domenica 24 ottobre 2021

Nuova legge ingiusta in Italia: la legittimazione dell’omicidio di Stato

La conferenza dei capigruppo di Montecitorio ha annunciato che il 25 ottobre l’aula della Camera esaminerà la nuova proposta di legge sull’eutanasia. Il testo della proposta, adottato come testo base dalle commissioni, intitolato “Rifiuto dei trattamenti sanitari e liceità dell’eutanasia” è a dir poco agghiacciante.

Cercheremo di fare un’analisi articolo per articolo e di fare delle osservazioni per ognuno di essi.

L’articolo 1 definisce la finalità della legge, ovvero quella di disciplinare la facoltà di una persona «affetta da una patologia irreversibile o con prognosi infausta di richiedere assistenza medica, al fine di porre fine volontariamente ed autonomamente alla propria vita». Ecco la prima contraddizione logica: si afferma che una persona in quelle condizioni possa porre “autonomamente” fine alla propria vita … richiedendo però “assistenza medica” a tal fine. Il medico, dunque, è costretto ad uccidere il paziente (l’obiezione di coscienza non è mai minimamente citata), però l’atto del paziente rimane “autonomo”.

sabato 23 ottobre 2021

Difendere non basta

Ma esistono ancora Dio, Patria e Famiglia? Amando la verità sopra ogni cosa, e rispettando la realtà prima di tutto, risponderei onestamente di no, non esistono ancora. Nel senso che non si tratta di residui perduranti del passato, una cittadella assediata da difendere per evitare che venga espugnata. Sono principi sommersi, quasi invisibili, deviati e dissimulati.

L’unica strada possibile per ridare loro dignità e visibilità a me sembra quella di partire dalla loro mancanza, dalla loro eclissi e dal vuoto che ne deriva. E vedere come può vivere, se può vivere, una società o una persona che abbia abbandonato quei punti di riferimento, diversamente nominati, che riguardano il rapporto con il cielo, con la terra e con la casa, i legami primari della nostra vita. Al posto di Dio resta quell’entità labile e friabile che è l’Io. Al posto della patria c’è lo sconfinato deserto denominato globale, dove sciamano masse di sradicati. E al posto della famiglia, come si sa, c’è la mutevole asimmetria dei rapporti transitori e a volte transgenici in cui il singolo prevale con i suoi desideri su ogni comunità, legame e dedizione. Da qui la necessità di ripensare e rifondare quei principi cardinali della vita e di sottrarre le motivazioni della vita al dominio della tecnica e del mercato.

Drago I Re d’Italia - Marcello Veneziani

Viva il Re, è tornato il Regno d’Italia. Dopo settantacinque anni ingloriosi e rissosi di repubblica, l’Italia è tornata allo splendore della Monarchia. Non c’è stato bisogno di un nuovo referendum, è bastato il suo nome, il suo ritorno in Patria, poi l’intrigo di corte del ciambellano fiorentino e l’acclamazione del Parlamento con poche defezioni ha fatto il resto.

Drago I, al secolo Mario Draghi, è ormai il nuovo sovrano d’Italia. Presidente del consiglio a tempo indeterminato, Presidente della Repubblica in pectore, Presidente dell’Europa in fieri. È venuta in Italia perfino Angela Merkel a fare le consegne a lui, prima di andarsene dopo il suo lungo regno germano-europeo.

venerdì 22 ottobre 2021

L’Europa in transizione di fase.

La situazione esaminata con uno sguardo più ampio e nell'ottica della complessità

Nella logica dei sistemi, le transizioni di fase sono cambiamenti strutturali dello stato, logica o ordine interno del sistema. Considerando l’Europa politica (l’UE) un sistema, vediamo di fare una fotografia aggiornata di quella che sembra proprio una transizione di fase.

La notizia, ed è una vera e propria notizia, è che Italia e Francia starebbero per firmare un trattato bilaterale, sul tipo di quello a suo tempo firmato da De Gaulle ed Adenauer agli albori della Comunità europea (1963), poi rilanciato nel famoso trattato di Aquisgrana (2019) tra Francia e Germania. Di questo hanno discusso nel recente incontro di Marsiglia Macron e Draghi, per cui pare che ora la bozza approvata a Parigi sia in ultimo esame a Roma per poi arrivare alla firma. I temi dell’accordo sono vari ma alcuni sono più rilevanti di altri. 

Partito Conformista Italiano

Icastica rappresentazione dell’odierna condizione italica dalla penna di Marcello Veneziani. 
Cito un efficace commento [qui]: "Purtroppo, finché quel partito era il Comunista, lo si poteva apertamente affrontare, combattere, come usa dire con erronei termini calcistici. Era ed è stato facile farlo, ma questo partito “Conformista”, mellifluo e sfuggente qual è, ha plasmato i cittadini, anche quelli di nuova generazione, … a propria immagine e somiglianza. E ciò non può che essere una ben motivata preoccupazione per chi ancora crede e confida in una presa di coscienza di tutti, in taluni un pentimento e un conseguente ravvedimento. Di certo costituisce un avvilimento per chi soprattutto non ha più tanto tempo per vedere finalmente, là in fondo, tunnel dopo tunnel, la sempre promessa luce, … il bel Sol del presente e non del sempre mitizzato e mai realizzato Avvenire."

Partito Conformista Italiano 

Quale partito guida l’Italia? Il Partito Conformista Italiano, in sigla PCI. È il partito che realmente determina l’agenda del Paese, il dibattito quotidiano, le priorità da affrontare; e che orienta chiunque abbia ruoli di potere, gestione e influenza nel nostro Paese. Il Partito Conformista Italiano esprime il Presidente della Repubblica che rappresenta il Pensiero Conforme a cui attenersi. Non esprime direttamente il Presidente del Consiglio, che al momento è un tecnico, ma anch’egli si conforma coi suoi ministri agli indirizzi del Partito Conformista. Il PCI esercita il suo ruolo di guida soprattutto sul piano dell’informazione, della formazione e dell’istruzione degli italiani, con una spiccata propensione pedagogica e una tendenza ad ammaestrare i cittadini o a punirli e deplorarli se non si allineano. Trova terreno fertile in un Paese che da sempre va in soccorso del vincitore, si conforma, colpisce in branco chi esce dal coro. 

La Corte polacca mette i paletti alla Ue, come i tedeschi

Riprendo dal sito del Centro studi Livatino, l’articolo di Francesco Mario Agnoli, già presidente di sezione alla Corte di appello di Bologna e componente del Consiglio superiore della Magistratura (1986-1990), che conferma la fondatezza delle ragioni alla base della decisione della Corte polacca, anche alla stregua di quanto stabilito da altre Corti costituzionali, da quella tedesca a quella italiana.
La Corte polacca mette i paletti alla Ue, come i tedeschi

Anche in Italia le reazioni alla sentenza della Corte Costituzionale polacca dell’appena trascorso 8 ottobre si sono concentrate, più che sul versante propriamente giuridico-costituzionale, su quello politico, giungendo a prospettare come tutt’altro che remota la possibilità di una “pol-exit”. Come noto, tutto prende origine dal contrasto fra la Repubblica Polacca e l’Unione Europea, che ritiene non conforme ai principi del diritto comunitario le modifiche apportate da quel Paese al proprio sistema giudiziario. La questione ha avuto un primo tempo davanti alla Corte di Giustizia dell’UE, che ha ordinato la sospensione della riforma: decisioni contestate per sospetta “incompetenza” dal governo polacco, che si è rivolto alla propria Corte costituzionale. I giudici di Varsavia, dopo avere argomentato in via generale sui rapporti fra il diritto interno dei singoli Stati membri e il diritto comunitario, pur riconoscendo la prevalenza di quest’ultimo in altri campi, l’hanno esclusa in punto a organizzazione del sistema giudiziario.

giovedì 21 ottobre 2021

No ad un super-Stato Ue che nessuno ha scelto e non è nei Trattati: il discorso thatcheriano del premier polacco

Come si sta in Europa a schiena dritta.
No ad un super-Stato Ue che nessuno ha scelto e non è nei Trattati: il discorso thatcheriano del premier polacco

Mateusz Morawiecki, premier polacco, ha tenuto un discorso al Parlamento europeo, in cui ha ricordato il vero ruolo dell’Unione europea. Quello che l’Ue dovrebbe essere, stando ai suoi stessi Trattati e quel che, invece, non dovrebbe mai diventare. Puntualmente è stato trattato dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen, come un rappresentante di uno Stato canaglia, passibile di sanzioni internazionali. Il che ci dà una misura di come l’attuale Ue si sia allontanata dal suo progetto originario.

Innanzitutto il premier conservatore di Varsavia, ha ricordato agli europei perché il nostro è un continente speciale, diverso da tutti gli altri:
Dobbiamo rispondere alla domanda su dove l’Europa abbia acquisito il suo vantaggio nel corso dei secoli. Su cosa abbia reso così forte la civiltà europea.

Trieste, Tiananmen o cammino di gloria? - Gianfranco Amato

Qui indice articoli sulla dittatura sanitaria.
Trieste 18 ottobre 2021: il giorno della vergogna

Il 18 ottobre 2021 resterà una data storica per Trieste. Sarà la ricorrenza di un particolare giorno di ordinaria follia. Solo che ad agire da folle non è stato uno squilibrato alla William “Bill” Foster, personaggio del noto film di Joel Schumacher, ma le istituzioni repubblicane italiane sedicenti democratiche.
Non avrei mai pensato in vita mia di essere costretto a fare il reporter giornalistico di scene surreali, di cui sono stato testimone oculare.
Attorno alle 10.00 di mattina sono giunto all’ormai famoso molo settimo del varco 4 del Porto di Trieste, che dal 15 ottobre è presidiato dai portuali aderenti allo sciopero contro il green pass. Costoro hanno deciso di esercitare il proprio diritto costituzionale, senza impedire l’accesso ai colleghi che non condividevano le ragioni dello sciopero, e soprattutto senza impedire il transito dei mezzi di trasporto. Si tratta di un punto importante perché tutti i comuni cittadini, giunti da ogni parte d’Italia, che hanno deciso di solidarizzare con i portuali non hanno assolutamente impedito nessuna delle predette attività. Questa è una circostanza che peserà molto sulla coscienza di chi ha dato l’ordine di intervenire contro costoro con una brutalità il cui precedente è difficilmente riscontrabile neppure nelle più efferate dittature.

mercoledì 20 ottobre 2021

“Deriva antiscientifica che mira a bloccare il futuro e riportare tutto al passato”?!?

Assolutamente irricevibili le parole del presidente Mattarella. Perché? Ce lo spiega bene questo editoriale del prof. Alberto Contri. Qui l'Indice degli articoli su Covid, vaccini e dittatura sanitaria

Non c’è nulla di peggio, per un cittadino dotato di conoscenze e competenze, educato a rispettare le istituzioni, che sentirsi umiliato da chi le rappresenta, soprattutto se si tratta della più alta carica dello Stato.
In un recente prolusione in una università, il Presidente Mattarella si è detto preoccupato per i rigurgiti di violenza: immaginiamo lo abbia fatto, e con ragione, riferendosi all’inqualificabile irruzione di elementi estremisti nella sede della CGIL. Irruzione che, a detta quasi univoca degli organi di stampa di ogni orientamento, non solo non è stata osteggiata ma in buona sostanza addirittura facilitata.
Quello che più turba e dispiace è che il monito sia stato fatto nello stesso giorno in cui la polizia interveniva con inusitata violenza nel porto di Trieste con idranti e cariche su manifestanti assai pacifici, che oltretutto non risulta avessero mai impedito l’accesso ai portuali che non volevano scioperare.

martedì 12 ottobre 2021

Colombo, gli indios e gli idiots - Marcello Veneziani

Ero ieri a Genova e ho visto rientrare mestamente, dopo alcuni secoli, Cristoforo Colombo con le sue malconce caravelle, le sue tre sorelle molto navigate. È stato espulso dagli Stati Uniti perché considerato ormai persona non gradita, senza permesso di soggiorno, aggressivo, imperialista e colonialista.

Dopo un secolo e mezzo di celebrazioni del Columbus day, c’è qualcosa di nuovo nell’aria. C’erano già state brutte avvisaglie contro di lui negli ultimi anni: contestazioni, cancellazioni, statue di Colombo abbattute e imbrattante; alla furia anticolombiana si era accodato perfino il sindaco di New York, il pessimo Bill De Blasio, pur essendo figlio di emigrati italiani. Ora pure il rintronato Joe Biden, per assecondare i radical, i progressisti e le popolazioni di colore, ha avuto una pensata di quelle memorabili: ha furbescamente anticipato il Colombous day al giorno prima, l’11 ottobre, magari come preludio alla sua soppressione; e ha deciso di sovrapporre a quella ricorrenza la celebrazione dell’ “Indigenous People’s Day”, giorno in cui celebrare i popoli indigeni.

martedì 5 ottobre 2021

Se la sinistra sta vincendo la guerra culturale è perché ha vinto nel gioco della semantica

È di venerdì scorso, primo di ottobre, la notizia diffusa dalla Associated Press che un giudice federale americano, rifiutando la raccomandazione dei pubblici ministeri, ha condannato un rivoltoso del 6 gennaio alla libertà vigilata e ha suggerito che il Dipartimento di Giustizia è troppo duro con coloro che hanno fatto irruzione in Campidoglio rispetto alle persone arrestate durante le proteste antirazziste seguite all’omicidio di George Floyd. Il giudice della corte distrettuale degli Stati Uniti Trevor McFaddensi si è chiesto, in particolare, perché i pubblici ministeri federali non abbiano intentato più cause contro gli accusati nelle proteste estive del 2020, anche alla luce delle statistiche sui casi di sommossa nella capitale che non sono stati perseguiti.