domenica 25 giugno 2006

Dal Convegno romano delle Teologhe europee

[...] La consapevolezza che i processi di differenziazione sociale, politica e religiosa che hanno dato vita, spesso con molto dolore, a un'"Europa plurale" sono un'eredità straordinaria ma anche molto impegnativa è stato il punto di partenza per una riflessione lucida e coraggiosa su un'alternativa, quella tra post-secolare e post-cristiano, che rischia di imprigionare l'Europa nel suo passato e di distoglierla dall'impegno di guardare con lungimiranza al suo futuro.

D'altro canto, l'esigenza di capirsi ormai all'interno di un mondo divenuto policentrico ha consentito di prendere in esame i processi che hanno portato l'Europa a generare l'Occidente, ma che non le consentono però di sparire in esso, nonché le spinte a proiettarsi in modo nuovo oltre i propri confini storico-culturali e storico-religiosi.

Abbiamo infine toccato con mano come, rispetto a tutto questo, la ricerca teologica delle donne, il loro impegno professionale nella società e il loro impegno pastorale nelle chiese hanno da dire parole autorevoli perché significative e possono contribuire ad individuare obiettivi condivisi ed a promuovere scelte di trasformazione tanto necessaria quanto possibile.

Si tratta di andare avanti. Con lucidità e fermezza sulle strade già aperte. Anche con creatività e fantasia: ancora molte possono essere le strade da aprire, ancora molti possono essere gli impegni da prendere, le possibilità da verificare, le decisioni da prendere.

venerdì 23 giugno 2006

Europa, contro la tirannia dello smarrimento

“Una modernità che non è radicata in autentici valori umani è destinata ad esser dominata dalla tirannia dell'instabilità e dello smarrimento”. Lo ha detto oggi Benedetto XVI, nel suo discorso rivolto ai vescovi di Lituania, Lettonia ed Estonia in visita “ad limina”.

Zapatero riconosce i diritti delle scimmie

Contro l’“antropocentrismo”, di cui denunciano le origini nella filosofia greca e nella Bibbia ebraica e cristiana, gli “ecologisti profondi” chiedono alle leggi di riconoscere che l’uomo non è nulla di più di un animale fra gli altri. Una prospettiva che anni fa piaceva molto anche ai profeti del New Age, ma le cui conseguenze sono potenzialmente devastanti. E che rinnega quel primato della persona umana che risuona nelle prime pagine del libro biblico della Genesi, e che ha fondato la storia e la cultura, cristiana e laica, dell’intero Occidente.