martedì 29 dicembre 2020

Italiagate: il governo Conte accusato di essere responsabile della frode elettorale contro Trump

A quanto pare, non è solo la Svizzera ad aver avuto un ruolo cruciale nell’operazione di hackeraggio internazionale contro le elezioni americane.
Nell’ultimo contributo pubblicato precedentemente, l’autore e ricercatore svizzero e americano Neal Sutz ha spiegato il ruolo decisivo della Svizzera nella frode elettorale perpetrata contro Donald Trump.
La Svizzera infatti ha acquistato il codice sorgente di Scytl, il programma legato a sua volta a Dominion Voting System, la società canadese che ha legami con la famiglia Soros e i Clinton, accusata di aver spostato centinaia di migliaia di voti da Trump a Biden. La Svizzera è stata fondamentale nella frode perché era perfettamente informata dei difetti strutturali di Scytl, ma non ha avvisato in alcun modo l’amministrazione Trump del grave malfunzionamento di questo software.
Ad ogni modo, c’è un Paese che potrebbe essere persino ancora più coinvolto e considerato come diretto responsabile dell’hackeraggio nelle elezioni americane, e quel Paese sarebbe proprio l’Italia. A questo proposito, c’è una interessante e clamorosa ricostruzione fornita da Bradley Johnson, un ex agente della CIA e già a capo di una delle stazioni dell’agenzia di intelligence americana.

L’enigma dei balletti-Covid. Una ipotesi noachide.

Gli infermieri che si esibiscono in balli sono il presagio di un catastrofico crollo morale già in atto. Neanche nella Berlino post 1918. Alcuni video qui

Balletti, balletti – medici, infermiere ballano in ospedali in Italia, in Germania, e anche suore da qualche parte degli Stati Uniti.
Mi tocca far notare una cosa così banale, che me ne vergogno: queste non sono scene spontanee di cuori che piazzano i loro video su Tik Tok per il traboccare di allegria e vitalità. Non sono danze individuali improvvisate. Sono coreografie con spesso una ventina di elementi; il che significa che, per eseguirle, bisogna esercitarsi. Per ore, magari per giorni; Heather Parisi, se ancora mi legge, può darci un’idea di quanto occorre? 
A guardare due o tre di questi video, si arriva alla conclusione che questi non sono medici o infermieri, che ci raccontano travolti dall’affollamento di gravissimi pazienti in terapia intensiva. Sono ballerini professionali mandati, con le mascherine e travestiti con vestiario sanitario , a fare la loro esibizione negli ospedali. Anche le riprese sono sofisticate. Non è lo smartphone fisso del dilettante; ci sono anche riprese dall’alto che fanno apprezzare la maestria del coreografo ignoto. 

lunedì 28 dicembre 2020

Giorgia Meloni ai partiti che aderiscono a ECR Party: “Rimodellare la Ue per costruire un’alleanza di Stati nazionali che lavorano insieme”

Il messaggio del presidente dei conservatori europei: “Verità, amore e libertà saranno la risposta alla dittatura dell’ideologia politicamente corretta che minaccia la nostra civiltà” Qui il video
Amici miei, come tutti sappiamo, il 2020 è stato un anno impegnativo non solo per l’Europa ma per tutto il mondo. La nostra comunità politica ha iniziato l’anno con la scomparsa di Sir Roger Scruton, un amico di tutti noi, un gigante della cultura e del pensiero conservatore europeo. Poche settimane dopo quel triste evento, le nostre speranze sono state infrante quando ci siamo trovati ad affrontare la pandemia globale. 

Il coronavirus, arrivato a noi dalla Cina, ha sconvolto drasticamente il nostro stile di vita. Tutto, dal modo in cui ci impegniamo con le nostre famiglie, al modo in cui facciamo affari, alla politica, è cambiato. Siamo passati dal godere di un periodo di stabilità economica o, almeno, di una speranza di ripresa, all’incertezza e all’instabilità. Quest’anno ci ha messo davanti a molte sfide ma, nonostante ciò, siamo riusciti a superarle. Abbiamo abbracciato nuove tecnologie e idee, adottato nuovi modi per rimanere connessi come comunità e abbiamo continuato a trovare modi per sostenerci a vicenda. Abbiamo affrontato i problemi a testa alta. 

venerdì 11 dicembre 2020

Dietro le quinte

Proviamo a dare un veloce sguardo su cosa sta avvenendo dietro le quinte dell’ordinatore economico. Da dietro le quinte, giungono gli echi di una furibonda lotta tra modi diversi di intendere il futuro del sistema c.d. capitalistico.

Da una parte, c’è un vasto gruppo di funzionari del sistema dominante (economico, finanziario, geopolitico, politico) non da ieri preoccupati dai numerosi malfunzionamenti di quel sistema che ne determina la posizione ed il potere sociale. Costoro, hanno individuato da tempo due “distruzioni creatrici” per rivitalizzare le prospettive del sistema. La prima è una volontaria distruzione autoindotta rivedendo il ruolo delle energie carbonifere da sostituire con energie diverse, compatibili ambientalmente. La seconda è assecondare l’unico motore attivo dello sviluppo economico ovvero la conversione digital-informatica. Soggetti trasformativi dovrebbero esser le imprese non più solo legate alla logica stretta del profitto (shareholders i.e. azionisti), ma a quella larga dell’interesse condiviso (stakeholders, i.e. management, dipendenti, fornitori, territorio). Il che porta ad un nuovo patto di potere pubblico-privato, un nuovo contratto sociale ed ad un moderato sacrificio fiscale da parte del privato in favore della redistribuzione pubblica. Redistribuzione pubblica operata in investimenti e forme di sostegno dei poteri d’acquisto (vari tipi di salari di cittadinanza). Il linea generale, un sistema più inclusivo basato sull’egalitarismo delle possibilità (Rawls, Sen). 

giovedì 10 dicembre 2020

Così si sfinisce un Paese, un popolo, un sistema: l’ultima minaccia di Conte, il TSO per chi rifiuterà il vaccino

Ve l’avessero detto quarant’anni fa, quando pensavate che la vita fosse un cominciamento di gioia, non ci avreste creduto. Ma neppure ve l’avessero detto un anno fa, cadute le foglie delle illusioni, ci avreste creduto. Invece è tutto vero, è reale questo presidente del Consiglio, da nessuno eletto, che butta là, come niente fosse, la possibilità di un internamento di massa per chi non accetterà un vaccino ancora misterioso. Nel silenzio complice di un presidente della Repubblica che ormai non si sa più come percepire. Nella sudditanza collaborazionista di una classe di guitti e di pensatori deboli che si spolmonano a spiegare che un Natale senza Natale è il migliore dei Natale possibili. Come la filosofa-Liala, la Michela Marzano, quella che “l’amore è l’unica cosa che so dell’amore”. 

mercoledì 9 dicembre 2020

Tempo di impegno e responsabilità

Questo è il momento per battere forte il martello! bisogna fare nel campo politico-culturale quello che Lefebvre ha fatto nel campo liturgico e formativo per i giovani sacerdoti ... ed è una esigenza storica e profetica ... bisogna ora battere sul fondamento delle Costituzioni laiche europee. Tu sai già quanto sia diverso il sistema americano, che è già anni luce lontano dalle vere costituzioni cattoliche degli Stati. Ma quelle europee sono morte. L''Europa è a un passo dal suicidio storico colpevole, di cui renderà contro a Dio nel Giudizio eterno. Non solo l'Europa è a un passo dalla islamizzazione, dopo qualche anno di schiavitù tirannica da Euro. Ma le persone d'Europa rischiano l'inferno eterno. Tu sai cosa è una Stato. Bisogna instaurare lo Stato cattolico - combattendo un'aspra battaglia contro le attuali gerarchie e contro tutto il mondo cattolico rimbambito dalla Sindrome di Stoccolma - dopo la crisi palese e storica delle costituzioni laiche, massoniche, liberali, democratiche. Sai quello che dico. Non dobbiamo avere paura. Non siamo nl''89, non siamo in Messico o in Spagna. Non siamo in una delle tappe del martirio cattolico dell'epoca rivoluzionaria. Siamo oltre. Siamo entrati nell'epoca in cui diventa palese l'insostenibilità del laicismo del modernismo del liberalismo del democraticismo. E' palese e sta esplodendo in faccia a tutti. Siamo nella Europa in cui la morte avanza e in cui tuti ci risveglieremo dopo il Coronavirus disperati e depressi, sfiduciati e disposti a qualunque cambiale di schiavitù pur di sopravvivere a focacce e cipolle. (Rosario Del Vecchio)

venerdì 4 dicembre 2020

Polonia ed Ungheria vincono. Per pesare nella UE ci vuole un vero governo, non dei lacchè

Polonia ed Ungheria vincono. La Merkel chiede di riaprire la discussione sullo “Stato di Diritto”. Per pesare nella UE ci vuole un vero governo, non dei lacchè. Di seguito: Orban ha smascherato la dittatura dell’Europa: sentite le frasi che i media vi nascondono

Alla fine basta tenere il punto con decisione. La cancelliera tedesca, Signora Merkel, ha avvisato la Commissione ed il Parlamento che sarà necessario riaprire le discussioni sullo Stato di Diritto per superare il veto di Ungheria e Polonia sul Bilancio dell’Unione e quindi sul Recovery Fund.
Durante le contrattazioni estive la Commissione aveva introdotto una serie di fattori legati al rispetto del cosiddetto “Stato di Diritto”, elementi che, in apparenza, sembrerebbero garantire la legalità di un sistema democratico, ma che, in realtà, essendo giudicabili in modo estremamente soggettivo, venivano ad essere uno strumento intollerabile di pressione politica della Commissione sui singoli stati. Ad esempio alla Polonia viene contestata la riforma della Giustizia che ha mandato in pensione anticipata molti giudici  cresciuti sotto il regime Comunista e quindi con una visione estremamente filo-europea, ma, nello stesso tempo, la Grecia non ha nessun problema pur avendo il proprio sistema disciplinare e selettivo della magistratura completamente selezionato dal potere esecutivo. Si contesta all’Ungheria la selezione del Governatore della banca centrale quando questa carica, in tutto il mondo, è selezionata dal governo anche quando può poi agire in modo autonomo, e così via. Alla fine il problema del cosiddetto “Stato di diritto” non è altro che la lotta fra un establishment burocratico non eletto ed un potere legislativo ed esecutivo democraticamente selezionati. Il Deep State cerca sempre di tutelarsi dal popolo.

giovedì 3 dicembre 2020

La logica dei ricorsi di Trump - Paolo Pasqualucci

Torniamo ad occuparci dell'esito delle elezioni statunitensi, avendo ben chiara qual è la posta in gioco! Di seguito un lucido e interessante punto nave dell'ingarbugliata e controversa situazione della quale mancano sui media di regime chiavi di lettura obiettive. 

I media che dominano il mercato dell’informazione tendono a rappresentare la strategia processuale di Trump come cosa senza senso, il frutto dell’ostinazione di un politico incapace di accettare la sconfitta. Nello stesso tempo non entrano, a quanto sembra, nel merito. Nessuno ne sa nulla, a meno che non si informi su blog “conservatori”, come ad esempio LifeSiteNews, che però non fa parte del mainstream mediatico. Una congiura del silenzio al limite della disinformazione. Se è così sciocca, questa strategia, perché non renderne edotto il pubblico con l’illustrarne i dettagli, sì da render ancora più evidente la (supposta) vacuità di Trump? La giurisdizione delle Corti d’Appello dei singoli Stati ha finora fatto muro contro i ricorsi di Trump: perché allora perder tempo a illustrarne il merito, se i giudici dicono che è inconsistente? C’è poi il fatto macroscopico dei dati del vantaggio attribuito a Biden: 306 voti elettorali contro 232, il 51,1 % dei voti totali contro il 47,1% ossia 80.242.116 voti contro 73.966.926. 

mercoledì 2 dicembre 2020

L’ennesima task force di Conte: un mostro tecno-burocratico di dubbia legittimità, perfetto per lo scaricabarile

La complessità della struttura concepita per il Recovery Plan garantisce un’evidente diluizione delle responsabilità, l’ideale per proteggere politicamente il presidente del Consiglio. Chi sarà il responsabile, il decisore finale? I sei super manager con poteri eccezionali? Il triumvirato composto da Conte, Gualtieri e Patuanelli? Se le cose dovessero funzionare, il premier se ne prenderebbe i meriti; altrimenti, potrà sempre scaricare la responsabilità sui tecnici e i super manager. Si prepara un perfetto scaricabarile in pieno stile contiano 
Un sistema elefantiaco composto da due task force, una cabina di regia, un comitato interministeriale e sei super manager. È questa la soluzione che il governo sembra aver individuato per realizzare il Recovery Plan. Malgrado i fallimenti della scorsa primavera (chi si ricorda del piano Colao?) e gli scarsi risultati conseguiti dal sistema delle 15 task force, il premier Giuseppe Conte pare essersi deciso a costruire un mostro tecno-burocratico per vincere quella che ha definito la sfida della vita.