martedì 23 febbraio 2021

Geopolitica di Draghi

In linea generale, con Draghi mi atterrei al suo stesso invito a chiusura della replica al Senato (o alla Camera?) al voto di fiducia in cui ringraziava per gli attestati di stima, ma invitava a verificarli nei fatti. Aspetterei quindi i fatti, visto che è uomo di poche parole. Ma appena posto il principio, vorrei infrangerlo con una congettura informata, a proposito di un possibile intento di politica estera.
Il giornalista di Repubblica che segue l’incontro preparatorio al G7 che si terrà in Cornovaglia prossimo giugno, da un paio di giorni, fa balenare una sorta di possibile “special relation” tra Johnson e Draghi. Biden, Suga (JAP) e lo stesso Draghi sono nuovi. Merkel scade a settembre e Macron chissà se verrà rieletto al 2022. La riunione finale del G20 ad ottobre, ha la doppia presidenza UK-Italia.

lunedì 22 febbraio 2021

LE VERE INTENZIONI DI DRAGHI ▷ “È tutto scritto nel report del G30: per le micro imprese italiane sarà la fine”

La lista di cose da fare per questo nuovo governo ruota attorno a due concetti chiave in questo preciso momento storico: salute ed economia. E se da un lato, con la conferma del Ministro Speranza, la parte sanitaria pare proseguire in continuità con la linea adottata dal Governo precedente, sul piano economico il Paese sembra andare in contro a una brusca sterzata.
A dirlo, prima ancora del programma di governo, sarebbe secondo il Prof. Valerio Malvezzi un documento pubblicato a dicembre 2020 e redatto con la direzione proprio del nuovo Premier: Mario Draghi.
Stiamo parlando del report del Group of Thirty o G30, di cui Draghi è membro onorario, che porta il titolo di ‘Reviving and Restructuring the Corporate Sector Post-Covid: Designing Public Policy Interventions‘, cioè ‘Rilancio e ristrutturazione del settore aziendale Post-Covid – Progettazione di interventi di politica pubblica’. Un documento che contiene le linee guida che i politici di tutto il mondo dovrebbero seguire per uscire dalla crisi scatenata dal Covid-19 secondo, appunto il G30, cioè un gruppo formato da banchieri ed esperti della finanza mondiale.

domenica 21 febbraio 2021

Orlando e Garavaglia: due ministri e un messaggio in codice

Pensavate ci fosse qualcosa di peggio di andare a votare partiti orgogliosamente populisti e sovranisti nel 2018 e ritrovarsi poi Draghi al Governo nel 2021? E invece c’è. Per capirlo, però, bisogna fare un passo indietro e rendersi conto di come l’attuale situazione politica italiana sia davvero qualcosa di impensabile, e indicibile, se vista con gli occhi di tre anni fa. Dalle urne erano usciti vincitori, su tutti, Lega e 5 Stelle. I quali – per quanto lontani e talora antitetici – venivano entrambi da anni di campagne contro il dominio dei mercati, contro l’establishment, contro l’euro. Cioè – a sintetizzare in due parole e in una persona – contro Mario Draghi e tutto ciò che rappresenta.

Ecco, se qualcuno, in allora, avesse pronosticato che ci sarebbe stato Draghi premier con l’appoggio dei grillini, dei leghisti e dei piddini gli avrebbero minimo minimo fatto un TSO. E invece c’è. Ma andiamo oltre, e avanti. Cosa dimostra l’operazione Draghi? Per chi riesca a smettere i panni del tifoso di qualsiasi schieramento, esprime una cosa sola: la geometrica potenza dell’establishment, dei mercati e della finanza. I quali sono così sicuri della propria invulnerabilità da poter ricavare “qualsiasi” risultato da qualunque esito elettorale. Ecco il primo messaggio ai riottosi: siete patetici, alla fine vinciamo noi, e ve lo dimostriamo facendo una bella torta europeista con le vostre scadenti uova sovraniste. Insomma, una sfacciata (perculante, addirittura) esibizione di spocchia.

martedì 16 febbraio 2021

La Tassonomia europea, ovvero la “bolla speculativa verde”

Ancora pretesti ecologici per azzerare prima l'industria occidentale, poi la proprietà privata...
Sviluppo sostenibile o bolla speculativa verde? 
Lo scorso dicembre, quando la Commissione UE ha presentato la bozza della “Tassonomia”, cioè la classificazione delle attività economiche, dei prodotti e dei materiali in base alla loro impronta di CO2, persino tra i sostenitori delle politiche per il clima se ne è cominciato a capire la natura distruttiva. Il rapporto di 233 pagine è un manifesto per la deindustrializzazione, cosa non sorprendente, considerando che è stato preparato dall’industria finanziaria. Infatti, il Gruppo Tecnico di Esperti di Finanza Sostenibile che lo ha stilato è composto da istituti finanziari, NGO e altri organismi dediti alla creazione di una nuova bolla finanziaria, attraverso il dirottamento di centinaia di miliardi di fondi dagli investimenti produttivi a quelli improduttivi (qui).
Fortunatamente, alcuni governi stanno aprendo gli occhi, almeno su alcuni aspetti della transizione verde, tanto che la Commissione UE ha dovuto rinviare la pubblicazione della tassonomia a causa dell’opposizione di dieci stati membri. Bulgaria, Croazia, Cipro, Repubblica Ceca, Grecia, Ungheria, Malta, Polonia, Romania e Slovacchia hanno infatti firmato un documento in cui si respinge l’esclusione del gas naturale dalla lista dei “combustibili di transizione”, chiedendo “la possibilità di usare l’idrogeno prodotto da varie fonti energetiche”.

lunedì 15 febbraio 2021

Meloni: "Il governo Draghi è la morte della democrazia". Intervista

Fratelli d'Italia ha convocato alle 18 la Direzione Nazionale, riservata ai soli componenti e allargata ai gruppi parlamentari, che avrà come punto all'ordine del giorno relazione con la quale il presidente Giorgia Meloni proporrà che Fratelli d'Italia voti contro la fiducia al nuovo Esecutivo
Intervista di Affaritaliani.it a Giorgia Meloni prima dell'importante riunione dei vertici di Fratelli d'Italia

Che cosa non va nel governo Draghi?
"Non va innanzitutto il fatto che, di fronte al fallimento della precedente maggioranza e del tentativo di rimetterla in piedi, sia stata ancora una volta scelta la strada del Palazzo e non quella delle urne. Si doveva e si poteva votare, come fanno in tutto il mondo. Ieri ancora in Catalogna, dove peraltro i nostri fratelli di Vox hanno ottenuto un risultato storico che conferma lo stato di salute dei partiti conservatori in Europa. Poi non funziona l’idea che basti Draghi, figura certamente rispettabile, per tenere insieme quello che insieme non può stare. Un governo ammucchiata che faticherà moltissimo a dare le risposte che gli italiani attendono, come stiamo già vedendo in queste ore. Noi in Parlamento, dall’opposizione, cercheremo di sostenere i ministri di centrodestra ma sarà dura. Questo è un governo che nasce a trazione Pd, sia con i ministri politici chiamati a rappresentare le varie correnti Dem, sia con molti di quelli “tecnici” che vengono da sinistra. Altro che “governo dei migliori”...".

sabato 13 febbraio 2021

Orlando e Garavaglia: due ministri e un messaggio in codice

Pensavate ci fosse qualcosa di peggio di andare a votare partiti orgogliosamente populisti e sovranisti nel 2018 e ritrovarsi poi Draghi al Governo nel 2021? E invece c’è. Per capirlo, però, bisogna fare un passo indietro e rendersi conto di come l’attuale situazione politica italiana sia davvero qualcosa di impensabile, e indicibile, se vista con gli occhi di tre anni fa. Dalle urne erano usciti vincitori, su tutti, Lega e 5 Stelle. I quali – per quanto lontani e talora antitetici – venivano entrambi da anni di campagne contro il dominio dei mercati, contro l’establishment, contro l’euro. Cioè – a sintetizzare in due parole e in una persona – contro Mario Draghi e tutto ciò che rappresenta.
Ecco, se qualcuno, in allora, avesse pronosticato che ci sarebbe stato Draghi premier con l’appoggio dei grillini, dei leghisti e dei piddini gli avrebbero minimo minimo fatto un TSO. E invece c’è. Ma andiamo oltre, e avanti. Cosa dimostra l’operazione Draghi? Per chi riesca a smettere i panni del tifoso di qualsiasi schieramento, esprime una cosa sola: la geometrica potenza dell’establishment, dei mercati e della finanza. I quali sono così sicuri della propria invulnerabilità da poter ricavare “qualsiasi” risultato da qualunque esito elettorale. Ecco il primo messaggio ai riottosi: siete patetici, alla fine vinciamo noi, e ve lo dimostriamo facendo una bella torta europeista con le vostre scadenti uova sovraniste. Insomma, una sfacciata (perculante, addirittura) esibizione di spocchia.

domenica 7 febbraio 2021

Mario Draghi, o "l'abbraccio mortale del Loden" (Meloni unica a capirlo)

C’è un che di tenero  e di irritante al tempo stesso in questa generale fascinazione per Mario Draghi. Emerge, rugiadosa, quell’infantile propensione dell’italiano medio verso l’”Uomo competente”, (sorta di upgrade postmoderno dell’”Uomo forte”) catalizzata in una voglia di rassicurante, avvolgente lana cotta che avevamo già conosciuto con il loden di Monti e che poi si è visto quali disastri abbia prodotto.

Una propensione emotiva unita, però, a una seccante mancanza di visione strategica e di memoria storica. Infatti, oltre l’ipnotico scintillìo della “competenza”, appare imperdonabile come non si voglia approfondire al servizio di quali obiettivi questa – pur oggettiva - sia stata dedicata.

sabato 6 febbraio 2021

Dai burattini ai burattinai

Vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole e più non dimandare. In alto hanno deciso: basta Conte, arriva Draghi. Passiamo dai burattini ai burattinai. Il potere scende in campo direttamente: la gravità della situazione italiana deve essere peggiore delle più nere previsioni, e non solo per il crollo del PIL. Non riusciamo però a condividere l’entusiasmo di chi si consola per la fine del governo giallo fucsia. Pessima gente, per carità, povera patria in mano a don Fofò Bonafede, il disc jockey ministro di giustizia, a Giggino Di Maio, ministro degli esteri digiuno di storia e geografia che neppure sospetta l’esistenza della geopolitica. E che dire di un prefetto agli Interni, dell’imbarazzante signora De Micheli ai trasporti, del povero Speranza (nomen omen) alle prese con il contagio e di tutta l’improbabile brigata.