martedì 31 marzo 2020

Ma chi deve lasciare l'Europa?

Dal 9 avanti Cristo al 9 dopo Cristo la Germania fu una provincia romana. La stagione finì perché un tribuno romano - Arminio, capo dei Cherusci – ruppe il suo giuramento di fedeltà e organizzò un agguato contro tre legioni che stavano marciando verso il Reno. Questa è la famosa “battaglia di Teutoburgo” che i crucchi celebrano come una sorta di battesimo della loro nazione. E non hanno torto. Perché è lo stigma della loro storia: violenza e inaffidabilità. Altro che lealtà teutonica.
Augusto ci restò malissimo e gridò al povero Varo – morto e non sepolto – di restituirgli le sue legioni. Tiberio, che gli succedette cinque anni dopo ed era stato un gradissimo generale - aveva conquistato i Balcani settentrionali – considerò bene la cosa e – da uomo razionale, pragmatico. Romano, insomma - valutò che quella distesa di foreste tra il Reno e l’Elba – senza città, senza cultura, priva di materie prime che non fosse il legno e di merci interessanti che non fossero ambra per ciondoli e capelli biondi per parrucche per matrone e prostitute - poteva essere tenuta a bada “consiilis et astu”. Con la politica, insomma. E aveva ragione. La terra era desolata e chi l’abitava poteva servire come mercenario di cavalleria. Niente di più.

lunedì 30 marzo 2020

Coronavirus: L'Unione Europea si disfa

Mentre la pandemia da coronavirus infuria in Europa – dove più di 250 mila persone sono state colpite dal Covid-19 e 15 mila sono morte – i pilastri fondamentali dell'Unione Europea si stanno sgretolando uno dopo l'altro.
Di fronte a una minaccia esistenziale, gli Stati membri dell'Unione Europea, lungi dall'essere uniti per affrontare la pandemia come blocco unificato, stanno istintivamente tornando a perseguire gli interessi nazionali. Dopo anni di critiche al presidente americano Donald J, Trump per aver portato avanti una politica nazionalista all'insegna dello slogan "America First", i leader europei stanno tornando a quello stesso nazionalismo che hanno pubblicamente affermato di disprezzare.

sabato 28 marzo 2020

Perché il PD blinda Conte e non vuole Draghi?

Vi siete chiesti perché il Partito democratico, che di Draghi è stato il più grande adoratore, non vuole l’ex presidente della Bce a capo di un governissimo e preferisce mantenere Conte? Non vi pare strano?
Vi siete chiesti perché il FattoQuotidiano, megafono di Conte, paragona Draghi a Monti?
Cercherò di dare la mia visione delle cose.
  1. Monti venne in nome e per conto della nomenclatura europea, quella più rigorista, con a capo la Germania. Il PdL accettò a malincuore, il PD applaudì festante. All’epoca era interesse degli Usa che l’euro si salvasse e l’operazione riuscì. In Italia, “grazie” al consolidamento fiscale di Monti, fu distrutta la domanda interna, così l’euro – che regge su determinati equilibri che vi ho spiegato mille volte – fu salvo;

venerdì 27 marzo 2020

Caro Mattarella, le tasse no

Ha detto che usciremo da questa crisi come da una guerra. Allora faccia tacere l'Agenzia delle Entrate. La ripresa passa per tre cose: il ritorno alla piena libertà, un piano Marshall di aiuti e uno stop al peso fiscale
Caro Sergio Mattarella, Presidente della Repubblica italiana, le scrivo perché con le libertà degli italiani confinate - salvo spesa alimentare e uscite per andare a lavoro, in farmacia o poco altro - ai domiciliari in nome della salute pubblica, è arrivato il momento che chi guida questo Paese, e lei è la massima autorità costituzionale, si faccia carico delle parole che ogni giorno la politica rovescia sugli italiani in emergenza e rinserrati nelle loro case. Lei, caro Presidente, in questi giorni terribili degli italiani alle prese con il virus, ricordando l'eccidio delle Fosse Ardeatine, ha detto: “L'eccidio delle Ardeatine ha costituito una delle pagine più dolorose della storia recente del nostro Paese. I valori del rispetto della vita e della solidarietà che ci sorreggono in questo periodo, segnato da una grave emergenza sanitaria, rafforzano il dovere di rendere omaggio a quei morti innocenti”. Poi ha aggiunto: “Al termine di quegli anni terribili, segnati dalla dittatura e dalla guerra, l'unità del popolo italiano consentì la rinascita morale, civile, economica, sociale della nostra Nazione. La stessa unità che ci è richiesta, oggi, in un momento difficile per l'intera comunità”.

giovedì 26 marzo 2020

Biforcazioni. Cambiamenti epocali in un quadro inedito, dinamico e pieno di incertezze

L'interessante articolo cita Draghi. Credo che il problema sia che Draghi è servo attivo di una certa élite... Solo che forse al punto in cui siamo occorre essere pragmatici per salvare capra e cavoli!

I sentieri possono, ad un certo punto, presentare biforcazioni. Ma scegliendo una delle due vie, si potrebbe poi scoprire che ce ne sarà più avanti un’altra o forse poi un’altra ed un’altra ancora e chissà fino a dove, per andare dove, arrivando quando e come?
Del momento attuale si possono dire tre cose in generale:
  1. la crisi è già di dimensioni tali da segnare una cesura storica con un primo ed un dopo, questo ormai è chiaro a tutti; 
  2. l’entità di questo “prima e dopo” è però funzione della gravità e lunghezza della crisi stessa, quantificazione che non siamo in grado di fare poiché lo svolgimento è in corso; 
  3. la crisi interviene in un transizione storica già in atto, dal moderno che termina così definitivamente la sua lunga vigenza penta-secolare a quello che io chiamo il complesso, la nuova era i cui albori risalgono a sessanta/settanta anni fa.

Dante padre nostro. Lui esule noi reclusi.

Ieri è stata la prima giornata mondiale dedicata a Dante Alighieri e cade nel momento più buio dell’Italia nostra. Un terribile contagio di cui abbiamo il triste primato mondiale di vittime, un paese agli arresti domiciliari e un collasso economico e sociale che non ha precedenti dalla Seconda guerra mondiale. Il tutto, se vogliamo, in un momento davvero “dantesco” tra la mancanza di un governo all’altezza della situazione e l’assenza di una vera guida spirituale e pastorale: un po’ come al tempo di Dante, col Papato finito ad Avignone e l’Italia “nave senza nocchier in gran tempesta”. Abbiamo dunque cominciato a celebrare il Poeta partendo dall’inferno dantesco, con l’ardente speranza di riveder le stelle. Lui esule, noi reclusi.
L’hanno chiamato vezzosamente Dantedì ma l’idea di dedicare una giornata al Sommo Poeta ci parve subito una sacrosanta iniziativa. E se cade nel momento peggiore può anche dirsi il contrario: mai come oggi potremo apprezzare il richiamo dantesco. Abbiamo il tempo e forse la condizione spirituale più adatta per tornare ai suoi versi e alla sua visione; per leggerlo, declamarlo e gustarlo con una sensibilità che non avevamo al tempo della scuola e della somministrazione coatta delle terzine dantesche. Però una giornata dantesca non può essere solo un vago omaggio al Poeta e alla bellezza dei suoi versi. Perché se così fosse si potrebbe immaginare pure un Leopar-dì, anche se non sarebbe un dì di festa, considerando la visione tragica del poeta. Se si dedica una giornata a Dante è per due motivi essenziali in cui il valore poetico-letterario della sua opera ne è il glorioso coronamento.

mercoledì 25 marzo 2020

25 marzo. Festa dell'Annunciazione e festa nazionale in Grecia

Nel giorno della loro festa nazionale, a 199 anni esatti dall'insurrezione del 1821 che la portò alla libertà dal secolare giogo turco, auguri, Grecia, popolo fratello e nazione sorella, uniti dallo spirito, dalla religiosità e dalla cultura! Quando pensiamo all'Europa, alle sue radici, alla sua frontiera e anche alla sua sofferenza, pensiamo alla Grecia, non abbandoniamola, e giuriamo che l'anno prossimo celebreremo i 200 anni in libertà e prosperità, memori del passato e protesi verso il futuro.
Ogni volta che la Grecia ha combattuto, lo ha fatto per tutta l'Europa e tutta la Cristianità, e non si può dimenticare tale debito...
Ο Θεός να ευλογεί την Ελλάδα! Ελευθερία ή θάνατος!! (Roberto De Albentiis)

martedì 24 marzo 2020

Prove di regime in corso

Dedicato a quelli che non ne hanno mai abbastanza, che vorrebbero l’esercito per le strade, anzi in salotto o a presidiare l’ingresso del bagno. E magari il bando con “fine pena mai” per i reprobi colpevoli di anelare a una boccata d’aria oltre il filo spinato del proprio balcone. Insomma, eccovi una consulenza legale gratuita per instaurare un regime “efficiente” e “responsabile”. Avete presente? Quella “cosa” dove le autorità passano a rastrellare casa per casa e a segregare gli infetti oppure a rieducare i riottosi (differenza, invero, sottile). Recapitandoli, poi, ad apposite “strutture” deputate alla sanificazione ovvero alla “rieducazione” degli “infetti”. Ora segnatevi queste dritte giuridiche, grazie alle quali potrete ottenere misure ancora più “restrittive”; quelle che, a voi, non bastano mai. Ma non siete i soli, sapete. Oggi, il Governatore del Veneto ha imposto, con ordinanza, ai suoi concittadini di non allontanarsi, pedibus scarpantibus, più di duecento metro dalle petunie dei rispettivi giardini.

lunedì 23 marzo 2020

Dagli “aperitivi solidali” allo Stato di polizia, relativismo e autoritarismo al tempo del Coronavirus

In questo terribile mese dall’esplosione dell’epidemia di Coronavirus nel nostro paese abbiamo assistito alla stupefacente mutazione verificatasi nelle posizioni delle forze governative della sinistra “giallo-rossa”. Abbiamo potuto constatare come per un lungo, troppo lungo periodo una valutazione realistica del contagio stesso ed una risposta adeguata ad esso siano state drammaticamente impedite da ostacoli di pura natura ideologica, e più precisamente da una pregiudiziale di tipo multiculturalista e “globalista”.
Il virus veniva dalla Cina: per fermarlo si sarebbero dunque dovuti – in base al realismo e al buonsenso – chiudere immediatamente i confini a quanti provenivano da quel paese o costringere quest’ultime alla quarantena. Ma simili misure suonavano radicalmente inaccettabili alle orecchie degli esponenti politici del Pd e dei 5Stelle, così come di tutta l’opinione pubblica “progressista” del paese. Più in generale, poi, la sfida rappresentata dalla diffusione di un virus di inedita pericolosità poneva bruscamente in evidenza i limiti della retorica globalista, e l’insostituibilità, nelle situazioni di emergenza, di un rafforzamento del controllo dei confini nazionali e dell’azione diretta degli Stati nazionali per la salvaguardia della salute e della sicurezza dei propri cittadini.

Le conseguenze del futuro. Sette conclusioni dalla crisi del coronavirus

Improvvisamente tonano di moda gli stati nazionali e gli esperti: il coronavirus metterà in dubbio alcuni dei fondamenti dell'UE. Cos'altro possiamo imparare dalla crisi?
Ivan Krastev è uno scienziato politico di chiara fama e competenza. Su Die Ziet, fa una prima analisi previsionale sulle conseguenze politiche e geopolitiche dell’epidemia. In breve, segnala quanto si scriveva qualche giorno fa, l’8 marzo, ovvero il declino dell’ordinatore economico, in favore di quello politico. I punti sintetici sono:
  1. Il grande ritorno dello Stato. Lo Stato è l’unico sistema che ha intenzionalità ed i processi caotici chiamano interventi intenzionali. La mano invisibile è un sistema auto-organizzato che non ha intenzionalità centrale, quindi tutti si renderanno conto che se nella storia abbiamo fatto stati per cinquemila anni ovvero dalla nascita delle società complesse, un motivo ci sarà. È dunque la fine dell’utopia-distopia liberale; 
  2. il ritorno del nazionalismo. Stiamo vedendo come ogni nazione si richiuda fisicamente e mentalmente in se stessa, questo richiamerà il senso di solidarietà interna che rinforza l’identità. Non è necessariamente un nazionalismo “contro”, come giocherà nelle future relazioni internazionali dipenderà dai quadri di stato della situazione che si verranno a formare;

domenica 22 marzo 2020

L’unica opposizione “responsabile” è quella che non fa sconti a un governo di incapaci ladri di democrazia

Le polemiche dopo? No. Le polemiche ORA, ADESSO. Mentre un governo di minoranza nel paese e guidato da un signore che non ha mai ricevuto un voto che è uno dai cittadini, si è di fatto impadronito della summa imperii – i famosi “pieni poteri” imputati a Salvini – con la scusa, niente affatto nuova nella storia, dell’ emergenza.
Questo è fascismo, amici. Non in fez ma con la pochette nel taschino.
Il parlamento è chiuso, le TV di stato sono penosamente schiacciate sulle posizioni dell’esecutivo. I giornali - per chi ancora li sfoglia e fatte pochissime eccezioni - sono megafoni di un governo di cui tutto esaltano e cui tutto perdonano. A cominciare da errori marchiani, gravissimi e iterati, di comunicazione. Come preannunciare un decreto senza specificare chiaramente cosa contiene e quando entrerà in vigore. La catastrofe della fuga al sud è figlia di queste esitazioni; e stamattina – dopo l’intervento di Conte - i lavoratori della aziende che chiudono, conoscono con chiarezza il destino delle loro retribuzioni? Gli imprenditori sanno se verranno completamente sollevati da ogni obbligo fiscale? Agli italiani è stata ufficialmente comunicata una lista PRECISA delle attività che resteranno aperte?

Coronavirus, Meloni: "Comunicazione da regime totalitario"

Adnkronos -- "Intollerabili i metodi di comunicazione da regime totalitario, utilizzati dal governo per l'emergenza coronavirus: dichiarazioni trasmesse in orari improbabili, con continui ritardi e attraverso la pagina personale di Giuseppe Conte su Facebook, come se in Italia non esistessero le Istituzioni, la televisione di Stato e la stampa". Così Giorgia Meloni, in un post su Facebook, dopo le comunicazioni del premier Giuseppe Conte. "Tutto questo - accusa la leader di Fratelli d'Italia - non fa che peggiorare il senso di insicurezza, ansia e incomprensione da parte di tutti noi. Gli italiani non sanno quali attività saranno aperte e quali chiuse domani, perché nessuno ha visto uno straccio di decreto. Non sanno nemmeno se devono andare al lavoro oppure no, se devono alzare la serranda della propria azienda oppure no". "Ma che metodi sono? Non se ne può più! Chiediamo chiarezza e serietà", conclude Meloni. 

Il mondo che verrà dopo il virus

È possibile tentare una riflessione politica sull’effetto virus? È vero, siamo in balia dell’Imponderabile, troppi misteri e troppe variabili rendono totalmente incerto, aleatorio, lo scenario mondiale. Ma qualcosa si delinea. Cominciamo dalle più evidenti. La parola chiave del momento è limitare o isolare. Limitare gli spazi, i contatti, le libertà, i movimenti, i confini. È l’input opposto alla globalizzazione, ai precetti sullo sconfinamento totale, alla libertà come assenza di limiti. Viviamo gli effetti collaterali della globalizzazione, le controindicazioni dello sconfinamento come diritto assoluto. Inevitabile corollario è il ruolo centrale che torna ad acquisire lo Stato nazionale e sovrano. Le frontiere, le barriere, l’autarchia. Ah, i muri, i deprecati muri, se non ci fossero quelli a salvaguardarci nelle case…
In Italia i tg decantano ogni giorno con toni da propaganda di regime, il modello italiano imitato in tutto il mondo e dall’altro esaltano il rinato orgoglio nazionale. Per cominciare, sul “modello italiano” andrei cauto perché innanzitutto è importato dalla Cina, è il modello Wuhan. In secondo luogo non nasce da una tempestiva profilassi nazionale ma dall’emergenza di un paese che è il più contaminato del mondo, con più vittime, almeno finora, e dunque il coprifuoco è conseguente a una situazione eccezionalmente negativa. In terzo luogo siamo ancora agli inizi ed è presto per azzardare un bilancio positivo della via adottata in Italia; semmai studierei il modello Corea che ha contenuto in 80 morti il focolaio partito forse prima che in Italia, rispetto al nostro con migliaia di vittime. Infine la forza del nostro modello poggia sulla dedizione di medici e infermieri e sullo “state a casa” a tutti gli italiani, col crollo di ogni attività. I rimedi adottati sono primitivi: stare a casa, lavarsi le mani, stare distanti. Ma sul piano pratico, strategico e sanitario, dalle strutture ospedaliere fino alle mascherine e ai tamponi, siamo in grave affanno e confusione.

sabato 21 marzo 2020

Emergenza fino a fine luglio”, già in delibera del 31 gennaio

Conte e il Consiglio dei ministri ci spieghino come mai in data del 31 gennaio fu emanata una delibera dei ministri, a firma del Presidente del Consiglio, che decretava lo stato di emergenza per la durata di SEI MESI, allorquando il paziente 0/1 non erano ancora stati dichiarati/rivelati? Lo saranno poi il 19 febbraio.
La Delibera è visibile qui. Ci spieghino Conte e il Consiglio dei ministri, lo stato di emergenza è previsto per sei mesi? Fino a fine luglio?
Cosa sapevano e sanno che noi non sappiamo?
E a parte il coprifuoco da periodo di guerra, cosa aspetta il Consiglio dei Ministri a emanare decreti per distribuire a tutti gli strumenti monetari per sopravvivere?
Che cosa aspetta il Consiglio dei Ministri a rendere azienda di Stato/banca di interesse nazionale MCC perché possa emettere credito per tutti, e sostenere sia l’offerta sia la domanda così come hanno fatto Francia e Germania?
Che cosa aspetta il Consiglio dei Ministri a distribuire a tutti quanti mascherine idonee?
Come mai nessuno pensa ai precari, ai disoccupati, agli emarginati, alle aziende, alle partite IVA?
Oltre a questo, obbrobriose sono le pubblicità anche istituzionali per fare raccolta fondi presso i cittadini, a fondo perduto.
L’unico paese al mondo che si sta facendo massacrare così.
Grazie governo !
Nforcheri 18/3/2020 - Fonte

venerdì 20 marzo 2020

Conte vuole accedere al fondo salva stati senza il Parlamento. Colpo di Stato

Giorni fa registravamo la notizia sotto riportata, che precede l'articolo odierno ripreso a seguire.
Se la notizia è vera - e purtroppo sembra confermata dall'articolo - ci sarebbe da fare fuoco e fiamme in parlamento, interpellando anche il Colle nonostante sia notoriamente colluso; ma un intervento energico e adeguatamente incalzante dovrebbe avere i suoi effetti.
Abbiamo governanti non eletti che non servono l'Italia ma poteri sovranazionali e vogliono farci fare inesorabilmente e senza appello la fine della Grecia, mentre se andassimo in piazza come si dovrebbe oltre al coronavirus rischieremmo l'esercito! Inoltre, insieme alla libertà di movimento, che però viene garantita ai clandestini, fino al 31 luglio è sospesa di fatto la proprietà privata. Ogni bene è sulla carta dello Stato. Che c'entra col virus? Dove sono le opposizioni?

Il primo accenno
Secondo un interessante articolo pubblicato sul quotidiano tedesco Handelsblatt (qui), nella riunione dell'Eurogruppo di lunedì scorso (16 marzo 2020) il governo italiano, per bocca del nostro ministro delle Finanze Roberto Gualtieri, avrebbe chiesto l'attivazione di un prestito "incondizionato" del MES per l'Italia, che per ora sembrerebbe aver incontrato il parere negativo degli altri governi. O almeno così avrebbero riferito al giornale in questione alcuni partecipanti alla riunione.
Ora, come sappiamo bene, i contenuti delle riunioni dell'Eurogruppo non vengono pubblicati, dunque non c'è modo di verificare la veridicità di quanto sostenuto. Tuttavia, se fosse vero, si tratterebbe di un fatto molto inquietante, passato completamente in sordina, per quanto ho potuto vedere, sulla stampa italiana. Anche perché i prestiti "incondizionati", nel contesto europeo, non esistono: nel migliore dei casi l'Italia potrebbe ottenere che il memorandum d'intesa scatti in un secondo momento, cioè quando ci sarà da rimborsare il debito in questione per mezzo di misure lacrime e sangue. Si tratterebbe comunque del definitivo commissariamento del nostro paese.
Teniamo alta la vigilanza: in questi giorni ci si gioca il futuro dell'Italia. Thomas F.

Oggi apprendiamo (qui):
Conte vuole accedere al fondo salva stati senza il Parlamento. Colpo di Stato

Ricordiamo come funziona: noi diamo i soldi a loro e poi li usiamo. Indebitandoci con i nostri soldi. È una follia. Usiamo i nostri soldi senza darli a loro e senza indebitarci.
Secondo un’intervista al Financial Times il premier Giuseppe Conte ha chiesto all’Ue di usare “tutta la potenza di fuoco” del fondo di salvataggio da 500 miliardi di euro per affrontare la crisi economica del continente. Nelle stessa intervista al Financial Times, Conte mette in evidenza come la “politica monetaria da sola non possa risolvere tutti i problemi” di uno “choc globale senza precedenti”. Secondo Conte è quindi il momento di usare il Meccanismo Europeo di Stabilità per offrire linee di credito di emergenza ai paesi.
“La politica monetaria da sola non può risolvere tutti i problemi. Dobbiamo fare lo stesso sul fronte di bilancio e, come ho detto, il tempismo è essenziale. La strada da seguire è aprire le linee di credito del Mes a tutti gli stati membri per aiutarli a combattere le conseguenze dell’epidemia Covid-19”, afferma Conte con il Financial Times.
La richiesta di Conte di accedere al fondo salva stati, mette in evidenza il quotidiano, arriva mentre le banche centrali del mondo stanno cercando di calmare i mercati con aggressivi tagli dei tassi di interesse e acquisti di bond.

Bertolaso, quando l’autorevolezza è più forte della vanità

Fra i tanti effetti collaterali del coronavirus c’è quello di aver dimostrato quale grande distanza passi tra l’autorità e l’autorevolezza. Tra un’autorità legittima e un’autorità legittimata. Tra l’accettazione di un ordine e la partecipazione a uno sforzo collettivo.
È un fatto che il nostro Paese si sia trovato nell’attuale situazione avendo un governo lontano anni luce dall’orientamento popolare, guidato da una personalità piovuta dal nulla e dimostratosi inadeguato in diversi passaggi cruciali di questa crisi. E di cosa ci sarebbe stato bisogno lo si è percepito chiaramente nelle ultime ore: è bastato che il presidente della Regione Lombardia affidasse una consulenza a Guido Bertolaso per risvegliare un sentimento di fiducia e di speranza che sembrava aver lasciato il passo allo sconforto. E non è poco, perché fiducia e speranza significa affidamento e stimolo nell’esercizio della responsabilità personale.

martedì 17 marzo 2020

Emmanuel Macron e Angela Merkel, sì al "coordinamento tra europei" per coronavirus: ma fanno fuori l'Italia

"Noi lavoriamo tra europei". Ha fatto sapere Emmanuel Macron su Twitter in merito al coordinamento per affrontare il coronavirus e, in particolare, la situazione economica che ne consegue. Coordinamento al quale hanno preso parte "Ursula von der Leyen, Charles Michel e la cancelliera tedesca Angela Merkel", come si legge nello stesso post nel quale non viene mai menzionata l'Italia. 
Proprio così, nonostante l'epidemia stia mettendo in ginocchio soprattutto il nostro Paese (dopo la Cina vantiamo numeri di contagi superiori a tutti), l'incontro è, come al solito, tra Francia, Germania e Belgio. Anche gli esiti sono prevedibili. Christine Lagarde settimana scorsa è stata chiarissima: "La Bce non è qui per abbassare lo spread". E chissà, se per una volta, l'Italia verrà davvero aiutata. I precedenti non lasciano spazio alla positività.

lunedì 16 marzo 2020

Che cosa succederà davvero all’Eurogruppo sul Mes?

La parte relativa alla riforma del MES è passata nelle “varie ed eventuali”, ma non solo. Il testo è cambiato da “avallo politico” (political endorsement) a proseguimento del lavoro (continue the work) e la discussione sulla crisi economica da COVID-19 è passata dal terzo al primo punto.
È una differenza enorme. Infatti, il prossimo Eurosummit del 26/27 marzo era in attesa della conclusione del lavoro dell’Eurogruppo, appunto l’avallo politico, per procedere alla firma della modifica del Trattato, a mezzo dei propri ambasciatori, e sottoporlo poi alla ratifica dei Parlamenti nazionali. Ora si torna alla casella di partenza del giugno/dicembre 2019, o quasi. Infatti, bisogna prendere atto che il lavoro di definizione dei contenuti della riforma è praticamente terminato già da allora, come abbondantemente scritto nei comunicati finali delle riunioni dell’Eurogruppo di quei mesi. Restano da definire alcuni dettagli relativi alla legislazione di secondo livello, ed alla posizione delle Clausola di Azione Collettiva (che con unico voto a maggioranza potrebbero decidere di approvare la ristrutturazione del debito pubblico di uno Stato), da inserire nell’articolato principale o negli allegati.

Firmare il Mes sarebbe come fare un colpo di Stato: lo dicono gli economisti che chiedono al governo di non siglare l'accordo

Anche se ignorate dai giornaloni, aumentano sul web le pressioni perché lunedì 16 marzo l'Italia non firmi il Mes (Meccanismo europeo di stabilità), il discusso fondo salvastati. Voci libere, di economisti e giuristi autorevoli. Eccone alcune. «Il mondo non ha nessun bisogno del Mes. Se proprio volessero salvare le banche (il Mes serve a questo), potrebbero usare la Banca centrale europea», sostiene Guido Grossi, ex tesoriere della Bnl (Banca nazionale del lavoro), in passato vicepresidente dell'AticForex, associazione dei tesorieri italiani, in un'intervista streaming su ByoBlu disponibile su Youtube. «La Bce i soldi li crea dal nulla: non le costano niente, ne ha quanti ne vuole. Perché non lo fanno? La Bce ha il divieto di dare soldi agli Stati, ma può darli alle banche. E invece, per salvare le banche, si sceglie un'istituzione finanziaria internazionale che prende i soldi nostri, dei cittadini. Il Mes prende i nostri soldi e salva queste banche, che potrebbero essere salvate dalla Bce. C'è decisamente qualcosa che non va. Non tornano i conti, no?».

“Abbiamo dato all’Europa 92 miliardi e 58 al MES… Potevamo costruire 500 ospedali”

Le misure annunciate dal Governo per far fronte all’emergenza coronavirus promettono 25 miliardi di euro da stanziare in questi mesi.
Questi soldi sarebbero da destinare ad un risanamento dell’economia italiana messa in ginocchio dalla situazione di quarantena a cui è sottoposto tutto il Paese.
Nel frattempo continuano a far discutere le parole di Christine Lagarde: “Non siamo qui per chiudere gli spread” che hanno fatto insorgere molti che, sottolineano, come il nostro Paese sia contributore netto in Europa.

venerdì 13 marzo 2020

Madame Lagarde pugnala l'Italia alla schiena

Stralcio dalle discussioni due commenti di lettori che puntualizzano l'accaduto di ieri: noi e l'Europa dei tecnocrati avvoltoi. Sommessamente ricordo che la protagonista ha già massacrato la Grecia.
Persino il prono inquilino del Colle ha avuto una sia pur blanda reazione! “L’Italia sta attraversando una condizione difficile e la sua esperienza di contrasto alla diffusione del coronavirus sarà probabilmente utile per tutti i Paesi dell’Unione Europea. Si attende quindi, a buon diritto, quanto meno nel comune interesse, iniziative di solidarietà e non mosse che possono ostacolarne l’azione”.
Vediamo se questa sarà la volta buona che prenderemo coscienza collettiva del fatto che l'Europa non è una famiglia, è un'associazione a delinquere.
La stessa Von Der Layen ha detto che ci aiuterà, ma come? Con 25 miliardi (nostri, visto quanto versiamo all'Europa) che dovremo poi restituire con gli interessi, mentre ci diranno che l'approvazione del MES è l'unica salvezza, quando invece sarà l'ultimo passo verso la Grecia. E che dire della bordata di ieri? In una conferenza stampa che ha mostrato tutti i limiti dell’avvocato francese in materia economica non è passata in secondo piano il passaggio sullo spread: “Non siamo qui per chiuderli, se ne devono occupare altri attori” ha detto Lagarde. Come a dire: non è un nostro problema che l’Italia e i Paesi in prima fila contro il coronavirus siano allo stremo. E il 16 ci liquideranno col MES senza che il governo-zerbino reagisca?

Madame Lagarde pugnala l'Italia alla schiena

Nella prima conferenza stampa della distinta signora ha destato impressione il fatto, rilevato persino dalla Agenzia Reuters e con toni indignati da commentatori anche non italiani (vedi CdSera di oggi), che essa abbia dichiarato non esser, nel presente drammatico frangente, politica della BCE quella di tener basso lo spread, tagliando (ulteriormente) i tassi di interesse. Tutti hanno rilevato che questa dichiarazione colpiva, in questo particolare momento, proprio l'Italia, più di tutti. Merci, Madame. Non cercare più di tener basso lo spread era proprio quello che volevano i tedeschi, inferociti contro Draghi, che ha fatto proprio questa politica, per salvare l'Euro e difendere a suo tempo la Spagna e l'Italia, sotto attacco speculativo in questo settore.

giovedì 12 marzo 2020

La transizione occidentale

Tema intrigante da analizzare e approfondire.

Scriverò di un tema che non può stare in un post e quindi già iniziamo con una grave contraddizione poiché il post lo scrivo lo stesso. Mi sembra giusto avviare ora pubblica discussione sul tema perché non possiamo sempre limitarci a leggere ciò che accade “dopo”, dopo è tardi.
Questo periferico articolo su un giornale che riflette la mentalità dominante [qui], è molto interessante ed a suo modo importante poiché ha il merito di esplicitare un tema di cui si discute da un po’ e che gli ultimi eventi porteranno sempre più in primo piano. L’articolo dice in breve che:
  1. è in corso da tempo una divergenza tra democrazia e capitalismo “spina dorsale del’Occidente da più di due secoli” (?); 
  2. il capitalismo ha funzionamenti suoi propri che la democrazia non riesce a governare ed in alcuni casi correggere; 
  3. la democrazia rappresentativa sta diventando irrilevante e sale il richiamo alla democrazia diretta;
  4. ma la democrazia diretta presuppone altissimi livelli di preparazione politica di modo da rendere superflua l’intermediazione; 
  5. nei fatti questo altissimo livello di preparazione non esiste; 
  6. il tutto converge verso il rischio di scelte non adatte alla complessità del momento storico il che si traduce nel rischio di un dispotismo invocato dal basso; 
  7. ci sono in dibattito alcune soluzioni proposte per queste equazioni difficili, ma non convincono; 
  8. l’Autore (se ho ben capito) propone un innalzamento della scuola dell’obbligo legando il diritto di voto all’ottenimento del certificato di superamento esame finale, ad esempio, della maturità liceale.
Ripeto, l’articolo più che in sé, è interessante come esemplare di una sempre più vasta collezione di ragionamenti pubblici (ed immagino che in certi ambienti quelli “privati” saranno anche molti di più) sul futuro della convivenza tra democrazia e sistema economico moderno che i più chiamano “capitalismo”, in Occidente.

mercoledì 11 marzo 2020

Dal divieto di manifestazioni al MES: nasce lo Stato di polizia dell’UE

Analisi condivisibile, tenendo anche conto che Corea Singapore e Taiwan, per circoscrivere il contagio, hanno usato metodi diversi ma efficaci attraverso una organizzazione senza tentennamenti supportata da una informazione immediata chiara e capillare. Tuttavia c'è da dire che, dopo le contraddizioni e le carenze iniziali del governo unite all'emergenza con un sistema sanitario dalla macroscopica inadeguatezza, arrivati a questo punto, l'isolamento appare la soluzione più efficace. Per i rischi prefigurati c'è da sperare sulla buona guardia dell'opposizione...

Se qualcuno si trovasse a girare in questi giorni per le vuote strade italiane senza sapere che cos’è successo negli ultimi 3 giorni, probabilmente penserebbe che nel Paese è scoppiata una guerra.
Ci si è risvegliati il giorno dopo il provvedimento per ritrovarsi con una legge marziale de facto mascherata dall’emergenza del coronavirus.
Da questo momento, il dissenso in piazza contro il governo o contro qualsiasi provvedimento dell’UE non sarà ammesso. È una china, quella intrapresa, estremamente pericolosa che può condurre facilmente a derive autoritarie incontrollate.
Chi garantisce che tra due settimane non si instauri un governo tecnocratico eterodiretto dall’UE che inizi a varare tutta una serie di provvedimenti volti alla definitiva demolizione dei diritti sociali in Italia sotto il pretesto della crisi da coronavirus?
Se questo scenario dovesse attuarsi, chi volesse democraticamente opporsi, non potrà farlo. “C’è il virus”, si dirà.

"La presenza dei dialetti è un tratto distintivo della nostra vicenda culturale”. Il Bloc Notes di Michele Magno

Secondo l’Istat, nel 2015 quasi il 46 per cento della popolazione si esprimeva in italiano con i famigliari, oltre il 32 sia in italiano sia in dialetto, circa il 14 soltanto in dialetto (percentuale che però raddoppiava negli over 75). Nonostante l’uso del dialetto registri un declino nell’ultimo ventennio, questi dati confermano quel che già Dante intuì nel “De vulgari eloquentia“: non c’è paese di lingua romanza (derivata cioè dal latino) in cui, accanto al dialetto scelto come lingua nazionale, coesistono così numerosi idiomi regionali o locali.
Infatti, ha scritto il (da me) compianto Tullio De Mauro, la presenza dei dialetti è un tratto distintivo della nostra vicenda culturale (“Storia linguistica d’Italia dall’Unità a oggi”, Laterza, 2017). Ebbene, l’asprezza delle contrapposizioni tra chi vede i dialetti come un’erbaccia da gettare alle ortiche e chi li vagheggia come una incontaminata fonte di creatività, non si può comprendere senza risalire alle ragioni storico-linguistiche della loro esistenza. Provo a citarne alcune.

lunedì 9 marzo 2020

Il MES serve a distruggere il cuore della vera Europa: l’Italia

Per chi volesse approfondire, rimando ai seguenti testi:

Il MES serve a distruggere il cuore della vera Europa: l’Italia

Ci siamo. Tra esattamente 8 giorni, l’Eurogruppo, il consiglio dei ministri delle Finanze dell’eurozona, approverà il nuovo MES, il Meccanismo Europeo di Stabilità, l’organizzazione internazionale dei membri dell’eurozona erede del vecchio fondo salvastati.
Avevamo avuto modo già di commentare i devastanti effetti di questo strumento, pensato espressamente per colpire l’economia italiana.
Per chi si fosse perso le puntate precedenti, è sufficiente ricordare che per partecipare alla nuova versione del MES, è necessario praticare una ristrutturazione automatica del debito pubblico.
Questo equivale a dire che il valore nominale di un titolo del debito verrebbe drasticamente abbattuto. 
Ad essere colpite da questo provvedimento sarebbero le banche che sono le maggiori detentrici dei titoli di Stato italiani.
Non è difficile pertanto immaginare la reazione degli istituti di credito di fronte all’approvazione di un simile meccanismo.

domenica 8 marzo 2020

Invece della moschea il sindaco inaugura i giardini Oriana Fallaci

Il cambiamento si fa strada anche anche a piccoli passi. Ha da passà a nuttata!

Un parco in centro dedicato alla scrittrice che ci aprì gli occhi sulla minaccia jihadista
«Giardino Oriana Fallaci». Il messaggio che il sindaco di Sesto San Giovanni vuol mandare è molto chiaro, come la direzione di marcia della sua amministrazione: due anni fa la città alle porte di Milano stava per avere una grande (e controversa) moschea, adesso ha un luogo pubblico intitolato alla grande giornalista e scrittrice, diventata simbolo di una riscossa morale contro la minaccia islamista e fondamentalista.
Di questo ha parlato il sindaco, Roberto Di Stefano, inaugurando il giardino, che si trova in pieno centro, a 500 metri dal Municipio, tra le vie Italia, Guerra e Manzoni, vicino a un edificio storico come villa Puricelli Guerra. Sesto è stata a lungo una città simbolo della sinistra, e una roccaforte elettorale del Pci, e poi del Pd, fino a due anni fa, quando proprio il centrodestra guidato da Di Stefano, con un robusto contributo civico ha vinto le elezioni puntando anche sul «no» al grande centro islamico che doveva sorgere in via Luini, fra incongruità tecniche e ombre mai del tutto chiarite sui finanziamenti.

sabato 7 marzo 2020

CON IL CAOS CORONAVIRUS FARANNO PASSARE IL MES. Ci toglieranno perfino le mutande!!

Salvini, Meloni, dove siete? Possibile che si debba rimanere inerti? Precedenti qui - qui - qui - qui - qui - qui - qui - qui

Claudio Borghi Aquilini:
“****ATTENZIONE MASSIMA****
Stanno approfittando di un’emergenza mondiale per far passare il MES!!!
Sembra incredibile ma è proprio così. A Parlamenti semichiusi, mentre la Nazione sta lottando contro il coronavirus, questi VERMI hanno avuto il coraggio di mettere all’ordine del giorno dell’eurogruppo del 16 marzo non gli aiuti per imprese e lavoratori, ma l’approvazione finale del MES!!!
Attendiamo IMMEDIATA SMENTITA da Conte e Gualtieri altrimenti altro che pacificazione nazionale, approfittare di un Paese in ginocchio per completare un tradimento è cosa che va troppo al di là della politica.”
* * *
Incredibile. Ci vuole tutta la faccia tosta di Gualtieri e di Conte, a questo punto, se lo firmeranno. Approfittando del Coronavirus, magari concedendoci i 7,5 inutili miliardi di maggiore deficit (inutili, insufficienti, risibili), Gualtieri firmerà all’Eurogruppo del 16 marzo il MES, la riforma del Meccanismo Europeo si Stabilità, che non è altro che un modo raffinato per chiamare quella che è la trojka permanente.
Approfittando della crisi economica che si si profila all’orizzonte, questa istituzione antidemocratica sarà approvata ed autorizzata ad agire ,mandando il default in nostro debito e poi obbligandoci ad un risanamento lacrime e sangue che non avrò pari al mondo.
Ricordiamo che Klaus Regling, il tedesco direttore del MES, è colui che, nell’Eurogruppo, all’epoca della crisi di greca, disse dei pensionati greci “Facciano la fame, purchè paghino”. Lo stesso direttore che guadagna 324 mila euro annui.
Claudio Borghi ha promesso che avrebbe denunciato Conte nel caso avesse firmato il MES senza preventiva discussione del Parlamento. Ora pare che questa, ormai, non ci sarà, visto che l’assemblea è, praticamente, commissariata per la malattia. Un bel colpo di stato, con la scusa del contagio. Non ci sono neanche manifestazioni, per il Virus,. TUTTO PERFETTO, e senza neanche i carri armati in piazza. Dopo potremo votare chi vogliamo, e non conterà NULLA.
Che fate ? Starete a guardare dentro le vostre mascherine? Il MES porterà ad una distruzione tale che per decenni non cisarà più nulla, anzi probabilmente sarà la causa diretta della fine dell’Italia. I Greci hanno perfino ceduto il risultato dei biglietti per le visite al Partenone, obbedendo agli ordini del MES. Fonte

venerdì 6 marzo 2020

Non è solo la fede, è la cultura cristiana che sta svanendo

"Viviamo in una società post-cristiana. Non intendo dire che non ci siano più cristiani, siamo ancora qui. Ma la storia cristiana non è più la narrazione che i Paesi occidentali usano per capire se stessi. È stata sostituita dal culto di sé, dalla dittatura del relativismo e dalla tirannia di sé. Questo rende così difficile riconoscere il totalitarismo che sta arrivando, perché sei stato addestrato a pensare che questa sia la libertà, che scegliere ciò che vuoi sia la libertà. Le persone che sono cristiane sono state formate in un modo più classico di pensare, teologia morale o ragionamento morale. Capiscono che la libertà non è la capacità di fare quello che si vuole. La maggior parte delle persone nella società è diventata molto fragile. Sono arrivati a pensare che tutta la vita pubblica sia un’espansione dei diritti. Quindi, sotto quei regimi di “giustizia sociale”, come li chiamano, e diritti civili, non essere d’accordo con qualcuno significa ferirlo, significa minacciarlo. E questo rende patologici tutti i disaccordi. Questo rende la persona che non è d’accordo un criminale". (Rod Dreher)

giovedì 5 marzo 2020

Coronavirus, gli untori sono i tedeschi. Uno studio americano assolve l'Italia

C'è stata la saggezza di evitare il circo mediatico o la furbizia di salvaguardare l'economia?

Uno studio americano sulla genetica del Coronavirus rivela, il primo contagiato in Europa arriva dalla Germania e non dall'Italia. Lo studio scientifico, oltre a certificare come la malattia sia sbarcata in Europa passando dalla Germania, che insieme alla Francia ha visto i primissimi casi di Covid-19 certificati, illustra anche un altro fattore molto importante, ovvero la possibilità di contagio da parte di soggetti asintomatici. L’averne mappato la sequenza genetica, infatti, ci ha permesso di ricostruire “l’albero genealogico” del virus e di individuare quindi i ceppi originari da cui si sono separati i ceppi locali, e nel grafico c’è una sorpresa: il virus italiano, indicato come CDG1/2020, sembra discendere, così come altri ceppi tra cui quello svizzero, finlandese, scozzese, brasiliano e messicano, proprio da quello tedesco originatosi nella Baviera, indicato come BavPat1/2020, o comunque avere un “parente comune”, ragionevolmente derivante dalla cinese sbarcata a Monaco.
La stessa televisione di Stato tedesca Deutsche Welle ha riportato il 20 febbraio scorso, i casi di “influenza” in Germania sono raddoppiati, passando dai 40mila di inizio stagione a 80mila, in appena due settimane. Facendo un po’ di conti, e coi tempi di incubazione di Covid-19 alla mano (dati per 14 giorni), risaliamo circa all’inizio di febbraio, ovvero in un periodo stranamente concomitante col primo caso tedesco accertato e oggetto di studio da parte dei ricercatori. Fonte

lunedì 2 marzo 2020

Il ragazzo di destra, marziano tricolore

Eccolo, il giovane Mostro. L’antisardina, il marziano tricolore. Lo vedi che ti si avvicina con qualche timidezza, poi prende coraggio, non ti chiede un selfie ma la firma su un libro. E alla fine confessa il misfatto. Sono un ragazzo di destra. A volte indica una militanza, oppure no, richiama letture o esperienze. Ha la faccia pulita, è vestito come un contemporaneo, somiglia perfino ai suoi coetanei anche se ha un garbo che un po’ lo distingue, ha gli occhi sognanti e magari un lieve sorriso, mai troppo smaccato perché c’è poco da ridere per chi ha scelto di essere antagonista, ribelle contro il suo tempo. Capisci che viene da discussioni studentesche, polemiche coi professori, ha subito qualche discriminazione e qualche minaccia, è trattato come un appestato, ha visto calpestare la memoria storica, le foibe, la patria e i suoi eroi. Vive la sua “diversità”, traendo qualche motivo d’orgoglio dal suo non conformismo che ha imparato a chiamare scorrettezza.

domenica 1 marzo 2020

Veto greco al sostegno della Nato alla Turchia (che arma i militanti con il simbolo dell’ISIS)

La Turchia è uno sponsor del terrorismo internazionale che per troppo tempo è stato lasciato libero di agire pressoché indisturbato. A seguito della decisione della Turchia di non far nemmeno più finta di governare i flussi, migliaia di migranti, per la grande maggioranza uomini in età militare, si sono ammassati al confine con la Grecia. Il governo greco non da oggi abbandonato a se stesso e già sull’orlo dell’implosione sociale, con la popolazione disperata e in giustamente in rivolta come a Lesbo, ha deciso di sigillare le frontiere. Mentre la Grecia prova a resistere come può, l’Europa unita, che non esiste, si volta dall’altra parte ostaggio com’è di Erdogan e piegata agli interessi di Soros e la sua gang criminale. In troppi ancora guardano ma fingono di non vedere e c'è il rischio che finisca male. Non solo in Grecia.

Veto greco al sostegno della Nato alla Turchia (che arma i militanti con il simbolo dell’ISIS)

militanti col simbolo dell'Isis
La Grecia ha posto il veto su una dichiarazione preparata venerdì notte per essere rilasciata dalla NATO a sostegno di Ankara a seguito dell’ attacco alle truppe turche a Idlib.
La decisione greca di opporsi alla volontà generale di chiudere le menti e gli occhi purché di far del male a Russia e Siria, “ha incontrato una forte resistenza da parte di numerosi paesi, come il Regno Unito, la Germania, ma anche gli Stati Uniti e la Francia”. (Bhma) Come membro dell’Alleanza del Nord Atlantico, la Grecia si è dissociata dalle decisioni della NATO e si è fortemente opposta alla cessazione degli attacchi russi ai terroristi a Idlib.
Questa posizione della Grecia si basa sul fatto che, a causa delle azioni della Turchia, migliaia di migranti hanno letteralmente assaltato le frontiere del paese, il che ha creato tensioni molto gravi e una minaccia alla sicurezza del paese ellenico.