giovedì 26 marzo 2020

Biforcazioni. Cambiamenti epocali in un quadro inedito, dinamico e pieno di incertezze

L'interessante articolo cita Draghi. Credo che il problema sia che Draghi è servo attivo di una certa élite... Solo che forse al punto in cui siamo occorre essere pragmatici per salvare capra e cavoli!

I sentieri possono, ad un certo punto, presentare biforcazioni. Ma scegliendo una delle due vie, si potrebbe poi scoprire che ce ne sarà più avanti un’altra o forse poi un’altra ed un’altra ancora e chissà fino a dove, per andare dove, arrivando quando e come?
Del momento attuale si possono dire tre cose in generale:
  1. la crisi è già di dimensioni tali da segnare una cesura storica con un primo ed un dopo, questo ormai è chiaro a tutti; 
  2. l’entità di questo “prima e dopo” è però funzione della gravità e lunghezza della crisi stessa, quantificazione che non siamo in grado di fare poiché lo svolgimento è in corso; 
  3. la crisi interviene in un transizione storica già in atto, dal moderno che termina così definitivamente la sua lunga vigenza penta-secolare a quello che io chiamo il complesso, la nuova era i cui albori risalgono a sessanta/settanta anni fa.
Dentro questo potente quadro, dinamico e pieno di incertezze, s’inscrive una delle tante biforcazioni del percorso. Oggi si riuniscono i capi di Stato e di governo dell’eurozona. Il Presidente del Consiglio italiano, probabilmente con mossa concordata già giorni fa col Presidente francese nell’incontro avuto a Napoli, se non altro a livello di strategia comune, ha emesso una chiamata al finanziamento straordinario di debito comune a livello europeo, per far fronte ai molteplici impegni che la crisi produce e viepiù produrrà. Hanno - pare prontamente - aderito il Portogallo, la Spagna che uscirà devastata nel profondo da questa crisi, la Grecia, la Slovenia, ma anche la Francia e la sua area di riferimento ovvero il Belgio ed il Lussemburgo - hot spot della finanza europea - nonché la cattolica Irlanda che deve posizionarsi anche in vista delle traiettorie dell’ingombrante vicino britannico in via di irreversibile Brexit. Ieri Trump ha messo sul piatto 2.000 mld US$, pare 4.000 con l’effetto leva, più la promessa di QE illimitato di FED. Sempre ieri, Mario Draghi rompe il pudico silenzio di ex governatore BCE e scrive al Financial Times. Draghi dice alcuni rilevanti cose di idraulica economica e monetaria, tra cui spicca oltre al nuovo ruolo centrale dello Stato - poiché s’è capito che il Mercato è ordinatore solo quando le cose vanno bene -, il doppio nuovo standard che dovrebbe prevedere:

  1. permanenti nuovi livelli di indebitamento più alti di prima, come nuovo standard; 
  2. assorbimento di tutti i debiti privati poi da cancellare. Infine, dice la cosa più importante: “Di fronte a circostanze impreviste, un cambiamento di mentalità è necessario in questa crisi come lo sarebbe in tempi di guerra. Lo shock che stiamo affrontando non è ciclico. La perdita di reddito non è colpa di nessuno di coloro che ne soffrono. Il costo dell'esitazione può essere irreversibile. Il ricordo delle sofferenze degli europei negli anni '20 è sufficiente come storia di ammonimento.” Secondo il Draghi, toccherebbe esser radicali e veloci. Quando gli economisti riesumano la Storia, vuol dire che sono davvero nei guai ...
Poiché qui non possiamo dilungarci, segnaliamo solo tre punti di possibile prossima biforcazione.
  1. Tutta l’élite del vecchio sistema, è pronta a fare tutto ed il suo contrario per “tener botta”. Si spera che la crisi non duri quanto potrebbe durare (18 mesi), forse ci salverà la ricerca (cure e vaccini), guadagniamo tempo poi si vedrà. Quel “tutto ed il suo contrario” stupirà forse qualcuno, vedere certi personaggi trasformarsi in più keynesiani di Keynes, elicotteristi che spargono denaro a pioggia, pasdaran del reddito di cittadinanza e dignità, alfieri del più Stato e meno Mercato, fa stupore. Ma non c’è alcun stupore, quando la realtà impone il suo principio, le chiacchiere vanno a zero e qui sono in gioco le condizioni di possibilità che sostenevano il vecchio sistema, quindi si farà di tutto, ma proprio “di tutto” per sostenerle. A differenza dei loro critici che sono ideologici, i guardiani del sistema son pragmatici.
  2. C’è però un problema decisivo in Europa. L’Europa ha una moneta che strutturalmente dietro non ha un prestatore di ultima istanza. Questo è il dogma fondativo del’impianto dell’euro, perché è dogma fondativo dell’ordoliberismo, che è il dogma fondativo della nazione che ha provocato due guerre mondiali che –sebbene la costruzione sia Made in France- risulta il perno centrale della costruzione europea: la Germania. Germania e sua area allargata di condivisione culturale e di interesse economico (che sono due cose diverse). Forse a molti che hanno studiato solo economia, tale principio sembrerà potenzialmente reversibile. Dovrebbero però studiare anche un po’ di storia allargata e comprendere che il sovvertimento di questo paradigma (giusto o sbagliato a noi qui non interessa dire e per altro questi sarebbero propriamente affari tedeschi) non è tra le cose realisticamente possibili poiché non è una semplice ideologia economica, al limite flessibile quando la grave realtà lo impone, ma un perno inamovibile piantato nel subconscio tedesco. Il perno cui si aggrapparono quando devastati materialmente nella psiche e nel concreto, riemersero dalla devastazione cui erano stati causa, riesumando loro idee degli anni ’30. Riavvolsero il nastro di ciò che era successo ed andarono alla biforcazione precedente riesumando la strada che non fu presa, un modo per far un “ravvedimento operoso” senza mettere in discussione la loro stessa ontologia.
    Si pone quindi qui una biforcazione. Da una parte i Paesi euro-med, dall’altra i nordici con area subalterna euro-orientale, a proposito degli strumenti atti a “reggere botta”. Tale faglia non è ideologica e componibile, è concreta ed inaggiràbile. Spagna, Italia ma anche Francia per molteplici motivi che non possiamo qui approfondire, non potranno tollerare il non risolvimento del problema del finanziamento. Ma dopo questa biforcazione che promette di lavorare a mo’ di faglia, quindi con effetti geologici profondi ed irreversibili anche se le mediazioni cercheranno di coprirla di coriandoli, si presenterà quella decisiva. Al di là di tutti i debiti possibili ed immaginabili contraibili sul mercato, temo che si ripresenterà il problema dell’asimmetria tra domanda di denaro e possibilità del mercato di fornirla in quantità e condizioni accettabili. Si ripresenterà cioè il problema del prestatore di ultima istanza e lì si cozza contro il dogma. Quando il vitale bisogno s'incontra col dogma inamovibile, son scintille.
  3. I primi due punti si basano su una ipotesi ovvero che il sistema potrà in futuro esser riavviato e che quindi si tratti di contingenza, di emergenza, di “regger botta”. A chi scrive vien da sorridere di questo “wishful thinking”, ma non c’è modo qui di dar conto di questo sentimento di affettuosa ma disillusa comprensione. Il vecchio sistema, il sistema moderno occidentale ovvero ordinare la società sul principio economico ordinato sul mercato, aveva già numerose gravi patologie pregresse ed abbiamo capito che quando un vecchio con molteplici patologie pregresse incontra il virus, muore.
Non si tratta della fine del “neoliberismo” si tratta di qualcosa di molto più profondo e complesso, ma ne riparleremo in seguito anche perché oggi vediamo solo la prossima biforcazione e ci vorrebbe un Tiresia per vedere anche tutte le successive in rapporto a tempo della crisi e dimensione dei suoi effetti.
Gustiamoci quindi l’esito dell’incontro europeo di oggi che probabilmente non sarà decisivo e quello che succederà i prossimi giorni. Sono tempi interessanti sebbene, vissuti non da spettatori, siano anche scomodi. Così è andata, sul come andrà vedremo, siamo in balia di tempo & variabili.
(Pierluigi Fagan)

18 commenti:

Anonimo ha detto...

Cesare Sacchetti:
Le élite aumenteranno la crisi coronavirus. Impediranno ai negozi di riaprire e toglieranno il pane dalle tavole delle famiglie. Quando il caos sarà massimo, allora tutto il sistema politico italiano chiederà un governo Draghi. I traditori si nasconderanno dietro il coronavirus.

Japhet ha detto...

I liberali in momenti come questi invocano l'intervento degli stati. Gli statisti pensano anche al dopo....

Anonimo ha detto...

DRAGHI ?
ALTRO CAVALLO DI TROIKA

Riassumo?
Ieri sera, dopo un'informativa in Aula da parte Conte su quanti soldi e flessibilità di spesa non avremo dal revisore dei conti europeo, Draghi stila un programma politico sul Financial Times, come se fosse appena uscito da un ripassone di MMT abbinato a reminescenze di Caffè, suo relatore di laurea, e subito esultanze. Tutti entusiasti perché ha "sdoganato" i dogmi europeisti (un po' come dire che Greta Thunberg abbia sdoganato l'ecologismo).
L'uomo del memorandum dei memorandum, la letterina Trichet-Draghi del 2011 rivolta al governo italiano di allora, dove si chiedevano "correzioni di bilancio" tagliando la spesa e riducendo il deficit (le stesse misure che hanno condotto all'erosione dell'efficienza sanitaria), si appropinqua verso un incarico tecnico-politico, sospinto dal beneplacito mattutino di Mario Monti.
Così la roadmap a punti per mettere l'Italia in riga, con la bava alla bocca pronta a ricevere un qualche prestito europeo senza condizionalità (credeteci), la scrive direttamente lui di suo pugno.
Ge-nia-le.

Caterina Betti

Anonimo ha detto...

Mario Draghi mi sembra che inquadri in modo corretto quello che deve essere il ruolo delle economie degli Stati per il periodo post coronavirus.
Lo facevo meno umano.
Speriamo che gli diano ascolto.
Perché non ha senso che gli Stati preservino i propri bilanci se i cittadini falliscono.

Draghi: «Agire subito contro il virus. Per evitare la depressione serve fare più debito pubblico»
da "Il Sole 24 Ore" del 25 Marzo 2020

Mario Draghi, ex presidente della Banca centrale europea non usa mezzi termini: «Ci troviamo di fronte a una guerra contro il coronavirus e dobbiamo muoverci di conseguenza»: la sfida è «come agire con sufficiente forza e velocità per prevenire che una recessione si trasformi in una prolungata depressione, resa ancora peggiore da una pletora di
default che lasciano danni irreversibili».

Draghi, scrive la sua analisi in un lungo commento sul Financial Times nel quale esprime la sua opinione sugli effetti e sui come contrastare la crisi provocata dal coronavirus.

«È già chiaro che la risposta» alla guerra contro il coronavirus «deve coinvolgere un significativo aumento del debito pubblico» afferma Mario
Draghi. «La perdita di reddito del settore privato - scrive l’ex presidente della Bce sul Financial Times – dovrà essere eventualmente assorbita, in tutto o in parte, dai bilanci dei governi. Livelli di debito pubblico più alti diventeranno una caratteristica permanente delle nostre economie e sarà
accompagnata da una cancellazione del debito privato».

Esitazione potrebbe avere costi enormi
Per Mario Draghi «di fronte a circostanze non previste un cambio di mentalità è necessario in questa crisi come lo sarebbe in tempi di guerra. Lo shock che ci troviamo ad affrontare non è ciclico. La perdita di reddito non è colpa di chi la soffre. Il costo dell'esitazione potrebbe essere irreversibile. La memoria delle sofferenze degli europei negli anni 20 del ’900 sono un ammonimento».

Misure doverose e necessarie
«La velocità del deterioramento dei bilanci privati, causata da uno shutdown che è inevitabile e opportuno» deve incontrare «un'uguale velocità nel dispiegare i bilanci dei governi, mobilitare le banche e, come europei, sostenerci uno con l'altro in quella che è evidentemente una
causa comune», aggiunge Draghi definendo «coraggiose e necessarie» le misure prese dai governi per prevenire che il sistema sanitario sia sopraffatto.

Compito dello Stato proteggere cittadini ed economia
Si tratta di azioni che «vanno sostenute» anche se comportano un «alto e inevitabile costo economico. Giorno dopo giorno le notizie economiche
peggiorano». Nel suo intervento Draghi sottolinea: «È l'appropriato ruolo dello stato quello di dispiegare il suo bilancio per proteggere i cittadini e
l'economia contro shock di cui il settore privato non è responsabile e non può assorbire», aggiunge Draghi mettendo in evidenza che le «guerre sono state finanziate da aumenti del debito pubblico. Durante la prima guerra mondiale in Italia e in Germania fra il 6 e il 15% delle spese di guerra in termini reali sono state finanziate con le tasse».

Europa equipaggiata, ma velocità è essenziale
È ancora il concetto di rapidità quello che evoca l’ex presidente della Bce. Sotto diversi punti di vista «l'Europa è ben equipaggiata» per affrontare questo «shock straordinario. Ha una struttura finanziaria capace di far confluire fondi in ogni parte dell'economia. Ha un forte settore pubblico in grado di coordinare una risposta rapida. La velocità è essenziale per l'efficacia» della risposta al coronavirus.

Anonimo ha detto...

Ricapitolando:
1) nel 2015 i cinesi stavano lavorando a un nuovo virus che aveva a che fare con le epidemie polmonari. Nella comunità scientifica ci fu chi ipotizzò potenziali pericoli.
2) Nel febbraio 2017 venne completato il super-laboratorio di Wuhan, messo a disposizione anche dell'Organizzazione Mondiale della Sanità.
Nonostante gli scienziati cinesi fossero stati istruiti ed addestrati dai colleghi francesi di Lione, molti scienziati dubitarono della sicurezza assoluta di questo nuovo super-laboratorio, visto che vi erano già stati degli incidenti in altri laboratori cinesi.
3) All'inizio dell'epidemia del 2020, alcuni biologi, anch'essi cinesi, ipotizzarono che il virus fosse uscito dal laboratorio di Wuhan, ma naturalmente furono immediatamente zittiti dal regime.

Oggi vorrebbero farci credere che le ardite manipolazioni cinesi e la non competa affidabilità, in termini di sicurezza, del laboratorio di Wuhan (precedentememte denunciati proprio da alcuni scienziati) non c'entrino niente col virus in questione.
I vari virologi a la page (Galli, Burioni, eccetera) accusano di "complottismo" chi pensa al probabile errore umano nella diffusione del virus.
Perchè lo fanno? Perchè negano l'ipotesi non dico veritiera, ma perlomeno più probabile, che è quella di un errore umano, modello Chernobyl?
A mio parere perché è per loro è insopportabile che si possa dubitare dell'attutudine prometeica dello scienziato moderno di manipolare il mondo biologico a fini scientifici (che poi sono i fini della volontà di potenza) senza correre il rischio di divenire vittima, come un apprendista stregone, delle forze da lui scatenate. Temono cioè che si possano mettere dei limiti alla sperimentazione scientifica, pressoché senza limiti, dell'epoca postmoderna.
Ebbene, come coloro che praticano la magia nera per autodeificarsi, illudendosi di rimanere immuni dalle forze tenebrose che scatenano, dalle quali sono poi asserviti e posseduti:, o come il capitalista che pretende di arricchirsi a dismisura senza divenire schiavo della stessa logica scatenata del profitto che lo ha arricchito (la gabbia d'acciaio di weberiana memoria) ; così lo scienziato (meglio ancora tecno-scienziato) moderno pretende di manipolare ogni cosa senza mai pagare pegno. Ebbene, stavolta il pegno lo stiamo pagando noi.
L'idea più pericolosa della modernità (e della post-modernità) è quella che l'uomo sia il dio di se stesso.
Martino Mora

Anonimo ha detto...

https://tempofertile.blogspot.com/2020/03/campo-di-battaglia-draghi-consiglio.html

mic ha detto...

Un breve commento.

Cosa si sta dicendo qui? Che la crisi da coronavirus in corso è esterna e non è colpa di nessuno, che per affrontarla si interromperanno gli scambi e disgregheranno le “catene del valore” (ovvero la connessione di fornitori e clienti di ogni singola impresa), che nello sforzo di canalizzare le risorse contro l’aggressione virale ci sono aziende strategiche e non, che le prime vanno tenute in attività e protette dalle possibili aggressioni ostili, che i danni per i cittadini e l’economia vanno compensati da spesa pubblica, che per farla serve che ci sia un’emissione di titoli di debito comune, garantita in solido.
Nel luogo della lettera in cui si arriva al punto, e si chiede uno strumento di debito comune, alle medesime condizioni e per tutti, la frase successiva risponde all’obiezione luterana sempre ripetuta, che il debito è colpa e
Qui il caso è diverso, nessun paese è responsabile.
Quindi la lettera accende una piccola luce sul futuro e specifica che da ora bisognerà “organizzare le economie”, ovvero le catene del valore globali, i settori strategici, i sistemi sanitari e gli investimenti comuni.

Anonimo ha detto...

Cesare Sacchetti:
È bastato un articolo (telefonato) dove non si dice praticamente nulla per far dimenticare chi è Mario Draghi. Uno che ha "salvato" l'euro con il sangue dei greci e che ha svenduto l'industria pubblica italiana, non viene qui per salvare l'Italia. Viene qui per salvare l'UE.

Dagospia ha detto...

.....
È ormai evidente che nei prossimi mesi l' Italia si ritroverà - per usare le parole di Mattarella - nelle stesse condizioni in cui si trovò al termine della Seconda guerra mondiale: perciò - ha detto il capo dello Stato - serve «la stessa unità di allora». «E allora - ha chiosato uno dei maggiori esponenti grillini - tutti i partiti parteciparono al governo di ricostruzione...».



Ecco il punto, che è oggetto di discussioni riservate nelle forze di maggioranza: per quanto tempo ancora si potrà chiedere all' opposizione di aderire al principio di «unità nazionale», senza immaginare una loro partecipazione al governo? È una domanda che Di Maio si è posto durante una riunione del Movimento e che per certi versi ha trovato risposta indiretta nella dichiarazione di Franceschini. Se è vero, come ha sostenuto il ministro della Cultura, che «oggi è in campo la Nazionale», allora tutti devono giocare.
.....
Difficilmente il quadro politico potrebbe reggere così, fino al 2022, in piena emergenza. Ché poi è la tesi dell' altro pezzo del Pd, molto simile all' analisi formulata giorni fa dal leghista Giorgetti: «Il sistema finanziario mondiale era in bolla già prima della pandemia. E il Covid-19 ha fatto esplodere la bolla. Ora, per fronteggiare la crisi, il debito italiano salirà fino al 140-160% di rapporto con il Pil. E dovremo trattare con i mercati e con l' Europa per non affondare. Con tutto il rispetto, mi chiedo: è possibile che questo governo possa affrontare la più grave crisi del dopoguerra? Conoscete la mia risposta».

Anonimo ha detto...

EPIDEMIA DI DVORZI. Le prefetture di Xian in Cina, vennero prese d’assalto non appena finito il lockdown da code interminabili di richiedenti il divorzio. La convivenza segregata prolungata, portò molte coppie allo scoppio. I sistemi delle relazioni umane, quando messi sotto violenta e prolungata pressione, rivelano la consistenza dei legami. Quando le sottostanti tensioni non possono esser sfogate all’esterno o compensate con varie distrazioni, si rivelano esiziali. Così sembra possa accadere per quanto alla riunione di ieri dei vertici europei.

Chi titola in testa l’argomento è la stampa spagnola. Noi giustamente ci occupiamo dei nostri problemi lombardi molto gravi, ma quello che sta succedendo in Spagna sta assumendo proporzioni catastrofiche. Non ho trovato tracce, ma forse qualcuno potrà aiutarmi, di notizie sul merito, sulla stampa francese che segue invece un Macron che rilancia la grandeur annunciando prossime iniziative straordinarie concordate con Trump. La Francia non vuol rimanere sola con la Germania e quindi dà sponda a Roma, ma bisognerà vedere cosa farà quando sarà messa alle strette. Die Zeit invece, apre sulla notizia ed è un articolo molto preoccupato, che per altro centra il punto. Ieri sera hanno guadagnato tempo prima di mandarsi a quel paese (ognuno al suo, il che come nota il giornale tedesco rivela l’inconsistenza del presunto concetto di “comunità”), forse aspettando che i morti crescano anche dove oggi sono meno che da noi. Ma non credo sia una buona idea. L’Olanda ha cifre mortuarie molto alte, la Finlandia ha isolato Helsinki, i Paesi dell’Est sono il Großraum della Germania per destino geo-storico (o in alternativa quello della Russia) e quindi pigolano appresso a mamma anatra tedesca, credo sia proprio inaccettabile in via di principio per loro, l’idea di far qualcosa di straordinario a fronte degli eventi laddove si tratta del ruolo che la moneta ha nell’economia. La stampa italiana tende un po’ a minimizzare l’indisponibilità nordica dopo il Draghi sfascia-miti-monetari di ieri, è evidente l'imbarazzo. E’ un doppio cazzotto in faccia a tutta la mielosa ed irrealistica narrazione che in questi anni ha avvolto -L’Europa-, nuovo culto della madonna come dea madre appiccicato ad un volgare accordo geopolitico di convivenza tra Francia e Germania a base di vil denaro del quale noi siamo solo gli spettatori interessati, paganti.

Gli amici si vedono nel momento del bisogno. I nemici anche. Ai matrimoni d’interesse, quando l’interesse diverge, rimane solo il mettersi in coda alla prefettura di Xian per la domanda di divorzio, previo distanziamento sociale, s’intende.
https://www.zeit.de/wirtschaft/2020-03/europaeische-union-corona-eu-gipfel-italien-spanien-coronavirus

Anonimo ha detto...

mario monti di 2 giorni fa "Per il senatore a vita ed ex presidente del Consiglio, Mario Monti, l'Italia dovrebbe chiedere a Germania e Olanda non solo il sostegno agli eurobond, "ma anche ricordare all'Olanda con un pizzico di acidità che lei è territorio di molti paradisi fiscali. E ricordare a entrambi i Paesi che se non accettano la strada strutturata, pacata e ragionevole degli eurobond, la Bce si allontanerà sempre di più dal modello di banca indipendente e fuori dalla politica che hanno voluto in Europa. Devono scegliere tra far nascere gli Eurobond o lasciar morire la Bce". https://www.milanofinanza.it/news/si-della-lagarde-ai-coronabond-ma-una-tantum-202003251339293985

Anonimo ha detto...

Non è accettabile che, nei giorni in cui da tutti gli angoli del pianeta, tanti economisti (da ultimo l' ex governatore della Banca centrale svizzera, Philipp Hildebrand) invocano un cambio di ruolo della Bce, si continui anche solo a pensare che si possa affrontare l' eccezionalità di questa crisi con la stessa logica che l' ufficio fidi della banca applica all' artigiano che deve acquistare un macchinario.

Anonimo ha detto...

I 15 giorni che la UE si è presa per dare una risposta all'Italia hanno una sola missione: prenderci per fame e farci accettare il Mes.
Non vorrei che Conte, in cambio di un mutamento terminologico e non sostanziale delle pesanti condizionalità, alla fine accetti. Da Winston ad Alexis il passo è breve.
Giuseppe Palma

Anonimo ha detto...

La cancelliera tedesca, Angela Merkel, si è “irritata per l’aggressività del premier italiano Giuseppe Conte”. Ad affermarlo è il quotidiano tedesco Die Welt. A seguito del summit dei capi di Stato e di governo europei dove sono state discusse le misure per affrontare la crisi legata alla pandemia del nuovo coronavirus, in particolare gli eurobond. Nell’articolo viene affermato che “in passato Merkel aveva sempre trovato il brillante avvocato pugliese estremamente elegante. Dopo il vertice, si è sentita la cancelliera dire: ‘Siamo determinati ad affrontare questa sfida assieme’. Ma come? L’obiettivo è chiaro a tutti, ma il metodo resta duramente contestato”.

(LaPresse)

Anonimo ha detto...

http://www.complexityinstitute.it/wp-content/uploads/La-complessit%C3%A0-di-unepidemia.pdf

Anonimo ha detto...

Vi siete chiesti perché il PD, che di Draghi è stato il più grande adoratore, non vuole l'ex presidente della Bce a capo di un governissimo e preferisce mantenere Conte? Non vi pare strano?

Vi siete chiesti perché il FattoQuotidiano, megafono di Conte, paragona Draghi a Monti?

Cercherò di dare la mia visione delle cose.

1) Monti venne in nome e per conto della nomenclatura europea, quella più rigorista, con a capo la Germania. Il PdL accettò a malincuore, il PD applaudì festante. All'epoca era interesse degli Usa che l'euro si salvasse e l'operazione riuscì. In Italia, "grazie" al consolidamento fiscale di Monti, fu distrutta la domanda interna, così l'euro - che regge su determinati equilibri che vi ho spiegato mille volte - fu salvo;

2) Draghi verrebbe in nome degli Usa (che non sono più quelli di Obama ma di Trump), contro la nomenclatura europea filo-tedesca. Ma come? Non è Draghi il più autorevole burocrate della sovrastruttura europea? Anche, ma in un contesto geo-politico che oggi sta scomparendo. A parte il fatto che da presidente della Bce ha fatto l'esatto contrario della volontà tedesca, Draghi non risponde alla Germania ma agli Stati Uniti, cioè - per dirla in altre parole - agli equilibri che gli States intendono imprimere al mondo a seconda dei loro interessi.

3) le politiche economiche protezionistiche di Trump hanno colpito soprattutto la Cina, che nel rispondere a tali politiche ha creato molti problemi agli Usa. Dopo aver sconfitto il virus, la Cina sta cercando di fare razzia delle nostre imprese strategiche. Gli aiuti dati non sono gratis. Trump, ovviamente, non consentirà mai che la Cina riesca in questo obiettivo;

4) la Germania, per la quale l'euro rappresenta un marco debole e una lira forte, è la locomotiva dell'eurozona. Questa artificiosità le consente di esportare di più di chiunque altro, accumulando un surplus commerciale di gran lunga superiore a quello degli altri Paesi, a tal punto da metterli in serie difficoltà. Situazione che crea grossi problemi anche all'economia americana, soprattutto dopo che Trump ha deciso di arrestare - o quantomeno governare - il processo di globalizzazione;

5) in tutta questa narrativa, il Partito democratico si è sempre schierato al fianco della Germania;

6) in questi giorni, causa la necessità di dover rispondere all'epidemia, la Federal Reserve è tornata sostanzialmente sotto il controllo del governo americano, che si è così liberato dal dover condividere il potere coi grandi banchieri. Insomma, sintetizzando, è caduta la "roccaforte" dei Rothschild;

7) Il coronavirus sta dunque distruggendo l'ordine mondiale nato nel 1992, quello che consegnò il destino dell'Umanità tra le fauci del neoliberismo sfrenato e della globalizzazione selvaggia, e darà vita ad un nuovo ordine mondiale fondato sul ritorno delle politiche keynesiane e di una globalizzazione governata dagli Stati, nell'interesse collettivo.

Il PD ha capito perfettamente ciò che sta accadendo e sa benissimo che, se mollasse Conte, sarebbe travolto. Inoltre, sullo SpyGate - e sul coinvolgimento dei governi del PD in quegli anni - Trump non molla l'osso.

L'arrivo di Draghi, a capo di un governo istituzionale (coi partiti dentro) e non tecnico, sarebbe funzionale a ciò che vi ho detto finora. Col PD che, pur tentando di lavarsi la coscienza e cercando di indossare una nuova veste, farebbe la fine che fece il partito liberale subito dopo la prima guerra mondiale.

Non so quali saranno le sorti del Conte bis, ma di certo non resterà immune da questi eventi sovranazionali.

Sta cambiando il mondo. Nulla sarà più come prima: neoliberismo e globalizzazione, la cui bandiera fino a ieri era portata dal PD, dopo questa epidemia verranno pesantemente ridimensionati. Dem compresi.
Draghi è quello di sempre? Si, ovviamente. Ma il mondo è cambiato, con tutte le conseguenze che ne derivano.

Giuseppe Palma

Anonimo ha detto...

È caduta la rocca dei Rothschild. La Fed.
Trump è riuscito dove JFK aveva fallito.
Il mondo si sta ribaltando.
https://www.bloomberg.com/opinion/articles/2020-03-27/federal-reserve-s-financial-cure-risks-being-worse-than-disease

Anonimo ha detto...

E torniamo al drammatico interrogativo: chi decide?
Distruggere l’immagine della Politica è stato il gioco appassionante degli ultimi decenni. Lasciando intendere, e l’abbiamo inteso - ma ammettere i propri errori non è certo facile, che l’economia fosse la vera Regina che sceglie, decide, agisce. Si è prodotta ovunque, allo scopo, una congerie di politici impreparati e improvvisati e una congerie di economisti (altrettanto impreparati e improvvisati): questi ultimi hanno occupato il posto del giudice finale, quello che emette sentenza di fronte al pubblico ossequiante. I media hanno offerto poltrone, aglio uni e agli altri: facile vittoria di fronte alla domanda “e le coperture?” se ti manca la preparazione e se la borsa è finita in mani private.
È giunto il momento di accorgersi che la vera decisione è Politica e che essa determina i ‘flussi economici’ e non viceversa? E che una Politica impreparata ed improvvisata fa danni enormi perché si lascia scappare una delle sue leve ed una particolare forma di quella leva che si fonda sulla bestialità dell’homo homini lupus?
L’esito è sotto gli occhi proprio ora: una Gotham City generalizzata su cui aleggia la ‘speranza’ dell’arrivo di un supereroe (Draghi?). Ma anche il supereroe è figlio di quella visione, il giudice finale autonomo e singolo, ingiudicabile Salvatore della Patria. Come se un singolo, ‘senza rete’, possa far la differenza.
Cooperazione, solidarietà, reciprocità, relazione... quanto tempo servirà alla Politica per acquisirli? Forse troppo ed ora non ce n’è.