martedì 9 giugno 2020

L’ULTIMA MOSSA TEDESCA/ Senza la firma del Mes l’Italia non avrà più aiuti dalla Bce

Possibile che il popolo italiano debba inesorabilmente continuare a rimanere in mano ai propri aguzzini interni ed esterni?

L’Italia, grazie al governo Conte, entrerà – o meglio, dovrà entrare – nel Mes per non vedersi rifiutare gli acquisti di Btp dalla Banca centrale europea. È un rovesciamento di prospettiva: finora gli avversari del vincolo esterno si sono opposti al Mes contando sugli acquisti della Bce. C’è la Bce, dunque il Mes non ci serve. Ma se la Bce dovesse interromperli? Lo scenario è l’ingresso dell’Italia nel Mes come contropartita degli acquisti: il nostro paese dovrebbe entrare nel Meccanismo europeo di stabilità per consentire la prosecuzione degli acquisti illimitati. Con Alessandro Mangia, ordinario di diritto costituzionale alla Cattolica di Milano, cominciamo dalla fretta che Christine Lagarde ha messo ieri alla Commissione. La presidente della Bce ha chiesto di approvare rapidamente il Bilancio 2021 e il Recovery Fund. Come dire, sbrigatevi, perché il gioco non può continuare.

Da Lagarde è arrivata una sorta di “fate presto” con il Recovery Fund. È così decisivo?
Beh, decisivo per chi? Bisogna distinguere. Ci sono paesi messi meglio e paesi messi peggio. Noi, naturalmente, siamo tra quelli messi peggio. Se pensa che solo una settimana fa Visco ha preannunciato un calo del 13% sul Pil, si ha la misura della situazione.

Obiezione: a che cosa ci servono i prestiti di Recovery Fund e Mes se la Bce sta facendo gli “straordinari”?
A rigore non dovrebbe servire a nulla. La Bce sta facendo quello che avrebbe fatto la Banca d’Italia prima del divorzio Ciampi-Andreatta del 1981. Che è poi quello che stanno facendo tutte le banche centrali del mondo. Solo che lo deve fare di nascosto, coprendosi dietro cortine fumogene. Secondo la vulgata dei giornali questa attività avrebbe dovuto essere svolta sotto l’etichetta di Programma Omt (Outright Monetary Transactions), per singoli paesi in crisi, e solo dopo attivazione del Mes. E dunque solo dopo assoggettamento a sorveglianza rafforzata e aggiustamento macro, ai sensi del Trattato Mes e del Reg. 472.

Bene. E se mettiamo da parte la vulgata?
La Bce è stata costretta ad anticipare i tempi: compera tutto quel che deve comperare e poi qualcuno si attende che si entri nel Mes come contropartita. Da qui le pressioni concentriche.
Ampie, molto ampie. A cominciare dalle parti sociali come Confindustria.
Non capiscono le implicazioni che avrà il Mes sul sistema bancario italiano e sulle loro possibilità di finanziamento future. Molti auguri a loro.

E poi ci sono le pressioni di alcuni partiti.
Soprattutto di qualche partito che, a Mes attivato, spera di continuare a governare l’Italia per conto terzi, come sta facendo adesso. Ma anche dei funzionari del Mes, che rilasciano interviste da piazzisti promettendo sconti a prestiti che nessuno vuole, a parte il partito del vincolo esterno.

Che impressione le fa il confronto sul Trattato?
Quella del Mes sembra ormai una televendita: più si aspetta più il prezzo per entrare si abbassa. Ma più che i funzionari del Mes, che dal 2013 non fanno nulla a parte intermediare sulla piazza lussemburghese in una condizione di assoluta immunità da ogni giurisdizione, stupisce chi se ne fa fautore, favoleggiando di rinnovi del sistema sanitario nazionale con un finanziamento a termine e a condizioni capestro.

Finora l’iniziativa di Francoforte poggia esclusivamente sull’importanza dell’Italia per l’eurozona, sul nostro essere “troppo grandi per fallire”. E invece?
E invece la Bce, pur facendo tutto quel che dovrebbe fare una banca centrale, ha i suoi problemi. In Germania e non solo in Germania il fastidio verso il Pepp è fortissimo, visto che è un aggiramento se non una violazione dei Trattati. Tant’è vero che in Germania è all’ordine del giorno il dibattito sull’opportunità di lasciare la zona euro per non vedere trasformata l’Unione in una Unione di trasferimento. Altro che momento Hamilton.

Infatti ieri Stiglitz in una intervista al Fatto Quotidiano ha detto che “se tornerà il Patto di stabilità (…) per l’Eurozona sarà un disastro”.
È così. Non durerebbe sei mesi. Che Lagarde ci dica che in Bce ci si aspetta una recessione dal 5% a una del 12% nell’area euro per quest’anno, con un’ipotesi centrale dell’8%, dovrebbe dirla tutta sulle prospettive di tenuta.

Fino ad oggi il Mes serviva ad attivare il programma Omt. Lo schema può essere ribaltato così facilmente? O firmi il trattato, o smetto di acquistare?
È chiaro che qui siamo fuori dall’ipotesi Omt e in un terreno inesplorato. Se lo chiamiamo un Omt anticipato forse si capisce meglio. Cosa succede se dall’oggi al domani la Bce, o meglio la Banca d’Italia su mandato Bce, smette di comperare sul mercato secondario, come già è successo in passato? È chiaro che ci troviamo in una situazione in cui i discorsi classici sull’indipendenza delle banche centrali si capovolgono. Oggi da difendere non è l’indipendenza della Bce dai governi, ma l’indipendenza dei governi dalla Bce.

Alla luce di questo, la dialettica sì/no Mes (con ingresso nelle condizionalità europee) e affidamento alla Bce, appare un problema inesistente: sarebbe risolto in partenza.
Le condizionalità ci sono sempre state, ci sono, e ci saranno, finché non si interviene sulla disciplina in vigore. E non saranno le interviste di Regling o i tweet di qualche commentatore nostrano a levarle di mezzo. Semmai a stupire sono due cose.

Ci dica.
Che non si parli di sospendere o derogare il Reg. 472 che impone sorveglianza rafforzata e aggiustamento macro. E che, con condizioni di mercato tanto favorevoli, il Tesoro non approfitti della situazione per finanziarsi. Che si mettano sul mercato 15 mld con una richiesta di 100 è singolare, no? Sembra quasi che si voglia restare con la cassa prosciugata per poter dire che non si possono non prendere 36 mld e finire in mano alla troika.

Il 5 giugno la Grecia ha detto no al Mes sanitario.
Anche se ormai il Mes viene offerto a tassi negativi sul finanziamento settennale, non lo vuole nessuno, e chi se lo è preso come la Spagna ne è voluto uscire prima del tempo. Questo dovrebbe dire qualcosa.

Insomma lo si vuole solo in Italia.
Lo si vuole solo in Italia e solo da qualcuno. Chissà perché. Mi sembra un fatto molto politico e molto poco economico.

Quali sarebbero le conseguenze per le nostre banche?
Con una recessione annunciata da Bankitalia di almeno il 13% ha idea dove andranno i Npl nei prossimi mesi? E le difficoltà di finanziamento delle imprese? Altro che 2011. E con un debito pubblico downgradato dalla presenza di creditori privilegiati, dove andrà il valore del debito pubblico che hanno in pancia?

Intanto si può fare affidamento sugli acquisti Bce per evitare un downgrade repentino…
Ma questi prima o poi questi acquisti finiranno. E allora? Per non parlare del fatto che il 5 agosto ci sarà la resa dei conti di fronte alla Corte di Karlsruhe sugli acquisti selettivi della Bce. E non è un mistero che in Bce ci si prepari al peggio. La verità è che uscire dall’euro in Germania non è affatto un tabù come da noi. Basta leggersi la Faz o la Bild per averne un’idea.

Non le pare che la “riforma” via Ue/Bce di questa Italia post Covid vada perfettamente a braccetto con una riduzione dei parlamentari e un sistema proporzionale?
Quella riforma è stato un tributo pagato dal Pd a M5s per potere andare al potere meno di un anno fa. Adesso i ruoli si sono invertiti, i 5 Stelle non esistono più politicamente e servono solo come massa di manovra al Pd in cambio di un prolungamento della legislatura. Il problema che abbiamo da quasi trent’anni è quello di una Repubblica parlamentare senza più partiti, costretta a farsi governare da presidenza della Repubblica e magistratura.

In un quadro del genere lei che cosa si aspetta?
Come minimo, l’assalto delle categorie che si aprirà nel gennaio 2021, quando arriveranno i primi prestiti dall’Europa sotto specie di Recovery Fund. Tutti hanno bisogno di soldi, e quindi è un momento di grandi occasioni che aprirà la sagra del peggio. Tutti alla ricerca di mance e mancette, come ai tempi delle finanziarie di trent’anni fa.

Con quale differenza?
Con la differenza che adesso il paese è molto più povero e disarticolato. E senza classe politica. Tant’è vero che invece di rivolgersi ai partiti, ci si rivolge alle task force.

Germania e Olanda hanno torto a diffidare dell’Italia?
Non mi sorprende, se pensa a quello che le ho appena detto. Né mi sorprende che spingano per un commissariamento del paese via Mes. Che però andrà a loro vantaggio, come in ogni economia di estrazione che si rispetti.
(Federico Ferraù - Fonte)

17 commenti:

mic ha detto...

Alberto Bagnai - Asfaltatina (con stile) ad Alan Friedman - 8/06/2020
https://www.youtube.com/watch?v=dLXg7dCbNws

mic ha detto...

Dopo il sucesso delle ultime aste arriva una nuova emissione. Proprio come volevano i "sovranisti"

Il successo nelle ultime aste spinge il ministero dell'Economia a fare un ulteriore passo verso la vendita di titoli di Stato per finanziare la ripresa economica dopo l'emergenza Coronavirus. Una linea politiche che era stata rivendicata a più riprese dal centrodestra, in particolare dai leader di Lega e Fdi Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Da questo punto di vista si può dire che, finalmente, Conte obbedisce ai sovranisti.

Si chiamerà Btp Futura, il nuovo Titolo di Stato esclusivamente dedicato ai risparmiatori individuali e affini (il cosiddetto mercato retail), di cui il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha annunciato la prima emissione da lunedì 6 luglio a venerdì 10 luglio (fino alle ore 13).
https://www.iltempo.it/economia/2020/06/08/news/btp-futura-aste-titoli-di-stato-giuseppe-conte-obbedisce-matteo-salvini-governo-debito-pubblico-emergenza-coronavirus-23171254/

Anonimo ha detto...

https://rep.repubblica.it/pwa/generale/2020/06/09/news/conte_colao_e_la_chimera_degli_stati_generali_ecco_cosa_c_e_dietro-258753112/

Anonimo ha detto...

Avete capito cosa sta accadendo, vero?
Anziché emettere titoli di stato soddisfacendo l'intera domanda sul mercato primario, che comprerebbe nella quasi totalità la BCE, stanno spingendo affinché i titoli li emetta il #MES - che li compra ugualmente la BCE - per poi farceli prestare e spenderli sotto la sorveglianza economica e fiscale della Ue.
Delle due, l'una: o sono coglioni o sono traditori.
(Giuseppe Palma)

Anonimo ha detto...

Il piano Colao, due mesi di lavoro per pianificare una rapina

Italiani tremate, tremate, perché le proposte sono arrivate. Da ieri è nelle mani di Giuseppe Conte infatti il piano per la ripresa elaborato dalla task force guidata da Vittorio Colao e da cui proprio alla fine è sparita la firma della più importante “quota rosa” del gruppo: la professoressa Marianna Mazzuccato, consigliera economica dello stesso Conte. Un particolare che fa apparire molto fragili le 53 pagine del documento finale di Colao accompagnate da 121 slides.
Da giorni circolavano voci sulla scarsa propensione sia del premier che di buona parte dei ministri a mettere cappello su quelle proposte, anche per non fare diventare Colao il salvatore della Patria, e la mancata firma della Mazzuccato ora ci dice che buona parte di quelle idee resteranno lettera morta. Ve ne riferiamo nelle pagine interne, e a dire il vero sembrano in larga parte l'enciclopedia della banalità. Ma c’è una scheda che può affascinare buona parte del consiglio dei ministri, soprattutto quella Pd-Leu. Il tema è quello della economia sommersa da fare riemergere, e Colao in sostanza propone il solito condono che anche se chiamato «voluntary disclosure» è più o meno in linea con le proposte lanciate qualche giorno fa da Matteo Salvini. Quindi possiamo stare certi che finirà direttamente nel cestino. Non tutto però: perché avrà le sue truppe di tifosi la parte che propone di incentivare il passaggio ai pagamenti elettronici e ridurre al minimo l’uso del contante. Questa invece è molto cara alla sinistra, e dentro ha una piccola bomba: una sostanziale tassa sull’utilizzo del contante che scatterebbe oltre una certa soglia prelevandolo al bancomat o allo sportello quando l’operatività degli istituti di credito tornerà ad essere normale (oggi non lo è). Colao lo scrive in modo generico, proponendo di abbassare le soglie di legge per l’utilizzo del denaro contante, chiedendo al contempo alla Ue di mettere fuori corso le banconote da 200 e 500 euro. E poi di stabilire «disincentivi al ritiro e all’utilizzo dei contanti, ad esempio con un anticipo fiscale a valere sui prelievi di contante».

Una tassa sulle banconote, dunque. E con le idee che già frullavano in testa ai vari Andrea Orlando e compagnia Pd, possiamo stare certi che questa parte del piano Colao non è destinata affatto al cestino della spazzatura. Avranno problemi gli italiani più anziani, che senza banconote di sentono perduti e che ben poco si fidano ancora dei pagamenti con la moneta elettronica. Ma soprattutto diventerebbe nel momento sbagliato una nuova mazzata per bar e piccoli esercizi commerciali che già stanno affogando per colpa del lockdown e della riapertura a motori spenti a cui sono costretti dalle norme governative. Perché ovviamente scatterebbe subito l’obbligo di pagamenti elettronici anche per il più piccolo acquisto o consumazione, e per un barista grazie alle commissioni esistenti su carta di credito e bancomat diventerebbe in perdita ogni caffè venduto. Idea geniale in questo momento.
Ma al piano degli esperti guidati da Colao non puoi dire che manchino le soluzioni: soldi a fondo perduto, protezione sociale e incentivi fiscali a tutti, tali da compensare anche questi nuovi problemi che si creerebbero. Non c'è una cifra però nelle slides e nelle pagine che le illustrano, e a occhio e croce quelle proposte dovrebbero presupporre una banca centrale in grado di stampare moneta (virtuale) a ciclo continuo, perché servirebbero per realizzarle centinaia di miliardi di euro.

Anonimo ha detto...

....segue
Altre a parte avere un costo non prevedibile sono ragionevoli supercazzole se mi passate il termine. Come il «Piano Turismo Italia»: «Pianificare un miglioramento strutturale di qualità, sicurezza e competitività del Turismo in Italia, sviluppando al più presto un piano strategico di lungo periodo, articolato sulle leve di intervento prioritarie: portafoglio prodotti, trasporti, sistema ricettivo, canali di vendita/distribuzione, formazione, branding e strategia di comunicazione e promozione, assetto normativo».

Se poi volete sapere pure che la pubblica amministrazione deve essere «alleata di cittadini e imprese» e non loro avversaria, beh anche questo Colao l’ha scritto. E con scioltezza potreste passare al denso capitolo «Individui e famiglie, in una società più inclusiva ed equa» (eroicamente fuggita la tentazione di disegnarne una che esclude con grandissime ingiustizie) denso di colpi di scena come «Il signore degli anelli», con vette travolgenti nelle parti che affrontano la parità di genere: «Il Comitato ritiene necessario investire con decisione nella valorizzazione delle risorse femminili». Ma ce ne è anche per le infrastrutture che sono «il volano del rilancio» mentre invece Colao ha scoperto che oggi in Italia «soffrono di lentezze e resistenze burocratiche che non permettono la tempestiva realizzazione delle opere, frenando la crescita del Paese». Un vero Scherlock Holmes l’ex capo di Vodafone, forse facilitato in questo dall’avere vissuto il lockdown in Inghilterra.

Ma la fiera delle banalità è tale che ti chiedi davvero se mai ne avrebbe simili in un piano industriale del colosso della telefonia mobile. Ma la risposta è per forza no: con un documento simile non avrebbe venduto una sola scheda telefonica in più...
https://www.iltempo.it/politica/2020/06/09/news/piano-colao-rapina-tassa-contante-bancomat-governo-giuseppe-conte-vittorio-colao-23199236/

Anonimo ha detto...

Nel Paese smart che propone Colao «per un’Italia più equa e resiliente», la ricetta magica indovinate qual è? Il gender insegnato ai nostri figli. Sotto la voce “Individui e Famiglie” trova posto “Promuovere la parità di genere” per una figura non stereotipata della donna in famiglia. Ad essere posta in essere è la solita strategia: si parla di azioni sul piano culturale contro gli stereotipi di genere che inesorabilmente, poi, finiscono nella nuova ridefinizione di uomo e donna imposta dai poteri forti.

Anonimo ha detto...

La plutocrazia finanziaria non avendo etica non ha neanche etnicita’. Per la sua natura apolide possiede elasticità e puo’ camaleonticamente annidarsi ovunque nel mondo e far leva da qualsiasi popolo. Ha la capacità di un cancro pervasivo. Non serve localizzarlo quanto estirparlo e prevenirne la nociva rinascita.

Anonimo ha detto...

TRUMP PRONTO AD AFFOSSARE CONTE ED IL SISTEMA ITALIA. UNA NUOVA TANGENTOPOLI IN ARRIVO?

Russiagate e il coinvolgimento di Renzi, Gentiloni, servizi e pezzi di Stato italiano. Nessun "giornalone" ne parla, ma sembra in arrivo una bufera che potrebbe spazzare via il sistema Italia e che potrebbe restituire libertà e sovranità alla nostra nazione.
di Giuliano Castellino

Mentre in America è in corso la rivolta afro-democratica, ben orchestrata per attaccare Trump, utilizzando l'odio contro i bianchi ed il buonismo internazionalista, mentre il Italia le piazze sono in mobilitazione contro la dittatura sanitaria, qualcos'altro lega le due nazioni.

Una nuova "ondata giudiziaria" sta per travolgere ancora una volta l'Italia, sempre innescata da Washington.

Ma questa volta non sarà innescata da un Deep State ormai in fase di chiaro smantellamento, come successo negli anni 90, quando mani pulite avrebbe dovuto spalancare il Bel Paese al Britannia (in gran parte ci sono riusciti, in minima parte ci fu la resistenza di Berlusconi!)

Questa nuova bufera giudiziaria sarà innescata da quella parte sana del FBI e della CIA che sta portando allo scoperto la verità.

Di quale verità parliamo? Di qualcosa che in Italia viene taciuto dai grandi giornaloni, che ormai è ben noto nei corridoi delle procure e dei palazzi: RENZI AIUTO' OBAMA CONTRO TRUMP nel Russiagate, con l'appoggio di pezzi dello Stato nostrano.

E quella che sta per arrivare sarà una tangentopoli ancora più devastante, perché andrà a colpire tutte quelle forze politiche e quei figuri (anche della cosiddetta "opposizione") rei di aver venduto l'Italia e gli italiani alle forze internazionali, che in nome del Covid hanno instaurato una feroce tirannia sanitaria senza precedenti, che ha calpestato ogni libertà personale e politica, civile e costituzionale. Un sistema che nel nome della pandemia ha asservito gli interessi della Cina, di Bill Gates, del Bilderberg e della OMS. Una dittatura che ha affamato il nostro popolo, lo ha messo a catene e gli ha persino messo la museruola.

Lo spettro di questa nuova Tangentopoli, imminente e inevitabile, parliamo di giorni, comincia a far tremare molte poltrone, perché essa, a differenza di quella del ’92, potrà avere un effetto diametralmente inverso: potrebbe portare l'Italia a liberarsi dalle pesanti catene che fino ad oggi ci hanno costretti, come schiavi e potrebbe restituirci la Sovranità nazionale e quella monetaria.

Trump potrebbe, incredibilmente riportarci quella libertà e sovranità che i suoni nonni ci hanno scippato 75 anni fa.
Forse molti italiani, dimostratisi purtroppo negli ultimi mesi in buona parte un popolo di pecore, facilmente asservibili e suggestionabili, inizialmente non capiranno la portata di certi eventi e, come fecero nel 1992, faranno emergere il loro lato più giacobino e giustizialista sputando addosso e lanciando monetine ai personaggi politici che via via saranno arrestati.
Quegli stessi personaggi che fino a ieri hanno votato!
Ma starà a noi evidenziare l'altro tradimento di una classe politica che ha venduto il nostro popolo e la nostra nazione e soprattutto non permettere che altri traditori non approfittino della situazione (Lega e FdI in testa!)

Anonimo ha detto...

... segue
Le indagini americane hanno messo in evidenza abbastanza chiaramente l'intervento di una manina tricolore nella costruzione della pantomima Russiagate - finto scandalo creato ad hoc per affossare l'elezione di Trump - con il contributo dei nostri servizi segreti e l'avvallo di Renzi servo di Obama e dei Clinton.

Il 9 Ottobre del 2019 (dieci giorni prima del rilascio del Covid-19 a Wuhan), due settimane dopo l'incontro con il ministro della Giustizia William Barr, anche il direttore della CIA, Gina Haspel venne a Roma per incontrarsi con i vertici dell’Intelligence: Gennaro Vecchione (DIS), Luciano Carta (AISE), e Mario Parente (AISI).

Secondo gli investigatori americani, ci sono chiare evidenze che qualcuno in Italia stia spudoratamente mentendo, e pare che l'attuale Premier sia sulla graticola.
Per questo motivo il direttore della CIA si sarebbe preso la briga di venire personalmente a Roma.

Per tre mesi, dal 24 Giugno al 27 Settembre 2019, all'interno dei Servizi Italiani, l'ufficio sicurezza interna ha indagato in segreto sull'operato dei due governi a guida PD, per verificare se si fossero verificati comportamenti non del tutto regolari a favore dell'allora Presidente Obama e del suo Segretario di Stato Hillary Clinton, per boicottare Trump nel 2016.

Vale la pena ricordare che nello stesso periodo Conte ha fatto accordi importanti con due protagonisti di quella fase: ha formato un nuovo Governo grazie a un accordo ispirato da Matteo Renzi (attuale suo sostenitore), uno dei due Premier sul cui operato stava indagando l'Intelligence, e ha nominato alla Commissione Europea il secondo, Paolo Gentiloni.

Ogni prova di eventuali irregolarità commesse da Renzi o da Gentiloni farebbe esplodere il Governo e metterebbe lo stesso Giuseppe Conte di fronte a enormi problemi giudiziari.
Le cose diventeranno molto più chiare a tutti quando verrà pubblicata la relazione e i media mainstream italiani non potranno ignorare la portata devastante di certe rivelazioni.

O quando usciranno anche i nomi di noti faccendieri e Pm già indagati a Perugia.
La Libertà forse per l'Italia è già dietro l'angolo…
Ma la domanda è un'altra: gli italiani se la meritano?
Molti se la stanno conquistando nelle piazze, molti altri se la stanno soffocando con il bavaglio in faccia!

https://www.litaliamensile.it/post/trump-pronto-ad-affossare-conte-ad-il-sistema-italia-una-nuova-tangentopoli-in-arrivo

Anonimo ha detto...

Questo assassino, dittatore, islamico fanatico che detta secondo lui l’agenda agli austriaci fa riflettere. Il fanatismo islamico, grazie ai mollicci governanti UE, è partito di nuovo alla conquista dell Europa, ma, forse, nel Vecchio Continente qualcosa si muove per non farsi islamizzare. Nuove crociate contro la mezzaluna? Se serve per frenare la deriva islamista dell Europa vorrà dire che che ci attrezzeremo, ma, per riuscire di nuovo a ripetere dopo secoli Vienna e frenare i barbari servirà recuperare coscienza di se, principi, valori e senso di appartenenza. Altrimenti, il futuro islamico, come nel resto del bacino sud del Mediterraneo, dove i Cristiani sono ormai estinti e quei pochi rimasti perseguitati quando non uccisi, diverrà presto realtà, con tanto di burqa, culi all aria a pregare e Sharjia!

https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2018/06/10/erdogan-austria-vuole-guerra-religione_12da1506-e9c7-499d-9034-07c4a43bfb5c.html

Il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, ha avvertito l'Austria, che ha di recente chiuso alcune moschee ed espulso degli imam, avvertendo che queste azioni portano alla guerra di religione.
"Queste misure prese dal cancelliere austriaco stanno, io temo, portando il mondo verso una guerra fra Crociati e la Mezzaluna", ha detto il leader turco in un discorso tenuto a Istanbul. Erdogan ha dichiarato che il provvedimento del cancelliere Sebastian Kurz ha un carattere "anti-islamico" e ha promesso una risposta. Fra le misure adottate da Vienna, la chiusura di sette moschee in territorio austriaco e l'espulsione di decine di imam "finanziati dalla Turchia". "Loro dicono di voler buttare fuori dall'Austria i nostri religiosi. Credete forse che noi non reagiremo se faranno una cosa del genere?", ha detto nel suo discorso Erdogan, che già ieri aveva criticato il governo di Vienna, giudicando il suo provvedimento il "risultato di un'ondata populista, islamofoba, razzista e discriminatoria".
Il

Anonimo ha detto...

LA RICETTA MAGICA DELLA TASK FORCE PER L’ITALIA? INSEGNARE IL GENDER AI NOSTRI FIGLI.

Nel Paese smart che propone Colao «per un’Italia più equa e resiliente», la ricetta magica indovinate qual è? Il gender insegnato ai nostri figli. Sotto la voce ‘Individui e Famiglie’ trova posto ‘Promuovere la parità di genere’ per una figura non stereotipata della donna in famiglia. Ad essere posta in essere è la solita strategia: si parla di azioni sul piano culturale contro gli stereotipi di genere che inesorabilmente, poi, finiscono nella nuova ridefinizione di uomo e donna imposta dai poteri forti (segnaliamo qui il nostro dossier con alcuni casi eclatanti accaduti in Italia nelle nostre scuole). Ma i nostri bambini e ragazzi non sono ‘imbuti’ da riempire con questa perversa ideologia.

Già quando si parla di ‘creazione di un sistema di monitoraggio del linguaggio online con misure di contrasto ai termini non permessi’ c’è da preoccuparsi seriamente. Un nuovo minculpop sembra avvicinarsi, il Ministero della Verità è qui con la neolingua. Poi si passa a parlare di ‘incentivi o penalizzazioni presso gli editori per garantire la visibilità delle donne in professioni anche più dichiaratamente maschili’. Sapete bene che premiare o punire la stampa in merito a ciò che scrive non appartiene allo Stato di diritto, ma connota tutte le dittature.

E udite udite, scorrendo la lista degli interventi necessari per il Paese, si legge ancora: ‘Mettere A REGIME (sic!) presso l’Istat una rilevazione obbligatoria, il barometro sugli stereotipi e le discriminazioni, per il monitoraggio delle opinioni’. In ultimo, c’è anche la ‘promozione di attività realizzate dalle Università per l’invenzione di soluzioni tecnologiche che contrastino gli stereotipi di genere’. A questo punto possiamo affermare che 1984 di Orwell delineava un ritratto profetico del potere nel futuro avveratosi oggi.

Anonimo ha detto...

“L’Italia non è un’azienda e il governo non è un consiglio d’amministrazione”. Anche Giulio Sapelli stronca Vittorio Colao e il suo piano per la ripartenza nella Fase 3, “fatto di schede”, un po’ come “il programma del Pd ai tempi di Prodi”. Insomma, un mezzo disastro.

Secondo il professore, intervistato dal Giornale, una “follia” spicca su tutte: “l’equo canone per gli affitti degli esercizi commerciali”. E ancora: “Non si dice nulla di rilevante sull’intervento dello Stato in economia, che in questi tempi dovrebbe avere caratteristiche del tutto diverse dal passato”. Più in generale, “ho l’impressione che i componenti della task force non abbiano un’idea della vita reale. La politica è un’altra cosa“.

E il loro piano “è espressione di quel managerialismo che ci ha portato alla rovina. Le regole che ti insegnano nelle scuole di business non possono servire a cambiare il mondo”. Non una parola sulla necessaria riforma della giustizia, mentre la stretta al contante non è una misura anti-evasione, ma “solo un attacco immorale ai commercianti, agli artigiani e agli anziani”. Il bello (anzi, il brutto) viene dopo, e cioè quando quel piano dovrà essere attuato dal governo: “Le task force sono come i consulenti dei manager, servono a evitare responsabilità”.
liberoquotidiano.it

Anonimo ha detto...

Il bagno di folla di Giuseppe Conte in piazza Colonna davanti a Palazzo Chigi si rivela un clamoroso autogol. Il premier ha radunato i giornalisti per presentare i suoi tanto amati Stati generali poi, finito lo show, si è avventurato verso le transenne, per avvicinarsi alla piccola folla assiepata. Azzardo fatale, perché sono subito partiti fischi, urla e contestazioni al grido "buffone" e "a casa". Il tutto, davanti alla videocamera di Franco Bechis. Conte contestato in piazza Colonna. guarda il video integrale di Franco Bechis   Il video del direttore del Tempo, pubblicato sul sito del quotidiano romano, è impietoso. Dai passanti di via del Corso si alza il coro "I soldi, i soldi! La cassa integrazione!". Il premier vorrebbe affrontare i contestatori ma il clima è caldissimo e insieme a Rocco Casalino e al suo codazzo è costretto alla ritirata precipitosa.  

Anonimo ha detto...

Cesare Sacchetti:
Nella relazione del suo piano, Colao scrive che l'obbiettivo è "migliorare la sostenibilità economica e sociale in linea con l'Agenda 2030." Agenda 2030 è il piano ONU per la governance mondiale. Colao vuole portare l'Italia nel nuovo ordine mondiale.

Anonimo ha detto...

Mentre Conte e Gualtieri giocano a fare gli europeisti e annunciano fantamiliardi per il nostro Paese, i tedeschi pensano già di ristrutturare il debito pubblico italiano. Ecco l'ennesima trappola che ci sta preparando la Germania. Sveglia!

https://www.ilparagone.it/economia/germania-italia-come-grecia/

Anonimo ha detto...

Se qualcuno vuole appiopparti ad ogni costo un prestito, con le buone o le cattive (e tutti peraltro si rifiutano di prenderlo), perfino un bambino capirebbe che è una trappola.