Il futuro dell Istituzioni Europee, il loro processo di integrazione e consolidamento, al centro dell'udienza concessa da Benedetto XVI al Presidente della Commissione Europea, Barroso, che al termine ha dichiarato:
"I valori comuni sono la democrazia, il rispetto dello Stato di diritto e delle libertà fondamentali: dal diritto alla vita al diritto alla libertà di religione, alla libertà di espressione, ai diritti della società libera. Sono questi i valori comuni. E la verità è che da sempre la Chiesa cattolica ha sostenuto l’integrazione europea. Molti dei padri fondatori d’Europa erano cattolici e oggi, nonostante le istituzioni siano laiche, la verità è che abbiamo dovuto riconoscere il contributo che il pensiero cristiano ha sempre dato all’idea europea. Dopo questo incontro con Benedetto XVI, che come cardinale ha scritto molte volte sull’Europa e che è lui stesso un europeo convinto, sono stato molto incoraggiato dalle parole di fiducia che sono state pronunciate sul futuro dell’Europa."
Le radici della civiltà dell'Occidente Europeo sono greco-romane e cristiane. La rinnovata contrapposizione con il mondo islamico non può essere l’occasione di cercare un’unità nella pseudo-cultura modernista o nei diritti dell’uomo che si fa Dio; ma in ciò che ci è proprio e che ha fatto la nostra forza: nella fedeltà alla tradizione della Chiesa Romana, la nostra vera Tradizione, che ha origine da Dio e dal suo Cristo.
sabato 6 maggio 2006
venerdì 5 maggio 2006
Importanti riflessioni di Papa Ratzinger
“Noi non vogliamo creare un impero di potere, ma abbiamo una cosa comunicabile alla quale va incontro un’attesa della nostra ragione. È comunicabile perché appartiene alla nostra comune natura umana e c’è un dovere di comunicare da parte di chi ha trovato un tesoro di verità e amore. La razionalità era quindi postulato e condizione del cristianesimo, che rimane un’eredità europea per confrontarci in modo pacifico e positivo, sia con l’islam, sia con le grandi religioni asiatiche”.
Per lui, dunque, il dialogo è a questo livello, cioè fondato sulla ragione. Andando oltre, egli aggiunge:
“Questa razionalità diventa pericolosa e distruttiva per la creatura umana se diventa positivista [e qui egli fa la critica all’Occidente - ndr], che riduce i grandi valori del nostro essere alla soggettività, [al relativismo] e diventa così un’amputazione della creatura umana. Non vogliamo imporre a nessuno una fede che si può accettare solo liberamente, ma come forza vivificatrice della razionalità dell’Europa essa appartiene alla nostra identità”.
Qui viene il passaggio essenziale:
“È stato detto che non dobbiamo parlare di Dio nella costituzione europea, perché non dobbiamo offendere i musulmani e i fedeli di altre religioni. È vero il contrario. Ciò che offende i musulmani e i fedeli di altre religioni non è parlare di Dio o delle nostre radici cristiane, ma piuttosto il disprezzo di Dio e del sacro che ci separa dalle altre culture e non crea una possibilità di incontro, ma esprime l’arroganza di una ragione diminuita, ridotta, che provoca reazioni fondamentaliste”.
Per lui, dunque, il dialogo è a questo livello, cioè fondato sulla ragione. Andando oltre, egli aggiunge:
“Questa razionalità diventa pericolosa e distruttiva per la creatura umana se diventa positivista [e qui egli fa la critica all’Occidente - ndr], che riduce i grandi valori del nostro essere alla soggettività, [al relativismo] e diventa così un’amputazione della creatura umana. Non vogliamo imporre a nessuno una fede che si può accettare solo liberamente, ma come forza vivificatrice della razionalità dell’Europa essa appartiene alla nostra identità”.
Qui viene il passaggio essenziale:
“È stato detto che non dobbiamo parlare di Dio nella costituzione europea, perché non dobbiamo offendere i musulmani e i fedeli di altre religioni. È vero il contrario. Ciò che offende i musulmani e i fedeli di altre religioni non è parlare di Dio o delle nostre radici cristiane, ma piuttosto il disprezzo di Dio e del sacro che ci separa dalle altre culture e non crea una possibilità di incontro, ma esprime l’arroganza di una ragione diminuita, ridotta, che provoca reazioni fondamentaliste”.
lunedì 1 maggio 2006
Cattolici e Ortodossi per “ridare un’anima all’Europa”
Per la prima volta, un organismo della Santa Sede e il Patriarcato di Mosca organizzano insieme un incontro di cultura in Europa, che si terrà a Vienna dal 3 al 5 maggio 2006.
“Questo incontro, frutto della visita del Cardinale Poupard a Sua Santità Alessio II, Patriarca di Mosca, nel novembre 2004, è nato dalla comune preoccupazione fra i cristiani in Europa di far fronte all’attuale processo di perdita di identità del Continente, di riflettere sulle radici cristiane dell’Europa e di proporre con forza un progetto di futuro”, spiega un comunicato emesso dal Pontificio Consiglio della Cultura.
L’incontro, il cui tema è “Ridare un’anima all’Europa”, è reso possibile dal sostegno della Fondazione “Pro Oriente”. Sarà co-presieduto dal Cardinale Paul Poupard, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, e da S.E. Kirill, Metropolita di Smolensk e Kaliningrad, Presidente del Dipartimento per i Rapporti Esteri del Patriarcato di Mosca.
All’incontro parteciperanno esperti di tutto il continente, laici e religiosi, scelti congiuntamente dai due organismi convocanti. I lavori saranno moderati dal Rev. P. Bernard Ardura, Segretario del Pontificio Consiglio della Cultura, e dal Rev. Arciprete Vsevolod Chaplin, Vicepresidente del Dipartimento di Rapporti Esterni del Patriarcato di Mosca.
“Questo incontro, frutto della visita del Cardinale Poupard a Sua Santità Alessio II, Patriarca di Mosca, nel novembre 2004, è nato dalla comune preoccupazione fra i cristiani in Europa di far fronte all’attuale processo di perdita di identità del Continente, di riflettere sulle radici cristiane dell’Europa e di proporre con forza un progetto di futuro”, spiega un comunicato emesso dal Pontificio Consiglio della Cultura.
L’incontro, il cui tema è “Ridare un’anima all’Europa”, è reso possibile dal sostegno della Fondazione “Pro Oriente”. Sarà co-presieduto dal Cardinale Paul Poupard, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, e da S.E. Kirill, Metropolita di Smolensk e Kaliningrad, Presidente del Dipartimento per i Rapporti Esteri del Patriarcato di Mosca.
All’incontro parteciperanno esperti di tutto il continente, laici e religiosi, scelti congiuntamente dai due organismi convocanti. I lavori saranno moderati dal Rev. P. Bernard Ardura, Segretario del Pontificio Consiglio della Cultura, e dal Rev. Arciprete Vsevolod Chaplin, Vicepresidente del Dipartimento di Rapporti Esterni del Patriarcato di Mosca.
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