mercoledì 31 luglio 2019

Ue, Meloni: FDI chiede al Governo Italiano di ritirarsi dai pessimi accordi di Caen

«La Francia continua con il suo inaccettabile tentativo di impossessarsi di acque territoriali italiane. La questione riguarda gli accordi di Caen firmati di soppiatto il 21 marzo 2015 dal Governo Gentiloni con i quali di fatto regaliamo parte dei nostri mari più pescosi alla Francia, accordi che, per fortuna, necessitano della ratifica del nostro Parlamento per diventare effettivi, cosa mai avvenuta. Ma la Francia ci prova lo stesso. Dopo il tentativo del 2018 sventato grazie alla denuncia di Fratelli d’Italia, la Francia ci riprova e ripresenta i confini marittimi “casualmente” sbagliati, nei quali ingloba parte delle nostre acque territoriali in quelle francesi. Ora basta! Fratelli d’Italia chiede al Governo italiano di protestare formalmente con la Francia di Macron e di ritirarsi definitivamente dai pessimi accordi di Caen».
Lo scrive su facebook il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni.
A suo tempo, avevo lanciato l'allarme qui e qui

martedì 30 luglio 2019

La strana polizia europea

In Italia, i relatori del provvedimento di ratifica sono gli onorevoli Filippo Ascierto e Gennaro Malgieri, entrambi del PDL, che assicurano che i chiarimenti del caso potranno essere dati in Aula, a Montecitorio, precisando che questa squadra speciale di polizia militare extra-nazionale risponderà solo ai ministri degli Esteri e della Difesa degli Stati membri. Cosa alquanto pericolosa, perché dietro vi è celato il potere, dato ad ogni Paese firmatario, di espropriare i propri parlamenti dalle decisioni sull’impiego delle proprie truppe. E consente di farlo in piena legalità.
Si chiama Eurogendfor. Una siglia, solo una sigla apparentemente innocua, che però in italiano diventa "Gendarmeria europea". Proprio in questi giorni, circondata da uno strano silenzio della stampa, è in discussione presso le commissioni Esteri e Difesa della Camera dei Deputati la proposta di legge di ratifica del trattato, datato 18 ottobre 2007, che istituisce questa strana gendarmeria: una forza militare sub-europea indipendente.

Andando a scavare nella documentazione dell'Unione Europea risulta difficile scovare genesi e obiettivi di questo organismo. Sulla carta è nato il 18 ottobre 2007, con il Trattato di Velsen, anche questo poco o nulla pubblicizzato presso i cittadini europei. Ne fanno parte non tutti i Paesi UE, ma solo quelli dotati di una polizia militare: Francia, Spagna, Portogallo, Olanda e Italia. Secondo il Trattato, si tratta di una sorta di super-polizia sovranazionale a disposizione della UE, dell’OSCE, della NATO o di altre organizzazioni internazionali o coalizioni specifiche.

domenica 21 luglio 2019

Chi c’è dietro al partito di Conte

L’avvocato degli italiani, Giuseppe Conte, non vuole andare a votare a settembre non solo perché brama di restare a Palazzo Chigi, ma soprattutto perché stanno preparando un partito tutto per lui. La ‘lista Conte’, un mix di mondo cattolico variopinto tra solidarietà, rigore e comprensione verso le nuove tendenze della società. A questo progetto lavorano frange vaticane che non si rassegnano a vedere emarginata la loro missione, organizzazioni cattoliche del volontariato, pezzi dell’intelligence e più di qualche grande manager pubblico. Il Premier per adesso si schernisce, finge di non sapere, anche perché aveva solennemente dichiarato che finito questo sogno sarebbe tornato dai suoi studenti e ai suoi arbitrati. Ora però si guarda bene dal ripeterlo, troppo proteso ad alimentare il fuoco tra Di Maio e Salvini, ha bisogno di tempo almeno fino alla primavera.

venerdì 19 luglio 2019

Matteo Salvini, Paolo Becchi e il "piano-schiaccianoci" contro la Lega: se fa la prima mossa, la spazzano via

Una situazione delicatissima
Dopo quello che è avvenuto martedì sera a Bruxelles, tutto è cambiato. Non tanto perché il M5S ha votato l' ultra neoliberista von der Leyen alla presidenza della commissione, la cosa era nell' aria già da qualche giorno, ma perché i voti pentastellati sono risultati determinanti per il mantenimento dell' asse franco-tedesco. Appena nove voti di differenza e gli equilibri europei che finora hanno distrutto l' economia italiana sarebbero stati rimessi in discussione. Un' occasione storica sprecata per un piatto di lenticchie.
Ciò ha prodotto ripercussioni politiche anche in Italia. Salvini è stato messo spalle al muro dai 5Stelle sia a Bruxelles che sul caso appositamente creato dei rubli russi, con una particolarità: l' apporto decisivo del Movimento all' elezione della von der Leyen, votata anche da Pd, Forza Italia, Macron e Merkel, apre una nuova fase politica anche nel nostro Paese, il M5S è pronto a scaricare Salvini e andare a formare un nuovo governo col Pd. Un Conte bis o qualcosa del genere. Non lo vede solo chi non lo vuole vedere.

giovedì 18 luglio 2019

La guerra mondiale contro Salvini

Sul piano logico condivido la realistica analisi di Veneziani; ma non riesco a rassegnarmi e resto convinta che, nonostante tutto, Salvini riuscirà a trovare la quadra con una mossa tanto audace quanto abile. E che non gli manchi l'Alleata invincibile che non credo abbia invocato con un gesto superficiale o strumentale. In effetti per ora sta resistendo bene e non credo che ci saranno novità nel breve termine: il punto è che chi lo vota si è rotto le scatole alla grande e ha capito il giochetto, quindi la "guerra mondiale" non sposta opinioni, semmai mostra anche a chi prima non ci credeva che c'è un'allineamento di forze ai nostri danni. I primi sondaggi post-Metropol sembrano confermarlo, vedremo la settimana prossima. Mi incuriosisce vedere anche i prossimi sondaggi sui 5 stelle, dopo il tradimento di ieri: secondo me perderanno ancora voti. Per quanto mi riguarda, l'affare Metropol, per quanto è stato detto sinora, è una bufala. L'unica cosa che conta in un'accusa di aver ricevuto finanziamenti è la prova dei finanziamenti su un conto corrente, e non c'è. Ma anticipo che molto probabilmente anche qualora saltasse fuori che la cosa è vera, me ne fregherò: se a sinistra possono invocare lo stato di necessità e violare le leggi per farci invadere, io ho il diritto di invocarlo per non farci invadere. Però ad un certo punto, se la Lega non capitalizzerà i grandi consensi che ha e non si sbarazzerà dei grillini, la gente potrebbe iniziare a scoraggiarsi.

La guerra mondiale contro Salvini

Come reagiranno gli italiani alla guerra mondiale contro Salvini? Resisteranno stringendosi intorno a lui, nei rifugi antiatomici dei social, anzi cresceranno a dispetto dell’assedio e del bombardamento, proprio per reagire indignati all’attacco concentrico e permanente contro di lui; oppure alla fine si stancheranno, cederanno alla pressione potente e multitasking e si rassegneranno all’impossibilità d’incidere, cominciando a trovare nel loro beniamino limiti, errori e difetti? È la scommessa dell’estate e siamo curiosi e ansiosi di saperlo.
Andiamo con ordine. Diciamo guerra mondiale contro Salvini non per il gusto di esagerare ma con precisa cognizione di causa. L’America e la Russia, l’Unione europea e molti suoi stati membri, per non dire l’Africa e i migranti, sono trascinati, mobilitati o coinvolti per castigare Matteo Salvini. Ogni punto in più da lui registrato nei sondaggi è un nemico in più che sorge, un nuovo fronte d’attacco che si apre, un dossier in più contro di lui e il suo partito.

mercoledì 17 luglio 2019

Von der Leyen sappia che l'Italia non sarà il campo profughi promesso da PD e M5S

Nonostante tutto l'Italia non sarà il campo profughi, ma neppure più lo zerbino. Credo e spero che col voto alla von der Leyen i 5stelle si siano giocati definitivamente gli italiani con un briciolo di buon senso. E che Salvini riesca a resistere agli attacchi inauditi trovando la quadra delle difficoltà con audace abilità. L'ultima mossa con le parti sociali, che pone sul tappeto la proposta del suo partito, potrebbe essere l'inizio.... In ogni caso non credo che l'inciucio col PD e con FI possa avere i numeri in parlamento per un nuovo esecutivo malauguratamente auspicato anche dal Colle... In ogni caso, in Europa, con una maggioranza così esigua, la spaccatura è evidente.

Juncker si è messo la gonna e ce lo terremo per altri cinque anni. Il voto folle del Parlamento Europeo ci rimette alla mercè della Germania, santa madre protettrice di Ursula Von der Leyen. La Merkel è riuscita a far comandare ancora i tedeschi con la nuova presidente della Commissione Ue.Tornerà – come ha notato Giorgia Meloni, fiera del voto contrario di Fratelli d’Italia a Strasburgo – l’asse franco tedesco. E del resto Macron aveva rivendicato l’alleanza con la Germania proprio su questa nomina e quella della Lagarde alla Banca Centrale.
L’Europa continuerà ad essere imbelle nella lotta all’immigrazione clandestina e al terrorismo. Punteranno a far male alle Nazioni che non si piegano ai diktat europei.
Continuità assoluta, dunque, e zerbinaggio soprattutto da parte dei partiti italiani che hanno perso da noi le elezioni europee. A partire dalla sinistra, ma questo si sapeva già. Forza Italia idem. Ma quel che è grave è stata la pronuncia favorevole del premier non votato da nessuno, Giuseppe Conte, che già si era rivolto alla sua maggioranza nei giorni scorsi.

sabato 6 luglio 2019

Io non ci sto...

Grande Maria Giovanna Maglie su Dagospia!
Caro Dago, eh no che non ci sto a passare per disumana e ora anche per fessa, viste le decisioni della ineffabile magistrato che non ravvisa nel comportamento di Carola Rackete alcun reato, e loro sì che applicano la legge, nessuna ombra di uso politico della giustizia li sfiora.
Non ci sto a sentire che c'è addirittura allarme rosso, e Salvini rischia di alimentare il clima di odio in Italia. Parola dell'Associazione Nazionale magistrati, rappresentanti di quella categoria che si riuniva con politici del PD per decidere posti e poltrone, in un giro di toghe retribuite o castigate, di processi da tenere bassi o da esaltare per rovinare gli avversari politici, che un momento di silenzio per vergogna non lo osserva neanche a morire. Non ci sto a sentire che lui, Salvini, è cattivo, non la gip che ha deciso che tentare di ammazzare dei finanzieri in servizio non è reato, figurarsi tentata strage, alimentando così qualunque tipo di clima di odio e aggressione futura verso qualunque iniziativa e presenza di forze dell'ordine.

mercoledì 3 luglio 2019

Lo scomodo caso della Sea Watch 3. Un pericoloso precedente

Nella serata di ieri il giudice per le indagini preliminari di Agrigento ha emanato la sua ordinanza sulla convalida di arresto e richiesta di misura cautelare avanzata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale della medesima città nei confronti della comandante della Sea Watch 3, Carola Rackete, indagata per i noti fatti di questi giorni, per i reati di Resistenza o violenza contro nave da guerra (art. 1100 cod. nav.) e di resistenza a pubblico ufficiale (art. 337 c.p.).
Nel merito, il magistrato in questione, ha, in buona sostanza, non solo non convalidato l’arresto dell’indagata ma, addirittura, ha dichiarato:
  1. non sussistere il reato di cui all’art. 1100 del codice della navigazione dal momento che, secondo lui, una unità della Guardia di Finanza che operi in acque territoriali non possa considerarsi una nave da guerra, secondo una interpretazione avanzata, a suo dire, dalla Corte Costituzionale, con una sentenza del 2000;
  2.  essere scriminato quello di cui all’art. 337 del codice penale, perché compiuto nell’adempimento di un dovere, ossia quello derivante dal rispetto dei trattati internazionali riguardanti il soccorso in mare dei naufraghi.

lunedì 1 luglio 2019

Sei tesi sui porti aperti

Vorrei dire sei cose oltre la vicenda Sea Watch, la retorica, gli odi e gli slogan.

La prima: se si stabilisce il principio che ogni uomo ha diritto di decidere unilateralmente quando, come e dove vivere senza considerare norme, confini, stati e popolazioni, salta ogni ordinamento giuridico, si polverizza ogni sovranità nazionale e statale, si cancella ogni limite e frontiera, ogni tutela e ogni garanzia per i cittadini regolari di quei paesi che hanno diritti e doveri, lavorano e pagano le tasse. Il sottinteso di quella pretesa è che non va applicata una procedura eccezionale per dare asilo a profughi che fuggono da guerre e da acclarate situazioni d’emergenza ma va accolto chiunque decida di mettersi in viaggio, in navigazione. E nemmeno “una tantum” ma ogni volta che accade.