Per la prima volta da quando è diventato presidente della Repubblica, Emmanuel Macron martedì scorso, ha parlato di «separatismo islamista» per descrivere la situazione in cui versano sempre più zone della République, e in cui presto, se non saranno opposte le adeguate offensive, potrebbero scivolare altri territori. «Il nostro nemico è il separatismo (). Il separatismo islamista è incompatibile con la libertà e l' uguaglianza, è incompatibile con l' indivisibilità della Repubblica e la necessaria unità della nazione», ha dichiarato, con toni fermi, in un discorso molto atteso, pronunciato a Mulhouse, in Alsazia. Non si era mai sentito un Macron così deciso nel fotografare e condannare la realtà di quei "territori perduti" di cui già parlava lo storico Georges Bensoussan nel 2002 in un' inchiesta choc, dove le leggi di Allah hanno sostituito le leggi di Marianne, e, per dirla con la filosofa femminista Élisabeth Badinter, «una seconda società tenta di imporsi in maniera insidiosa nella nostra Repubblica, voltandole le spalle, e puntando esplicitamente al separatismo, se non addirittura alla secessione».
TERRITORI PERDUTI
Secondo i beninformati, a Parigi, il motivo di questa presa di posizione muscolare è legato alle numerose note allarmanti arrivate ultimamente sulla scrivania di Macron, firmate Dgsi, i servizi segreti interni. Note che presentano un quadro minaccioso sulla diffusione dell' islamismo radicale in Francia. A gennaio, il Journal du dimanche è riuscito a entrare in possesso di una di queste note superconfidenziali, una «cartografia dei territori conquistati dall'islamismo», come l'ha definita il settimanale Valeurs Actuelles.
Secondo il documento, coperto dal segreto di Stato e che soltanto il ministro dell' Interno ha potuto consultare (stando a quanto riportato dal Journal du dimanche gli altri ministeri implicati nella lotta contro il comunitarismo islamico, Istruzione, Salute, Collettività locali, non sono stati autorizzati a visionarlo), 150 quartieri sono controllati, gestiti e guidati da esponenti dell' islam radicale, che hanno sostituito i rappresentanti dello Stato nell' organizzazione della vita pubblica, fanno crescere i giovani secondo le leggi di Allah, mandano i loro figli nelle scuole coraniche e favoriscono la diffusione del fondamentalismo nelle moschee. Tra i quartieri, non ci sono solo le banlieue di Parigi, Lione e Marsiglia, di cui si conosce da tempo la situazione drammatica, ma anche diverse aree del dipartimento del Nord. Nel piccolo comune di Maubeuge, l'Unione dei democratici musulmani francesi (Udmf) ha preso il 40% in uno di questi quartieri che sognano di fare secessione.
«Un quadro preoccupante», ha scritto l'intelligence francese, come a Roubaix, dove il salafismo ha preso possesso dei caffè, dei centri culturali e dei luoghi di aggregazione, e la maggioranza degli abitanti è di confessione islamica. La Dgsi parla di «comparsa di microterritori che si salafizzano in zone improbabili», come nel dipartimento dell' Alta Savoia, non più al centro della cronaca per gli ottimi formaggi o per le deliziose piste da sci nella stagione invernale, ma per l' islamizzazione strisciante.
Come raccontato da un reportage di Paris Match, dove si parla del nuovo libro del professore della Sorbona Bernard Rougier, Les territoires conquis de l' islamisme (Puf), nel comune di Trappes, a sud-ovest di Parigi, tutte le macellerie sono halal, a Aulnay-sous-Bois non si parla più di comunità cittadina, ma di "umma", di comunità islamica, e in alcune zone di Saint-Denis le donne non sono più autorizzate a discutere tra loro, la musica è stata vietata, le coppie non si tengono più per mano, e gli imam radicali sono le sole guide della quotidianità. «I salafiti e i loro simili hanno preso le redini dei meccanismi di sociabilità che un tempo erano strutturati dal Partito comunista», ha spiegato Rougier. I salafiti distribuiscono cibo e prendono possesso surrettiziamente delle associazioni sportive, mentre i Fratelli musulmani, i fréristes, moltiplicano le liste alle elezioni municipali e i gruppi di pressione per piegare la giustizia alle loro volontà. È la marcia tranquilla dell' islamismo, che vuole sottomettere la Francia.
Mauro Zanon - Fonte
2 commenti:
Algeria e Marocco inviano imam in Francia a predicare nelle moschee e ovunque sia possibile. Fino ad ora gli imam mandati sono 300. Pertanto il presidente francese Macron ha deciso di interdire dalla predicazione e dall'insegnamento gli imam stranieri e gli insegnanti musulmani stranieri. Secondo me, Macron cerca di stroncare la diffusione galoppante dell'islam politico.
https://voiceofeurope.com/2020/02/france-bans-foreign-imams-and-islamic-teachers/
https://it.insideover.com/societa/il-separatismo-islamista-dilaga-in-francia.html
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