-salvini/

Anonimo ha detto...

http://www.atlanticoquotidiano.it/quotidiano/il-jab-di-trump-fa-barcollare-il-regime-iraniano-rottura-con-la-popolazione-irrimediabile/