martedì 31 marzo 2020

Ma chi deve lasciare l'Europa?

Dal 9 avanti Cristo al 9 dopo Cristo la Germania fu una provincia romana. La stagione finì perché un tribuno romano - Arminio, capo dei Cherusci – ruppe il suo giuramento di fedeltà e organizzò un agguato contro tre legioni che stavano marciando verso il Reno. Questa è la famosa “battaglia di Teutoburgo” che i crucchi celebrano come una sorta di battesimo della loro nazione. E non hanno torto. Perché è lo stigma della loro storia: violenza e inaffidabilità. Altro che lealtà teutonica.
Augusto ci restò malissimo e gridò al povero Varo – morto e non sepolto – di restituirgli le sue legioni. Tiberio, che gli succedette cinque anni dopo ed era stato un gradissimo generale - aveva conquistato i Balcani settentrionali – considerò bene la cosa e – da uomo razionale, pragmatico. Romano, insomma - valutò che quella distesa di foreste tra il Reno e l’Elba – senza città, senza cultura, priva di materie prime che non fosse il legno e di merci interessanti che non fossero ambra per ciondoli e capelli biondi per parrucche per matrone e prostitute - poteva essere tenuta a bada “consiilis et astu”. Con la politica, insomma. E aveva ragione. La terra era desolata e chi l’abitava poteva servire come mercenario di cavalleria. Niente di più.

L’Europa ebbe quindi il suo confine in Germania Occidentale e in Baviera. La Sassonia ne restò fuori. E la scelta funzionò. Roma non cadde – come scrivono i manualetti – per l’attacco dei “popoli germanici”. Li aveva respinti cento volte.  Cadde perché l’equilibrio socio-economico dell’impero era venuto meno e non si riuscì più a pagare e schierare eserciti competitivi. Che fino a quando furono in campo – fino ai Campi Catalaunici – vinsero sempre o quasi su sassoni e altri invasori.

I sassoni: Carlo Magno, dopo sei campagne di sterminio, li infilò a forza nello spazio della civiltà. Non fu una buona idea. Da ultimo arrivato, quel popolo senza tradizioni se non tribali, si impancò a maestro, a guida del continente. Con i risultati che sappiamo: contraffacendo l’impero, devastando l’Europa rinascimentale e cattolica, impedendo a Napoleone – vero genio italiano - di farla una e latina, l’Europa, e mandandola quattro volte in frantumi: 1918, 1939, 2008. E oggi.

Ora: chi dovrebbe lasciare l’Europa? Noi italiani? Gli spagnoli? O perfino i francesi? Ma scherziamo? Ne esca la Germania con i suoi alleati batavi. E si ripristini l’Europa come la fece Roma. Certo: con con la triste ablazione dell’Africa nord-occidentale che – da ultimo e preziosissimo scrigno della civiltà latina - un’altra ondata barbarica aveva trasformato in una terra di sabbia, sangue e teocratiche obbedienze. 
Ma questa è un’altra storia. (Biagio Buonomo)

3 commenti:

Anonimo ha detto...

I Tedeschi fanno i Tedeschi: lo stanno dimostrando, di nuovo.
Gli Inglesi fanno gli Inglesi: lo fanno fino in fondo, da sempre.
I Francesi fanno i Francesi: e vincono, anche quando perdono, da sempre.

E se gli Italiani facessero gli Italiani?

Anonimo ha detto...

https://volerelaluna.it/controcanto/2020/03/29/draghi-lupi-faine-e-sciacalli/

Anonimo ha detto...

"L'Italia sta per capitolare. Ci prenderanno per fame e il Conte Tsipras ci consegnerà al Mes".

Una mia riflessione:

Avete capito quello che sta accadendo?
Dal primo decreto che iniziava ad introdurre misure veramente limitative alla libertà personale e di circolazione (11 marzo), fino ad oggi, pur avendo il governo annunciato un primo intervento di 25 miliardi, in tasca agli italiani non è arrivato neppure un centesimo. I lavoratori autonomi questa notte si sono dovuti umiliare nel presentare, con una corsa "alla Fantozzi" ("prima io! prima io!"), domanda dei 600 euro una tantum, ma prima di un mese nessuno vedrà un euro.

A parte i dipendenti pubblici, che lo stipendio ce l'hanno garantito, così come pure i pensionati (fino a quando non si sa), i lavoratori autonomi (bar, ristoranti, negozi, librerie, parrucchieri, studi professionali etc), dal 12 marzo sono chiusi e non vedono un centesimo. Gli affitti commerciali vanno comunque pagati ma di incassi, causa la chiusura per decreto, nemmeno l'ombra.

Eppure bollette e rate condominiali continuano ad arrivare. Anche gli affitti abitativi vanno pagati, sono stati sospesi gli sfratti (fino al 30 giugno), non l'obbligo di pagare il canone. Per ottenere invece la sospensione dei mutui prima casa, bisogna autocertificare una riduzione del fatturato del 33% nei tre mesi successivi al 20 febbraio 2020 rispetto all'ultimo trimestre 2019. Campa cavallo...

State a casa, mi raccomando, suonate e cantare sui balconi, ma qui sono passate tre settimane e dei 25 miliardi nemmeno l'odore.
Per di più, la UE ci ha messi spalle al muro imponendoci sostanzialmente di accettare il Mes (il vecchio Fondo Salva-Stati) con le condizionalità capestro che non sto a ripetervi.
Di condivisione del debito - i cosiddetti coronabond - Germania, Austria e Olanda non ne vogliono neppure sentir parlare.

Il Presidente del Consiglio #Conte,​ che ha vestito i panni del "comandante in capo" garantendo agli italiani che non accetterà ricatti dalla UE, in realtà ha consentito a Germania, Olanda e Austria di avere un vantaggio di 15 giorni.

A Pasqua l'Italia sarà stremata, con la piccola-media impresa e le partite Iva distrutte, e Conte sarà costretto (in realtà lo sa già) ad accettare il #Mes. Chiederà piccole modifiche - non rilevanti - che gli verranno concesse, e farà passare la cosa come una grande vittoria. Ma in realtà le condizionalità più importanti resteranno, soprattutto quella della ristrutturazione del debito (alias consolidamento fiscale e tagli selvaggi alla spesa pubblica).

Pd e ItaliaViva sono già uscite allo scoperto: Zanda ha addirittura proposto di dare in garanzia Palazzo Chigi e Montecitorio, mentre Marattin ha detto esplicitamente che non vi sono alternative al Fondo Salva-Stati. Gentiloni idem.

A resistere è solo la "parte buona" del M5S, che capitolerà per non rendersi responsabile di far restare, tra 10-15 giorni, gli italiani senza soldi. In Parlamento, ma anche prima, i pentastellati abdicheranno perché sotto pressione di un popolo ormai alla fame. Il resto lo faranno i media di regime.

Il Presidente del Consiglio sta consentendo alla UE di prenderci per fame.
Ora continuate pure ad applaudire il "Conte Tsipras".

Giuseppe Palma

Qui l'intervista che ho rilasciato ieri:
https://youtu.be/WuvVEKrZb0U