L'idea che i contagi del Covid oggi aumentino in Europa per "colpa" di chi non si è vaccinato è talmente idiota che per smentirla basta un bambino di terza elementare.
Se i vaccini esistenti non impediscono i contagi, se nei paesi con più alta percentuale di vaccinati i contagi crescono come in quelli dalla percentuale più bassa, se il continente più vaccinato del mondo è ora di nuovo il più colpito dal virus, è ovvio che quest'ultimo lo si possa prendere da chiunque: anzi, se come in Italia più di tre cittadini su quattro sono inoculati, ci saranno tre possibilità su quattro di prenderlo da un inoculato - ammesso pure che sia un male prenderlo per i tantissimi che non sono assolutamente a rischio, la maggioranza, e non serva invece all'immunizzazione naturale delle società che ha sempre funzionato. Ed è altrettanto ovvio che escludere, segregare, isolare i non vaccinati con il lasciapassare dell'apartheid o con lockdown mirati non solo non serve assolutamente a nulla, ma al contrario aumenta le opportunità di contagio negli ambienti in cui i vaccinati si ritrovano credendo di essere a prova di virus.
Che politici, scienziati, giornalisti e servi di regime vari possano sostenere una simile bestialità senza arrossire, e che tanti, troppi cittadini possano prenderla sul serio, si può spiegare solo con una gigantesca regressione di molte società europee (e della nostra in particolare) allo stato di orda primitiva.
Una regressione causata dall'incrocio perverso tra l'incontenibile terrore della morte, ormai straripato oltre ogni argine razionale, di masse anziane, opulente e senza più fede in niente oltre i beni materiali e la criminale costruzione, da parte di governanti senza scrupoli, di capri espiatori su cui far scaricare a quelle masse la loro divorante angoscia.
Una caccia alle streghe contro vittime designate infamate come "nemici del popolo" che ormai non ha nulla da invidiare alla "colonna infame" manzoniana, così come alle pratiche spietate dei totalitarismi novecenteschi.
Dalla feritoia aperta con l'eruzione del panico pandemico è venuta fuori un'umanità disumana che non avremmo voluto vedere ma purtroppo c'era: senza Cristo, senza dignità, al di qua di ogni civiltà.
* * *
Bisogna ormai prendere atto del fatto che l'Italia rappresenta l'epicentro di un gorgo di follia autoritaria autodistruttiva, in cui si saldano psicosi collettiva e sistematico, brutale abuso del potere. Un ciclone che infuria in gran parte di un continente sempre più senescente, vigliacco, dimentico delle ragioni della libertà, e ancor più della "religione della libertà" evocata da Benedetto Croce in un periodo buio quasi quanto questo. Ma che trova la sua forma di regime più spietata in questa Italia intrisa di servilismo e odio ferino.
Il regime draghiano, continuazione più arrogante di quello contiano, ha deciso di reggersi sulla distruzione di ogni legame comunitario e di ogni autonomia della società, sulla persecuzione delle minoranze, sulla discriminazione e demonizzazione di capri espiatori, al di fuori di ogni logica scientifica e umanità, attizzando continuamente il fuoco dell'emergenza anche quando non esiste, aumentando fino all'inverosimile il controllo invasivo nelle vite dei cittadini ridotti a sudditi, ad automi, a QR. Pensa di durare così a tempo indeterminato, contando sul fatto che in Italia la cultura costituzionale è retorica e superficiale, e la dignità morale che pone argini interiori al potere è schiacciata da secoli di dominazioni, microconflittualità e bassi opportunismi. Ma ha fatto male i suoi calcoli. Pagherà, e pagherà carissimo le umiliazioni che sta infliggendo. "Verrà un giorno" in cui le spine conficcate nella carne di chi obbedisce, di cui parlava Elias Canetti in "Massa e potere", prima o poi esigeranno il loro riscatto tutte insieme.
Per ora, comunque, il cuore di tenebra del vecchio continente congelerà per chissà quanto la nostra società e altre in un buco nero, mentre il resto del mondo - Asia, Africa, gran parte dell'America, Europa del Nord, Gran Bretagna - continua a vivere e progredire, ridimensionando ulteriormente un'Europa già ferita e malata: non di Covid, ma di infecondità e paura della vita.
In questo tempo, non sappiamo quanto lungo, i pochi o molti che amano ancora la libertà, la decenza, la ragione, l'onore dovranno, come giustamente ha suggerito Giorgio Agamben, lavorare per costruire una comunità alternativa al regime neo-schiavista, in grado di mostrarne sempre più le contraddizioni insanabili e sostituirlo con una nuova società di individui responsabili e di poteri rigorosamente limitati. Una rivoluzione che deve essere innanzitutto "in interiore homine", deve implicare una più matura consapevolezza dell'eredità dell'umanesimo occidentale tanto insultato, e non potrà che prendere le mosse dai capri espiatori di oggi - dai vinti, dai discriminati, dagli umiliati - come sempre primi iniziatori di un futuro migliore. (Eugenio Capozzi)
Bisogna ormai prendere atto del fatto che l'Italia rappresenta l'epicentro di un gorgo di follia autoritaria autodistruttiva, in cui si saldano psicosi collettiva e sistematico, brutale abuso del potere. Un ciclone che infuria in gran parte di un continente sempre più senescente, vigliacco, dimentico delle ragioni della libertà, e ancor più della "religione della libertà" evocata da Benedetto Croce in un periodo buio quasi quanto questo. Ma che trova la sua forma di regime più spietata in questa Italia intrisa di servilismo e odio ferino.
Il regime draghiano, continuazione più arrogante di quello contiano, ha deciso di reggersi sulla distruzione di ogni legame comunitario e di ogni autonomia della società, sulla persecuzione delle minoranze, sulla discriminazione e demonizzazione di capri espiatori, al di fuori di ogni logica scientifica e umanità, attizzando continuamente il fuoco dell'emergenza anche quando non esiste, aumentando fino all'inverosimile il controllo invasivo nelle vite dei cittadini ridotti a sudditi, ad automi, a QR. Pensa di durare così a tempo indeterminato, contando sul fatto che in Italia la cultura costituzionale è retorica e superficiale, e la dignità morale che pone argini interiori al potere è schiacciata da secoli di dominazioni, microconflittualità e bassi opportunismi. Ma ha fatto male i suoi calcoli. Pagherà, e pagherà carissimo le umiliazioni che sta infliggendo. "Verrà un giorno" in cui le spine conficcate nella carne di chi obbedisce, di cui parlava Elias Canetti in "Massa e potere", prima o poi esigeranno il loro riscatto tutte insieme.
Per ora, comunque, il cuore di tenebra del vecchio continente congelerà per chissà quanto la nostra società e altre in un buco nero, mentre il resto del mondo - Asia, Africa, gran parte dell'America, Europa del Nord, Gran Bretagna - continua a vivere e progredire, ridimensionando ulteriormente un'Europa già ferita e malata: non di Covid, ma di infecondità e paura della vita.
In questo tempo, non sappiamo quanto lungo, i pochi o molti che amano ancora la libertà, la decenza, la ragione, l'onore dovranno, come giustamente ha suggerito Giorgio Agamben, lavorare per costruire una comunità alternativa al regime neo-schiavista, in grado di mostrarne sempre più le contraddizioni insanabili e sostituirlo con una nuova società di individui responsabili e di poteri rigorosamente limitati. Una rivoluzione che deve essere innanzitutto "in interiore homine", deve implicare una più matura consapevolezza dell'eredità dell'umanesimo occidentale tanto insultato, e non potrà che prendere le mosse dai capri espiatori di oggi - dai vinti, dai discriminati, dagli umiliati - come sempre primi iniziatori di un futuro migliore. (Eugenio Capozzi)
6 commenti:
Voglio almeno sperare che il governo non si sia auto-suggestionato del fatto che rimuovere i lebbrosi dalla vista dei “sani” possa apportare reali e significativi ribassi della curva degli immerdamenti. Il super-GPRS infatti altro non è che una licenza amministrativa concessa agli obbedienti per poter immerdare senza essere colpevolizzati. Se io immerdo un benedetto vengo crocifisso in sala mensa per lesa maestà, viceversa non c’è colpa, non c’è dolo, non c’è untore. Idem se due benedetti provvisti di super-GPRS si immerdano fra loro e uno finisce in rianimazione. Avevano fatto il loro dovere sociale, non c’è colpa, è stata sfortuna… Il dispotismo si basa sempre sul concetto di colpa veicolato presso le plebi a seconda della convenienza dei dominanti. In un regime dispotico, i colpevoli sono coloro i quali si sono rifiutati di obbedire alle convenzioni sociali stabilite dalle classi dominanti, ovvero chi ha osato discutere le idee dominanti (che, è bene ricordarlo, sono sempre le idee delle classi dominanti).
Voglio almeno sperare che il governo non si sia auto-suggestionato del fatto che rimuovere i lebbrosi dalla vista dei “sani” possa apportare reali e significativi ribassi della curva dei contagi. Il super-GPRS infatti altro non è che una licenza amministrativa concessa agli obbedienti per poter contagare senza essere colpevolizzati. Se io contagio un vaccinato vengo crocifisso in sala mensa per lesa maestà, viceversa non c’è colpa, non c’è dolo, non c’è untore. Idem se due vaccinati provvisti di super-GPRS si contagiano fra loro e uno finisce in rianimazione. Avevano fatto il loro dovere sociale, non c’è colpa, è stata sfortuna… Il dispotismo si basa sempre sul concetto di colpa veicolato presso le plebi a seconda della convenienza dei dominanti. In un regime dispotico, i colpevoli sono coloro i quali si sono rifiutati di obbedire alle convenzioni sociali stabilite dalle classi dominanti, ovvero chi ha osato discutere le idee dominanti (che, è bene ricordarlo, sono sempre le idee delle classi dominanti).
Voglio almeno sperare che il governo non si sia auto-suggestionato del fatto che rimuovere i lebbrosi dalla vista dei “sani” possa apportare reali e significativi ribassi della curva dei contagi. Il super-GPRS infatti altro non è che una licenza amministrativa concessa agli obbedienti per poter contagiare senza essere colpevolizzati. Se io contagio un vaccinato vengo crocifisso in sala mensa per lesa maestà, viceversa non c’è colpa, non c’è dolo, non c’è untore. Idem se due vaccinati provvisti di super-GPRS si contagiano fra loro e uno finisce in rianimazione. Avevano fatto il loro dovere sociale, non c’è colpa, è stata sfortuna… Il dispotismo si basa sempre sul concetto di colpa veicolato presso le plebi a seconda della convenienza dei dominanti. In un regime dispotico, i colpevoli sono coloro i quali si sono rifiutati di obbedire alle convenzioni sociali stabilite dalle classi dominanti, ovvero chi ha osato discutere le idee dominanti (che, è bene ricordarlo, sono sempre le idee delle classi dominanti).
Il tripudio dei telegiornali per l’imminente introduzione dell’eutanasia/suicidio assistito in Italia mi causa una tristezza che sfocia nella nausea. Come spesso accade, il succo della faccenda l’ha capito meglio di tutti un ateo intelligente.
«E mi vedo chiedere di morire solo nella speranza che qualcuno mi risponda: “No, no, resta con noi!”».
(Michel Houellebecq)
Giorgia Meloni:
Delirio del politicamente corretto: un Consiglio scolastico di Toronto ha impedito alla attivista yazidi e premio Nobel Nadia Murad di tenere una conferenza sulla sua esperienza di schiava degli islamisti dell’ISIS, perché la cosa avrebbe potuto ingenerare un sentimento diffuso di “islamofobia”.
In nome dell’ideologia dell’accoglienza si arriva al paradosso di mettere il bavaglio anche a chi ha subito orrende violenze. Silenzio assordante della sinistra, delle femministe e dei grandi media su questo scandalo.
Tutta la mia solidarietà a Nadia Murad. La inviterò in Italia a raccontare la sua storia di sofferenza, dolore, coraggio e rinascita. Sarà per noi un privilegio ascoltarla.
https://bit.ly/30SypdL
“Il sospetto e l'esasperazione, quando non sian frenati dalla ragione e dalla carità, hanno la trista virtù di far prender per colpevoli degli sventurati, sui più vani indizi e sulle più avventate affermazioni.” ( Alessandro Manzoni)
In questo clima da "Storia della colonna infame", in questa forsennata caccia alle streghe, l'aria che si respira è viziata, il cielo sopra di noi è plumbeo e minaccia burrasca. Si vuole dare in pasto al popolo un colpevole, riducendo in brandelli la vita di coloro che si discostano da una narrazione. Si ritiene giusto, giuridicamente accettabile, moralmente corretto, psichiatrizzare il dissenso, dileggiare opinioni contrarie a quelle della maggioranza, mettere agli arresti domiciliari persone sane con il pretesto della salute pubblica, sdoganare provvedimenti che sembrano sepolti nei meandri della storia. Ma le restrizioni, i super pass, il grande ritorno delle mascherine all'aperto e lo spauracchio delle zone colorate colpiscono tutti, non solo i non va***ati. Sono un monito per chi si è adeguato a rimanere zitto e buono. A rassegnarsi. Ad aver paura. A lasciarsi condurre per mano, senza remore, nel nuovo mondo. Poco importa se non c'è logica o ragione sanitaria fondante nell'abominio a cui stiamo assistendo. Importa ancor meno che le menzogne si susseguano rapide, come dardi avvelenati, senza soluzione di continuità. Oramai il sentiero è tracciato. Stimolare istinti primordiali di conservazione, ricorrere alle più elementari tecniche di manipolazione, fomentare l'odio da parte di masse represse ed impaurite nei confronti di una minoranza refrattaria ai folli diktat governativi, sta dando i suoi frutti. Non facciamo facile retorica: resistere, oggi, è diventato quasi impossibile. Preservare equilibri familiari, lavorativi, banalmente "sopravvivere", si rivela, giorno dopo giorno, un' impresa titanica, un lavoro da equilibristi della vita. Ma è proprio per questo che non dobbiamo redigere testamento: se siamo arrivati fin qui, resistendo ad ogni genere di pressione, siamo a nostro modo degli "eroi". Dunque non perdiamo la speranza, seguitiamo a smuovere le coscienze, lavoriamo ai fianchi questo sistema che ci vuole malati ad ogni costo, che gode nel vederci depressi, sconfitti, astiosi, privi di slancio vitale.
Forza, costanza, lungimiranza, pazienza: non possiamo fare altro. La storia insegna che dopo Caporetto, c'è"il Piave".
Historia vero testis temporum, lux veritatis, vita memoriae, magistra vitae, nuntia vetustatis.
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