venerdì 11 dicembre 2020

Dietro le quinte

Proviamo a dare un veloce sguardo su cosa sta avvenendo dietro le quinte dell’ordinatore economico. Da dietro le quinte, giungono gli echi di una furibonda lotta tra modi diversi di intendere il futuro del sistema c.d. capitalistico.

Da una parte, c’è un vasto gruppo di funzionari del sistema dominante (economico, finanziario, geopolitico, politico) non da ieri preoccupati dai numerosi malfunzionamenti di quel sistema che ne determina la posizione ed il potere sociale. Costoro, hanno individuato da tempo due “distruzioni creatrici” per rivitalizzare le prospettive del sistema. La prima è una volontaria distruzione autoindotta rivedendo il ruolo delle energie carbonifere da sostituire con energie diverse, compatibili ambientalmente. La seconda è assecondare l’unico motore attivo dello sviluppo economico ovvero la conversione digital-informatica. Soggetti trasformativi dovrebbero esser le imprese non più solo legate alla logica stretta del profitto (shareholders i.e. azionisti), ma a quella larga dell’interesse condiviso (stakeholders, i.e. management, dipendenti, fornitori, territorio). Il che porta ad un nuovo patto di potere pubblico-privato, un nuovo contratto sociale ed ad un moderato sacrificio fiscale da parte del privato in favore della redistribuzione pubblica. Redistribuzione pubblica operata in investimenti e forme di sostegno dei poteri d’acquisto (vari tipi di salari di cittadinanza). Il linea generale, un sistema più inclusivo basato sull’egalitarismo delle possibilità (Rawls, Sen). 

In sintesi di forma più che di contenuto, questa impostazione non crede più possibile lasciare che l’ordine del mondo si basi su l’ordine economico basato sull’ordine semplice del mercato. Per “ordine semplice di mercato” intendiamo la convinzione che il mercato operi in base a logiche invisibili in grado di auto-organizzarne il funzionamento. Non credono cioè più possibile affidarsi fideisticamente solo alla “mano invisibile”. Tenuto conto che tale concetto  è di duecentocinquanta anni fa, la cosa non dovrebbe sorprendere e del resto non è per altro vero che in questi due secoli e mezzo il capitalismo si è affidato solo alla miracolistica degli arti invisibili. Tale impostazione, presuppone a sua volta una sorta di nuova gerarchia dei poteri tra i poteri, di cui il World Economic Forum si pone come centro intelligente, come luogo di costruzione e gestione di una nuova immagine di mondo condivisa tra chi vuole mantenere il proprio potere ordinativo. Tale posizione è pensata “progressista” in quanto vuol progredire intenzionalmente, accettando sfide adattative, riportando il mercato non solo nella piazza ma in città, accettando la storicità dei concetti e quindi adeguandoli ai tempi che cambiano. Nasconde un interesse sul mondo nel suo complesso, la volontà di dargli forma intenzionalmente (global shapers), la volontà di costituire una centro intenzionale di sistema sorretto dal diffuso interesse concreto di oltre mille grandi imprese.

Dall’altra, si pongono i conservatori, coloro per i quali i tempi non cambiano se non in superficie, i concetti hanno validità di leggi di natura anche quando riferiti ad attività umana (mercato), la città verte sulla piazza che verte su mercato che verte sulle proprie libere facoltà di autorganizzazione (mano invisibile), è questa a dover pilotare l’adattamento come sempre ha fatto e certo su nessuna intelligenza umana che è destinata, per quanto ben intenzionata, a forzare gli eventi per finire in una delle tante forme della “via della schiavitù” (Hayek, Nozick). Questa è una posizione meno articolata della prima, più di “principio”, in difensiva che si affida all'antico motore invisibile della foga di accumulare, vince chi ne è più capace.

Le due posizioni debbono triangolare col pubblico in quanto è il pubblico che in definitiva permette il funzionamento dell’una o dell’altra, nei fatti e nei comportamenti previa condivisione dell’immagine di mondo. La prima posizione agisce promettendo un sistema più equo e condiviso in base a” valori” non solo strettamente economici. La seconda agisce spaventando sul fatto che la prima porti a formare una “cupola” di dominio globale e semi-totalitario. La prima è più “europea”, la seconda più “americana”. La prima ovviamente annovera i campioni dei settori che si pensa avranno futuro (servizi), la seconda i resistenti del vecchio sistema (industria). La prima è più globalista anche se ora disposta a rivedere le logiche più ingenue, la seconda più nazionalista ma non per questo contraria a gli scambi internazionali. La prima intende sfruttare il disordine sistemico venutosi a manifestare per via del virus pandemico (ma agisce da molto prima secondo quanto a noi noto), la seconda sostiene che tale accidente è stato o esagerato a bella posta o addirittura creato ad hoc per rinforzare le condizioni di possibilità per questa odiosa e pericolosa strategia riformista. 

La prima posizione annovera intorno all’intelligence del WEF di Davos che ha lanciato già mesi fa la nuova parola d’ordine (e programma) del “The Great Reset”, la nuova presidenza americana, l’Europa e buona parte del Resto del Mondo. La seconda raccoglie oltre a la uscente presidenza americana, una unione dei conservatori in senso più ampio ed un’altra parte di mondo tra cui ovviamente i centri carboniferi (Russia, petromonarchie). 

Sebbene pensino il sistema in due modi diversi, entrambe sono formate da élite ed entrambe, come da secoli fanno tutte le élite, tentano di far sembrare che il loro interesse sia da condividere col popolo presso la cui immagine di mondo combattono la battaglia per l’egemonia. Per entrambe vale il principio per il quale le narrative hanno una estetica che non corrisponde affatto alla realtà volgare. Entrambe, sono senza alcun dubbio convinte il sistema debba e possa avere avanti a sé altri decenni di dominio.

E se si sbagliassero entrambe? (Pierluigi Fagan)

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Giorgia Meloni asfalta il governo Conte sul cashback. La Banca Centrale Europea ha bocciato gli incentivi all'utilizzo della moneta elettronica e, soprattutto, si è lamentata di non essere stata interpellata dal governo di Roma. Per Conte e compagni è una caporetto.

"Anche la BCE boccia il "cashback", il meccanismo ideato dal Governo Conte per garantire le prebende alle banche e per profilare le abitudini degli italiani - attacca la Meloni su Facebook - La crociata contro il denaro contante, unica moneta a corso legale in tutta l'eurozona, non piace alla Banca Centrale Europea che, per la seconda volta, redarguisce pubblicamente l'esecutivo rossogiallo, ribadendo che l'Italia fa parte dell'eurozona e che, su questa materia, ha l'obbligo di consultare l'istituto di emissione. Siamo arrivati al paradosso: addirittura la BCE si indigna per la spudorata campagna per aumentare il volume di affari delle societá della moneta elettronica ma i camerieri dei banchieri del PD a 5 $telle ormai hanno rotto tutti i loro freni inibitori".

Maria Guarini ha detto...

IL ROSPO E IL PRINCIPE

Perché Trump e i suoi strateghi ci hanno fatto ingoiare questo rospo? Perché dobbiamo stare in trincea a 'soffriggere' mentre gli imbecilli sui social e in famiglia ci prendono in giro?

Perché capire la politica significa elevare l'intelligenza a quella di un Principe, ed é molto difficile farlo. Chi non é rimasto smarrito in questi ultimi giorni? In una Democrazia che funzioni questa virtù principesca deve essere estesa a molti, e non deve essere il privilegio di pochissimi. La Democrazia è forte se in molto si interessano della Res Pubblica capendo quello che accade, non se gli spalti delle curve sono assiepati da uomini e donne senza virtù. Ogni virtù richiede un qualche sacrificio, ed è quello che la trincea dei patrioti e umanisti contro il NWO richiede ora.

Quale logica in quanto accade?

Trump ha dovuto fare "il passo indietro" ed essere fuori dal potere per un po', perchè altrimenti lo scivolamento del potere in mani militari non sarebbe stato possibile in maniera intelligente, e sia lui sia il Pentagono sarebbero stati incolpati della conflittualità con la Cina, importante capitolo di storia appena aperto, altro che insurrection act. La Sinistra Radical non l'avrebbe mai accettata una transizione da Trump ad una Giunta del Pentagono ad uopo dell'insurrection act, per poi rifarla qualche mese dopo in favore di Trump, quindi avrebbe avuto gioco di facile violenza in strada con propaganda nelle tv a grave detrimento di questa operazione in Usa e nel Mondo.

Per questo gli strateghi di Trump hanno deciso di far giurare un presidente controllato dalla Cina che ora é formalmente al potere, quantunque avviluppato in una struttura emergenziale creata da Trump che lo commissaria di fatto. Ciò ha consentito da due giorni agli apparati Usa di rompere con la Cina: petroliere e navi merci cinesi sono state bloccate nei porti e addirittura in mare con la forza; l'account dell'ambasciata cinese su Twitter è stato sospeso per ordine governativo; i tour operator non fanno più viaggiare i cinesi etc... La palude ai piedi presidenziali ora non é quella del Deep State, ma quella preparata da mesi, credo molto meglio di come abbia fatto Obama nel 2016, colto di sorpresa dalla vittoria dell'outsider Trump. Ciò mette sotto scacco Biden, accusandolo di aver messo gli Stati Uniti effettivamente sotto un'occupazione politica straniera.
Così si stanno creando i presupposti migliori per i quali i militari potranno essere in grado di dichiarare Biden non solo illegittimo per i brogli, ma soprattutto controllato dalla Cina. Pensiamo logicamente: la chiave per vincere la guerra é solo nell'impiego di dinamiche e giustizie militari, senza le quali non si potrebbe ripulire nulla. Ma come si potrebbe arrivare a ciò se non in questo modo, cioè baciando il rospo?

Maria Guarini ha detto...

...segue
Appena insediato Biden é stato attuato questo piano di rottura con la Cina, con cui Biden non ha fatto i conti, e se Biden agisse per smontarlo finirebbe in una ulteriore trappola, avvalorando sempre più le sue pendenze giudiziarie, e giustificando il ricorso dell'Emergency Broadcast System (comunicazioni massive forzate), che non sarebbe ascritto a Trump. In questo modo si potrebbe concretizzare la prova regina dell'occupazione del potere da parte della Cina, e non solo dell'Alto Tradimento, su cui il ventre molle dei Repubblicani ora non converge, perché inguaia quasi tutti i loro vertici. La sponda nemica forte non é negli artefici dei brogli ma nella Cina, e del resto chi ha unto di questa specie di virus il Mondo?

Tutto è stato organizzato tutelando la sovranità, perché l'emergenza nazionale e il dispiegamento delle strutture FEMA, del Dipartimento Interno e dell'Esercito, salvaguardano la sovranità americana dai rischi che Biden possa pregiudicarla facendo entrare in America apparati cinesi ulteriori ai servizi segreti che già lo proteggono e che erano agganciati mani e piedi alla corrotta CIA
Nel Principe Machiavelli scrisse:
“Nella guerra può molto più la disciplina che il furore.” Perciò baciamo il rospo tenendo la linea, ma non certo per fanatismo. Ma perchè il senso dell'americanata é una favola, ed i principi nelle favole di una Democrazia dobbiamo essere anche noi.
Gianmarco Landi