Come riportato, il Pagnoncelli ci dice che, anche se di poco, l’opinione prevalente in Italia è quella per la quale, brutalmente, “Zelensky dovrebbe arrendersi e salvare i suoi concittadini”. Ripeto, potrebbe essere quel dato riportato o un suo più o meno anche 3% ma ai fini del nostro discorso non cambia la deduzione che faremo dopo. In altre schermate, appare che il 69% dei connazionali pensa che “l’Italia dovrebbe svolgere un ruolo di mediatore con la Russia”, contro un solo 21% che pensa dovrebbe opporsi, come del resto pare abbia deciso in Parlamento di fare. Per scongiurare la terza guerra mondiale, gli italiani sembrano pensare che la NATO fa bene a metterla giù dura, ma noi dovremmo metterci in mezzo ai contendenti e mediare.
Un altro sondaggio, questa volta con un campione molto più largo, fatto da Termometro Politico al tempo di una settimana fa circa, dice che metà degli italiani pensava che l’informazione pubblica fosse troppo sbilanciata in favore filo-occidentale (atlantista) per ben il 51%, solo un 30% pensava invece sia “equilibrata”.
A fronte di ciò verrebbe da domandarsi perché tali opinioni non siano riflesse in Parlamento, anche in maniera imprecisa, non siamo degli ingenui ci sta che le opinioni pubbliche su temi così complessi rimangano un po’ indietro il complesso dei fatti. Tuttavia, qui non siamo a sfumature statistiche, sembra che all’ingrosso ci sia quantomeno una forte consistenza di “perplessi” nel Paese mentre in Parlamento ci sono solo certezze, tranne pochi rappresentanti peraltro bersaglio di sdegnata condanna morale e politica.
In questa operazione di guerra alla democrazia, si distingue un partito che -per paradosso- avrebbe pure il termine “democratico” nel nome della ditta. A questo partito fa riferimento Bassanini che già alle prime uscite dello studioso Alessandro Orsini, twittò chiedendo alla università in cui il tipo insegna ovvero la LUISS, se questa approvasse le strane esternazioni del loro docente e ricercatore. Ma ieri, un altro rappresentante di questo partito “democratico”, un tipo che passò dal partito di Monti al PD in cui venne riconfermato alle elezioni del 2018 poiché candidato al collegio di ferro di Livorno, ha ribadito il concetto.
Tale Andrea Romano farà una interrogazione alla Commissione Vigilanza RAI per sapere perché il programma diretto da Bianca Berlinguer, ha assoldato quello che definisce “il pifferaio di Putin”, con un cachet “scandaloso”. Su questa linea anche Italia Viva e +Europa. Il professore che si diletta nel suonare il piffero su spartiti russi secondo Romano ha un lungo curriculum italo ed americano, autore di almeno 10 volumi e stante che altre notizie sulla sua biografia intellettuale non possiamo averle dato che Wikipedia ne ha sospeso la pagina perché oggetto di continuo hackeraggio.
Nella sua prima apparizione al programma della Berlinguer, l’altra sera, l’Orsini ha trattato veramente come un cencio il povero Paolo Magri dell’ISPI. Il giorno dopo, una valente ricercatrice dell’Istituto Affari Internazionali, altro think tank atlantista con vari membri in televisione, ha opinato che l’Orsini avrebbe in passato misteriosamente pubblicato un articolo sul suo giornale on-line di politica internazionale, relativo al vaccino Spuntnik. Il pifferaio, quindi, non piffera a piacere, è evidentemente in torta con Mosca.
Va aggiunto che l’Orsini, si è dichiarato un seguace intellettuale di Luciano Pellicani, intellettuale a sua volta di Mondoperaio di area socialista liberale, dalle parti di Norberto Bobbio per intenderci.
Sulla valente ricercatrice che ha smascherato l’infingardo, c’è da aggiungere che è georgiana (ovvero il Paese che voleva entrare nella NATO assieme all’Ucraina anche se confinanti con la Russia) ed ha all’attivo anche una bella pubblicazione sulla guerra Ucraina – Russia allo stato dei fatti dell’anno scorso. Quindi “sa cose”.
Allora domando: perché l’unica voce pubblica andata in televisione ad esprimere suoi punti di vista che sostenevano l’idea che sarebbe meglio se l’Ucraina desistesse dalla sua inutile macelleria che sta mettendo l’intero mondo sul bordo dell’inimmaginabile e che l’Italia avrebbe dovuto dichiararsi neutrale anche in coerenza col suo storico ruolo di “peace keeping” che poi le deriva anche dall’essere il Paese intorno al Vaticano, due opinioni poi così non peregrine stando ai sondaggi (43% la prima, 69% la seconda), desta tanta indignazione da parte di think tank atlantisti e deputati “democratici”? E perché questa parte di opinionisti bellicisti spadroneggia 7/24 nell’etere e nella stampa in forme assolutamente incontrastate, da vero e proprio minculpop sovietico, stante che pare metà degli italiani ha capito che stanno un po’ esagerando e che il pluralismo democratico è sospeso a data da destinarsi?
Lo so cosa pensate: “ah ma hai scoperto l’acqua calda Fagan, si sa come va l’informazione mainstream”. Be’, insomma, non sono così sprovveduto, mi era noto. Ma qui stiamo parlando di una relazione inquietante.
Mai si è osservata una occupazione del discorso pubblico così unanime e sovraeccitata che oltre a non dire tante cose e dirne di altre come fossero fatti quando sono mere opinioni che sarebbe anche difficile fondare su fatti se ci fosse qualcuno in video o sulla stampa che glielo facesse notare, attacca “ad personam” i pochi che alzano il sopracciglio tacciati di nefandezze davvero insostenibili data la loro caratura obiettiva (da Luciano Canfora a Carlo Rovelli per intenderci, passando per la Di Cesare e pochissimi altri). E mai tutto ciò si è prodotto su un argomento che rischia di portarci alla terza guerra mondiale, nonostante pare non sia conforme affatto al sentimento medio del popolo italiano.
La nostra è una democrazia che si prepara alla guerra perché così sembra opportuno a coloro che stanno facendo la guerra alla democrazia con la bava alla bocca. Io penso dovremmo tutti esprimerci un po’ di più e con un po’ più di fermezza, stanno avvenendo cose molto gravi, questo non è un gioco. Come ebbi modo di dirvi i primissimi giorni, questo è del tutto fuori formato anche per me che mi occupo da anni di questi argomenti e quindi ho una idea del formato molto più cinica e realistica di quella media. Facciamo molta attenzione che qui può finire da male a molto male.
Mettetevi una mano sulla coscienza. Non siete "davanti" una storia, siete "dentro" la storia.
Pierluigi Fagan
3 commenti:
Nel corso della puntata di “Non è l’Arena” di domenica 20 marzo, è andata in onda un’interessantissima e scoppiettante intervista ad Andrew Spannaus, esperto di geopolitica. Spannaus, che parla perfettamente italiano, ha confermato quello che era apparso chiaro a molti dopo lo scoppio della guerra vera in Ucraina, ossia che gli Stati Uniti avevano già previsto tutto e che in qualche modo avevano preparato le contromisure e – per così dire – fatto in modo che l’azione di Putin prendesse proprio questa piega. Gli americani, dunque, sapevano tutto da mesi e quindi avevano preparato gli ucraini alla resistenza che ha prodotto il pantano in cui si è infilato Vladimir Putin.
Il leader russo è infatti ora costretto a continuare una guerra che nei suoi piani originari doveva essere rapida e quasi indolore. “C’è stato un errore politico dell’Occidente – ha dichiarato Spannaus – non rendersi conto di quanto sia fondamentale per la Russia quella zona di cuscinetto. Trattare la Russia come un paese poco importante è piuttosto pericoloso, ma la difesa ucraina sta procedendo come pianificato dagli Usa”. Perché come pianificato dagli Usa? E in che senso “pianificato”?
Spannaus spiega che c’è un “progetto Usa per creare la resistenza nei paesi dell’Est in caso di invasione russa. Hanno addestrato le forze speciali e i soldati, hanno anche creato un programma per un ponte tra esercito e popolazione civile per resistere. Il più grande errore di Putin è di aver invaso tutto il paese: poteva occupare soltanto il Donbass, adesso la minaccia russa è spuntata”.
“Invadere i paesi baltici? Ma dove vai… La genialità della strategia americana è stata chiamare il bluff. La Cia è coinvolta in tutto questo? Certo, ha avuto un ruolo principale nel gestire questa crisi dall’anno scorso in poi, ha capito cosa voleva fare Putin”.
https://www.ilparagone.it/attualita/spannaus-biden-putin-ucraina/
Una ragazza ucraina di 19 anni, grande fan di Roger Waters, scrive una lettera all’ex Pink Floyd chiedendogli di prendere posizione sull’invasione russa, in quella che è “ormai diventata una catastrofe per l’Europa e per il mondo interno".
La risposta del grande musicista, da sempre impegnato contro le guerre e nel denunciare le ingiustizie ovunque esse accadano, è tutt’altro che banale.
Cara Alina,
ho letto la tua lettera, sento il tuo dolore, sono disgustato dall’invasione dell’Ucraina da parte di Putin, secondo me è un errore criminale, l’atto di un gangster, ci deve essere un cessate il fuoco immediato. Mi rammarico che i governi occidentali stiano alimentando il fuoco che distruggerà il vostro bel paese riversando armi in Ucraina, invece di impegnarsi nella diplomazia che sarà necessaria per fermare il massacro. Siate certi che se tutti i nostri leader non rifiutano la retorica e si impegnano in negoziati diplomatici, quando i combattimenti saranno finiti resterà ben poco dell’Ucraina. Una lunga insurrezione in Ucraina sarebbe grandiosa per i gangster di Washington, è ciò che sognano, “giocare”, come fanno, “con il coraggio di essere fuori portata” Spero disperatamente che il vostro Presidente non sia un anche lui un gangster e che farà ciò che è meglio per la sua gente, e chiederà agli americani che si mettano a un tavolo. Purtroppo, tuttavia, molti leader mondiali sono gangster e il mio disgusto per i gangster politici non è iniziato la scorsa settimana con Putin.
Ero disgustato dai gangster Bush e Blair quando hanno invaso l’Iraq nel 2003, ero e sono ancora disgustato dal governo gangster dell’invasione israeliana della Palestina nel 1967 e dalla sua successiva occupazione che dura ormai da oltre cinquanta anni. Ero disgustato dai gangster Obama e Clinton che ordinavano i bombardamenti illegali della NATO sia in Libia che in Serbia. Sono disgustato dalla distruzione totale della Siria iniziata nel 2011 da ingerenze esterne nella causa del cambio di regime. Sono stato disgustato dall’invasione del Libano nel 1982, quando il gangster Shimon Peres si è unito alle milizie cristiane falangiste nell’assassinio di profughi palestinesi nei campi profughi di Sabra e Shatila nel sud di quel paese.
... segue
So quello che provi Alina e quello che provano tua madre e tuo padre e i tuoi zii e zie e fratelli e sorelle e cugini, ho perso sia mio padre Eric Fletcher Waters che mio nonno George Henry Waters nelle guerre che combattevano i tedeschi.
Per favore, credimi quando ti dico che credo nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo firmata a Parigi nel 1948. Ho combattuto con tutto me stesso per promuovere e sostenere i diritti umani per tutti i miei fratelli e sorelle in tutto il mondo per tutto il tempo da quello che ricordo e sostengo te e i tuoi ora, con tutto il mio cuore.
A proposito di gangster, devo dirti una cosa riguardo alla tua lettera, la tua convinzione del “200%” che non ci siano neonazisti nel tuo paese è quasi certamente sbagliata. Entrambi i battaglioni Azov nel tuo esercito, la milizia nazionale e il C14 sono ben noti gruppi neo-nazisti autoproclamati. Anche loro sono gangster. Inoltre, non ho taciuto sull’Ucraina, ho scritto un pezzo che è stato distribuito sei giorni fa da Globetrotter.
Che altro dirti, Alina? Tutti noi in ogni paese del mondo, comprese Ucraina e Russia, possiamo combattere i gangster, possiamo dire loro che non faremo parte delle loro guerre oscene e mortali per ottenere potere e ricchezza a spese di altri, possiamo dire loro che le nostre famiglie, tutte le famiglie in tutto il mondo, significano per noi più di tutto il potere e il denaro del mondo. Dove vivo negli Stati Uniti possiamo unirci a Black Lives Matter o Code Pink o BDS o Veterans For Peace o una miriade di altre organizzazioni contro la guerra, a favore della legge, per la libertà e per i diritti umani. Farò tutto quello che posso per contribuire alla fine di questa terribile guerra nel vostro paese, tutto, tranne sventolare una bandiera per incoraggiare il massacro. Questo è ciò che vogliono i gangster, vogliono che sventoliamo bandiere. È così che ci dividono e ci controllano, incoraggiando lo sventolare delle bandiere per creare una cortina fumogena di inimicizia per renderci ciechi alla nostra innata capacità di entrare in empatia l’uno con l’altro, mentre saccheggiano e violentano il nostro fragile pianeta. Farò tutto ciò che è in mio potere per aiutare a riportare la pace a te, alla tua famiglia e al tuo bellissimo Paese. La lunga guerra/insurrezione che Hillary Clinton, Condoleezza Rice e il resto dei gangster di Washington stanno incoraggiando non è nel vostro interesse né nell’Ucraina.
Ti auguro ogni bene Alina.
Grazie per la tua lettera e se sceglierai di rispondermi.
Stamperò quella risposta.
Lo prometto.
Love
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