martedì 14 aprile 2009

Solo se unita

Europa: vescovi e laici esortano al voto di giugno
Thomas Jansen, Germania

In occasione delle imminenti elezioni europee (4-7 giugno), i vescovi della Comece in concomitanza con i rappresentanti delle associazioni di laici riuniti nel Gruppo Ixe (Iniziativa dei cristiani per l'Europa) hanno preso la parola rivolgendo appelli ai cittadini europei. "Continuare a costruire una casa europea": questo è il titolo della dichiarazione diffusa dai vescovi il 20 marzo. Il documento inizia ponendo fortemente l'accento sul fatto che queste elezioni offrono un'occasione per confermare e continuare a sviluppare l'Europa come "progetto della speranza". Dal riconoscimento dell'Unione europea, che si è dimostrata "una casa affidabile" e che aspira a garantire solidarietà e stabilità tra i propri membri, discende il diritto e il dovere di prendere parte alle elezioni per il Parlamento europeo (dal 4 al 7 giugno). Al Parlamento europeo sono rivolte richieste che da sempre vengono esposte dai rappresentanti della Chiesa, così come dai cristiani impegnati in ambito politico e sociale. La dichiarazione dei vescovi riassume tali richieste in otto punti che possono essere interpretati come un'etica della politica europea: rispettare la vita umana, sostenere la famiglia, incoraggiare i diritti sociali, fondare l'organizzazione dell'economia su determinati valori, promuovere la giustizia, dare prova di solidarietà, preservare il Creato, favorire la pace nel mondo.L'appello dell'Ixe del 1° aprile, recante come titolo "Affrontare la crisi e le sfide dei tempi attuali grazie ad una Europa più unita, più solidale, più aperta al mondo", coincide nelle sue principali formulazioni e richieste con la dichiarazione dei vescovi. Questo testo tuttavia contiene non soltanto osservazioni e richieste ma illustra anche le motivazioni che obbligano a proseguire in modo decisivo una politica di unità in Europa, dotandola al contempo di una dimensione democratica che le consenta allo stesso tempo di divenire più efficace. A tale scopo, il Trattato di Lisbona deve essere immediatamente messo in vigore. La globalizzazione, ed in particolare le recenti esperienze negative con le pratiche finanziarie ed economiche, che hanno abusato delle possibilità della globalizzazione e hanno portato a considerevoli sviluppi errati, esigono imperiosamente che venga modernizzato e rafforzato il modello europeo dell'economia sociale di mercato, il quale riconcilia l'efficienza economica con la giustizia sociale e si fonda sulla solidarietà e le pari opportunità per tutti. Si tratta di un modello idoneo ad essere offerto dagli europei ai propri partner nel mondo per creare la globalizzazione. Il cambiamento climatico, le sue cause e le sue conseguenze ricordano "che la Creazione ci è stata affidata da Dio e che dobbiamo esserne i custodi e gli utilizzatori responsabili". Sono in gioco, non per ultimo, le condizioni di vita delle generazioni future. Anche in questo caso si tratta di una sfida mondiale. Tuttavia: "Solo l'Europa unita è nelle condizioni di avviare iniziative coraggiose, ma necessarie malgrado la crisi finanziaria ed economica".Oltre alla globalizzazione e al cambiamento climatico, l'appello dell'Ixe fa riferimento allo sviluppo demografico al fine di rendere chiaro in che misura ed in che modo è necessaria un'Europa unita. Per superare queste sfide occorre mobilitare più settori politici: politiche sanitarie, politiche educative e politiche del lavoro. Ciò riguarda soprattutto la famiglia. Ci vuole generosità anche nei confronti dei giovani, per i quali devono essere procurate le occasioni necessarie, così come verso gli anziani, ai quali devono essere fornite le possibilità di mettere a frutto le proprie esperienze, ma anche nei confronti degli immigrati, ai quali può essere prospettato un futuro migliore attraverso la loro integrazione nelle società europee.Molti motivi quindi e tante possibilità per ogni cristiano, come del resto per ogni cittadino e cittadina dell'Unione europea, di partecipare alla vita politica e votare in modo da non lasciarsi sfuggire il proprio "appuntamento con la storia".
[Fonte: SIR 8 aprile 2009