C'è stata la saggezza di evitare il circo mediatico o la furbizia di salvaguardare l'economia?
Uno studio americano sulla genetica del Coronavirus rivela, il primo contagiato in Europa arriva dalla Germania e non dall'Italia. Lo studio scientifico, oltre a certificare come la malattia sia sbarcata in Europa passando dalla Germania, che insieme alla Francia ha visto i primissimi casi di Covid-19 certificati, illustra anche un altro fattore molto importante, ovvero la possibilità di contagio da parte di soggetti asintomatici. L’averne mappato la sequenza genetica, infatti, ci ha permesso di ricostruire “l’albero genealogico” del virus e di individuare quindi i ceppi originari da cui si sono separati i ceppi locali, e nel grafico c’è una sorpresa: il virus italiano, indicato come CDG1/2020, sembra discendere, così come altri ceppi tra cui quello svizzero, finlandese, scozzese, brasiliano e messicano, proprio da quello tedesco originatosi nella Baviera, indicato come BavPat1/2020, o comunque avere un “parente comune”, ragionevolmente derivante dalla cinese sbarcata a Monaco.
La stessa televisione di Stato tedesca Deutsche Welle ha riportato il 20 febbraio scorso, i casi di “influenza” in Germania sono raddoppiati, passando dai 40mila di inizio stagione a 80mila, in appena due settimane. Facendo un po’ di conti, e coi tempi di incubazione di Covid-19 alla mano (dati per 14 giorni), risaliamo circa all’inizio di febbraio, ovvero in un periodo stranamente concomitante col primo caso tedesco accertato e oggetto di studio da parte dei ricercatori. Fonte
La stessa televisione di Stato tedesca Deutsche Welle ha riportato il 20 febbraio scorso, i casi di “influenza” in Germania sono raddoppiati, passando dai 40mila di inizio stagione a 80mila, in appena due settimane. Facendo un po’ di conti, e coi tempi di incubazione di Covid-19 alla mano (dati per 14 giorni), risaliamo circa all’inizio di febbraio, ovvero in un periodo stranamente concomitante col primo caso tedesco accertato e oggetto di studio da parte dei ricercatori. Fonte
9 commenti:
I tedeschi e i francesi hanno nascosto l'epidemia e ora provano a scalzare la nostra economia con il sostegno di Conte che è un omino inaffidabile per gli italiani ma affidabilissimo per francesi e tedeschi. Non a caso ha firmato il mes contro quanto gli era stato chiesto.
https://www.gazzettadellemilia.it/cronaca/item/26812-germania-cade-la-balla-dell-influenza-e-comunque-sono-stati-piu-astuti-o-quantomeno-discreti-di-noi.html
Su @atlanticomag Federico Punzi ragiona sui dati del Coronavirus (contagi, ricoveri, rianimazioni, decessi). Confronto (per ora impietoso) con altri paesi. Pesa l’incertezza e la debolezza del governo
http://www.atlanticoquotidiano.it/quotidiano/emergenza-sanitaria-ed-economica-che-ci-coglie-nel-momento-peggiore-governo-posticcio-e-paese-gia-stremato/
Nella serata di giovedì 5 marzo, il durissimo scontro verbale tra Giorgia Meloni e Giuseppe Conte. La prima ha accusato il secondo e il governo di avere avuto un "atteggiamento criminale" nella gestione dell'emergenza coronavirus. Il presidente del Consiglio, di fatto, ha replicato affermando che la leader di Fratelli d'Italia fa male al nostro paese. Lo scontro tra i due è stato poi commentato su Twitter da Maria Giovanna Maglie, che prende le parti della Meloni e picchia durissimo contro il premier: "Dispiace che Giuseppi si offenda se Giorgia Meloni gli ricorda che ha accusato medici lombardi e veneti provocando la nostra fama di untori del coronavirus - premette -. All'opposizione si può chiedere lealtà, non piaggeria, un governo serio ammette i suoi errori gravi", conclude Maria Giovanna Maglie.
Salvini: "Ci chiedono contributi via email? Non facciamo i postini. Chiederemo al presidente del Consiglio e al governo un incontro ufficiale.
Facciamo un'opposizione che costruisce e ricostruisce, e che rappresenta la maggioranza degli italiani: speriamo di essere ascoltati dall'altra parte del tavolo.
Le nostre proposte a tutela di famiglie e imprese nascono dall'ascolto attento di governatori, amministratori, categorie produttive e territorio, le mettiamo a disposizione nell'interesse esclusivo della Nazione.
La riflessione da fare è che, una volta vinta la battaglia del virus grazie al lavoro straordinario di medici, personale sanitario e ricercatori, dovremo lavorare per cambiare un modello di sviluppo fallito, fondato su finanza, globalismo e delocalizzazione".
Ce lo chiedeva l Europa. Abbassare la spesa, ridurre il deficit, tagli alla sanità per 37 miliardi.
Ora coi risparmi fatti, non abbiamo i posti letto che servono nell emergenza. E l europa nemmeno ci da parte dei nostri soldi per gestire il pericolo coronavirus. Al massimo ci presta a debito un po' di briciole.
Senza più parole, ma magari tutti ora si accorgeranno cosa significa l austerità.
"A pagarne le conseguenze è stato soprattutto il personale sanitario perché il 50% dei 37 miliardi “risparmiati” sono stati tolti alla spesa per il personale. In particolare hanno fatto cassa il blocco del turnover, ossia il blocco dell’assunzione di nuovi medici per sostituire i pensionati, e il mancato rinnovo del contratto che doveva servire ad allineare le retribuzioni dei medici italiani agli standard europei."
Gabriele Rigoni
https://scenarieconomici.it/con-calma-senza-fretta-la-commissione-ue-vi-dira-se-potete-vivere-complimenti-per-la-sensibilita-di-bruxelles/
Dalla Cina arriva il coronavirus
Da Israele il "vaccino" al coronavirus.
Dagli USA 30.000 militari senza mascherina in Europa.
Contro chi? Contro l'unica potenza rimasta libera.
Dall'UE l'eurogendfor, ovvero i soldati che possono tutto senza rispondere a nessuno.
Dalla Turchia milioni di invasori.
E i preti "hanno chiuso il Cielo".
Forse, dovremmo cominciare a preoccuparci del nostro futuro.
Ad aprire gli occhi, la mente, il cuore.
A unirci in una forza popolare di salvezza.
La festa è finita.
Ora, occorre salvarsi e salvare. (MV)
LA DENUNCIA DI UN GIGANTE
di Pietro Senaldi
Dietro la scrivania, al secondo piano del padiglione Marangoni del Policlinico di Milano, alla distanza di sicurezza di oltre un metro, che non infrangerà mai nel corso di tutta la conversazione, siede un gigante, un esempio per la nazione. Girolamo Sirchia è l'uomo che, da ministro della Salute del secondo governo Berlusconi, ha dovuto affrontare l'epidemia di Sars nel 2003 e lo ha fatto così bene che la maggior parte degli Italiani oggi neppure si ricorda che il virus sia passato da queste parti. Oggi ha 86 anni e presiede ancora l'Associazione di donatori Amici dell'Ospedale Policlinico che ha fondato 46 anni fa. Da due decadi è entrato nella fascia d'età dove il coronavirus ha le maggiori probabilità di essere letale, potrebbe starsene a casa a godersi i frutti del suo successo, invece è in prima linea.
-Professore, l'emergenza coronavirus ha riaperto la polemica sui tagli alla sanità fatti da chi ha governato negli ultimi dieci anni: lei cosa ne pensa?
«Purtroppo abbiamo subito l'influenza negativa di alcuni economisti, che sono intelligenze importanti ma pericolose: vivono di slogan e formule ma sono lontani dalla realtà e dalla società».
-Una critica ai tecnici da un ex ministro tecnico?
«Io arrivavo dagli ospedali, conoscevo la vita e la sofferenza. L'Italia invece, ma direi tutta l'Europa, negli ultimi anni si è messa in mano a dei guru, spesso al servizio della grande finanza internazionale e delle banche, che hanno imposto al Paese un Mes da 120 miliardi come contributo a un Fondo Salva-Stati, che è in realtà un fondo di salvataggio delle banche franco-tedesche».
-Professore, fa il sovranista?
«Non è un discorso sovranista, ma di buon senso. Io non parteggio per un partito, faccio il cittadino. Credo che non possiamo e non dobbiamo uscire dall'Ue ma bisogna capire che essa, così com'è, ci porta a fondo. Quasi tutti i governi italiani degli ultimi anni hanno avallato le disastrose strategie economiche globaliste della Ue per incapacità e debolezza. Erano e SONO esecutivi con scarso consenso popolare, minacciati da continui rating negativi e dallo spread. È ora di finirla, dobbiamo mandare al governo uomini capaci e non manichini disponibili a firmare ogni compromesso.
La cattiva politica ha ammazzato la sanità pubblica italiana e sta ammazzando tutta l'economia del Paese. I tagli sono figli della spending-review, che i nostri politici si sono bevuti per ottenere il plauso dei globalisti. Il risultato è che non abbiamo sostituito i medici che andavano in pensione e per anni non abbiamo rimpiazzato i primari perché costava troppo e trasformavamo i vice in facenti funzione. Ci ritroviamo con macchinari vetusti e non assumiamo più infermieri, noleggiamo quelli delle cooperative, che ti mandano gente volenterosa ma che non parla neppure l'italiano. E poi, la sciagura delle sciagure per la sanità: abbiamo iniziato a fare le gare d'appalto al massimo ribasso, che premiano solo i prodotti scadenti. La potenza cinese l'abbiamo costruita noi con la nostra imbecillità da spending-review.
Un esempio?
Le mascherine contro il coronavirus.
Per tranquillizzare i donatori ho contattato un'azienda italiana che le produceva. Mi ha detto che ha chiuso il settore perché nessuno le comprava in quanto gli ospedali acquistavano quelle cinesi, che sono una porcheria ma costano poco. Ora noi tutti per le strade giriamo con mascherine poco utili a frenare la diffusione del virus. L'Italia è diventata povera e insicura grazie agli economisti.
Per l'emergenza coronavirus la sanità pubblica sta facendo l'impossibile ed è un bene che anche quella privata si sia messa a disposizione».
...segue
-C'è stata molta confusione intorno al coronavirus: il governo ha sbagliato qualcosa?
«La comunicazione è stata pessima.
Quando arrivò la Sars, io ero il ministro e facevo una conferenza stampa al giorno. Come governo, abbiamo pagato la Rai per avere degli spazi informativi in cui io parlavo alla nazione. Certo, io ero un medico affermato e quindi trasmettevo autorevolezza. Oggi il ministero della Salute non si è fatto sentire. Andava in tv Conte con il maglioncino, ma lui è lo stesso che tre settimane fa aveva parlato di allarmismo bocciando la proposta dei governatori leghisti di mettere in quarantena chi arrivava dalla Cina e che ha accusato l'Ospedale di Codogno di non aver rispettato le direttive».
È stato un errore?
«Certo. Isolare i Cinesi che tornavano dal loro Capodanno, dove si abboffano di ogni schifezza, avrebbe frenato il contagio. La quarantena non è un'offesa. Conte e Speranza hanno sdrammatizzato e accusato la Lega di razzismo; ora gridano al lupo, ma chi li ascolta? Se lo Stato non parla con una voce unica e coerente, il Paese va nel panico, ovvio. Gli Italiani hanno capito che all'inizio la vicenda è stata affrontata dal punto di vista politico e non sanitario e molti hanno perso fiducia.
-Pure i virologi hanno fatto confusione: ognuno diceva la sua..
«I medici hanno le loro responsabilità. Molti hanno avuto atteggiamenti narcisisti. Se lei mette un medico davanti a una telecamera, lui parla anche se è spenta. Detto questo, è naturale che se il governo non parla con voce autorevole, chiunque abbia libera tribuna. Le epidemie non sono argomenti da trattare nei talk-show, come la politica».
-Sono stati molto criticati i governatori Fontana e Zaia, l'uno per essersi messo la mascherina, l'altro per aver detto che in Cina mangiano i topi
«Fontana è un amministratore straordinario. Anche io al suo posto mi sarei messo la mascherina. È una polemica stupida e faziosa. Quanto a Zaia, forse è stato un po' ruvido, ma ha detto la VERITÀ. I Cinesi, è risaputo, specie in campagna, convivono con animali selvatici e mancano di servizio sanitario. È ovvio che il virus si è diffuso a causa delle loro cattive abitudini alimentari e sanitarie, come è accaduto in passato con altre patologie».
-Lei come riuscì a sconfiggere la Sars?
«Era un virus più letale ma meno contagioso rispetto al corona.
Se avessimo utilizzato bene i due mesi intercorsi tra la comparsa dell'epidemia in Cina e i primi casi in Italia, si poteva ottenere di più in termini di contrasto al COVID - 19."
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