sabato 27 giugno 2020

Il terrorismo psicologico “Forza Covid” punta alla proroga dello stato di emergenza. E l’opposizione sembra non capirlo

Da quando i dati mostrano con irrefutabile evidenza che in Italia – primo paese europeo a essere investito massicciamente dal Covid – l’epidemia è sostanzialmente finita, e i pochi casi positivi rimasti sono quasi tutti asintomatici, il governo Conte, il suo comitato tecnico-scientifico e i media che lo sostengono hanno scatenato una potente campagna di terrorismo psicologico, inventandosi ogni giorno paurosi “focolai” dovunque in Italia, rovinose esplosioni dell’infezione in tutto il mondo, “seconde ondate” pronte a seminare strage in autunno.
Inutile dire che si tratta di una montagna di sciocchezze in malafede. I famosi focolai italiani producono qualche decina di casi positivi (non di malati! Quelli si contano sulle dita di una mano e non sono gravi), e dopo qualche giorno non se ne sente più parlare. Qualcuno ricorda il famoso contagio di mase dei rom in Molise? Oggi quanti malati di Covid ci sono in Molise? E il Lazio? Dopo il caso tutto interno alle strutture sanitarie del San Raffaele, quanti contagi giornalieri ci sono oggi nella regione? Quasi zero, come quasi ovunque. E così finirà a Mondragone e in tanti altri luoghi oggi sbattuti in prima pagina. Soprattutto perché il virus, anche quando viene rilevato, ormai fa ben pochi danni. Per non parlare del ridicolo indice Rt, totalmente indecifrabile, adottato apposta, sembrerebbe, per non far capire niente a nessuno ma generare una oscura paura, per cui anche nelle regioni dove il Covid non esiste più ci si senta sempre sotto una spada di Damocle.
E in quanto alla situazione della pandemia in altri paesi, europei o extraeuropei, la valutazione andrebbe fatta caso per caso, in relazione alla fase della “curva” in cui quel paese si trova e all’incidenza del contagio in termini di mortalità e di peso sui sistemi sanitari, senza sparare anche in questo caso nel mucchio.

giovedì 25 giugno 2020

Considerazioni sulla ricetta Savona. Investimenti e debito irredimibile, non il MES.

In un’intervista a La Verità il professor Paolo Savona entra nel merito delle possibili rimedi per l’uscita dalla crisi economica, e dà due consigli che vengono dati, ovviamente “Rebus sic Stantibus”, a bocce ferme ed attuali, senza valutare eventuali variazioni future dello scenario istituzionale internazionale che, ovviamente, sarebbero fuori luogo, vista la sua carica.
Le soluzioni che il professore propone sono, in fondo, semplici nella forma, anche se un po’ complesse nella realizzazione:
  • titoli irredimibili con un rendimento annuo del 2%;
  • investimento in aziende italiane di piccole / medie dimensioni che competono sul mercato internazionale.
Il primo punto è collegato agli obiettivi di inflazione della BCE: questa si impegna ad un obiettivo di inflazione del 2% che però non viene raggiunto da 10 anni. Un titolo del genere avrebbe un rendimento del 2,6% superiore a quello dei titoli di stato tedesco, quindi un ottimo rendimento considerando anche che la non rimborsabilità, in pratica, non cambierebbe molto per un investitore: i titoli del debito pubblico sono emessi e rinnovati regolarmente e regolarmente rinnovati. alla fine, cosa cambierebbe per il risparmiatore che, fra l’altro avrebbe indietro il proprio capitale investito in 35 anni? Nulla! Cambierebbe moltissimo per lo stato che, invece, non contabilizzerebbe i titoli irredimibile all’interno del rapporto debito/PIL, quindi permetterebbero un riavvicinamento ai parametri di Maastricht. Al contrario ogni debito, anche a lungo temine, come i centennali, dovrebbe essere contabilizzato nel debito e quindi all’interno dei rapporti debito/PIL. Questo comprende anche gli eventuali prestiti del MES, che sono sempre prestiti, quindi comunque conteggiati nel debito, ed eventuali fondi in prestito dal SURE o dal Recovery Fund. Unica parte che non farebbe parte del debito sarebbero i fondi del Recovery Fund conteggiati come “Grant”, ma sappiamo che questi comunque sarebbero pagati dalle tasse dei cittadini.

mercoledì 24 giugno 2020

Le ironie sull’Italia e lo sfarzo degli Stati generali: uno scivolone sull’immagine del Paese?

A chi la guarda dall’estero mentre cerca di reagire al trauma pandemico e di far ripartire la sua economia dopo anni di declino, l’Italia suscita stupore e ironia. L’immagine mediatica delle ultime settimane è stata imbarazzante. Mentre l’Europa offriva aiuti e sollecitava piani per attivare i finanziamenti disponibili, nel momento in cui rapidità e concretezza avrebbero dovuto essere le priorità assolute, venivano convocati sedicenti «Stati generali». Sui notiziari scorrevano le vedute della bella villa seicentesca (inevitabili le battute sulla «dolce vita»), della sfilata di ministri con le loro macchine blu, del ricco contorno di personale di sicurezza e di supporto. Solo coreografica la presenza del governatore della Banca d’Italia e di alte personalità internazionali: non potevano che ripetere cose già dette.

sabato 20 giugno 2020

Anatomia del fondamentalismo politicamente corretto

"Parti per difendere una vittima di colore, passi per razzie e assalti ai polli della globalizazione consumistica, arrivi a buttar giù statue a casaccio: sarebbe il movimento AntifàBlack Lives Matter”, sponsorizzato da trafficanti e divi di Hollywood, che fa a gara di emulazione dell’Isis: giù i monumenti di Churchill e Lincoln. Uno salvò l’Inghilterra dal nazismo razzista, l’altro abolì la schiavitù e ne ebbe una palla in fronte. Ma che fa? La mandria fanatica non conosce limiti e decenze, aborre la storia e la cultura come le Sardine disciolte del Mattia che dice: ora rieducare gli italiani. Ci pensa lui, col cerchietto? E dove, in appositi campi? Black Lives Matter in sé non esiste, esiste il fondamentalismo del politicamente corretto, sempre più furibondo, sempre più intollerante, al quale “le vite dei neri” offrono magnifico pretesto.

venerdì 19 giugno 2020

Incontro Conte-Colle, scatta l'ira della Meloni: "Superato limite decenza"

Il Consiglio Ue di oggi è «informale», eppure premier e ministri sono andati a ricevere ordini dal Colle. Ma senza mandato parlamentare, Conte sarà disarmato con Bruxelles. Di seguito: Giorgia Meloni:deriva autoritariadel premier chenon possiamo avvallare

Incontro Conte-Colle, scatta l'ira della Meloni: "Superato limite decenza"

Non era un incontro informale e per questo è stato impedito al Parlamento di votare gli atti di indirizzo al governo, come invece prevede la Legge?", attacca la leader di Fratelli d'Italia
Prima si impedisce al Parlamento di esprimersi mediante voto sul consiglio europeo in programma per il prossimo venerdì 19 giugno, con Giuseppe Conte che come ormai divenuta
prassi si limita a leggere un'informativa parlando di un incontro di "natura solo consultiva per fare emergere convergenze e dissensi", poi improvvisamente il peso della riunione aumenta dato che Sergio Mattarella convoca il premier ed alcuni ministri proprio per discutere di essa.
Una situazione che ha fatto montare su tutte le furie Giorgia Meloni dopo che già ieri, in seguito alla comunicazione dell'ennesima informativa, Fratelli d'Italia aveva disertato i banchi di Montecitorio e la Lega li aveva abbandonati in corso d'opera.

Come usciremo dalla pandemia? Attesa dei soldi dall’Ue, deriva antiparlamentare e magistratura politicizzata: un mix esplosivo

La diagnosi spietata del professor Carinci sul dopo pandemia: attesa dell’Ue, deriva antiparlamentare, magistratura politicizzata ‬

C’è un gran parlare di come il Paese uscirà dalla pandemia, facendo gli scongiuri perché non ve ne sia una ripresa nella stagione autunnale. Siamo cambiati in meglio, come sostengono i molti buonisti, oppure torneremo ad essere quelli di prima, sempre in bilico fra il bene e il male? La storia, che pur ne ha conosciuto di grandi tragedie, ci insegna che dopo i te deum e le processioni di ringraziamento per la fine delle pestilenze, con tanto di petti battuti e di buoni propositi, gli intenti e i comportamenti sono tornati ad essere gli stessi, dato, poi, che nel continuo passaggio di generazioni, le lezioni passate sfumano lentamente ma inesorabilmente. Il che, a dire il vero, non guasta, perché portarsi dietro tutto il passato, facendosene come una colpa, è fatica troppo pesante perché non si abbia la tentazione di spogliarsene. Insomma, una sana smemoratezza è la condizione prima di una attiva sopravvivenza.
Quello che è stato battezzato come il diritto all’oblio vale per il singolo, ma anche per una intera collettività, perché altrimenti si sarebbe condannati a camminare sempre con lo sguardo rivolto alle spalle, correndo il rischio di scivolare nella prima buca si apra davanti. Cosa questa ben poco compresa da chi si ostina a credere che sia sufficiente insistere ossessivamente su scenari, anche mostruosi, del passato per mantenerli vividi ben oltre le vite dei sopravvissuti. È un mondo che si è così accelerato, che due generazioni successive non hanno niente in comune: padri e figli non si conoscono più, non coltivano gli stessi interessi, non parlano gli stessi linguaggi, se pur la crisi post-epidemica li costringerà a stare insieme, come separati in casa, anche se non più per prevenzione rispetto al virus, ma per mancanza di lavoro e di reddito.

giovedì 18 giugno 2020

C'è aria di guerra civile in Italia

C'è aria di guerra civile in Italia. Una brutta aria di odio e d' insofferenza. Si sta scavando un fossato incolmabile tra italiani. Riassumo gli ingredienti o le stazioni che portano all' odio radicale. In primis le restrizioni e i divieti anche assurdi hanno lasciato un segno e una scia sul corpo e la mente degli italiani; poi le carenze sanitarie più elementari unite alle clamorose cialtronerie di commissari, ministri e task force; aggiungi la mancanza assoluta di strategia, prevenzione e test per governare il futuro ma tutto è affidato ai cittadini e alle loro limitazioni.
Poi la drammatica situazione economica e sociale per famiglie e imprese, le tante aziende che non apriranno, i tanti che non riavranno il lavoro, l' impossibilità di far rinascere esercizi con quelle restrizioni, quei costi e quelle cadute. Intanto una legge libera fior di delinquenti dalle carceri e persino criminali in cella d' isolamento, che non erano a rischio di contagio; proprio mentre venivano inseguiti sulle spiagge come criminali innocui bagnanti, sporadici avventori o isolati corridori. Unisci questo quadro alla vanesia, fanfarona, irritante esibizione del governo, gli show inconcludenti su aiuti che non arrivano mai.

Diego Fusaro: Ci prendono in giro! Agli Stati Generali niente mascherine e distanze per le élite

Circola una foto, che li ritrae operosi agli Stati Generali indetti dal re giallofucsia. Sono tutti senza mascherina e senza distanze, loro. Perché loro sono l'aristocrazia, noi siamo la plebe contagiata e contagiosa. Nella foto si vede una sola persona con la mascherina. È un usciere, pare. Non uno di loro, dunque. Forse un "inferiore", come magari loro appelleranno chiunque non sia della loro élite. Élite che impone a noi mascherine e distanziamento sociale, essendone però essa stessa esente. "Collettivismo oligarchico", lo potremmo chiamare con Orwell.
Di seguito il video dell'intera interessante riflessione di Diego Fusaro
Diego Fusaro: Ci prendono in giro! Agli Stati Generali sono senza mascherine e distanze (17.6.2020)

mercoledì 17 giugno 2020

Un ricordo del vero Montanelli

"La lettera di assunzione con cui Indro Montanelli mi prese a lavorare nella sua bottega è una delle cose di cui vado più orgoglioso. Per un ragazzo che sognava di fare il giornalista essere ammesso alla corte del Migliore era come per un aspirante pittore entrare nel laboratorio di Picasso o per un giovane attore essere scelto per il cast di Charlie Chaplin. Anche loro, tutti e due, avevano un debole per le minorenni, senza un contesto di guerra che li giustificasse, ma sono sempre piaciuti ai Torquemada della doppia morale e quindi niente quadri e film dati alle fiamme e niente statue da abbattere. Ce n’è una a Malaga del primo e una a Los Angeles del secondo, al massimo, nonostante il deprecabile vizietto degli scolpiti, chi passa di lì si fa un selfie sorridente.
Di Indro mi ricordo i fiori che mandò a mia moglie Consilia il giorno del matrimonio, un paio di comici viaggi in ascensore con lui, lo sguardo di tenerezza verso il ragazzo che ero quando per la prima volta fui spedito alla riunione dei capi perché il mio dello sport non si era sentito bene ed io, per caso, ero l’unico in redazione. Lui che quel giorno non disse una parola, mi chiese con chi giocasse la Fiorentina. Lo sapeva già ma voleva farmi sentire importante davanti a tutti. «Con il Genoa, direttore…» Rivolse la parola solo a me e se ne andò.
Ero entrato nella famiglia.

martedì 16 giugno 2020

Vandalismo su Montanelli. L’ipocrisia e le spose bambine

Il blitz vandalico contro Indro Montanelli è un gesto violento e codardo. Ma anche la richiesta di rimuoverne la statua non è seria e non ha vera dignità politica. Certo, i fautori della rimozione ora prendono le distanze dall’imbrattamento, precisano che la loro «proposta civile» «non contemplava altro» e dichiarano che «non c’è nessuna violenza nell’esprimere il proprio pensiero».
Con altrettanta libertà possiamo dire che quella proposta denota solo ipocrisia. I promotori della rimozione straparlano di «violenza sulle donne» e parlano di «cultura patriarcale», addebitandola a Montanelli che nel 1935 – durante la guerra in Abissinia – si unì in una sorta di matrimonio con una giovane donna locale. La Fondazione Montanelli ha spiegato che «non ci fu alcuna violenza né tanto meno atteggiamenti razzisti da parte di Indro», ma l’adesione alla pratica del cosiddetto «madamato», oggi «deprecabile» ma allora in uso. Ma anche dando per buona e non lo è – l’assurda pretesa di giudicare oggi un fatto di 85 anni fa astraendolo dal suo contesto, come mai a sinistra si è improvvisamente risvegliato quest’interesse per l’episodio? Possibile che questa radicalità sia frutto di sincera intransigenza? Ovviamente no.
Infatti chi rivolge quest’attenzione ossessiva alla presunta «cultura patriarcale» di un uomo che nel ’35 aveva 25 anni si disinteressa totalmente di casi più gravi che accadono oggi, 21° secolo.
Nessuno per esempio – se non il centrodestra con Matteo Forte – ha proferito parola quando il più importante coordinamento di associazioni islamiche di Milano ha indetto un bando per borse di studio in collaborazione con la Diyanet, l’Agenzia turca per gli Affari religiosi, quella che ha abbassato a 9 anni l’età minima per sposarsi. Non ci sono state lettere o dichiarazioni: silenzio assoluto. A dimostrazione del fatto che siamo di fronte al solito doppio standard. E il doppiopesismo è sempre rivelatore di un inganno.
(Riprendiamo dal GIORNALE - Milano di oggi, 15/06/2020, a pag.1, con il titolo "Spose bambine, bugie di sinistra e doppiopesismo", il commento di Alberto Giannoni)

sabato 13 giugno 2020

Si dovrebbe tagliare il superfluo, il rimandabile, l’inessenziale. Ma il sistema economico occidentale si basa sul superfluo, il rimandabile e l’inessenziale.

V, W, L. Sono i tre modelli di evoluzione della crisi economica in atto nei paesi guida del sistema mondiale, ma anche del sistema mondiale nel suo intero. Crisi a V significa che seguendo il primo braccio vai giù, poi rimbalzi in su. Crisi a W sta per crisi su e giù a montagne russe, una specie di sincronia tra andamento economico ed andamento delle varie epidemie. Crisi ad L sta per scendi giù e ci metti poi molto, ma molto tempo a ritirarti su, solo dopo molto il braccio orizzontale della L tenderà a risalire, lentamente. Il consenso previsionale degli analisti verte sempre più sulla crisi ad L.
L’altro giorno, FED ha detto che ci vorrà parecchio per la ripresa dell’economia americana, ancora includendo la crescita dell’anno prossimo, a fine 2021 non si sarà ancora tornati a livelli febbraio 2020. Per cui denaro a zero fino ad allora ed oltre. Trump vorrebbe addirittura tassi negativi e non è detto che fra un po’ FED non li conceda. OCSE invece, ha pochi giorni fa rivisto le stime Pil 2020, peggiorandole. Le contrazioni più forti saranno quella francese, britannica ed italiana, tutte e tre intorno a -11% o -14% con seconda ondata Covid. Ma la media UE sarà a -9% quindi è faccenda sistemica e non solo europea visto che Giappone che non ha avuto nessuna seria pertubazione virale, è dato a -6%.

Distruggere i monumenti per delegittimare le nazioni. L’analisi di Capozzi

L'"emergenza razzismo" esplosa in queste ultime settimane è costruita in laboratorio dalle élites progressiste borghesi per sradicare le democrazie occidentali. La distruzione di monumenti e di simboli tradizionali ha lo scopo di delegittimare nazioni e istituzioni fino alla loro totale disintegrazione. L'analisi di Eugenio Capozzi
Il movimento sedicente “antirazzista” inscenato da alcune sigle dell’estremismo di sinistra statunitense (Black Lives Matter e Antifa) – e prontamente esportato nelle altre capitali occidentali da un'”internazionale” ribellista sostenuta da un incessante “tam tam” mediatico – è l’ennesimo episodio di un costante attacco frontale lanciato dalle élites progressiste alla democrazia occidentale in nome dell’ideologia “politicamente corretta”, che si articola oggi in tre grandi filoni: teoria gender, “gretismo” (ambientalismo antiumanista) e multiculturalismo immigrazionista.
Le minoranze sociali che in Occidente promuovono con ogni mezzo l’agenda politicalcorrettista, disponendo di enormi mezzi finanziari e di un dominio straripante nella rete della comunicazione digitale, appartengono all’alta borghesia hi tech, finanziaria, burocratica, e controllano largamente quella intellettuale-accademica. Esse hanno come obiettivo una grande buro-tecnocrazia globale, in cui il rigido controllo sociale (assicurato dal connubio tra “catechismo” civile, pieno dominio della tecnica sulla “nuda vita” e pubblici sussidi a ceti marginali o improduttivi) si accoppi ad una totale libertà di azione dei grandi capitali di rendita, spesso concentrati in grandi organizzazioni “filantropiche”. Un mondo “fluido” in cui si possano spostare facilmente risorse economiche e manodopera semi-schiavistica a basso costo, e nel contempo sperimentare soluzioni sempre più audaci di gerarchizzazione biopolitica in senso “trans-umano” e “post-umano” (abolizione della famiglia; selezione darwiniana di massa attraverso aborto, manipolazione genetica ed eutanasia; precarizzazione lavorativa ed esistenziale; trasformazione delle élites in minoranze di “highlanders” bio-tecnologici in grado di auto-perpetuarsi).

martedì 9 giugno 2020

L’ULTIMA MOSSA TEDESCA/ Senza la firma del Mes l’Italia non avrà più aiuti dalla Bce

Possibile che il popolo italiano debba inesorabilmente continuare a rimanere in mano ai propri aguzzini interni ed esterni?

L’Italia, grazie al governo Conte, entrerà – o meglio, dovrà entrare – nel Mes per non vedersi rifiutare gli acquisti di Btp dalla Banca centrale europea. È un rovesciamento di prospettiva: finora gli avversari del vincolo esterno si sono opposti al Mes contando sugli acquisti della Bce. C’è la Bce, dunque il Mes non ci serve. Ma se la Bce dovesse interromperli? Lo scenario è l’ingresso dell’Italia nel Mes come contropartita degli acquisti: il nostro paese dovrebbe entrare nel Meccanismo europeo di stabilità per consentire la prosecuzione degli acquisti illimitati. Con Alessandro Mangia, ordinario di diritto costituzionale alla Cattolica di Milano, cominciamo dalla fretta che Christine Lagarde ha messo ieri alla Commissione. La presidente della Bce ha chiesto di approvare rapidamente il Bilancio 2021 e il Recovery Fund. Come dire, sbrigatevi, perché il gioco non può continuare.

lunedì 8 giugno 2020

La Corte di Giustizia si pronuncerà sul denaro contante. All’ombra di Bill Gates…

Verso metà giugno, dopo Karlsruhe, e sempre per iniziativa dei tedeschi, un altro giudice potrebbe emettere una pronuncia in materia monetaria. Un verdetto determinante non tanto sul piano economico generale, quanto su quello dei diritti individuali. Questa volta, in effetti, non si parla di quantitative easing e di BCE e i magistrati protagonisti non saranno i togati rossi della Corte Costituzionale teutonica. Il tema è quello dell’uso del denaro contante e i magistrati sono quelli della Grande Camera della Corte di Giustizia europea.
La Corte del Lussemburgo sarà chiamata a pronunciarsi sul diritto inalienabile di un cittadino di poter pagare le tasse – e, per estensione, qualsiasi cosa – in “moneta sonante”. E sul correlativo dovere dello Stato – e, per estensione, di chiunque – di accettare la suddetta modalità di pagamento. Il principale tribunale amministrativo tedesco, il Bundersvelwatungsgericht, ha ritenuto fondate le ragioni del ricorrente, ma ha rimesso la palla ai colleghi europei per una valutazione del caso in chiave comunitaria.

BTP Il ritardo sulle emissioni è stato doloso?

“Quel ritardo appare doloso, volto a precostituire una condizione di crisi di liquidità”: non usa mezzi termini Alberto Bagnai, economista e senatore della Lega, in un’intervista al quotidiano La Verità, parlando dei ritardi del governo, e specificatamente del ministero dell’Economia, nell’emettere una dose adeguata di Btp nelle prime fasi della crisi sanitaria ed economica legata alla pandemia di coronavirus.
Nel corso dei primi mesi del 2020 l’Italia ha avuto non poche difficoltà a star dietro alla domanda di titoli di Stato nel corso di una serie di emissioni che hanno visto un differenziale tra l’offerta delle emissioni e la richiesta degli investitori a favore della seconda per oltre 190 miliardi di euro. Indicativo, in tal senso, il boom del Btp Italia studiato dal Tesoro che ha mobilitato oltre 14 miliardi di risparmio delle famiglie. Da più parti la richiesta di aumentare le emissioni di Btp, che consentono un finanziamento favorevole grazie anche alla sponda della Banca centrale europea, è stata avanzata come soluzione più adatta per procacciarsi risorse contro la crisi: ma il Tesoro ha troppe volte tergiversato, muovendosi con incertezza e senza affondare. Solo da maggio si è assistito a un pur sempre timido cambio di passo, mentre nel corso rimo trimestre del 2020 la differenza tra titoli italiani emessi e titoli andati in scadenza è stata di soli 13 miliardi di euro, cifra ridimensionata da un saldo negativo di marzo (-23 miliardi), mese in cui la ritirata degli investitori stranieri dai titoli di Stato italiani ha coperto un valore di titoli pari a 51 miliardi di euro, per la quale Bagnai ora accusa il ministro Roberto Gualtieri, ritenuto favorevole a una forma di “vincolo esterno” che prenderebbe le sembianze del Mes.

venerdì 5 giugno 2020

Oltraggio alla dignità di un Popolo ...e risate dal mondo!!

Il coronavirus (COVID-19) ha messo a nudo la precarietà della nostra vita e la nostra umana debolezza psicologica, anticamera di un appannamento ancora più grave della nostra capacità di reagire alla sudditanza etica a cui il Conte di Cerignola ci costringe con tecniche subliminali sfocianti in un mobbing sociale. Causa scatenante di paure ansiotiche e depressive che certamente si protrarranno nel tempo anche dopo la fine “stabilita per legge” di questa equivoca pandemia. Affrontata inizialmente con superficialità (i ridanciani Zingaretti e Gori docunt!) e gestita con grave imperizia politica e colpevole disattenzione.
Una sudditanza etica impensabile in uno Stato di Diritto in cui ogni Italiano è per definizione e per Costituzione “un Cittadino tra i Cittadini”.

Il patriottismo dei mascalzoni

Su, finitela con questa mascherata. Da quando, il 1° giugno, Sergio Mattarella ha invocato l’unità del paese allo scopo di delegittimare la manifestazione dell’opposizione del giorno dopo, la Cupola italiana – quell’intreccio di poteri che occupa istituzioni, governo, scena politica, media di stato e giornaloni, poteri giudiziari e sanitari – ripete ogni giorno il mantra di restare uniti contro il virus, la destra e la piazza, che poi ai loro occhi coincidono. La chiamano unità ma intendono uniformità. La chiamano comunità ma intendono conformità.
Ho speso una vita a difendere l’unità d’Italia e a cercare, al di là delle ragioni di parte, quell’essenza nazionale e comunitaria che ci porta bene o male, a sentirci uniti in uno stesso destino di popolo. Erano idee forti, fino a qualche tempo fa, la comunità come destino, l’unità del popolo; e chi le usava – come me – veniva guardato con sospetto di fascioreazionario e nazionalpopulista: oggi vengono usate, anzi sbandierate, per salvare il governo Conte, il regime sanitario in vigore e gli assetti di potere vigenti. Quelle parole del gergo identitario le usa perfino il presidente Mattarella e i suoi organi di stampa e di riproduzione (della sua voce) le ripetono a pappagallo.

lunedì 1 giugno 2020

Il Piano Colao. Arriva la shock economy di Friedman (e senza golpe militari)

La notizia più importante del giorno ce la dà Milano Finanza: la Commissione Colao istituita al di là di qualsiasi processo democratico, per fare un piano anticrisi – ha presentato il suo Dossier.
Il Punto fondamentale descritto dall’articolista di MF è il seguente: “Il sostegno all’economia dovrebbe passare attraverso la creazione di un Fondo per lo Sviluppo che avrà una dotazione compresa tra i 100 e i 200 miliardi di euro. Lo Stato, le regioni, le province e i comuni conferiranno al Fondo immobili, partecipazioni in società e titoli. (…) Secondo quanto si apprende verrà poi sondata anche la possibilità di attingere a parte delle riserve auree di Bankitalia. È previsto che il fondo verrà gestito da CdP. Le sue quote dovrebbero essere messe a garanzia dei crediti erogati alle imprese e dunque assegnate alle banche e vendute agli investitori internazionali e alla stessa Bce”. Cosa possiamo dedurre? Vediamo brevemente: