domenica 2 ottobre 2022

La ricreazione è finita

Finita l’ora d’aria elettorale per il popolo italiano, si torna alla realtà dei poteri dominanti e dei percorsi prestabiliti. Il voto nelle democrazie è una gita fuori porta, una scampagnata con relativo pic nic politico; ma finita la gita, consumato lo spuntino, si torna all’ovile. La ricreazione è finita. È stato bello avere l’impressione che tutto sarebbe cambiato col voto, secondo quel che raccontavano i protagonisti dello show elettorale o secondo le aspettative diffuse della gente. Era bello figurarsi che tutto era nelle mani dell’elettore sovrano e che la politica avrebbe assunto la forma indicata dalla libera volontà dei cittadini. Era bello ballare con le stelle, illudersi che il mondo è come ci appare, come ci viene raccontato dai leader e dai loro spin doctor, frutto della nostra volontà e della loro, incrociate in un rapporto nuziale che si chiama patto elettorale.

venerdì 2 settembre 2022

Devianti o popolo alla riscossa

L’affermazione più infelice nel primo scorcio di campagna elettorale l’ha pronunciata Enrico Letta, che pure è così prudente e misurato: “Io lo penso e lo dico: viva le devianze”, ha esultato in un tweet il leader dei dem per polemizzare con Giorgia Meloni che invece proponeva di fronteggiare le devianze che ulcerano il nostro paese, e in particolare i più giovani. Si può essere o meno d’accordo sui rimedi proposti dalla leader della destra, si può preferire un approccio più indulgente e comprensivo verso le devianze, almeno alcune, e si può distinguere tra devianze vere e presunte. Ma è davvero una semplificazione dissennata inneggiare alle devianze, senza specificare quali. Un segno di nervosismo nella migliore delle ipotesi, di perdita di lucidità e di rispetto della vita reale e della gente comune.

martedì 26 luglio 2022

La cupola vuole fermare Meloni. Accadrà di tutto prima del voto. L’analisi di Veneziani

Intervista di Alberto Maggi.
In caso di elezioni anticipate dopo l’estate, il Centrodestra è favorito con Fratelli d’Italia primo partito. Lei vede Giorgia Meloni premier?
“Non lo so, probabilmente potrebbe essere colei che indica il premier più che lei stessa presidente del Consiglio. Le ipotesi sono ancora tutte aperte, anche perché non sappiamo i termini della vittoria, netta o stentata? È prematura fare previsioni”.

Tremonti, Crosetto, Nordio… Chi premier se non Meloni?
“Tremonti è sicuramente un nome possibile, anche se è abbastanza autonomo e non so fino a che punto sarebbe il candidato di Meloni o di altri. Penso a una candidatura comunque di prestigio come figure istituzionali oggi non così in vista. Ripeto, è presto per azzardare previsioni. La domanda da porsi è la seguente: vogliamo che la politica torni ad avere un ruolo con la sovranità che appartiene al polo come dice la Costituzione? Votiamo e accettiamo tutti i rischi, altrimenti consegniamoci definitivamente ai tecnici e liquidiamo questa pagliacciata della presunta democrazia parlamentare”.

sabato 23 luglio 2022

Nessuna via d’uscita se non la guerra

Gli Stati Uniti, dove due settimane fa il Congresso ha votato quasi unanime $ 40 miliardi di aiuti all'Ucraina, sono intrappolati nella spirale mortale di un militarismo inarrestabile e fuori controllo.

Negli USA non ci sono treni ad alta velocità e gli aerei delle compagnie nazionali sono obsoleti e malmessi; non esiste assistenza sanitaria universale e nemmeno piani finanziari di soccorso pubblico in caso di emergenza sanitaria; non ci sono programmi infrastrutturali per riparare strade e ponti fatiscenti (ci sono 43.586 ponti con difetti strutturali che necessitano esattamente di $ 41,8 miliardi per essere resi sicuri). Non ci sono soldi per condonare i debiti degli studenti; mancano politiche redistributive del reddito, pur essendoci 17 milioni di bambini che crescono in assoluta povertà. Non esistono programmi educativi di contrasto dell’uso delle armi, nonostante l’ondata di violenze nichiliste e sparatorie di strada; e nemmeno programmi di sostegno per i 100.000 americani che muoiono annualmente per overdose. Non esiste legge che fissi il salario minimo almeno a 15 dollari l'ora, nonostante la stagnazione salariale da 44 anni.

venerdì 27 maggio 2022

Contro ritratto di De Mita

Due esempi, del passato e del presente, che rappresentano bene la mediocrità della classe politica italiana.
Fu istruttivo, a tratti divertente, lo scontro televisivo tra Matteo Renzi e Ciriaco De Mita. Due mondi erano a confronto, e non erano il Bene e il Male o il Moderno e l'Antico. Era un derby tra arroganza e presunzione, tra fuffa del fare contro fuffa del pensare, tra nonnismo e nepotismo. Arbitro in campo Mentana, arbitro a latere Mattarella, debitore ad ambedue per la sua carriera.

È lui l'anello di congiunzione tra il prode Matteo e il fumoso e a tratti fumante Ciriaco. Il tirannosauro De Mita è apparso tutt'altro che mite e ringoglionito, per dirla col suo gergo. Ha cercato di umiliare Renzi allora premier in carica e in parte c'è riuscito. A Renzi fumavano le orecchie da Star-trek mentre il Patriarca di Nusco gliele tirava a scena aperta.

Dico la mia sulla “carriera alias” (che fino a ieri non sapevo neanche cosa fosse).

Sono tanti gli elementi che ci sfuggono nei cambiamenti epocali a raffica in una realtà complessa. Indice degli articoli sulla realtà distopica e correlati.

Ricevo sul telefonino la pagina di oggi di un quotidiano locale, tutta dedicata al “problema” della cosiddetta “carriera alias1 che, a quanto apprendo, qualche istituto scolastico della mia regione ha introdotto e altri stanno ipotizzando di introdurre. Con questa improbabile denominazione (vabbé, ormai i nomi alle cose vengono dati sempre più ad mentulam canis), ho inteso che si indichi la possibilità che uno studente o una studentessa a scuola siano registrati non con il nome (e il sesso) anagrafico, ma con un altro di loro scelta.

Nella pagina del giornale che ho letto, sono riportati i pareri di quattro brave presidi della nostra cittadina: una è apertamente favorevole, due cercano di dire il meno possibile, solo una avanza delle riserve. Tutte cercano di essere molto prudenti, e le capisco perché, non essendo ormai più tutelata nel nostro paese la libera manifestazione del pensiero (con tanti saluti all’art. 21 della defunta costituzione repubblicana), bisogna stare attenti a come si parla, soprattutto se si riveste un ruolo pubblico, e possibilmente non parlare affatto.

lunedì 23 maggio 2022

Che dire di un'esercitazione del marzo 2021 che simula una pandemia globale coinvolgente un ceppo insolito di 'monkeypox'?

NOVITÀ – Nel marzo 2021, NTI ha collaborato con la Conferenza sulla sicurezza di Monaco per condurre un’esercitazione da tavolo che simula una pandemia globale che coinvolge un ceppo insolito di #monkeypox causato da un attacco terroristico utilizzando un agente patogeno ingegnerizzato in un laboratorio. “La Nuclear Threat Initiative e la Munich Security hanno organizzato congiuntamente un’esercitazione di guerra pandemica durante il Covid nel 2021 che ha coinvolto un attacco localizzato di armi biologiche con il vaiolo delle scimmie geneticamente modificato. Solo una coincidenza, senza dubbio.”
(Fonte: NTI, (https://www.nti.org/news/nti-bio-munich-security-conference-convene-global-leaders-annual-tabletop-exercise-reducing-high-consequence-biological-threats/) via Dr. Aaron Kheriaty (https://t.me/AaronKheriaty/154)

Finalmente c'è chi reagisce alle incivili discriminazioni!

FVG Orchestra non prenderà parte al Concorso Internazionale di violino Rodolfo Lipizer. In accordo con quanto già espresso dall’amministrazione comunale di Gorizia, la decisione della sinfonica regionale è stata presa in seguito alla decisione dell’Associazione Lipizer di escludere tre violiniste russe dalla prossima edizione del Concorso. 
 “Ci dispiace molto interrompere la tradizione per cui era proprio la FVG Orchestra ad accompagnare i musicisti internazionali durante la competizione – commenta il presidente Paolo Petiziol – ma non possiamo non reagire in modo coeso e determinato ad una decisione che ci sembra del tutto ingiusta. La cultura è una delle poche armi che abbiamo per sanare ferite, per riavvicinare le persone e i popoli, creando coesione invece di divisioni e rancore. Questa esclusione, invece, va nella direzione diametralmente opposta”. - Fonte

venerdì 20 maggio 2022

Come modellare la realtà attraverso i media

In Israele si chiama "modellare la realtà". Significa che presenti la realtà dei tuoi sogni come già sta accadendo. Quando vuoi che qualcosa diventi reale, semplicemente inizi a pubblicare media che già ci sono, così la gente si sente come se ci vivesse già. Hanno fatto lo stesso con la pandemia. È un dispositivo mostruoso. Il più delle volte funziona perché il pubblico occidentale vede la realtà come un mucchio di narrazioni da fonti autorizzate, non crede più a nessuna verità oggettiva. 
Dicono "al giorno d'oggi non sai di chi fidarti" e si fidano di imbroglioni e ingannatori come Harari. 
"Il 28 febbraio, ad appena quattro giorni dall'inizio dell'operazione militare russa in Ucraina, Yuval Noah Harari ha pubblicato un articolo sul Guardian in cui, tra diffamazioni propagandistiche a favore del regime ucraino e della manipolazione della storia, sosteneva che "la guerra sarà lunga, durerà anni." Poiché non credo che Harari sia in possesso di una sfera di cristallo, resta la domanda sul perché abbia fatto di tutto per fare queste dichiarazioni all'inizio delle ostilità militari quando la situazione sul campo era difficile da comprendere e anche gli esperti di strategie militari non avventuravano pronostici sulla durata della guerra. Ricordo che Harari si trova a suo agio tra le élite globaliste che espongono i loro disegni distopici per l'umanità al World Economic Forum di Davos. È lì che fanno il tifo per una "lunga guerra" e applaudono gli utili ukronazisti che sognano il Valhalla come i terroristi dell'ISIS sognano il paradiso con le 72 vergini a disposizione perpetua? " (Lena Bloch)

lunedì 16 maggio 2022

nemici dell’Europa stanno a Bruxelles e Strasburgo

Ma chi è il nemico principale dell’Europa? Non cercatelo fuori d’Europa e nemmeno al suo interno, tra i nazionalismi e i populismi. L’antieuropeismo è a Bruxelles, a Strasburgo, nel cuore dell’Unione europea, nei suoi palazzi e nelle sue istituzioni. È tempo di avviare un processo politico che parta dalla realtà e non dall’ideologia, e non abbia timore di toccare i poteri dell’eurocrazia.

Con la guerra in Ucraina, l’Unione europea ha chiaramente e nettamente dimostrato di non avere a cuore il ruolo, la sovranità, gli interessi e i valori europei, e di adottare scelte decisamente contrarie ai bisogni dei popoli europei. Poteva avere un ruolo autonomo e sovrano importante, come soggetto terzo rispetto al conflitto tra Russia e Stati Uniti e poteva diventare l’asse di equilibrio per trovare un compromesso, un punto di mediazione. Invece ha scelto di schierarsi all’ombra degli Stati Uniti, sotto la cappa della Nato, pagando un costo spropositato sul piano economico, energetico e politico. Ha perfino accettato la finzione che gli Stati Uniti e la Nato siano scesi in campo per difendere l’Europa. E ha perfino gridato che la Russia di Putin aveva dichiarato guerra all’Europa e stava cominciando a invaderla a partire dall’Ucraina. Anche ad attribuire le peggiori intenzioni all’autocrate russo, il suo scopo era quello di riprendere quello spazio che per secoli fu l’Impero zarista e poi sovietico, riportando la Crimea e magari il Donbass nell’alveo russo. Ma Putin non ha mai pensato né dichiarato di minacciare l’Europa e fagocitarla in un disegno di espansione e d’impero. Ma non solo: ritenendoci attaccati e invasi, l’Europa ha di fatto dichiarato di essere belligerante nel conflitto contro la Russia, precludendosi ogni negoziato in cui porsi come un soggetto terzo, autonomo, indipendente, punto d’equilibrio tra le pretese egemoniche della Russia e l’egemonia planetaria degli Stati Uniti.

venerdì 22 aprile 2022

«Partire partirò, partir bisogna, dove comanderà nostro sovrano …»

 «PARTIRE PARTIRÒ, PARTIR BISOGNA, DOVE COMANDERÀ NOSTRO SOVRANO…»

Se la situazione fosse meno grave verrebbe proprio da dire: chi è causa del suo male pianga se stesso. Così il povero Gianfranco Pagliarulo si trova ora a subire lo stesso meccanismo perverso in base al quale la sua Anpi, in piena sintonia con la sinistra liberista, ha affibbiato l’infamia di fascista a chiunque osasse non tanto esaltare il fascismo storico o richiamarsi a esso ma soltanto smarcarsi dai dogmi declamati dai cantori del politicamente corretto in salsa progressista. Apoteosi “antifascista” che raggiungeva il suo apice con il libercolo di Michela Murgia sulla definizione del buon fascista del terzo millennio. 

Ultimamente il presidente dell’Anpi si trova a subire il tiro incrociato degli scatenati benpensanti in quota Pd, che non tollerano che ora Pagliarulo faccia del vero antifascismo rifiutandosi di patrocinare la causa della “resistenza” ucraina (la quale si mostra con simboli e pratica addirittura nazisti) e quindi appoggiare l’invio di armi in Ucraina. Ecco, ora che i nostri sinistri avrebbero potuto davvero dare mostra di antifascismo li vediamo accusare il presidente dell’Anpi di essere, come ha detto Staino, una ridotta di un manipolo di estremisti comunisti. Scrive bene il bravo Francesco Borgonovo sulla “Verità” di oggi: «Il conflitto ucraino ha fornito l’occasione per uno stupefacente disvelamento. Oggi il Fascista è – deve essere – Putin, anche se la sua retorica occhieggia talvolta all’Urss e alla Russia imperiale. Dunque non importa che sul fronte ucraino ci sia chi esibisce svastiche e rune: conta il fascismo immaginario, mica quello (eventualmente) vero». (Inserisco l’articolo di Borgonovo tra i commenti).

giovedì 21 aprile 2022

Si sta mettendo in moto la catena delle conseguenze sprigionate dalla guerra in Ucraina

Potrebbe piovere…

Si sta mettendo in moto la catena delle conseguenze sprigionate dalla guerra in Ucraina, a vari livelli, in vario modo. Sappiamo qualcosa dei russi e degli ucraini, degli americani e degli europei, dei cinesi e degli indiani, ma cosa fanno gli “arabi”? 

Gli arabi son circa un sesto/quinto dell’islam mentre i più pensano che i due insiemi siano del tutto sovrapposti. In più, magari qualcuno poco incline allo studio del mondo, pensa che gli “arabi” siano un unico sistema omogeneo. Niente di meno vero. Come saprete ci sono sciti e sunniti, ma invero nel mondo propriamente arabo, gli sciti sono pochi (Yemen del nord, Bahrein a livello popolare e non di governo). Ci sono arabi mediorientali ed arabi nordafricani, di almeno quattro scuole giuridiche che diversamente interpretano le disposizioni coraniche della sharia. Alcuni sono repubbliche altre monarchie. Le repubbliche hanno in genere una forte componente militare poiché, ai tempi delle colonie europee, far carriera nella struttura militare era l’unica possibilità di emancipazione sociale. Le monarchie sono problematiche, in teoria, poiché il Corano prevede unicamente un unico popolo di Dio nel format popolo-Dio. 

lunedì 18 aprile 2022

Verso l’abolizione della proprietà privata

Non solo gender. L'abolizione della famiglia passa attraverso l'abolizione (capitalista) della proprietà privata. Prendere nota.

Ieri riflettevo sul futuro della proprietà privata in un paese come l’Italia dove il debito pubblico è pari al 159 per cento del Prodotto interno lordo e il governo si è messo in testa di spendere evidentemente a deficit altri 13 miliardi di euro all’anno per la Difesa, in aggiunta ai 25 che già si spendono. Calcolati pro capite, i nostri attuali 2.700 miliardi di euro di debito pubblico equivalgono a 45 mila euro per ogni cittadino, neonato o ultranovantenne che sia. E che non risulti fuori luogo attirare l’attenzione su questo particolare lo conferma il fatto che governi stranieri, stampa economica, enti internazionali da tempo suggeriscono agli esecutivi italiani di provvedere nel modo più ovvio (secondo loro) e semplice al problema del crescente debito pubblico: espropriare attraverso aumenti di pressione fiscale la grande ricchezza privata degli italiani. I quali sono sì indebitati anche come privati, ma molto meno degli altri grandi paesi: da noi il debito privato non arriva al 44 per cento del Pil, mentre in Francia è il 67,3 per cento, negli Stati Uniti è il 78,5 per cento e in Gran Bretagna è l’87,7 per cento.

sabato 16 aprile 2022

Francia. La somma non fa il totale

Che bella la globalizzazione, dove tutto può circolare liberamente… le armi, la droga, i rifiuti tossici, la prostituzione, il gender, la pedofilia, gli organi, il suicidio assistito, il denaro sporco, il potere delle oligarchie... Tutto, ad eccezione dei diritti umani, quelli autentici perché rispecchiano i valori etici fondati sulla logica aletica. Di seguito un'analisi della situazione francese interessante soprattutto per le dinamiche che ci accomunano.

Il primo turno delle elezioni presidenziali francesi evoca una battuta di Totò: è la somma che fa il totale. Nella fattispecie, in negativo; la somma non fa il totale, poiché si è manifestata una volta di più un’anomalia delle sedicenti democrazie liberali: la maggioranza dei cittadini ha votato contro il sistema, ma il sistema ha vinto. Il 24 aprile questa verità sarà confermata dal ballottaggio tra Emmanuel Macron, il presidente in carica, giovin signore della scuderia Rothschild prestato alla politica e Marine Le Pen, la sua avversaria, definita esponente dell’estrema destra.

giovedì 14 aprile 2022

'A fra' che te serve?'. Espressione colloquiale romana esemplificativa di sistemi di potere corrotti.

Una finestra di lucidità nella diffusa isteria bellicista

Espressione colloquiale romana che riprende una celebre uscita del sottobosco andreottiano del tempo che fu, ma che è poi diventata esemplificativo di sistemi di potere corrotti. In origine il “Fra’” era un Franco (Evangelisti) ma in minuscolo sta per “fratello”. Cosa serve al fratello Zelensky? Lunga la lista delle sue necessità, più o meno è quello che Z. ed i suoi chiedono da cinquanta giorni, armi-armi-armi. Se ne può apprezzare il dettaglio dal minuto 1:07 dell'allegato (1) ma merita di esser visto tutto, è breve e significativo. 

martedì 12 aprile 2022

Ma non è che siamo noi ad essere stati isolati dal resto del mondo?

Martedì scorso Mario Giordano ha onorato in pieno il nome della sua trasmissione, davvero un bel “Fuori dal coro”. Tralascio la questione relativa alle responsabilità delle stragi di cui si parla in questi giorni, ma anche su questo ha dato la possibilità di farsi un quadro critico, decisamente lontano dalla versione “ufficiale” del nostro partito della guerra Draghi-Letta-Di Maio.
Intendo invece soffermarmi sull'interessante servizio dedicato a come vede questa crisi il resto del mondo. Una carrellata di televisioni di paesi non “occidentali”. Be’, lì la musica è del tutto diversa da quella suonata qui, cambia del tutto la prospettiva, rovesciata di 180 gradi rispetto a quella imposta dal partito americano.
Dall’Egitto alla Cina, dall’India al Medio Oriente fino ad arrivare all’America latina. Alcuni esempi. In Egitto si parla di una guerra voluta dagli Usa. In India si fanno attacchi precisi all’Occidente, non parlano di guerra ma di “Missione militare”; nelle loro tv c’è chi dice tranquillamente «conosciamo il metodo americano, sono loro il vero mandante della guerra». In Cina si accusa la Nato e gli Usa di aver spinto il conflitto tra Russia e Ucraina fino al punto di rottura (come ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri, Zhao Lijian). In Venezuela si mette in evidenza il ruolo giocato dalle formazioni naziste nell’Ucraina di Zelensky… 

domenica 10 aprile 2022

Il veleno è nella coda

Mentre i pretoriani in elmetto Usa/Nato Ursula von der Leyen ed Enrico Letta ripetono che bisogna andare a un embargo totale verso la Russia, il più concreto “Financial Times” fa un po’ di conti e ci fa sapere che alla fine della fiera le famose sanzioni stanno colpendo più l’Europa che la Russia. Il giornale inglese parla infatti di risultati «agghiaccianti», con una contrazione delle esportazioni del 5,6% e delle importazioni del 3,4% mentre in Russia la contrazione si è fermata al 4,8%.
Insistere quindi sull’embargo totale del carbone e degli idrocarburi, come fanno i due cialtroni appena citati, arreca un danno principalmente ai paesi dell’Ue (Italia non ne parliamo). La Russia, pagando in rubli e scambiando valuta con quei paesi che non si sono accodati alle sanzioni, riduce di molto gli effetti negativi di queste, che invece mettono in ginocchio le nostre economie, per la gioia di Letta&von der Leyen… che ci invita a far meno docce.

Per capire qualcosa di quel che sta avvenendo nel mondo bisogna lasciar perdere tg e talk. Premessa fondamentale è che si comprenda che stiamo in piena fase agonica dell’ordine unipolare Usa. Nuovi paesi, nuove potenze bussano alla porta della Storia, e ciò che chiedono è che vi sia spazio anche per loro; gli Usa, quindi, la smettano di pensarsi come i padroni del mondo, che ormai volge al multipolarismo. 

giovedì 31 marzo 2022

L’Apocalisse dietro di noi / 2 - don Elia

È lampante che, con il pretesto del rinnovamento, si sia inteso istituire una nuova religione che con quella cattolica conservasse soltanto una somiglianza esterna, quale veicolo di un contenuto estraneo: un panteismo immanentistico centrato sull’uomo, ma celante il culto proprio della massoneria, ossia quello di Lucifero, il Dio dell’universo appositamente infilato nel rito della Messa “riformata”. A tal fine si è presentato il verbo conciliare come un’ulteriore rivelazione divina, frutto di una presunta nuova Pentecoste, che dopo quasi due millenni avrebbe finalmente fornito alla Chiesa la giusta chiave interpretativa della verità rivelata, fino allora, evidentemente, rimasta velata a tanti Pontefici, Santi e Concili, se non da essi decisamente fraintesa e distorta. Con sistematica e meticolosa diligenza s’è provveduto a ripensare radicalmente il dogma e la morale, nonché a ricostruire ex novo il culto, il diritto e le strutture di governo, ben attenti a non lasciare immutato assolutamente nulla. Tutto nella Chiesa, pezzo per pezzo, è stato sostituito da qualcos’altro in funzione di una diversa comprensione della Chiesa stessa – cosa, peraltro, che non è affatto consentita.

mercoledì 30 marzo 2022

I due fronti di Draghi: nessuno dei due è per l'Italia

L'Italia ancora una volta calpesta e derisa. Gli italiani, popolo alla deriva materiale e spirituale.
Draghi: "o si rispettano gli impegni con la Nato o si va a casa". Sono esternazioni come queste che fanno capire in maniera limpida e lampante chi sia il padrone e quali siano le priorità per l'attuale esecutivo. 

Draghi ha due fronti aperti: uno contro la Federazione Russa per conto di Washington e l'altro contro il tessuto socio-economico italiano per conto di Bruxelles.

E noi siamo nel mezzo.

Dieci tesi sul presente conflitto - Marcello Veneziani

Ma qual è in sintesi il motivo del tuo, del vostro dissenso riguardo alla guerra in corso e alla vulgata dominante in Occidente? La richiesta mi è giunta da alcuni studenti liceali. Provo a riassumerlo in dieci tesi, che non pretendono di essere verità perentorie ma interpretazioni differenti. Vorrei che fossero accolte almeno come dubbi per leggere diversamente il corso degli eventi e non appiattirsi su quel che impone o somministra la Fabbrica del Consenso. Ma con una doppia premessa: l’attacco russo all’Ucraina va comunque condannato, in modo netto; la pietà e il soccorso alle popolazioni ucraine sono sacrosanti. 
  1. L’America di Biden non lavora per la cessazione del conflitto ma per la sua perpetuazione, perché il suo scopo non è salvare l’Ucraina ma eliminare Putin. Gli attacchi continui a Putin – criminale di guerra, macellaio – uniti al rifornimento di armi imposto anche agli alleati, servono in realtà a prolungare, aggravare e allargare il conflitto, incattivire la Russia e far sentire Putin braccato e pronto a usare le armi della disperazione o a fare blocco con la Cina. Biden fa rimpiangere Trump alla Casa Bianca. 

martedì 29 marzo 2022

Ucraina, chi sta vincendo veramente la guerra? L’azzardo USA che potrebbe far saltare il banco

Vi è una domanda che non possiamo non porci, la domanda delle domande: chi sta vincendo la guerra in Ucraina? Forse gli Stati Uniti che stanno separando con successo l’Europa dalla Russia. Sono del 2019 articoli nei quali si sostiene che gli Stati Uniti puntano a tale separazione anche per quel che riguarda il rifornimento di gas.

Gli Stati Uniti stanno vincendo senza combattere, se si considera che per ora hanno utilizzato come loro armi l’Unione europea e l’Ucraina che dal 2014 è un fantoccio guidato dagli USA. Tuttavia va anche detto che con queste loro scelte gli Stati Uniti stanno contribuendo pericolosamente a creare un fronte orientale anti-atlantista forte con addirittura Russia e Cina compattamente unite.

giovedì 24 marzo 2022

Democrazia in guerra e guerra alla democrazia

A di Martedì di Floris, l’altra sera, il Pagnoncelli ha mostrato un sondaggio. Va precisato che Pagnoncelli dirige la sede italiana del miglior o uno dei miglior istituti di sondaggi del mondo. Ma era professionalmente ritenuto il migliore anche prima di entrare in quella multinazionale (IPSOS). Va anche detto che queste rilevazioni instant sono statisticamente imprecise data la ristrettezza del campione che è comunque scientificamente tendenzialmente rappresentativo. Tale imprecisione può valutarsi come un possibile scostamento di più o meno 1% nelle cifre piccole e anche 3% in quelle più grandi. Cambia dunque il valore del sondaggio se si vuole stimare esattamente il consenso politico di un partito, diciamo al 10% teorico medio o se si vuole testare una opinione generale di massima. 

Come riportato, il Pagnoncelli ci dice che, anche se di poco, l’opinione prevalente in Italia è quella per la quale, brutalmente, “Zelensky dovrebbe arrendersi e salvare i suoi concittadini”. Ripeto, potrebbe essere quel dato riportato o un suo più o meno anche 3% ma ai fini del nostro discorso non cambia la deduzione che faremo dopo. In altre schermate, appare che il 69% dei connazionali pensa che “l’Italia dovrebbe svolgere un ruolo di mediatore con la Russia”, contro un solo 21% che pensa dovrebbe opporsi, come del resto pare abbia deciso in Parlamento di fare. Per scongiurare la terza guerra mondiale, gli italiani sembrano pensare che la NATO fa bene a metterla giù dura, ma noi dovremmo metterci in mezzo ai contendenti e mediare. 

I Dem, il partito-regime - Marcello Veneziani

Qual è il Partito italiano più allineato all’America dem di Biden e alla sua ritrovata missione armata di gendarme del mondo? Il Partito Democratico. Qual è il partito più intruppato a fianco della linea interventista della Nato? I Dem. Qual è il partito portavoce, emissario e ripetitore della governance eurocratica, tra commissione, corte, euro-parlamento? I Dem. Qual è il partito che ha assunto il ruolo di guardia giurata del capitalismo globale e dei poteri economici transnazionali? I Dem. Qual è il partito più vicino alla linea Draghi in politica estera, con l’allineamento totale tra i falchi filoatlantici? I Dem. Qual è stato il Partito più schierato a sostegno della linea sanitaria con relativa emergenza, green pass, restrizioni e regime di sorveglianza? I Dem. Qual è il Partito delle porte aperte ai migranti? I Dem. Qual è il Partito che ormai ininterrottamente da anni esprime il Presidente della Repubblica, gli ultimi due perfino col bis? I Dem. Qual è il Partito di riferimento della Rai – salvo isole obbligate in virtù dalla vecchia, a questo punto benemerita, lottizzazione- e il Partito prediletto della Grande Stampa, il referente politico dei cosìddetti giornaloni? Ancora i dem. E qual è il Partito dell’egemonia culturale imperante, estesa al cinema, alla fiction e alle arti, quello che oggi chiamiamo il politically correct con la sua filiera di leggi e proposte in tema di storia, diritti civili, opzioni e linguaggi? Sempre i Dem. Pur nella modestia dei suoi leader, i Dem sono oggi la traduzione de la Cappa in chiave di potere politico.

mercoledì 23 marzo 2022

Siamo arrivati a un cambio d’epoca? - don Elia

Tale era la convinzione del compianto Giulietto Chiesa, quale me la espresse nel Febbraio del 2020, poche settimane prima dell’inopinata scomparsa. Nel suo attico nel cuore di Roma, cui mi accompagnò a piedi con l’agilità di un giovanotto, mi intrattenne per un’ora e mezzo su questioni di geopolitica. Non ne ignoravo certo la passata militanza comunista e la lunga attività di corrispondente da Mosca per il quotidiano del suo partito, ma l’acutezza delle sue analisi e la coerenza con cui, in seguito alla completa metamorfosi di quello, ne aveva preso le distanze, mi davano garanzia di onestà intellettuale, virtù diventata rarissima in una società ipnotizzata dalla propaganda dei banchieri. L’occasione era nata da un incontro fortuito in una chiesa del centro, dove, non senza un certo imbarazzo, era stato invitato a una celebrazione dalla quale, malgrado l’estraneità alla pratica religiosa, era rimasto colpito, come mi confessò con la semplicità di un bambino; ciò mi consente di sperare che la sua coscienza abbia dato alla grazia l’assenso sufficiente per ottenere la salvezza eterna.

martedì 15 marzo 2022

Quando l’anima russa salvava l’Occidente - Marcello Veneziani

Nel cuore di Roma, al tempo dell’Unione Sovietica, una scrittrice raffinata, delusa dal Concilio Vaticano II e dalla fine della messa in latino, bussava alle porte del Russicum per seguire la messa celebrata in rito bizantino-russo. Era la Quaresima del 1966 quando Vittoria Guerrini, più nota nel mondo delle lettere col nome di Cristina Campo, prese a frequentare la Chiesa di Sant’Abate all’Esquilino, attigua al Collegio Russicum, oggi chiamato Pontificio Istituto Orientale. Un crocifisso ortodosso in ottone smaltato, donatole al Russicum, campeggiava sul suo letto. Vittoria-Cristina non aveva quarant’anni e racconta in una lettera a un suo amico le affollate messe pasquali ortodosse, con sei preti officianti tra canti e nuvole d’incenso. L’amico in questione, il professor John Lindsay Opie, che insegnò tra l’altro Arte bizantina e Icone russe, era reduce dalla Chiesa anglicana convertito alla Chiesa ortodossa (un cammino che balenò nell’irrequieto Bruce Chatwin). A lui Cristina rivolge tredici lettere ora pubblicate in appendice a un ricco volume di saggi dedicati a lei, Cristina Campo, la disciplina della gioia (a cura di Maria Pertile e Giovanna Scarca, ed. Pazzini). Il prossimo anno sarà il centenario della sua nascita. Come leggere questo suo passaggio al rito bizantino? La ricerca di una viva spiritualità rispetto al degrado occidentale, in quella stessa Russia in cui trionfava il materialismo ateo sovietico. L’ambiguo fascino di Santa Madre Russia, l’inattuale come via di realizzazione spirituale nella forma più alta dell’attenzione.

giovedì 17 febbraio 2022

“Ora basta”. Green pass e obblighi, la scrittrice Susanna Tamaro scrive a Draghi: che sberla!

Una lettera che va letta tutta d’un fiato. Una lettera che la scrittrice Susanna Tamaro ha scritto al premier Draghi. Uno schiaffo in pieno volto, con grandissimo e garbatissimo stile. La lettera, pubblicata sul Corriere, ha subito fatto il giro del web, e la riproponiamo anche noi nella sua versione integrale. Rilevante peraltro, il suo sorvolare sul problema basilare della violazione delle libertà e la criminalizzazione del dissenso attraverso ricatti morali e  mezzi coercitivi discriminatori.

“Gentile presidente Draghi, mi dispiace rubarle un po’ del suo tempo prezioso e se lo faccio è perché credo che, a questo punto, il nostro Paese abbia bisogno di una riflessione seria e non partigiana su quello che è successo e su quello che sta ancora succedendo. Premetto che sono, per formazione, una naturalista dunque osservo la realtà senza pregiudizi né veli ideologici ma soltanto nella logica coerenza dei fatti. Da molti anni trascorro qualche settimana tra gennaio e febbraio in un piccolo paese sulle Alpi perché ho bisogno della quiete data dalla neve per raggiungere la parte più profonda della creatività, e così ho fatto anche quest’anno. Ero partita con degli scarponcini quasi rotti pensando di sostituirli in montagna nel negozio in cui mi servo da anni, dato che reputo la fedeltà agli esercenti un piccolo atto di resistenza umana, ma non mi è stato possibile perché il mio green pass era scaduto da un giorno. Di conseguenza, tutto il mio soggiorno creativo si è trasformato in un esilio civile: niente caffè al bar, nessun conforto in una baita, non ho potuto neppure comprare dei francobolli alla posta. Il mio crimine? Essermi fidata di quello che mi aveva garantito lo Stato, vale a dire che le persone vaccinate dopo agosto 2021 sarebbero state coperte per nove mesi. Anthony Fauci definisce le persone che hanno ricevuto due dosi di vaccino come me, «fully vaccinated», ma per lo Stato italiano questa condizione non ha alcun valore”.

lunedì 14 febbraio 2022

Amore tra filosofi - Marcello Veneziani

Il professor Martin Heidegger, di anni 36, scrive alla studentessa Hannah Arendt di anni 20 per rammemorarle il profumo di un incontro. Si rivolge a lei come ad una donna invisibile che ad un certo punto si è palesata. “A partire dal giorno che mi ha portato tutto – tu – … mentre avevi tra i capelli un sogno fiorito – lo slancio e il profilo delle montagne sulla fronte, e il tremito del freddo della sera nella tua cara mano. E il tuo grande momento in cui diventi una santa, in cui diventi visibile…Nei tuoi grandi sguardi, tra la felicità e l’addio serale, nel tuo volto ultraterreno”. Poi l’amore intenso e proibito tra incontri, paesaggi e pensieri. Corpi e letture si alternano nei loro incontri. Un amore sul filo della lontananza forzata tra gli amanti accresce la passione della prossimità; quindi la prova iniziatica del distacco, sotto il profilo creativo è “l’esperienza più grandiosa che io conosca tra tutte quelle umanamente possibili”, ma dal punto di vista umano, nota Heidegger, “è come se ti strappassero via il cuore dal petto mentre sei perfettamente cosciente”. Poi il legame si spezza, “la fanciulla che viene da lontano”, “straniera della lontananza”, “maliziosa ninfa dei boschi”, torna invisibile. S’incontrano una volta in stazione, ma Martin, in compagnia del futuro sposo di Hannah, Gunther Stern, (ma si firmava Anders) non la vede nemmeno. Eppure, protesta la Arendt in una lettera disperata, ero lì davanti a te, avresti potuto vedermi, mi hai guardato di sfuggita, senza riconoscermi. “Quando ero piccola – gli scrive Hannah – mia madre una volta mi ha spaventata follemente con un gioco di questo genere…Ricordo ancora la paura cieca che provavo mentre continuavo a gridare: ma io sono la tua bambina, sono davvero Hannah. Oggi mi sono sentita così. Poi il treno si è allontanato rapidamente. E allora è successo esattamente quel che avevo immaginato e voluto, voi due in alto sopra di me e io da sola completamente inerme. Come sempre, non c’era nulla che potessi fare se non lasciare che ciò accadesse, e aspettare aspettare aspettare”.

lunedì 3 gennaio 2022

La libertà autorizzata non è più libertà, un diritto incerto non è più diritto

⁉️⁉️⁉️“Il green pass fa parte di quel modello politico che i politologi chiamano le libertà autorizzate. 
L’autorizzazione in diritto è un atto che non concede nuovi diritti, ma autorizza diritti già esistenti. Delle cose che andavano da sé, come la libertà di uscire di casa, andare al ristorante o prendere un treno, questi diritti elementari, adesso hanno bisogno per essere esercitati di un’autorizzazione. E il green pass è questa autorizzazione. Anche qui si vede la cecità delle persone che pensano che il green pass garantisca la libertà. 
La libertà autorizzata non è più una libertà, perché può essere in qualunque momento revocata o cambiata da chi ha dato l’autorizzazione. 
Cosa evidente. Una volta che si entra in questo modello delle libertà autorizzate qualunque atto, qualunque libertà, ora, dovrà essere autorizzata. … e si può estendere all’infinito.
Un altro punto importante che cambia è la natura stessa del diritto. Per definizione il diritto deve essere certo. Non c’è legalità senza certezza del diritto, questo i giuristi l’hanno sempre saputo. Se, invece, come sta avvenendo, il governo interviene ogni 15 giorni, ogni mese sul problema, cambiando continuamente le regole, non c’è più alcuna legalità. Questo fenomeno non è più un fenomeno sotto la figura della legalità. Un diritto incerto non è diritto. E questo è un cambiamento enorme. La gente si sta abituando. Per poter vivere e rispettare la legge occorre che i cittadini sappiano qual è la legge e che questa legge abbia stabilità. Se la legge è instabile e cambia ogni 15 giorni è uno stato di illegalità normalizzata. 
Questi due punti sono fondamentali. Sono cambiamenti nei concetti base: la libertà autorizzata non è più libertà, un diritto incerto non è più diritto. Eppure noi siamo entrati con questo colpo di stato in un modello che cambierà il nostro concetto di libertà e di diritto.
Occorre ricordare che questo modello di fare emergere una situazione illegale accanto a una legale, l’assenza di norme accanto alle norme, è quello attraverso cui gli studiosi definirono lo stato nazista: lo stato duale. Duale, perché da una parte sembra che lo stato sia ancora vigile, e dall’altro, accanto, dei nuovi poteri esterni al diritto sono in realtà quelli che decidono”. (Giorgio Agamben)

domenica 2 gennaio 2022

Il messaggio di Dante agli italiani

Messaggio di fine anno del Presidente di tutti gli italiani, in pectore e in coelis, il patriota Dante Alighieri.
Italiane e italiani, beati e dannati, amatissimi e scelleratissimi! Al termine del mio settecentenario, più importante del settennato presidenziale di un qualsiasi mattarello di passaggio, rivolgo a voi un messaggio augurale che è insieme uno sprone e un’invettiva, come si addice al mio carattere spigoloso e alla vostra fetida situazione.

Per tutto l’anno trascorso ho ascoltato in silenzio ciò che avete detto di me per la ricorrenza del mio transito terrestre. Ne ho sentite tante, di valore diseguale, sul mio conto, ho visto come mi avete ridotto e deformato, e ho dovuto sopportare i tentativi di adeguarmi alle vostre fisime e ai vostri pregiudizi, che non sono certamente i miei. Ho dovuto subire pure l’affronto di vedermi rappresentato da un giullare di Stato, quel Benigni spacciato per mio erede solo perché è tosco pure lui, e quasi fiorentino. Qualche pittore mi ha perfino dipinto col suo volto.

Ciccio non legge, gli regalo un peluche

Padre e figlia vagavano tra i banchi della Feltrinelli, a Roma. Lui avrà suggerito a sua figlia di comprare al suo ragazzo o a suo fratello un libro per Capodanno e lei gli risponde: Ciccio non legge mò je faccio un peluche.
Oddio che pugnalata alle spalle per chi vive di libri e giornali. Ciccio Ciccio perché non leggi? Sei la disperazione mia e di quella razza libridinosa che, presa dalla lettura, non si riproduce più e rischia l'estinzione.
Dai, uno sforzo, nemmeno in vacanza puoi smettere un po' di smanettare sullo smartphone, sul pc, sull'i pad?
È come fumare sigarette elettroniche, ma vuoi mettere quelle vere, di carta? Non ti rendi conto che qui sta finendo una civiltà millenaria col tuo peluche al posto dei libri?
Nessuno ti dice di diventare come noi, malati terminali di lettura, etnia cartivora in via di scomparsa. Gioca, digita, chatta, fai tutto il resto, ma perché non includi nel tuo programma di vita anche un'ora al giorno, pure spezzettata in quattro miseri quarti d'ora, di lettura, libri o giornali?
Leggere è ginnastica della mente come gli esercizi fisici servono per il corpo, mica li puoi sostituire col tablet... È come il sesso, lo fai col peluche e il touch screen? Ma non ti senti umiliato da lei che frequenta quella casa di perdizione, la libreria, e a te compra il peluche?
I diritti umani, la dignità della specie, quella modesta centralina chiamata cervello, non si ribellano a sentirti trattato come un bamboccio da spupazzare? Dai, Ciccio, leggi, se non vuoi diventare un peluche. (Marcello Veneziani )