lunedì 1 giugno 2020

Il Piano Colao. Arriva la shock economy di Friedman (e senza golpe militari)

La notizia più importante del giorno ce la dà Milano Finanza: la Commissione Colao istituita al di là di qualsiasi processo democratico, per fare un piano anticrisi – ha presentato il suo Dossier.
Il Punto fondamentale descritto dall’articolista di MF è il seguente: “Il sostegno all’economia dovrebbe passare attraverso la creazione di un Fondo per lo Sviluppo che avrà una dotazione compresa tra i 100 e i 200 miliardi di euro. Lo Stato, le regioni, le province e i comuni conferiranno al Fondo immobili, partecipazioni in società e titoli. (…) Secondo quanto si apprende verrà poi sondata anche la possibilità di attingere a parte delle riserve auree di Bankitalia. È previsto che il fondo verrà gestito da CdP. Le sue quote dovrebbero essere messe a garanzia dei crediti erogati alle imprese e dunque assegnate alle banche e vendute agli investitori internazionali e alla stessa Bce”. Cosa possiamo dedurre? Vediamo brevemente:
  1. Che lo stato dovrà dare fondo a tutto il suo patrimonio (quello che è rimasto dopo il grande saccheggio degli anni 90). Per raggiungere la capienza prevista dal fondo lo stato dovrà conferire, Eni, Enel, Fincantieri, Leonardo, Anas-Ferrovie. Le Regioni e Comuni tutte le società di servizi di pubblica utilità da quelle per l’erogazione dell’acqua alle municipalizzate dei trasporti, dell’energia elettrica, dello smaltimento rifiuti. Tutto.
  2. La cessione delle grandi aziende di stato, che peraltro sono le uniche italiane a mietere successi in tutto il mondo (ultimo caso la costruzione delle Fregate Fremm per la Us Navy da parte di Fincantieri) relegherebbe l’Italia nella serie B delle nazioni. Un danno diplomatico e politico immenso.
  3. Non si capisce perché l’oro di Bankitalia dovrebbe essere conferito al fondo castrando qualsiasi margine di Bankitalia di essere operativa nel caso in cui si tornasse ad una moneta nazionale (cosa che potrebbe accadere non perchè l’Italia esce dall’Euro ma perché l’Euro si disgrega a causa della rottura definitiva dell’asse franco-tedesco). Inoltre quell’oro potrebbe essere collocato tramite covered bond direttamente sul mercato raccogliendo danaro a tasso negativo perché simili covered andrebbero a ruba in tutto il mondo. Invece conferendo al fondo non ci sarebbe trasparenza sulla valutazione e sulla resa.
  4. Ci sarebbe anche un problema di equità sociale. Il patrimonio dello stato non appartiene alla Razza Padrona degli imprenditori (selezionati dalla politica) che si vedrebbero garantiti i loro prestiti con le quote del fondo ma a tutti gli italiani compresi quelli che non sono imprenditori e compresi anche i cittadini italiani che in questa fase dormono in macchina perché non hanno una casa. Lo stato e il suo patrimonio non sono della borghesia compradora italiana ma di tutti. Questo è un problema di democrazia che la commissione Colao evidentemente non coglie (le miserie degli studi in materie economiche sono queste).
Insomma, la Commissione Colao composta da tecnocrati ipercompetenti partorisce il solito progetto di saccheggio dello stato italiano a vantaggio di pochi. Evito di sottolineare poi le aderenze di Colao con i mitici “investitori internazionali” che dovrebbero acquistare le quote del Fondo anche se il conflitto di interesse pare evidente.
Non mi soffermo troppo sugli altri punti del piano quali:
  1. defiscalizzazione monstre per le sole imprese che si fondono e aumentano il capitale (cioè le grandi),
  2. 2. commissariamento con fusione, cessione o liquidazione delle imprese in crisi (le piccole in particolare)
Basta quanto detto per ciò riguarda il Fondo per capire che siamo di fronte alla completa privatizzazione dello Stato a vantaggio della borghesia compradora. Questi punti rafforzano solo il concetto ma non aggiungono nulla di nuovo rispetto a quanto sottolineato.
Infine una parola per la Professoressa Marianna Mazzuccato, componente della Commissione diventata famosa a livello internazionale per aver scritto il libro “Lo stato imprenditore”. Con questo piano ha semplicemente strappato le pagine del suo libro, una ad una, le ha appallottolate, messe in bocca, masticate ed ingollate. Una prece.

P.s. In Cile per imporre il Piano Colao (lì, Piano Pinochet-Friedman) hanno dovuto bombardare il Palazzo Presidenziale de La Moneda, uccidere Salvador Allende ed altre decine di migliaia di persone e instaurare una Junta militare. Qui è bastato mettere quattro scalzacani venduti in una commissione tecnica.
Giuseppe Masala, 31.05.2020 - Fonte

16 commenti:

Anonimo ha detto...

Vittorio Colao e la sua “task force” di tecnici sopraffini che farà rifiorire l’Italia, per prima cosa ha preteso l’immunità penale e civile per sé e i suoi tecnocrati.
di Maurizio Blondet
Vuole insomma l’esenzione anticipata da ogni responsabilità criminale per gli atti e le decisioni che prenderà lui e la “task force”....

Anonimo ha detto...

https://ilgiornaledellasera.blogspot.com/2020/06/aziende-pubbliche-dismesse-e-vendita.html

Il piano Colao è eversivo

Anonimo ha detto...

https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-intanto_gettano_lamo_mario_monti_a_capo_di_una_commissione_di_controllo_dei_soldi_del_recovery_fund/11_35257/

Anonimo ha detto...

Fu ricevuto nel 2016, in udienza privata, da Papa Francesco, Vittorio Colao, insieme ai vertici della compagnia telefonica Vodafone.

Frequenta il Circolo Bildelberg insieme a Charles Michel, Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, e Mariana Mazzucato.

Benché residente a Londra, Vittorio Colao, CEO di Vodafone (che sta installando il 5G in Italia), è molto interessato alle italiche vicende.
Infatti, nonostante non sia stato eletto da nessuno,
è stato scelto - affiancato da Mariana Mazzucato- dal premier Conte per guidare il Comitato dei 17, la cosiddetta Task force "per la ripartenza dell'Italia", la quale, *con ben 450 collaboratori al seguito*, ha il compito importante di *svendere tutte le aziende pubbliche italiane e le riserve auree del popolo italiano.*
Evidentemente, per Conte, Colao e Mazzucato, l'Italia deve ripartire, certo, ma per tornare indietro (al capolinea).

Certi intrecci politici sembrano casuali, ma non lo sono. In molti si sono chiesti da quale recondito nulla fosse spuntato Conte, quando è diventato presidente del Consiglio. Recentemente, molti altri si sono chiesti come Colao – residente a Londra – fosse stato catapultato dal premier Conte a capo della finta ”task force della ripartenza”, il cui compito è in realtà quello di svendere le migliori aziende pubbliche e le riserve auree che appartengono al popolo italiano.
https://www.imolaoggi.it/2020/06/03/bergoglio-incontro-colao-nel-2016/

Anonimo ha detto...

....
Insomma tutti attendono la fine del Governo Conte e lui parla come se fosse stato appena eletto dagli Italiani e avesse davanti anni interi di mandato. Sapremo nei prossimi giorni se tutto questo è il tentativo disperato di un pazzo di sopravvivere a se stesso, oppure c’è un disegno più generale che non può non coinvolgere il Quirinale.
....
https://www.qelsi.it/2020/conte-oltre-ogni-limite-parla-di-progetti-faraonici-mentre-litalia-muore/

Anonimo ha detto...

ADDIO ORO E PARTECIPAZIONI STATALI: nell’agenda di Conte il piano Colao per rubare le ultime cose rimaste all’Italia

Il richiamo agli “Stati generali dell’Economia” fatto ieri da Conte apre la strada all’applicazione del cosiddetto “Piano Colao”. Questo piano è un distillato dei desideri della grande imprenditoria italiana, quella che copre le perdite con i contributi pubblici, ma si tiene ben stretta gli utili, magari portandoli all’estero. Del resto lo stesso Colao scrive da Londra, dimostrando una conoscenza superficiale della situazione italiana.
Il piano è Astuto perchè contiene anche dei punti messi ad hoc per nascondere l’obiettivo principale e dargli qualche scusa per renderlo in parte accettabile.
Vediamo i punti principali:
1. Pace fiscale;
2. Piena deducibilità degli aumenti di capitale;
3. Benefici fiscali per le aziende che centrano gli obiettivi di crescita dimensionale;
4. Creazione di un fondo di sviluppo pubblico;
5. Modifica delle procedure fallimentari.
Ora i punti 1 e 5 sono quelli “Di Distrazione ” e messi per nascondere i regali a tutto il resto. La Pace Fiscale serve, è necessaria, ma è chiesta soprattutto dalle forze di opposizione (Lega in testa). La riforma della procedura fallimentare è INDIFENDIBILE ed è ormai una riforma orfana, nel senso che nessuno la difende, se non qualche pasdaran piddino che non ha mai gestito neanche un’edicola.
I problema sono gli altri tre punti che, casualmente, non sono nè in testa nè in coda…
La piena deducibilità degli aumenti di capitale e i benefici fiscali per le grandi aziende che continuano a crescere, punti due e tre, sono solo dei regali, non particolarmente necessari, per i grossi gruppi. Sono regali inutili, completamente inutili. Facciamo un caso pratico nella situazione attuale: i vaccini COVID che andranno presto in testo non sono stati sviluppati dalle “Big Pharma” che, a parte Moderna, sono rimaste a guardare. Sono il frutto di piccoli-medi laboratori, fortemente innovativi e focalizzati, che hanno sviluppato questi prodotti per poi cederli alle Big Pharma. Il vaccino di Astra Zeneca è stato sviluppato da IRBM di Pomezia, non da Astra Zeneca. Le grandi società trovano più comodo comprare i risultati delle piccole e non investire nulla. Vogliamo ancora di più facilitare le loro operazioni? Inoltre la facilitazione delle operazioni di Merger and Acquisition (M&A), come apertamente affermato nel piano Colao, andrebbe a solo vantaggio di un pugno di grossi cagnoni che si avvantaggerebbero di queste operazioni. Tra l’altro la misura sarebbe poco incisiva in una situazione di depressione economica come l’attuale. Quale sarebbe l’incentivo alla crescita derivante da una concentrazione ulteriore del mercato? Nessuna.
Queste però sono solo misure regressive ed antisociali. Il peggio verrebbe dal punto 4). Colao prevede un fondo delle dimensioni fra i 100 ed i 200 miliardi, gestito da CDP; che ormai fa tutto all’interno del Ministero dell’Economia. Da dove vengono i soldi?
https://scenarieconomici.it/addio-oro-e-partecipazioni-statali-nellagenda-di-conte-il-piano-colao-per-rubare-le-ultime-cose-rimaste-allitalia/

Anonimo ha detto...

Giuseppe Palma:
Gli "aiuti" della UE consistono in 172 miliardi del Recovery Fund (a rate e dal 2021) e in 36 del Mes: 208 miliardi, di cui 126 da restituire.
Sotto "sorveglianza" della UE e con riforme da fare (il già sperimentato massacro sociale).
Basterebbero 2 aste da 100 miliardi dei nostri titoli di stato. Solo ieri la domanda del BTP decennale è stata di 100 miliardi. Senza la necessità di metterci il cappio al collo con la UE. Lo capite che sia il Mes che il Recovery Fund sono un modo per strozzare il Paese per i prossimi decenni? Lo capite questo o vi devo fare il disegnino?
La decisione della BCE, assolutamente condivisibile, di prolungare gli acquisti sul mercato secondario, è propizia per un massiccio ricorso sul mercato primario.

Anonimo ha detto...

COL RECOVERY FUND ANCORA PIÙ TASSE, COSÌ L’ITALIA VA IN PEZZI
( Giulio Sapelli)

In Europa è in corso una guerra e il Recovery Fund rischia solo di rappresentare per l’Italia non un’ancora di salvezza, ma un colpo di grazia
Quello che non dice nessuno è che anche i sussidi saranno raccolti dall’Ue a debito e non saranno regalati a nessuno perché andranno ripagati con finanziamenti degli Stati dell’Ue.
.....
Se non si comprende che la proposta di Recovery Fund proviene da un’Europa in cui il capitalismo è impegnato in una guerra affannosa per la sopravvivenza per la crisi pandemica, non si comprende il senso della tragedia che si avvicina.

Pensate all’acciaio e al destino cui una classe tecnocratica e politica europea (così si autodefinisce) l’ha ridotto. Il caso Ilva ne è l’emblema, con la sua definitiva scomparsa dopo averla affidata all’unico gruppo mondiale che ricercava senza mascheramenti di ridurre la sovrapproduzione in cui era immerso, tanto che andrà chiusa… facendo sì che la siderurgia ad acciai speciali migliore del mondo non possa partecipare alla gara per la futura ricostruzione mesopotamica, grazie alla concorrenza sleale degli acciai cinesi e degli altri produttori turchi ed europei. Il solo Massimiliano Salini, non a caso cremonese e giustamente impegnato nella difesa del suo territorio, l’ha recentemente con coraggio ricordato, questo vero e proprio dramma che non interessa più nessuno e che cova una tragedia umana, sociale, ambientale, politica, terroristica.

Ma veniamo al parto del bimbo deforme, poverino, battezzato Next Generation EU. Frutto del travaglio della Commissione, potrà essere attivato – lo si legge solo sul Wall Street Journal – il primo di gennaio del 2021, quando la cenere si sarà posata.
Vediamo di fare chiarezza nella tragedia. L’Ue ricercherà sui mercati mondiali circa 750 miliardi di euro. Li prenderà a prestito. Di questi, come si è detto, 500 saranno erogati come sussidi e garanzie. Altri 250 saranno prestati agli Stati dopo negoziazioni che dilanieranno l’Europa, piuttosto che unirla – purtroppo – come pensano, se pensano, le anime belle.

Si dice che l’Italia otterrà, grazie agli accordi informali già stipulati, circa 80 miliardi di sussidi e 90 di prestiti. Quello che non dice nessuno (salvo l’attento e severo professor Perotti a cui vanno resi onore e gloria) è che anche i sussidi saranno raccolti dall’Ue a debito e non saranno regalati a nessuno perché andranno ripagati con finanziamenti degli Stati dell’Ue. Come? Si è ancora incerti, ma le nuove tasse non potranno mancare e saranno parametrate al Pil degli Stati medesimi con proporzionalità alle quote nazionali che concorrono a formare il bilancio dell’Ue.

Si dovrebbero ottenere circa 17 miliardi di sussidi (non tantissimi!) nel corso dei quattro anni a partire dall’1 gennaio del 2021, con un esborso molto diluito nel tempo. Certo c’è grande differenza nei tassi: l’Ue emette debito a tassi inferiori a quello di ogni singolo Stato, ma la sostanza dell’indebitamento rimane, risparmiando circa, io credo (con il buon Perotti), un miliardo, un miliardo e mezzo l’anno. Il problema forse ancora più grande, vista l’incapacità assoluta delle attuali classi politiche di gestire la cosa pubblica, è il fatto che il Governo, i Governi presenti e futuri, dovranno amministrare una quota non indifferente del Pil in quattro anni con piani in parte indicati dalla Commissione, ma in parte affidati alle classi politiche attualmente incaricate di governarci.

Maria Guarini ha detto...

https://m.ilgiornale.it/news/politica/addio-colao-lavoro-task-force-non-sar-usato-piano-rilancio-1868069.html

Anonimo ha detto...

Il piano di Colao

Il.piano Colao assomiglia terribilmente alla deindustrializzazione finale del Paese.
Il capo della task force di tecnici assembrata da Conte, già membro del gruppo Bilderberg ed ex amministratore delegato di Vodafone, ha raccomandato espressamente che le quote delle partecipate pubbliche, sia quelle statali che degli enti locali siano trasferite ad investitori privati.
Il contesto emergenziale sarebbe in questo caso la cartina di tornasole ideale per aggirare tutte le complesse procedure burocratiche da seguire per la vendita delle azioni delle imprese pubbliche.

Vai all'articolo

https://lacrunadellago.net/2020/06/09/il-piano-colao-e-la-deindustrializzazione-finale-dellitalia-decisa-dal-nuovo-ordine-mondiale/

Anonimo ha detto...

Sintesi del dossier del superman Colao del gruppo dei poverelli di Bilderberg chiamato da Conte per salvare l'Italia:

- 5G
- APP IMMUNI
- MONETA ELETTRONICA
- GENDER

Sono 53 pagine, infarcite di inglesismi e tecnicismi, scritte da veri "fighetti".

Dico io: perché eleggiamo 945 politici (tra deputati e senatori) se poi affidiamo l'Italia nelle mani di manager che difendono gli interessi di certe lobby?

Anonimo ha detto...

In molti avevano perso di vista il “buon “ COLAO, qualcuno aveva anche fatto ironia sul fatto che seguisse l’emergenza Italiana da Londra.
Invece lui, zitto zitto col suo computerino si stava alacremente dando da fare ed ecco che puntualmente se ne ESCE con il suo DOSSIER ITALIA.
Da fedele LACCHÈ dei POTERI FINANZIARI, HA MESSO A PUNTO UNA RICETTA in grado di SCHIANTARE DEFINITIVAMENTE la STRUTTURA ECONOMICA del nostro PAESE!!
Un CATACLISMA EPOCALE da cui SARÀ IMPOSSIBILE RIALZARSI tale da DERUBRICARE ad ATTI MISERICORDIOSI il ricorso al MES ed ai vari STROZZINAGGI UE!!!

Vi SCONGIURO di LEGGERE questa ANALISI del “DOSSIER COLAO” elaborata da Giuseppe MASALA per “l’indipendente.it”

La notizia più importante del giorno ce la dà Milano Finanza: la Commissione Colao istituita al di là di qualsiasi processo democratico, per fare un piano anticrisi – ha presentato il suo Dossier.

Il Punto fondamentale descritto dall’articolista di MF è il seguente: “Il sostegno all’economia dovrebbe passare attraverso la creazione di un Fondo per lo Sviluppo che avrà una dotazione compresa tra i 100 e i 200 miliardi di euro. Lo Stato, le regioni, le province e i comuni conferiranno al Fondo immobili, partecipazioni in società e titoli. (…) Secondo quanto si apprende verrà poi sondata anche la possibilità di attingere a parte delle riserve auree di Bankitalia. E’ previsto che il fondo verrà gestito da CdP. Le sue quote dovrebbero essere messe a garanzia dei crediti erogati alle imprese e dunque assegnate alle banche e vendute agli investitori internazionali e alla stessa Bce”. Cosa possiamo dedurre? Vediamo brevemente:

1.Che lo stato dovrà dare fondo a tutto il suo patrimonio (quello che è rimasto dopo il grande saccheggio degli anni 90). Per raggiungere la capienza prevista dal fondo lo stato dovrà conferire, Eni, Enel, Fincantieri, Leonardo, Anas-Ferrovie. Le Regioni e Comuni tutte le società di servizi di pubblica utilità da quelle per l’erogazione dell’acqua alle municipalizzate dei trasporti, dell’energia elettrica, dello smaltimento rifiuti. Tutto.

2.La cessione delle grandi aziende di stato, che peraltro sono le uniche italiane a mietere successi in tutto il mondo (ultimo caso la costruzione delle Fregate Fremm per la Us Navy da parte di Fincantieri) relegherebbe l’Italia nella serie B delle nazioni. Un danno diplomatico e politico immenso.

3.Non si capisce perchè l’oro di Bankitalia dovrebbe essere conferito al fondo castrando qualsiasi margine di Bankitalia di essere operativa nel caso in cui si tornasse ad una moneta nazionale (cosa che potrebbe accadere non perchè l’Italia esce dall’Euro ma perchè l’Euro si disgrega a causa della rottura definitiva dell’asse franco-tedesco). Inoltre quell’oro potrebbe essere collocato tramite covered bond direttamente sul mercato raccogliendo danaro a tasso negativo perchè simili covered andrebbero a ruba in tutto il mondo. Invece conferendolo al fondo non ci sarebbe trasparenza sulla valutazione e sulla resa.

4. Ci sarebbe anche un problema di equità sociale. Il patrimonio dello stato non appartiene alla Razza Padrona degli imprenditori (selezionati dalla politica) che si vedrebbero garantiti i loro prestiti con le quote del fondo ma a tutti gli italiani compresi quelli che non sono imprenditori e compresi anche i cittadini italiani che in questa fase dormono in macchina perchè non hanno una casa. Lo stato e il suo patrimonio non sono della borghesia “compradora” italiana ma di tutti. Questo è un problema di democrazia che la commissione Colao evidentemente non coglie (le miserie degli studi in materie economiche sono queste).

Insomma, la Commissione Colao composta da tecnocrati ipercompetenti partorisce il solito progetto di saccheggio dello stato italiano a vantaggio di pochi.
Evito di sottolineare poi le aderenze di Colao con i mitici “investitori internazionali” che dovrebbero acquistare le quote del Fondo anche se il conflitto di interesse pare evidente.

Anonimo ha detto...

...segue
Non mi soffermo troppo sugli altri punti del piano quali:

1. defiscalizzazione monstre per le sole imprese che si fondono e aumentano il capitale (cioè le grandi),

2. commissariamento con fusione, cessione o liquidazione delle imprese in crisi (le piccole in particolare)

Basta quanto detto per ciò riguarda il Fondo per capire che siamo di fronte alla completa privatizzazione dello Stato a vantaggio della borghesia “compradora”. Questi punti rafforzano solo il concetto ma non aggiungono nulla di nuovo rispetto a quanto sottolineato.

Infine una parola per la Professoressa Marianna Mazzuccato, componente della Commissione diventata famosa a livello internazionale per aver scritto il libro “Lo stato imprenditore”. Con questo piano ha semplicemente strappato le pagine del suo libro, una ad una, le ha appallottolate, messe in bocca, masticate ed ingollate. Una prece.

P.s. In Cile per imporre il Piano Colao (lì, Piano Pinochet-Friedman) hanno dovuto bombardare il Palazzo Presidenziale de La Moneda, uccidere Salvador Allende ed altre decine di migliaia di persone e instaurare una Junta militare. Qui è bastato mettere quattro scalzacani venduti in una commissione tecnica

Anonimo ha detto...

Il pacchetto Colao verrà fatto proprio da Conte o messo in un cassetto o buttato via?
Se Conte lo attuasse sarebbe subito sminuito, deve farlo lui il piano di rilancio.
È giusto partecipare agli Stati Generali dell'Economia, come sembrano più propensi a fare Berlusconi e Salvini e meno Meloni?
No, sarà solo confusione, una rapida carrellata di gente e nessuna proposta del CDX sarà accolta. Opposizione intransigente, richiesta di elezioni politiche a settembre. Altro non c'è da fare.

Maria Guarini ha detto...

DIAMANTI E LETAME: TRE MESI PERSI

La Lega scopre che il report della task force di Colao, tra i vari punti contiene delle proposte di provvedimenti che corrispondono a ben 4 EMENDAMENTI di Centrodestra presentati circa 3 mesi fa al Decreto Cura Italia. Si tratta di proposte relative all'anno bianco fiscale, alla sospensione del codice degli appalti, a vari provvedimenti a favore della liquidità delle imprese.
In Senato, il legittimamente indignato sen. Alberto Bagnai chiede che il governo innanzitutto spieghi come mai sia stata richiesta la consulenza di varie task force, in totale ed assoluto spregio dell'art.99 della Costituzione che istituisce il CNEL come organo consultivo del governo e del Parlamento in materia economica.
Oltre a ciò, nell'ipotesi che i provvedimenti
di Colao fotocopia degli emendamenti di Centrodestra vengano approvati ed attuati, Bagnai chiede anche come mai all'epoca della loro presentazione da parte delle opposizioni, siano stati BOCCIATI dal governo.
Ignorarli mesi fa e prenderli in considerazione SOLO adesso, mentre il tessuto delle imprese è ormai smagliato, con gravi conseguenze e ripercussioni anche per la tenuta dell'ordine sociale, secondo Bagnai è un ERRORE GRAVISSIMO.
Il senatore leghista icasticamente sintetizza così il suo pensiero: "Il governo spieghi come mai gli stessi provvedimenti adesso diventano DIAMANTI, e 3 mesi fa erano considerati LETAME!"

Anonimo ha detto...

MA CHI E' COLAO?

Seriamente. Senza polemiche. Senza entrare nel merito di ciò che fa (o non fa, o vorrebbe fare).

In quale legge, costituzione, o altra fonte, è stato previsto che la società e il popolo italiano fossero indirizzati o guidati da un manager?

Chi è questo signore, che da Londra se ne va a spasso (perchè lì è consentito), mentre i suoi amici italici che lo hanno designato stanno segregando una nazione intera e scagliano anatemi contro la stessa Inghilterra per non aver fatto lo stesso?

Chi è questo signore, che pretende l'immunità - no, non dal virus, ma dalle LEGGI - per poter dettare regole a un popolo intero?

Non lo so, onestamente, se sia un genio, un cretino, un illuminato, un massone, un prestanome, un bugiardo, una persona specchiata o che altro. Non lo so, e non mi interessa: so soltanto che non è previsto in alcuna democrazia, che al dibattito parlamentare si surroghi un dettame manageriale.

Il fatto che il Paese sia governato da uno che non è un politico eletto, e che questi designi e incarichi un manager per determinare come "uscire dalla crisi", provocata dalle decisioni del premier stesso, dovrebbe far riflettere. No, non fare il tifo da stadio: pro o contro le idee o i progetti, che possono piacere o meno. Piuttosto, occorre riflettere sulla privatizzazione del governo, che del processo democratico costituzionale non ha nulla. Zero. E questo lo dico anche (soprattutto) a chi ancora ha creduto e crede che con il proprio voto avrebbe fatto o farà la differenza: c'era, per caso, il nome di Conte, su qualche scheda elettorale? C'era, per caso, il nome di Colao? O quello di Arcuri? O quello del capo della protezione civile? O di qualcuno dei membri del comitato tecnico scientifico? Perchè, se non c'erano quei nomi, allora è facile notare che chi governa, con la volontà degli elettori non c'entra nulla. Esattamente come i progetti di questo signore non hanno nulla a che vedere con il virus o la "ripresa", ma sono semplicemente volti a forzare un cambiamento sociale e istituzionale bypassando il processo democratico.

Quindi, ancora una volta... CHI E' COLAO?

Carlo Prisco