martedì 19 marzo 2019

Arriva la benedizione del vescovo: "È bene che il governo partecipi"

Il prelato di Carpi: «È la Costituzione stessa a parlare di matrimonio»
Monsignor Francesco Cavina, vescovo di Carpi, è una delle voci della Chiesa italiana più attente ai temi della vita e della famiglia.
Quando si trattò di tentare di salvare Alfie Evans, il bimbo al quale l'ospedale di Liverpool voleva staccare la spina perché il piccolo non avrebbe avuto speranze di guarire, monsignor Cavina fu incaricato da papa Francesco di tenere i rapporti tra la famiglia Evans e l'ospedale Bambin Gesù di Roma.

Sul Congresso mondiale delle famiglie si è creata una forte polemica politica. Lei ritiene opportuna la presenza di rappresentanti del governo all'appuntamento?

«Non vedo il problema se dei rappresentanti del governo partecipano a un congresso dove si parla di matrimonio e famiglia. Peraltro la nostra Costituzione all'articolo 29 stabilisce che la Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. Non conosco nel dettaglio il programma dell'incontro di Verona, ma si tratta di un appuntamento internazionale giunto alla tredicesima edizione e che si svolge in Italia. Chi ha un ruolo di rappresentanza istituzionale deve prendere parte al dibattito sul bene comune che mette a tema vita, famiglia ed educazione».

Il Congresso parla di un «vento di cambiamento» a favore della famiglia: lo coglie anche lei?

«Credo che la famiglia stia attraversando una crisi profonda e un vento del cambiamento possa venire solo dal cuore dell'uomo che si riconosce creatura. Ma apprezzo l'impegno laico degli uomini di buona volontà che si impegnano per sostenere quella che san Giovanni Paolo II ha definito in più occasioni la cellula fondamentale della società. Affermare la differenza complementare tra uomo e donna, alzarsi in piedi contro ogni attacco alla vita, dal suo concepimento fino alla sua fine naturale, non sono questioni confessionali, ma disponibili al dibattito di chiunque riconosca che esiste una natura umana».

Perché in Italia c'è tanta difficoltà a difendere le famiglie?

«In Italia, come altrove, soprattutto in Occidente. Credo che la risposta l'abbia fornita papa Francesco quando ha detto che oggi culturalmente si parla di famiglie diversificate, ma, ha detto, la famiglia umana come immagine di Dio, uomo e donna, è una sola. La difficoltà nel parlare di famiglia nasce da qui, abbiamo davanti un oggettivo problema antropologico: non siamo più capaci di intenderci su che cosa sia l'uomo».

Quando su incarico del Papa lei tenne i rapporti tra l'ospedale Bambin Gesù e la famiglia di Alfie Evans, disse che il caso «ha avuto il merito di risvegliare le coscienze di tanti». Che cosa si può fare per ridestare le coscienze anche nella difesa della famiglia?

«Riaprire spazi autentici alla ragione, una ragione capace di andare oltre al proprio io e le sue voglie, per citare Benedetto XVI. Solo questa ragione permette di riconoscere il limite che ci definisce come uomini e ci apre a una prospettiva altra, una ragione che anche nello spazio pubblico, al di là della fede, riconosca comunque dei valori pre-politici che non ci lasciano in balia delle mutevoli maggioranze». - [Fonte]

10 commenti:

Amici della Tradizione cattolica - Forlì ha detto...

Comunicato del vescovo di Verona, Giuseppe Zenti sul convegno famiglia: la Curia non partecipa ai "conflitti politici".

Sì, avete capito bene!! Secondo Zenti parlare di famiglia è un atto politico!!

Peccato che abbia autorizzato la Teologa veronese Simonelli a partecipare ad un convegno contro la famiglia tradizionale!!! Vergognati!!!

https://www.avvenire.it/famiglia-e-vita/pagine/famiglia-congresso-mondiale-verona-parolin

Anonimo ha detto...

NOMINA SUNT SUBSTANTIA RERUM

La parola italiana "padre" deriva dal latino "pater", che a sua volta deriva dal termine sanscrito "pati" che significa "recinto di protezione".
"Padre" quindi deriva da "recinto", in quanto il padre è colui che protegge.

Egli delimita anzitutto un limite, un argine, un confine oltre il quale non si può andare. Tutto ciò non va visto come una costrizione, un impedimento che ci opprime o che, peggio ancora, ci priva della nostra libertà, ma come quelle mura di protezione robuste, sicure, solide, affidabili, che ci difendono e ci proteggono dalle minacce e dagli attacchi che provengono dall'esterno. E' un argine finalizzato al nostro bene, perché al di là di esso potremmo imbatterci da soli nei pericoli del mondo.

Il padre, quindi, è l'autorità che stabilisce i no, le regole da rispettare per non rischiare di valicare il limite di ciò che è lecito, buono e giusto.

Quelle regole sono volte al nostro bene, perché ci preservano dai pericoli assicurati.
Come prima, la regola non è una privazione della nostra libertà, anzi ne è il suo pieno compimento, perché garantisce l'ordine nel creato e l'armonia nella nostra vita.

Ma un recinto di protezione è anche tutto ciò contro cui si abbattono i colpi dei nemici scagliati dall'esterno pur di non danneggiare quanto di prezioso è custodito al suo interno.

Il padre, dunque, è la cinta muraria che sa sacrificarsi per la sua famiglia, che sa soffrire, che sa combattere, che sa dare la sua vita, che è pronto a incassare i colpi provenienti dall'esterno, pur di preservare indenni la sua regina e i suoi figli.
Se infatti la madre insegna ai propri figli come vivere, il padre insegna loro come morire.

Il segreto di una famiglia felice è in questa immagine: un padre che governa e protegge la famiglia, una madre che custodisce la vita e l'unità.

Affari italiani ha detto...

Cosa c'è dietro alle tre paroline di Parolin che hanno "scomunicato" il Congresso delle Famiglie di Verona? Se lo stanno chiedendo in molti, dentro e fuori le mura vaticane, spiega Dagospia in un informatissimo retroscena. Il cardinale Segretario di Stato, rispondendo ad una domanda sull'argomento a margine della cerimonia per i 150 anni dell'ospedale Bambino Gesù, si è detto d'accordo sulla sostanza ma "non sulle modalità" adottate. Quali modalità? A stretto giro è uscita una nota esplicativa della diocesi di Verona, per chiudere la questione: "La Diocesi di Verona si astiene dal prendere parte al conflitto politico su di un tema che, ritiene, non meriti il linguaggio violento e ideologico di questi giorni. Invita piuttosto a elaborare idee e proposte".

E per far capire meglio il concetto ieri, continua Dagospia, sul quotidiano cattolico Avvenire è uscita una pagina intera dedicata alle proposte del Forum delle associazioni familiari, la principale organizzazione ecclesiale che raggruppa decine di sigle cattoliche impegnate sul tema, nessuna delle quali andrà a Verona.

Al fianco dell'articolo, una colonna con le proposte per la famiglia dei partiti, dal Pd a Forza Italia, da Fratelli d'Italia al Popolo della Famiglia. Tutti, tranne la Lega. Che invece a Verona sarà la “star”. E questo Oltretevere proprio non piace. Il rimprovero implicito alla pagina di Avvenire, unita al comunicato della diocesi di Verona, è: tutti si industriano ad avanzare "idee e proposte" mentre i leghisti si limitano al "linguaggio violento e ideologico", senza proporre nulla.

Ecco la parola che in Vaticano circola di più contro il congresso di Verona: "Ideologia". Quando poi tra i relatori spuntano i nomi di Matteo Salvini e quello di altri leghisti di peso (oltre a Salvini anche Fontana, Bussetti, Zaia e Sboarina) la questione è diventata chiara. Oltretevere infatti spiegano senza mezzi termini che "c'è chi ha scelto di isolarsi all'estrema destra e al Papa, come ai suoi collaboratori più stretti, non può piacere la consegna di questi temi ad un dimensione ideologica estrema, meno che mai a due mesi dalle elezioni".

Da qui in poi, oltretevere, la scelta di "isolare" il Congresso di Verona è diventata inevitabile. Ce n'è fin troppo per tenersi lontano e allora ecco le tre paroline di Parolin ed ecco l'immediato comunicato a seguire, ieri, della diocesi di Verona.

Il messaggio, scrive Dagospia, è arrivato forte e chiaro, la Chiesa non ha nulla a che fare con l’iniziativa veronese e dunque non ci saranno prelati, nessuno del Forum delle Associazioni Familiari, niente Azione Cattolica o Acli, zero movimenti come Rinnovamento e Cammino, anche Comunione e Liberazione come l'Opus Dei non sono in alcun modo coinvolte.

Stefano Bataloni su Fb ha detto...

E niente, continuate ad attaccare la famiglia naturale e le iniziative che vogliono difenderla.
E vi capisco. Sposarsi, mettere al mondo dei figli costa energia, fatica, sofferenza: i soldi non bastano mai, il tempo è stracolmo di impegni, non c'è più spazio per i nostri svaghi, per gli amici, il cinema, le vacanze, sempre con la stessa persona accanto, che molto spesso è insopportabile, i figli che ti tolgono il sonno, per non parlare dell'angoscia di quando si ammalano o prendono una brutta strada, si invecchia in fretta e si diventa brutti.

Avete ragione, sapete, a volervi difendere da tutto questo, è normale. Quella fatica fa paura, e quando si ha paura ci si difende.
Capisco che voi, diversamente da quanto è capitato a noi (ed è capitato, è stato un dono ricevuto, mica siamo stati bravi e ce lo siamo meritati), non vedete la bellezza che c'è dietro tutta quella fatica e quelle energie spese, non vedete che in fondo noi siamo al mondo esattamente per fare quella fatica e affrontare quelle sofferenze.

Capisco che è trascorso troppo tempo per ricordare che pure voi siete stati cresciuti in una famiglia come la nostra. Capisco che è troppo in là nel tempo, per pensarci ora, il giorno in cui resterete soli, malati e vecchi e sarete costretti a ritrovare accoglienza in una famiglia come la nostra.

Nessuno vi chiederà di abbandonare la vita che vi siete scelti. Nessuno vi chiede di credere per forza che solo nella famiglia naturale si trova il senso della propria vita.
Ma non dovete impedire a noi di crederlo, non avete il diritto di impedirci di sostenerlo, anche pubblicamente.

Altrimenti sapremo che a guidarvi non sarà più soltanto la paura, ma l'odio.

Anonimo ha detto...

Uno strano fenomeno atmosferico provoca conseguenze pesanti nella sede del giornale ex-cattolico italiano. Trovata la ragione di quanto accaduto: basta sfogliare gli ultimi numeri dello stesso ‘Avvenire’, mirabolante sintesi di fanatismo politico (anti-Salvini), clericalismo bigotto e tartufesco (anti-cattolico), sfruttamento politico ignobile di minori (anti-dignità umana). Insomma: Misericordia allo stato puro. https://www.rossoporpora.org/rubriche/italia/854-congresso-di-verona-avvenire-sepolro-da-una-colata-di-vergogna.html

Japhet ha detto...

Primo frutto di Verona?

Il piano della Lega per ridurre il numero degli aborti
L'obiettivo della proposta, presentata da una cinquantina di deputati, è di fornire alternative alla donna affinché non scelga la strada dell'aborto. Riconoscendo "soggettività giuridica al concepito" e mettendo in relazione già al momento della gravidanza la famiglia del concepito con quella che potrebbe adottarlo
https://www.agi.it/politica/aborti_adozioni_lega-5199967/news/2019-03-25/

Maria Guarini ha detto...

https://www.tempi.it/sono-democratici-organizzano-agguati/

Anonimo ha detto...

Anche la CGIL organizza pullman contro il Congresso di Verona.
Ma non si trattava di un «convegno di quattro sfigati?».

Anonimo ha detto...

Le famiglie, come ogni persona, hanno bisogno di un luogo per vivere, comunità libere che ricordino loro il motivo per cui nascono e per cui ha senso che non finiscano al primo ostacolo. La prima responsabilità di noi cristiani è la costruzione di questo luogo, quella di noi politici è di garantire le condizioni perché tali esperienze possano esprimersi liberamente.

Questa testimonianza renderà nuovamente centrale la famiglia nella società.

Bonum est diffusivum sui.

Anonimo ha detto...

Commenti all'intervista di Niki Vendola a La7

•come al solito si parla di ovodonatrice -e non di fornitrice-
•non si chiede quanto sono state pagate lei e la madre che ha partorito, con cui Vendola sostiene di aver "costruito una relazione" fatta di scambio foto e Skypeate (bene, ma quello che conta è la relazione reale e corpo a corpo del figlio con la madre, non la sua)
•non si parla della salute delle due donne che per espletare la loro funzione sono state bombardate di ormoni
•si banalizza la ferita narcisistica del bambino che, come tutta la psicologia neonatale e infantile insegna, elaborerà come abbandono il fatto che la madre -colei che lo ha partorito- non l'abbia tenuto accanto a sé
•si nega che nella quasi totalità dei casi la Gpa è un fatto mercantile e le donne vengono cancellate
•non si parla della brutalità delle clausole contrattuali, fra cui l'impossibilità per la donna di cambiare idea e l'obbligo di abortire se richiesto dai committenti
•non si chiede perché, essendo il compagno di Vendola canadese ed essendo in quel paese consentita l'adozione anche ai gay, non si sia scelta quella strada anziché la Gpa
•si inorridisce di fronte all'espressione "utero in affitto" (brutale è la pratica, non il suo nome)
•non si dice nemmeno di striscio che la Gpa è vietata in Italia e in tutto il mondo (tranne 18 nazioni)
•non si parla del fatto che tutta la sinistra europea è contraria la pratica, tranne la sinistra italiana
•non si dice che in Spagna il governo di sinistra di Pedro Sanchez ha recentemente inasprito le misure contro i surrogatori
•non si dice nulla della bella sentenza della Corte Costituzionale, relatore Giuliano Amato, in cui la Gpa viene duramente stigmatizzata
•si nomina la contrarietà di Salvini, del ministro Fontana e della destra, ma non viene nemmeno considerata l'opposizione internazionale di milioni di donne e femministe che si battono contro il biomercato dei bambini e lo sfruttamento. Di nuovo, le donne vengono fatte scomparire.
•Il tutto affogato nella melassa di quanto si vuole bene a Tobia: e ci mancherebbe pure che non gli si volesse bene.
Da @PiazzapulitaLA7 e da @corradoformigli mi aspettavo davvero qualcosa di meglio
http://www.la7.it/piazzapulita/video/nichi-vendola-‘utero-in-affitto-è-un’espressione-molto-violenta’-28-03-2019-267337