giovedì 31 marzo 2022

L’Apocalisse dietro di noi / 2 - don Elia

È lampante che, con il pretesto del rinnovamento, si sia inteso istituire una nuova religione che con quella cattolica conservasse soltanto una somiglianza esterna, quale veicolo di un contenuto estraneo: un panteismo immanentistico centrato sull’uomo, ma celante il culto proprio della massoneria, ossia quello di Lucifero, il Dio dell’universo appositamente infilato nel rito della Messa “riformata”. A tal fine si è presentato il verbo conciliare come un’ulteriore rivelazione divina, frutto di una presunta nuova Pentecoste, che dopo quasi due millenni avrebbe finalmente fornito alla Chiesa la giusta chiave interpretativa della verità rivelata, fino allora, evidentemente, rimasta velata a tanti Pontefici, Santi e Concili, se non da essi decisamente fraintesa e distorta. Con sistematica e meticolosa diligenza s’è provveduto a ripensare radicalmente il dogma e la morale, nonché a ricostruire ex novo il culto, il diritto e le strutture di governo, ben attenti a non lasciare immutato assolutamente nulla. Tutto nella Chiesa, pezzo per pezzo, è stato sostituito da qualcos’altro in funzione di una diversa comprensione della Chiesa stessa – cosa, peraltro, che non è affatto consentita.

mercoledì 30 marzo 2022

I due fronti di Draghi: nessuno dei due è per l'Italia

L'Italia ancora una volta calpesta e derisa. Gli italiani, popolo alla deriva materiale e spirituale.
Draghi: "o si rispettano gli impegni con la Nato o si va a casa". Sono esternazioni come queste che fanno capire in maniera limpida e lampante chi sia il padrone e quali siano le priorità per l'attuale esecutivo. 

Draghi ha due fronti aperti: uno contro la Federazione Russa per conto di Washington e l'altro contro il tessuto socio-economico italiano per conto di Bruxelles.

E noi siamo nel mezzo.

Dieci tesi sul presente conflitto - Marcello Veneziani

Ma qual è in sintesi il motivo del tuo, del vostro dissenso riguardo alla guerra in corso e alla vulgata dominante in Occidente? La richiesta mi è giunta da alcuni studenti liceali. Provo a riassumerlo in dieci tesi, che non pretendono di essere verità perentorie ma interpretazioni differenti. Vorrei che fossero accolte almeno come dubbi per leggere diversamente il corso degli eventi e non appiattirsi su quel che impone o somministra la Fabbrica del Consenso. Ma con una doppia premessa: l’attacco russo all’Ucraina va comunque condannato, in modo netto; la pietà e il soccorso alle popolazioni ucraine sono sacrosanti. 
  1. L’America di Biden non lavora per la cessazione del conflitto ma per la sua perpetuazione, perché il suo scopo non è salvare l’Ucraina ma eliminare Putin. Gli attacchi continui a Putin – criminale di guerra, macellaio – uniti al rifornimento di armi imposto anche agli alleati, servono in realtà a prolungare, aggravare e allargare il conflitto, incattivire la Russia e far sentire Putin braccato e pronto a usare le armi della disperazione o a fare blocco con la Cina. Biden fa rimpiangere Trump alla Casa Bianca. 

martedì 29 marzo 2022

Ucraina, chi sta vincendo veramente la guerra? L’azzardo USA che potrebbe far saltare il banco

Vi è una domanda che non possiamo non porci, la domanda delle domande: chi sta vincendo la guerra in Ucraina? Forse gli Stati Uniti che stanno separando con successo l’Europa dalla Russia. Sono del 2019 articoli nei quali si sostiene che gli Stati Uniti puntano a tale separazione anche per quel che riguarda il rifornimento di gas.

Gli Stati Uniti stanno vincendo senza combattere, se si considera che per ora hanno utilizzato come loro armi l’Unione europea e l’Ucraina che dal 2014 è un fantoccio guidato dagli USA. Tuttavia va anche detto che con queste loro scelte gli Stati Uniti stanno contribuendo pericolosamente a creare un fronte orientale anti-atlantista forte con addirittura Russia e Cina compattamente unite.

giovedì 24 marzo 2022

Democrazia in guerra e guerra alla democrazia

A di Martedì di Floris, l’altra sera, il Pagnoncelli ha mostrato un sondaggio. Va precisato che Pagnoncelli dirige la sede italiana del miglior o uno dei miglior istituti di sondaggi del mondo. Ma era professionalmente ritenuto il migliore anche prima di entrare in quella multinazionale (IPSOS). Va anche detto che queste rilevazioni instant sono statisticamente imprecise data la ristrettezza del campione che è comunque scientificamente tendenzialmente rappresentativo. Tale imprecisione può valutarsi come un possibile scostamento di più o meno 1% nelle cifre piccole e anche 3% in quelle più grandi. Cambia dunque il valore del sondaggio se si vuole stimare esattamente il consenso politico di un partito, diciamo al 10% teorico medio o se si vuole testare una opinione generale di massima. 

Come riportato, il Pagnoncelli ci dice che, anche se di poco, l’opinione prevalente in Italia è quella per la quale, brutalmente, “Zelensky dovrebbe arrendersi e salvare i suoi concittadini”. Ripeto, potrebbe essere quel dato riportato o un suo più o meno anche 3% ma ai fini del nostro discorso non cambia la deduzione che faremo dopo. In altre schermate, appare che il 69% dei connazionali pensa che “l’Italia dovrebbe svolgere un ruolo di mediatore con la Russia”, contro un solo 21% che pensa dovrebbe opporsi, come del resto pare abbia deciso in Parlamento di fare. Per scongiurare la terza guerra mondiale, gli italiani sembrano pensare che la NATO fa bene a metterla giù dura, ma noi dovremmo metterci in mezzo ai contendenti e mediare. 

I Dem, il partito-regime - Marcello Veneziani

Qual è il Partito italiano più allineato all’America dem di Biden e alla sua ritrovata missione armata di gendarme del mondo? Il Partito Democratico. Qual è il partito più intruppato a fianco della linea interventista della Nato? I Dem. Qual è il partito portavoce, emissario e ripetitore della governance eurocratica, tra commissione, corte, euro-parlamento? I Dem. Qual è il partito che ha assunto il ruolo di guardia giurata del capitalismo globale e dei poteri economici transnazionali? I Dem. Qual è il partito più vicino alla linea Draghi in politica estera, con l’allineamento totale tra i falchi filoatlantici? I Dem. Qual è stato il Partito più schierato a sostegno della linea sanitaria con relativa emergenza, green pass, restrizioni e regime di sorveglianza? I Dem. Qual è il Partito delle porte aperte ai migranti? I Dem. Qual è il Partito che ormai ininterrottamente da anni esprime il Presidente della Repubblica, gli ultimi due perfino col bis? I Dem. Qual è il Partito di riferimento della Rai – salvo isole obbligate in virtù dalla vecchia, a questo punto benemerita, lottizzazione- e il Partito prediletto della Grande Stampa, il referente politico dei cosìddetti giornaloni? Ancora i dem. E qual è il Partito dell’egemonia culturale imperante, estesa al cinema, alla fiction e alle arti, quello che oggi chiamiamo il politically correct con la sua filiera di leggi e proposte in tema di storia, diritti civili, opzioni e linguaggi? Sempre i Dem. Pur nella modestia dei suoi leader, i Dem sono oggi la traduzione de la Cappa in chiave di potere politico.

mercoledì 23 marzo 2022

Siamo arrivati a un cambio d’epoca? - don Elia

Tale era la convinzione del compianto Giulietto Chiesa, quale me la espresse nel Febbraio del 2020, poche settimane prima dell’inopinata scomparsa. Nel suo attico nel cuore di Roma, cui mi accompagnò a piedi con l’agilità di un giovanotto, mi intrattenne per un’ora e mezzo su questioni di geopolitica. Non ne ignoravo certo la passata militanza comunista e la lunga attività di corrispondente da Mosca per il quotidiano del suo partito, ma l’acutezza delle sue analisi e la coerenza con cui, in seguito alla completa metamorfosi di quello, ne aveva preso le distanze, mi davano garanzia di onestà intellettuale, virtù diventata rarissima in una società ipnotizzata dalla propaganda dei banchieri. L’occasione era nata da un incontro fortuito in una chiesa del centro, dove, non senza un certo imbarazzo, era stato invitato a una celebrazione dalla quale, malgrado l’estraneità alla pratica religiosa, era rimasto colpito, come mi confessò con la semplicità di un bambino; ciò mi consente di sperare che la sua coscienza abbia dato alla grazia l’assenso sufficiente per ottenere la salvezza eterna.

martedì 15 marzo 2022

Quando l’anima russa salvava l’Occidente - Marcello Veneziani

Nel cuore di Roma, al tempo dell’Unione Sovietica, una scrittrice raffinata, delusa dal Concilio Vaticano II e dalla fine della messa in latino, bussava alle porte del Russicum per seguire la messa celebrata in rito bizantino-russo. Era la Quaresima del 1966 quando Vittoria Guerrini, più nota nel mondo delle lettere col nome di Cristina Campo, prese a frequentare la Chiesa di Sant’Abate all’Esquilino, attigua al Collegio Russicum, oggi chiamato Pontificio Istituto Orientale. Un crocifisso ortodosso in ottone smaltato, donatole al Russicum, campeggiava sul suo letto. Vittoria-Cristina non aveva quarant’anni e racconta in una lettera a un suo amico le affollate messe pasquali ortodosse, con sei preti officianti tra canti e nuvole d’incenso. L’amico in questione, il professor John Lindsay Opie, che insegnò tra l’altro Arte bizantina e Icone russe, era reduce dalla Chiesa anglicana convertito alla Chiesa ortodossa (un cammino che balenò nell’irrequieto Bruce Chatwin). A lui Cristina rivolge tredici lettere ora pubblicate in appendice a un ricco volume di saggi dedicati a lei, Cristina Campo, la disciplina della gioia (a cura di Maria Pertile e Giovanna Scarca, ed. Pazzini). Il prossimo anno sarà il centenario della sua nascita. Come leggere questo suo passaggio al rito bizantino? La ricerca di una viva spiritualità rispetto al degrado occidentale, in quella stessa Russia in cui trionfava il materialismo ateo sovietico. L’ambiguo fascino di Santa Madre Russia, l’inattuale come via di realizzazione spirituale nella forma più alta dell’attenzione.