martedì 29 dicembre 2020

Italiagate: il governo Conte accusato di essere responsabile della frode elettorale contro Trump

A quanto pare, non è solo la Svizzera ad aver avuto un ruolo cruciale nell’operazione di hackeraggio internazionale contro le elezioni americane.
Nell’ultimo contributo pubblicato precedentemente, l’autore e ricercatore svizzero e americano Neal Sutz ha spiegato il ruolo decisivo della Svizzera nella frode elettorale perpetrata contro Donald Trump.
La Svizzera infatti ha acquistato il codice sorgente di Scytl, il programma legato a sua volta a Dominion Voting System, la società canadese che ha legami con la famiglia Soros e i Clinton, accusata di aver spostato centinaia di migliaia di voti da Trump a Biden. La Svizzera è stata fondamentale nella frode perché era perfettamente informata dei difetti strutturali di Scytl, ma non ha avvisato in alcun modo l’amministrazione Trump del grave malfunzionamento di questo software.
Ad ogni modo, c’è un Paese che potrebbe essere persino ancora più coinvolto e considerato come diretto responsabile dell’hackeraggio nelle elezioni americane, e quel Paese sarebbe proprio l’Italia. A questo proposito, c’è una interessante e clamorosa ricostruzione fornita da Bradley Johnson, un ex agente della CIA e già a capo di una delle stazioni dell’agenzia di intelligence americana.

L’enigma dei balletti-Covid. Una ipotesi noachide.

Gli infermieri che si esibiscono in balli sono il presagio di un catastrofico crollo morale già in atto. Neanche nella Berlino post 1918. Alcuni video qui

Balletti, balletti – medici, infermiere ballano in ospedali in Italia, in Germania, e anche suore da qualche parte degli Stati Uniti.
Mi tocca far notare una cosa così banale, che me ne vergogno: queste non sono scene spontanee di cuori che piazzano i loro video su Tik Tok per il traboccare di allegria e vitalità. Non sono danze individuali improvvisate. Sono coreografie con spesso una ventina di elementi; il che significa che, per eseguirle, bisogna esercitarsi. Per ore, magari per giorni; Heather Parisi, se ancora mi legge, può darci un’idea di quanto occorre? 
A guardare due o tre di questi video, si arriva alla conclusione che questi non sono medici o infermieri, che ci raccontano travolti dall’affollamento di gravissimi pazienti in terapia intensiva. Sono ballerini professionali mandati, con le mascherine e travestiti con vestiario sanitario , a fare la loro esibizione negli ospedali. Anche le riprese sono sofisticate. Non è lo smartphone fisso del dilettante; ci sono anche riprese dall’alto che fanno apprezzare la maestria del coreografo ignoto. 

lunedì 28 dicembre 2020

Giorgia Meloni ai partiti che aderiscono a ECR Party: “Rimodellare la Ue per costruire un’alleanza di Stati nazionali che lavorano insieme”

Il messaggio del presidente dei conservatori europei: “Verità, amore e libertà saranno la risposta alla dittatura dell’ideologia politicamente corretta che minaccia la nostra civiltà” Qui il video
Amici miei, come tutti sappiamo, il 2020 è stato un anno impegnativo non solo per l’Europa ma per tutto il mondo. La nostra comunità politica ha iniziato l’anno con la scomparsa di Sir Roger Scruton, un amico di tutti noi, un gigante della cultura e del pensiero conservatore europeo. Poche settimane dopo quel triste evento, le nostre speranze sono state infrante quando ci siamo trovati ad affrontare la pandemia globale. 

Il coronavirus, arrivato a noi dalla Cina, ha sconvolto drasticamente il nostro stile di vita. Tutto, dal modo in cui ci impegniamo con le nostre famiglie, al modo in cui facciamo affari, alla politica, è cambiato. Siamo passati dal godere di un periodo di stabilità economica o, almeno, di una speranza di ripresa, all’incertezza e all’instabilità. Quest’anno ci ha messo davanti a molte sfide ma, nonostante ciò, siamo riusciti a superarle. Abbiamo abbracciato nuove tecnologie e idee, adottato nuovi modi per rimanere connessi come comunità e abbiamo continuato a trovare modi per sostenerci a vicenda. Abbiamo affrontato i problemi a testa alta. 

venerdì 11 dicembre 2020

Dietro le quinte

Proviamo a dare un veloce sguardo su cosa sta avvenendo dietro le quinte dell’ordinatore economico. Da dietro le quinte, giungono gli echi di una furibonda lotta tra modi diversi di intendere il futuro del sistema c.d. capitalistico.

Da una parte, c’è un vasto gruppo di funzionari del sistema dominante (economico, finanziario, geopolitico, politico) non da ieri preoccupati dai numerosi malfunzionamenti di quel sistema che ne determina la posizione ed il potere sociale. Costoro, hanno individuato da tempo due “distruzioni creatrici” per rivitalizzare le prospettive del sistema. La prima è una volontaria distruzione autoindotta rivedendo il ruolo delle energie carbonifere da sostituire con energie diverse, compatibili ambientalmente. La seconda è assecondare l’unico motore attivo dello sviluppo economico ovvero la conversione digital-informatica. Soggetti trasformativi dovrebbero esser le imprese non più solo legate alla logica stretta del profitto (shareholders i.e. azionisti), ma a quella larga dell’interesse condiviso (stakeholders, i.e. management, dipendenti, fornitori, territorio). Il che porta ad un nuovo patto di potere pubblico-privato, un nuovo contratto sociale ed ad un moderato sacrificio fiscale da parte del privato in favore della redistribuzione pubblica. Redistribuzione pubblica operata in investimenti e forme di sostegno dei poteri d’acquisto (vari tipi di salari di cittadinanza). Il linea generale, un sistema più inclusivo basato sull’egalitarismo delle possibilità (Rawls, Sen). 

giovedì 10 dicembre 2020

Così si sfinisce un Paese, un popolo, un sistema: l’ultima minaccia di Conte, il TSO per chi rifiuterà il vaccino

Ve l’avessero detto quarant’anni fa, quando pensavate che la vita fosse un cominciamento di gioia, non ci avreste creduto. Ma neppure ve l’avessero detto un anno fa, cadute le foglie delle illusioni, ci avreste creduto. Invece è tutto vero, è reale questo presidente del Consiglio, da nessuno eletto, che butta là, come niente fosse, la possibilità di un internamento di massa per chi non accetterà un vaccino ancora misterioso. Nel silenzio complice di un presidente della Repubblica che ormai non si sa più come percepire. Nella sudditanza collaborazionista di una classe di guitti e di pensatori deboli che si spolmonano a spiegare che un Natale senza Natale è il migliore dei Natale possibili. Come la filosofa-Liala, la Michela Marzano, quella che “l’amore è l’unica cosa che so dell’amore”. 

mercoledì 9 dicembre 2020

Tempo di impegno e responsabilità

Questo è il momento per battere forte il martello! bisogna fare nel campo politico-culturale quello che Lefebvre ha fatto nel campo liturgico e formativo per i giovani sacerdoti ... ed è una esigenza storica e profetica ... bisogna ora battere sul fondamento delle Costituzioni laiche europee. Tu sai già quanto sia diverso il sistema americano, che è già anni luce lontano dalle vere costituzioni cattoliche degli Stati. Ma quelle europee sono morte. L''Europa è a un passo dal suicidio storico colpevole, di cui renderà contro a Dio nel Giudizio eterno. Non solo l'Europa è a un passo dalla islamizzazione, dopo qualche anno di schiavitù tirannica da Euro. Ma le persone d'Europa rischiano l'inferno eterno. Tu sai cosa è una Stato. Bisogna instaurare lo Stato cattolico - combattendo un'aspra battaglia contro le attuali gerarchie e contro tutto il mondo cattolico rimbambito dalla Sindrome di Stoccolma - dopo la crisi palese e storica delle costituzioni laiche, massoniche, liberali, democratiche. Sai quello che dico. Non dobbiamo avere paura. Non siamo nl''89, non siamo in Messico o in Spagna. Non siamo in una delle tappe del martirio cattolico dell'epoca rivoluzionaria. Siamo oltre. Siamo entrati nell'epoca in cui diventa palese l'insostenibilità del laicismo del modernismo del liberalismo del democraticismo. E' palese e sta esplodendo in faccia a tutti. Siamo nella Europa in cui la morte avanza e in cui tuti ci risveglieremo dopo il Coronavirus disperati e depressi, sfiduciati e disposti a qualunque cambiale di schiavitù pur di sopravvivere a focacce e cipolle. (Rosario Del Vecchio)

venerdì 4 dicembre 2020

Polonia ed Ungheria vincono. Per pesare nella UE ci vuole un vero governo, non dei lacchè

Polonia ed Ungheria vincono. La Merkel chiede di riaprire la discussione sullo “Stato di Diritto”. Per pesare nella UE ci vuole un vero governo, non dei lacchè. Di seguito: Orban ha smascherato la dittatura dell’Europa: sentite le frasi che i media vi nascondono

Alla fine basta tenere il punto con decisione. La cancelliera tedesca, Signora Merkel, ha avvisato la Commissione ed il Parlamento che sarà necessario riaprire le discussioni sullo Stato di Diritto per superare il veto di Ungheria e Polonia sul Bilancio dell’Unione e quindi sul Recovery Fund.
Durante le contrattazioni estive la Commissione aveva introdotto una serie di fattori legati al rispetto del cosiddetto “Stato di Diritto”, elementi che, in apparenza, sembrerebbero garantire la legalità di un sistema democratico, ma che, in realtà, essendo giudicabili in modo estremamente soggettivo, venivano ad essere uno strumento intollerabile di pressione politica della Commissione sui singoli stati. Ad esempio alla Polonia viene contestata la riforma della Giustizia che ha mandato in pensione anticipata molti giudici  cresciuti sotto il regime Comunista e quindi con una visione estremamente filo-europea, ma, nello stesso tempo, la Grecia non ha nessun problema pur avendo il proprio sistema disciplinare e selettivo della magistratura completamente selezionato dal potere esecutivo. Si contesta all’Ungheria la selezione del Governatore della banca centrale quando questa carica, in tutto il mondo, è selezionata dal governo anche quando può poi agire in modo autonomo, e così via. Alla fine il problema del cosiddetto “Stato di diritto” non è altro che la lotta fra un establishment burocratico non eletto ed un potere legislativo ed esecutivo democraticamente selezionati. Il Deep State cerca sempre di tutelarsi dal popolo.

giovedì 3 dicembre 2020

La logica dei ricorsi di Trump - Paolo Pasqualucci

Torniamo ad occuparci dell'esito delle elezioni statunitensi, avendo ben chiara qual è la posta in gioco! Di seguito un lucido e interessante punto nave dell'ingarbugliata e controversa situazione della quale mancano sui media di regime chiavi di lettura obiettive. 

I media che dominano il mercato dell’informazione tendono a rappresentare la strategia processuale di Trump come cosa senza senso, il frutto dell’ostinazione di un politico incapace di accettare la sconfitta. Nello stesso tempo non entrano, a quanto sembra, nel merito. Nessuno ne sa nulla, a meno che non si informi su blog “conservatori”, come ad esempio LifeSiteNews, che però non fa parte del mainstream mediatico. Una congiura del silenzio al limite della disinformazione. Se è così sciocca, questa strategia, perché non renderne edotto il pubblico con l’illustrarne i dettagli, sì da render ancora più evidente la (supposta) vacuità di Trump? La giurisdizione delle Corti d’Appello dei singoli Stati ha finora fatto muro contro i ricorsi di Trump: perché allora perder tempo a illustrarne il merito, se i giudici dicono che è inconsistente? C’è poi il fatto macroscopico dei dati del vantaggio attribuito a Biden: 306 voti elettorali contro 232, il 51,1 % dei voti totali contro il 47,1% ossia 80.242.116 voti contro 73.966.926. 

mercoledì 2 dicembre 2020

L’ennesima task force di Conte: un mostro tecno-burocratico di dubbia legittimità, perfetto per lo scaricabarile

La complessità della struttura concepita per il Recovery Plan garantisce un’evidente diluizione delle responsabilità, l’ideale per proteggere politicamente il presidente del Consiglio. Chi sarà il responsabile, il decisore finale? I sei super manager con poteri eccezionali? Il triumvirato composto da Conte, Gualtieri e Patuanelli? Se le cose dovessero funzionare, il premier se ne prenderebbe i meriti; altrimenti, potrà sempre scaricare la responsabilità sui tecnici e i super manager. Si prepara un perfetto scaricabarile in pieno stile contiano 
Un sistema elefantiaco composto da due task force, una cabina di regia, un comitato interministeriale e sei super manager. È questa la soluzione che il governo sembra aver individuato per realizzare il Recovery Plan. Malgrado i fallimenti della scorsa primavera (chi si ricorda del piano Colao?) e gli scarsi risultati conseguiti dal sistema delle 15 task force, il premier Giuseppe Conte pare essersi deciso a costruire un mostro tecno-burocratico per vincere quella che ha definito la sfida della vita.

domenica 1 novembre 2020

Comitato congiunto Salvini Meloni Berlusconi

Fin dall’inizio della pandemia il centrodestra, che è la prima forza politica della Nazione e governa la maggioranza delle Regioni, ha anteposto l’interesse dell'Italia all’interesse politico della propria coalizione.
Per mesi abbiamo preparato proposte ed emendamenti, ma atteso invano che il governo ci convocasse in Parlamento, la sede istituzionale dove è giusto che avvenga il confronto tra maggioranza e opposizione. Ancora pochi giorni fa, ci è stata data notizia dell’ultimo Dpcm, soltanto poco tempo prima della sua comunicazione agli italiani.
L’attuale situazione sanitaria sta precipitando anche a causa delle mancate decisioni - o delle decisioni rimandate - del governo: il Paese si è presentato impreparato alla seconda ondata della pandemia che pure era ampiamente prevista e prevedibile. Oggi il governo ipotizza una “cabina di regia” con le opposizioni.
Il ravvedimento appare tardivo. Il centrodestra è sempre stato a disposizione dell'Italia, ma oggi più che mai l'unica sede nella quale discutere è il Parlamento della Repubblica italiana. Lì sono depositate le numerosissime proposte formalizzate da noi e ignorate dal governo, e lì verranno presentate le altre.
Non siamo disponibili, invece, a partecipare a operazioni di Palazzo che sembrano dettate più che da una reale volontà di collaborazione dal tentativo di voler coinvolgere l’opposizione in responsabilità gravi che derivano dall’immobilismo e dalle scelte sbagliate effettuate dal governo.

martedì 20 ottobre 2020

Il muro dell'idiozia e il senso dei confini

Articolo del 1919, ma da incorniciare.
La parola d’ordine del Cretino Planetario per farsi riconoscere e ammirare è: vogliamo ponti, non muri. Appena pronuncia la frase, il Cretino Planetario s’illumina d’incenso, crede di aver detto la Verità Suprema dell’Umanità, e un sorriso da ebete trionfale si affaccia sul suo volto. Non c’è predica, non c’è discorso istituzionale, non c’è articolo, pistolotto o messaggio pubblico, non c’è concerto musicale, film o spettacolo teatrale che non sia preceduto, seguito o farcito da questa frase obbligata. L’imbecille globale si sente con la coscienza a posto, e con un senso di superiorità morale solo pronunciando quella frase. Il cretino planetario diverge solo nella pronuncia, a seconda se è un fesso napoletano, un bobo sudamericano o un lumpa siculo. In Lombardia c’è un’espressione precisa per indicare chi si disponeva ai confini per mettersi al servizio dei nuovi arrivati, dietro ricompensa: bauscia.

lunedì 19 ottobre 2020

L’ultimatum di Trump:”arrestate Obama e Biden per lo spygate”. In arrivo il colpo definitivo al deep state?

È iniziato tutto la scorsa settimana. Trump in un tweet esplosivo annuncia di aver autorizzato la declassificazione dei documenti che riguardano due degli scandali più grandi degli ultimi anni, ignorati o minimizzati dai media ordinari. 
Sono rispettivamente i casi dello spygate, già noto come la bufala del Russiagate, e le email di Hillary Clinton che l’ex segretario di Stato ai tempi del suo mandato sotto l’amministrazione Obama ha ospitato sul suo server privato. Successivamente la Clinton cancellò dal suo computer personale ben 33mila email che contenevano informazioni vitali per la sicurezza nazionale, in quella che è stata una violazione clamorosa delle leggi federali americane. 
Ora Trump ha fatto capire chiaramente che non c’è più tempo e che è giunto il momento di fare luce su questi scandali e di portare a processo i responsabili.

mercoledì 14 ottobre 2020

Trump contro tutti. L'America (e l'Occidente) al bivio

Un estratto di Trump contro tutti. L'America (e l'Occidente) al bivio (Historica-Giubilei Regnani) di Stefano Graziosi e Daniele Scalea

Questo saggio di Stefano Graziosi e Daniele Scalea è letteralmente prezioso: merita di essere studiato con attenzione, e tenuto a portata di mano fino alle elezioni del 3 novembre. Infatti, in un panorama “informativo” tutto schiacciato da una sola parte, che non esita a descrivere Donald Trump come un mostro da abbattere, come un fantasma da esorcizzare, come una parentesi da chiudere, questo libro svolge una funzio ne essenziale: ricostruisce in modo razionale gli eventi dal 2016 a oggi; mostra le ragioni sociali profonde che determinarono l’inatteso successo di Trump; descrive la campagna ossessiva – mediatica, giudiziaria e del lo stato profondo – scatenata per quattro anni contro l’attuale inquilino della Casa Bianca; demistifica bugie e false narrazioni, pur senza nascondere errori e peculiarità caratteriali di Trump; e soprattutto mette in luce le due sfide strategiche che si preparano all’orizzonte, chiunque sia il vincitore del prossimo confronto elettorale statunitense.
Prima sfida: sul piano globale, la dittatura comunista cinese, con il suo espansionismo, il suo militarismo, la sua attitudine alla repressione della libertà non solo entro gli immensi confini nazionali, le sue pratiche commerciali scorrette, la sua capacità “acquisitiva” e di esercizio di influenza geopolitica.

lunedì 12 ottobre 2020

Il passaparola è: addomesticare i sovranisti

Ci risiamo. È ripartita la campagna per addomesticare i sovranisti, assorbirli e neutralizzarli nell’establishment, accucciarli all’ombra del potere. A partire da Capitan Salvini che vogliono trasformarlo in Capitan Findus, una specie di surgelato fritto, un tenero bastoncino di pesce. Ormai è un pendolo: prima delle elezioni, media e poteri presentano le opposizioni populiste come il peggio del peggio, si disegnano scenari terribili in caso del loro successo, ben riassunti dall’acuto Zingaretti: se foste stati al governo voi saremmo tutti morti col covid. Ammazza che lucido ed equilibrato argomentare… E nessuno dai Palazzi che gli abbia obbiettato: dai su, ora stai un po’ esagerando. 
Poi, quando è scampato il pericolo del voto ed è finita la campagna elettorale comincia l’operazione inversa: su, sovranisti, deponete le armi e gli scarponi, venite in ginocchio, fatevi mansueti come il lupo di Gubbio. La trafila di parole chiave e di raccomandazioni è ben nota: moderati, liberali, svoltate al centro, tornate in Europa, dite sì al Mes e no alla Le Pen, arrendetevi ai popolari, giocate alla playstation cioè alla rivoluzione liberale. E la prassi vuole che prima vengano fuori sui media i dissensi e i malumori interni ai populisti sovranisti, veri o presunti; poi si monti il maldipancia vero o presunto dei Giorgetti e degli Zaia, carpendo frasi al volo per costruire il teoremino della svolta. E subito dopo parte l’ondata: su, moderatevi, fate i bravi cioè gli europei, fate i buoni, cioè i centristi. Arriva l’autunno, mettetevi la maglia di lana, rientrate a capo chino nella Casa. Non vedete Di Maio come è diventato tenero e prono, alza la zampina a comando e gli diamo lo zuccherino. 

venerdì 9 ottobre 2020

In difesa delle città identitarie

Le città identitarie sono le città che hanno una loro personalità spiccata. Sono città che conservano viva l’impronta della loro storia, della loro arte, della loro tradizione civile e religiosa. Sono città che hanno un’anima, uno spirito civico, dove gli avi sono presenti e gli invisibili si palesano nella bellezza delle opere. Se la cultura è “un modo di vivere”, come sosteneva Yukio Mishima ne La difesa della cultura (ed. Idrovolante), la cultura rispecchia il modo di vivere di una città. Non solo pietre, muri e altari ma anche stile, linguaggio, relazioni di vita e costume. Di solito le città identitarie sono assediate dalle periferie anonime e uniformi che li circondano, coi loro caseggiati privi di anima e grazia, e sono insidiate al loro intero dall’incuria e dal degrado.
Resistono meglio le piccole città identitarie, fuori dai tracciati, mentre sopravvivono come relitti in piena decadenza alcuni tratti identitari nelle grandi città, sommersi tra quartieri brutti e gonfi, palazzoni tristi, luoghi malfamati, dove si dimostra il nesso mortale tra bruttura e delinquenza, tra degrado urbano e degrado umano. I centri storici, gli insediamenti preistorici, le cattedrali e le mura sono gli ultimi recinti, le estreme vestigia, che resistono strenuamente ai barbari di fuori e di dentro.

mercoledì 7 ottobre 2020

Memoria per non essere manipolati

« (…) il valore fondamentale della patria e della nazione consiste proprio nel fatto che patria e nazione sono uno spazio di memoria. Le memorie delle generazioni passate, delle loro sofferenze e sconfitte, dei loro successi, delle esperienze sofferte nelle situazioni storiche, dei valori portanti per la vita – queste memorie creano comunità e indicano ai singoli le strade della vita. Senza memoria, senza radici non può vivere né la comunità né la singola persona. La memoria ci dona le radici dalle quali prendiamo il senso della vita. Una civiltà puramente razionale e controllabile non può sopravvivere, perché priva dei criteri fondamentali della vita. I valori che vanno oltre la razionalità immediata si perdono e così l’uomo stesso diventa manipolabile. Dove non si conosce più il passato si perde anche il futuro in favore di un presente vuoto » 
(Dall’Introduzione di Joseph Ratzinger a Giovanni Paolo II, Memoria e identità, Rizzoli, 2005).

martedì 29 settembre 2020

La Meloni brilla anche in Europa: è la nuova leader dei Conservatori a Bruxelles

Per Giorgia Meloni sembrerebbe essere un momento magico. Dopo il buon risultato alle elezioni regionali, adesso la leader di Fratelli d’Italia ha ottenuto un importante riconoscimento personale anche a livello europeo.
All’unanimità il gruppo dei Conservatori e Riformisti Europei (ECR) ha eletto la Meloni come nuovo presidente del gruppo che, dopo le elezioni europee del maggio 2019, al momento conta ben 62 europarlamentari di cui 6 di Fratelli d’Italia. 
Giorgia Meloni così è il primo politico italiano designato a guidare un gruppo parlamentare europeo, con i Conservatori che con una nota hanno sottolineato come “la sua indicazione è stata approvata all’unanimità nella riunione del Consiglio di lunedì 28 settembre”.
Ieri ho avuto il grande onore di essere stata eletta presidente di ECR, il partito dei conservatori europei che raggruppa più di 40 partiti europei e occidentali - ha scritto l’ex ministro su Facebook - Continueremo insieme a lavorare e a batterci per un’Europa confederale di Stati liberi e sovrani, contro lo strapotere dei tecnocrati e dei burocrati”.

lunedì 28 settembre 2020

Caro Visco, ecco errori e sviste di chi invoca il Mes

La rassegna stampa di questo fine settimana lascia poco spazio a dubbi: il prestito del Mes è ormai invocato “coram populo”. Se dopo i soliti Nicola Zingaretti e Stefano Bonaccini, perfino il neopresidente della Liguria, Giovanni Toti, si spinge ad invocarlo, allora significa che la lettera di richiesta è ormai sul tavolo del ministro Roberto Gualtieri. 
Il sigillo finale a questa offensiva mediatica è stato apposto dalle parole del governatore della Banca d’Italia Vincenzo Visco che al festival dell’economia di Trento ha dichiarato – con una incredibile invasione di campo in un tema oggetto di decisione squisitamente politica – che “dal punto di vista economico il Mes dà solo vantaggi. Consente di non andare sul mercato, è a lunga scadenza, a condizioni buone e la condizionalità è solamente spendere i soldi nel settore per il quale è stato disegnato questo fondo. Non vedo gravi problemi a usarlo: l’unico — ha sottolineato — potrebbe essere quello dello stigma, ma quello stigma è legato a un cattivo utilizzo dei fondi o a una cattiva comunicazione. Mi chiedo perché uno ha paura di mostrare che utilizza bene dei fondi, anzi se lo mostra ha maggiori facilità di raccolta sul mercato a condizioni migliori di quelle che ora, pur migliorate, non sono ancora vicine a Spagna e Portogallo». la Troika non c’è, non esiste”.

giovedì 10 settembre 2020

Un piano partito da lontano

Stralci da affermazioni dell'economista banchiere francese Jacques Attali, globalista convinto, prestigioso rappresentante degli interessi della finanza sovranazionale.

Già dall'ottobre del 2008 Attali, parlando del suo libro appena uscito "La crisi, et après?", dichiarava: "Siamo lontani dalla fine del primo tempo... c'è molta ragione di credere che la recessione, la depressione ancora si aggraveranno per qualche tempo... Oggi c'è un governo mondiale assente, mentre c'è una globalizzazione del mercato non c'è una globalizzazione del diritto, i veri responsabili sono i politici che non hanno messo in atto il sistema di diritto di cui abbiamo bisogno. I responsabili poi sono i finanzieri, che si sono accaparrati l'essenziale della ricchezza... Prima di tutto negli Stati Uniti e poi su scala mondiale si è vissuto a scapito delle generazioni successive, cioè si è vissuto in base al debito... invece di ridurre il debito si è aumentato il debito... oggi ci si trova in un sistema che ancora non ha cominciato a risolvere le difficoltà fondamentali, e che cerca di uscire, di venirne a capo ma non ci riesce, perché ancora non si risolve la causa più profonda, le banche, tutte le banche del mondo oggi, tranne qualche eccezione, sono praticamente in fallimento... Innanzitutto le regole devono essere completamente mondiali, perché se c'è un buco tutti vorrebbero infilarsi in questo buco per evitare le regole. La prima regola: bisognerebbe impedire alle banche di avere un effetto di leva troppo importante. Cioè bisognerebbe dare in prestito meno per ciascun investimento, e il rapporto tra i soldi davvero investiti e i soldi dati in prestito sia minore... La seconda regola molto importante è che quando una banca fa prestiti, non deve potersi sbarazzare del prestito presso un altro al cento per cento. Cioè il rischio non può essere ceduto a qualcun altro... e infine, bisogna evitare tutti i rischi di frode fiscale, e di riciclaggio di denaro. Quindi trasparenza assoluta del sistema bancario..."

Il sultano vuole prendersi il Mare Nostrum

“Il Mediterraneo passo dopo passo”: con questa espressione il ministro turco dell’Energia, Fatih Dönmez, in un suo tweet ha annunciato che la nave di ricerca idrocarburi Oruç Reis ha poggiato i cavi sul fondo del mare per scandagliare 1750 km di fondale conteso tra Creta e Cipro.
La lotta per il potere nel Mediterraneo potrebbe spostarsi nei prossimi giorni dalla Libia alle acque orientali di questo mare, dopo che la Turchia ha iniziato nuove operazioni di prospezione con una sua nave di ricerca sismica in un’area marina contesa con i suoi acerrimi nemici, Grecia ed Egitto, in risposta a un accordo sulla demarcazione dei rispettivi confini marittimi stipulato da Atene e Il Cairo la scorsa settimana.
Nel Mediterraneo orientale è in corso una vera e propria guerra energetica tra attori regionali: non più solo tra Turchia, Grecia e Cipro, ma con la presenza di altri paesi come Egitto e Israele.

mercoledì 9 settembre 2020

La padella e la brace del referendum

Volete voi tagliare il numero dei parlamentari ed eliminare 345 indennità? Figuriamoci se gli italiani non sono d’accordo, eccetto i parenti stretti dei parlamentari e pochi altri. Sono d’accordo pure io, perché reputo così importante il ruolo di deputato o senatore che non 345 ma almeno il doppio sarebbero degni di essere mandati a casa con procedura d’urgenza e destinati ai lavori, se non forzati, quasi. Perché sono del tutto inadeguati al ruolo. Poi penso al referendum e divento più amletico. Non mi piacciono i promotori grillini del taglio e non mi piacciono nemmeno i difensori dello status quo.
I grillini vogliono tagliare i parlamentari per una ragione demagogica e una esoterica. La ragione demagogica è plateale, vistosa, quella che dicevo prima: è di grande popolarità proporre il taglio dei parlamentari, significa vincere facile. La ragione esoterica è che i 5Stelle sono emanazione di una piattaforma della setta di grillology il cui disegno è scalzare la pseudo-democrazia parlamentare sostituendola con la finta democrazia elettronica, quella della rete. Dove un piccolo campione militante e veicolato decide e designa fingendo che sia espressione del popolo sovrano. Ma la democrazia della rete è ancora più delegata, deviata e dequalificata della democrazia parlamentare.

lunedì 10 agosto 2020

L'Occidente incolpa a torto se stesso per la schiavitù dilagante in Africa e in Medio Oriente

Gli Stati Uniti hanno abolito la schiavitù 150 anni fa e hanno promosso delle politiche di tutela dei diritti delle minoranze. È il Paese che ha eletto due volte un presidente nero, Barack Obama! Eppure, un nuovo movimento sta abbattendo un monumento storico dopo l'altro, come se gli Stati Uniti stessero ancora schiavizzando gli afro-americani. A Washington, D.C., gli attivisti hanno perfino preso di mira un memoriale dell'emancipazione, raffigurante il presidente Abraham Lincoln, che pagò con la vita la liberazione degli schiavi.
Oggi, la schiavitù esiste ancora in molte parti dell'Africa e del Medio Oriente, ma l'opinione pubblica occidentale che si autoflagella è focalizzata ossessivamente solo sul passato occidentale degli odierni schiavi africani anziché sulla reale schiavitù in corso, che è viva e vegeta – e ignorata. Per gli schiavi di oggi, non ci sono manifestazioni di piazza, non c'è alcuna pressione politica internazionale e la stampa non si interessa a loro.

domenica 9 agosto 2020

Sapelli: l’intervento Usa sul governo italiano ora è inevitabile

Si accende lo scontro tra Stati Uniti e Cina, che riguarderà anche il Mediterraneo. Anche l’Italia e il suo Governo ne saranno coinvolti
Gli Usa hanno reso manifesto, alla fine di luglio di questo anno, una trasformazione del loro orientamento geopolitico che più chiara non poteva essere. A tutti è evidente il significato delle esercitazioni navali che si sono contemporaneamente svolte nell’Oceano Indiano, in cooperazione con la Marina indiana, e nello stesso tempo nel Pacifico in stretta cooperazione con la Marina giapponese. Esse sono dirette contro la Cina.
Inizia un nuovo corso della politica estera mondiale che vede gli Usa porre le basi, nello stesso tempo, sia dell’abbandono dell’unilateralismo rovinoso su cui David Calleo ha scritto anzitempo pagine antiveggenti, sia nel contempo di una nuova Guerra fredda. Essa, mentre ha la Cina come bersaglio, non potrà non portare a un inarrestabile rafforzamento dell’avvicinamento degli Usa con la Russia di Putin. L’Indo-Pacific Command, con sede nelle Hawaii, tiene sotto controllo il 52% delle acque del pianeta e più di ogni altro esempio rende manifesto il potere talassocratico (marittimo) degli Usa. Contemporaneamente, più a est, nel Mare delle Filippine, la Marina americana si è impegnata, come dicevo, in una manovra che ha visto unite la Royal Australian Navy e la Forza navale d’autodifesa giapponese. Tutto si è svolto su quel varco orientale del quadrante del Mar Cinese Meridionale che il Pentagono e ora – a quanto pare – anche il Dipartimento di Stato hanno individuato come antemurale di contenimento di Pechino. L’accordo bipartisan Usa è sancito, nonostante il durissimo confronto elettorale.

lunedì 3 agosto 2020

1000 tagliagole del jihad infiltrati in Europa

Un migliaio di mercenari e tagliagole del jihad trasferiti dai turchi in Libia per sostenere le milizie di Fayez al-Serraj si sarebbero infiltrati in Europa e in particolar modo in Italia, salpando dai porti di Tripoli, Sabratha e Zuwara, tutte zone controllate dal Gna. È quanto reso noto dal maggiore-generale Ahmed al-Mismari, portavoce del Libyan National Army del generale Khalifa Haftar.
Secondo quanto dichiarato da al-Mismari, soltanto nella giornata di martedì sarebbero 483 i “siriani” fuggiti verso le coste italiane, aggiungendo che i clandestini avrebbero addirittura utilizzato le imbarcazioni fornite al Gna per controllare le coste. L’Europa rischia così di trovarsi centinaia di tagliagole con esperienza sul campo di battaglia a piede libero sul proprio territorio, traghettati con quelle stesse barche fornite da Bruxelles all’esecutivo di al-Serraj.
Infine, il portavoce dell’Lna ha puntato il dito contro la Turchia, accusandola di avere tutto l’interesse a portare avanti e diffondere la crisi nell’area.

domenica 2 agosto 2020

Se dici Europa a cosa pensi?

Dici Europa e cosa ti viene in mente? Contabilità, solo contabilità. Dare soldi, avere soldi. Pagare debiti, avere crediti. Vedi ventisette figure che un tempo si sarebbero chiamati statisti, che in un padiglione asettico e ovattato, fuori della vita reale, stanno lì giorni e giorni a tirare sul prezzo. Con loro ci sono alti funzionari, macro-dirigenti, eurocrati. L’unione, come la divisione, è sempre sui soldi. Dici migranti e l’Europa non sa cosa rispondere, ognuno balbetta per sé. Dici crisi libica, egemonia turca, invasione cinese, repressione di Hong Kong e mille altre cose che riguardano il mondo, e l’Europa non dice, non fa, non ha mai un pensiero unitario ma solo sottopensieri subnazionali, o meglio subdolo nazionali. Dici 5G, commercio con l’est asiatico, veti americani, pandemia e ancora l’Europa non parla, ciascuno farfuglia a livello locale.

Dici famiglia e non solo coppie omo, trans e lesbiche, o dici natura, difesa della natura e non solo dell’ambiente, e l’Europa si assenta, non dice, sono fatti vostri. E peggio succede se il discorso prende una piega più alta, diciamo storica, religiosa, culturale e civile. Se dici civiltà europea ti guardano interdetti e traducono che vuoi difendere l’uomo bianco, sei suprematista, razzista, negriero. E peggiora se precisi che civiltà europea vuol dire civiltà cristiana, greca e romana. La civiltà europea è solo l’antiquariato della civiltà occidentale, ma subito devi dissociarti dalle sue nefandezze, il colonialismo e la colonizzazione culturale, l’egemonia dei suoi valori nel mondo, le crociate e le scoperte. Dunque civiltà occidentale si traduce in senso di colpa e l’Europa è l’archeologia della colpa.

venerdì 31 luglio 2020

Mattarella e le “fake news” secondo il 'pensiero unico'

Vorrei chiedere ragione a Mattarella della sua dichiarazione favorevole al contenimento delle  “fake news” (anche il Capo dello Stato, ormai, non parla più l’italiano...) attraverso una commissione parlamentare d’inchiesta d’ispirazione inquisitoria, mentre insiste a tacere sullo scandalo dei magistrati politicizzati (caso Palamara) e sulla autoritaria decisione di tenere secretati i verbali della Commissione tecnico-scientifica. 
Come è possibile chiedere trasparenza e legalità se poi il garante supremo dei valori costituzionali, mostra di non vedere, non sentire e non pretendere verità? 
Noi vogliamo il presidente non solo sopra le parti, ma dentro le cose che affliggono l’Italia.  E non sono certo le “fake news” ma la spudoratezza di chi giudica e non è giudicato, e l’inconsapevolezza e l’irresponsabilità di chi governa nell’arbitrio.
Il presidente della Repubblica deve reprimere i fatti dolosi, non le notizie. (Vittorio Sgarbi)

giovedì 30 luglio 2020

Nuovo altolà della Casellati al governo: basta con la decretazione d’urgenza e i voti di fiducia

Adnkronos Pubblicato il: 29/07/2020 12:46
"Il Paese può vincere" le sfide che lo attendono "se governo e Parlamento sapranno fare la loro parte. E' però necessario che ciò avvenga nel rispetto delle reciproche prerogative e dei ruoli che la Costituzione affida a ciascuno. ​E la Costituzione dice che le Camere sono il centro dell’azione legislativa e il Parlamento l’interlocutore primo e insostituibile del governo.​​ Una questione di metodo democratico su cui pesa, certamente, l’avere gestito tutte le fasi dell’emergenza con un ricorso esagerato a Dpcm, emanati senza preventiva e dovuta consultazione con un voto del Parlamento. Ma su cui grava, soprattutto, avere sostanzialmente privato una delle due Camere della possibilità di incidere realmente sui principali decreti-legge, anche di natura economica, e su cui grava il ricorso troppo frequente al voto di fiducia come strumento ordinario per la loro approvazione". 

lunedì 27 luglio 2020

Arrivano i soldi ma lo Stato non c’è

Tutta la commedia intorno ai soldi europei, tutta la pantomima dei premier e degli eurocrati, tutte le promesse di rilancio ruotano intorno a un asse che non c’è: lo Stato. Dov’è lo Stato che dovrebbe pompare sangue al paese, ai paesi, ai popoli, all’economia stremata dopo la pandemia? Dov’è lo Stato-Cuore che dovrebbe rimettere in moto la società, dare ossigeno ai settori boccheggianti, colpiti dall’emergenza, incentivare l’iniziativa e la ripresa, aiutare i bisognosi e coloro che possono poi far fruttare gli aiuti, renderli produttivi? Lo avete visto voi, in questi anni, in questi mesi, lo identificate in qualcosa, in qualcuno, in un ceto? Non dico statisti, ma almeno apparati, procedure funzionanti, sistema consolidato.
Manca lo Stato con la sua gerarchia e la sua solida intelaiatura e vengono fuori le task force, ovvero le task-farse, fabbricate direttamente a Forcella. Solo fumo per poi gestire il potere indisturbati. Manca lo Stato e a occuparsi della redistribuzione sociale ed economica dovrebbe essere il ceto politico meno attrezzato e meno formato al senso dello Stato di sempre, quel circo equestre di grillini più fondi di magazzino della sinistra. Avete presente?

domenica 26 luglio 2020

È l'era della dittatura democratica. Ci siamo quasi

La dittatura non è mai un fatto riconducibile ad un solo uomo. Essa è il frutto, come sempre è accaduto nella storia, di due fattori alternativi tra loro, talvolta complementari: la reazione dal basso o quella dall'alto.
Nel primo caso viene sovvertito l'ordine costituito, nel secondo caso tale ordine viene blindato, anche attraverso il rispetto formale delle regole costituzionali. In fin dei conti anche Augusto mise fine alla Repubblica conservando le istituzioni repubblicane (in primis il Senato) e rispettando le regole formali. Ma di esempi storici ce ne sono a centinaia.
La pandemia ha creato le condizioni per una reazione dall'alto. Col popolo agli arresti domiciliari prima e in libertà vigilata adesso, opportunamente terrorizzato a dosi ben equilibrate a seconda del momento, l'establishment ha potuto avviare una fase - direi irreversibile - di blindatura dello stato emergenziale, che da provvisorio sta per diventare ordinario.

martedì 21 luglio 2020

Il Recovery Fund è un MES che ce l’ha fatta. Ecco come funziona

MES. È bastato cambiargli il nome per farlo accettare agli italiani. Quelli più avveduti obtorto collo a causa di un governo inetto se non venduto e dunque non senza preoccupazione per il futuro.

Il normale strumento di finanziamento di uno Stato è rappresentato dalla collocazione dei titoli del debito pubblico sul mercato primario (i titoli di stato battuti mensilmente dal Tesoro), con una Banca centrale a garanzia che funga da prestatrice illimitata di ultima istanza. Esattamente come avviene negli Stati Uniti d’America, in Giappone e in Gran Bretagna. A dire il vero, seppur limitato al mercato secondario (per i titoli già in circolazione, oggetto di trattative tra privati), è ciò che sta facendo anche la Banca centrale europea negli ultimi anni.
Quel debito rappresentato dai titoli di stato, con una banca centrale a garanzia, in sostanza non è debito. Semmai, nella peggiore delle ipotesi, lo Stato non restituisce mai il capitale, ma solo gli interessi. Se dopo dieci anni l’investitore rivuole il capitale, lo Stato rivende quel titolo ad un altro investitore, cosicché l’esborso in conto capitale è zero. Idem se l’investitore rinnova il titolo. In entrambi i casi lo Stato paga solo gli interessi.

lunedì 20 luglio 2020

Un mostro omotransgiuridico in Parlamento

Trovo surreale e anche offensivo, in un momento così grave per la vita degli italiani, che il Parlamento sia impegnato martedì a varare una legge per punire il reato di omotransfobia. Una parola che già nel suono è assurda, oltre che cacofonica.
Giro alla larga dagli scalmanati e dai fanatici e provo a ragionare su questa legge firmata da Alessandro Zan che sintetizza ben cinque proposte in merito, tra cui spiccano quelle di Ivan Scalfarotto e dell’ineffabile Laura Boldrini. La legge prevede “la punibilità per atti discriminatori sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere”; punisce “l’odio omotransfobico”, inclusa la misoginia. E come ciliegina sulla torta istituisce un’ennesima giornata nazionale dedicata a gay, trans, lesbiche. Non riprenderò la posizione dei Vescovi italiani contro questa legge liberticida, non riporterò le opinioni contrarie dei sovranisti (Berlusconi anche in questo caso è un po’ qui un po’ là, in posizione trans) e non ripeterò la battaglia di Pro Vita e Famiglia e di quanti sono scesi in piazza l’altro giorno a Roma davanti al Parlamento in difesa della libertà e della famiglia. Questa norma si salda con le precedenti leggi Mancino, Fiano, Cirinnà & C. tra antirazzismo e antifascismo per rinchiudere la società in un perimetro di filo spinato. 

La piaga dell'invasione attraverso i 'porti aperti' e i confini colabrodo

Voi difensori dell'immigrazionismo ditelo chiaramente: a noi non  importa una cippa delle sorti dei nostri lavoratori e della integrità sociale della nostra nazione  (nonché della nostra identità, cultura e civiltà)

Continua a crescere il numero degli sbarchi e degli arrivi irregolari nel nostro territorio nazionale e le forze governative – e filo governative – semplicemente se ne sbattono, se non addirittura plaudono. Esprimendo così una totale e colpevole incomprensione per ciò che sta avvenendo. Avranno poi poco da gridare al razzismo queste sciagurate e irresponsabili parti quando la situazione si esprimerà non soltanto con mugugni; allora dovranno solo rispondere di alto tradimento verso le classi lavoratrici e popolari. Perché sono queste a subire più direttamente le conseguenze nefaste delle politiche immigrazioniste, anche se la faccenda riguarda l’intera nazione poiché l’immigrazionismo induce alla degradazione l’intero tessuto sociale.

lunedì 13 luglio 2020

Santa Sofia è il simbolo della fragilità del Cristianesimo e dell'aggressività islamista.

La decisione del Presidente turco Erdogan di riconvertire la Cattedrale di Santa Sofia a moschea è la parabola della fine del cristianesimo e della vittoria dell’islam. Erdogan è considerato un “musulmano moderato”, che sta reislamizzando la Turchia, promuovendo la riesumazione del Califfato ottomano, finanziando la proliferazione delle moschee e la diffusione dell’islam in Europa e nel mondo. Nel più assoluto rispetto dei musulmani come persone, dobbiamo avere l’onestà intellettuale e il coraggio umano di mettere fuori legge l’islam come religione dentro casa nostra. Anche gli italiani e gli europei che legittimamente la pensano diversamente da me, sappiano che siamo tutti sulla stessa barca: o ci liberiamo tutti dall’islam o saremo tutti sottomessi all’islam.
La decisione del Presidente turco Erdogan di riconvertire la Cattedrale di Santa Sofia a moschea è la parabola della fine del cristianesimo e della vittoria dell’islam nel nostro Mondo in preda alla decadenza della civiltà laica e liberale.
È successo in passato quando i musulmani hanno imposto con la violenza il loro potere sulle popolazioni cristiane nel Mediterraneo.
Succede ora sia nei territori dove i musulmani sono diventati la maggioranza della popolazione sia in un’Europa scristianizzata dove gli stessi cristiani vendono le chiese ai musulmani per trasformarle in moschee.
Succederà sempre più in futuro ovunque nell’Occidente formalmente civilizzato ma sostanzialmente sottomesso, vittima del relativismo che ha legittimato l’islam a prescindere dalla sua incompatibilità con le leggi, le regole e i valori di uno Stato di diritto e democratico, precipitato nel baratro dell’odio di se stesso concependosi come l’incarnazione di tutti i mali del mondo, razzismo, schiavismo, colonialismo e totalitarismo, da espiare mettendosi in ginocchio e cancellando la propria Storia.

domenica 12 luglio 2020

L'occhio di Alice non vale quello di Daisy. Attenti a non tirare troppo la corda

Alice Tarquini è una bellissima ragazza romana di 32 anni, (per quanto col “difetto” di essere bianca e bionda) e, come confermato da varie fonti, ha appena perso l’occhio sinistro perché un immigrato irregolare indiano le ha tirato gratuitamente un sasso in faccia. L’assurda censura di giornali e tv su questo caso è l’ennesima tonnellata di dinamite accumulata sotto la diga della pazienza degli Italiani. Il rischio è, infatti, che a qualcuno torni in mente lo psicodramma mediatico per l’uovo lanciato sul viso della atleta di colore Daisy Osakue nel 2018. La vicenda suscitò un enorme sdegno per una presunta ondata xenofoba, salvo poi finire in un balbettìo imbarazzato, quando si scoprì che il pericoloso “neonazista lanciauova” era il figlio di un esponente del Pd.
Così, da una parte, abbiamo oggi una ragazza italiana, caucasica, col viso fracassato e accecata definitivamente da una pietra scagliatale da un clandestino di colore, non nuovo a gravissimi episodi criminosi. Dall’altra, un’italiana di seconda generazione, nera, colpita da un uovo lanciato “per goliardia” da un incensurato figlio di papà italiano. Per fortuna, oggi, la bella Daisy non mostra alcun segno permanente di quella disavventura. Non così sarà per Alice.

Sulla vulgata del Leopardi libertino e senza Dio

Tentiamo di rendere giustizia di quella opinione, di conio liberale, divenuta poi giudizio storico e letterario indiscutibile, sul presunto ateismo di Giacomo Leopardi. A fugare ogni dubbio qui dovrebbe bastare una lettura non distratta de “L’Infinito”; nondimeno di seguito riportiamo un estratto di “Cento problemi di fede”, di Pier Carlo Landucci, donde si evince una vera e propria attività di occultamento ai posteri della fede inquieta del Poeta, condotta post-mortem dal di lui coinquilino Antonio Ranieri, al fine di renderne la figura gradita - ma distorcendone con evidenza la sostanza - a quei circoli, liberali e massonici, impegnati nella indefessa fabbricazione di miti, o, per così dire, di santi laici (celebre il caso di Giordano Bruno) di cui vi era una strenua necessità legittimante per conferire credito all’Italia in fieri e forgiare gl’Italiani. Le medesime forze che ieri agivano per demolire il trono e l’altare, mentre oggi lottano per erigere il “totalitarismo della dissoluzione”, secondo la pregnante definizione di Del Noce, cioè un universalismo desacralizzato e fortemente ideologico, un vero e proprio Cattolicesimo rovesciato, che assuma gli spazi di ogni residuo particolarismo identitario.
“Il pessimismo [di G. Leopardi], leva fondamentale della sua crisi, era più capace d’indurre a disperazione che a mancanza di fede vera e propria, era più capace di coprire la fede che di spegnerla.(…)

sabato 11 luglio 2020

Stato di emergenza fino al 31/12? Il tentativo del tiranno di tirare a campare fino al semestre bianco

Conte ci aveva provato a maggio col Decreto Rilancio, ma Mattarella aveva sventato il colpo di mano. L’ex avvocato del popolo ci riprova adesso. Stiamo parlando del prolungamento dello “stato di emergenza” dichiarato il 31 gennaio dal Consiglio dei Ministri, che il premier vorrebbe prorogare sino al 31 dicembre, ovviamente su consiglio del Comitato tecnico-scientifico. Quello stesso Comitato che a fine aprile aveva detto che a giugno avremmo avuto centocinquantamila persone ricoverate in terapia intensiva. La realtà è che ad oggi abbiamo in tutta Italia 74 persone ricoverate in terapia intensiva e in parecchie regioni non vi sono nemmeno più contagiati. Inoltre, sono più che raddoppiati i posti letto in terapia intensiva e sono state scoperte terapie – si pensi alla cura del plasma – capaci di evitare in futuro le morti che vi sono state tra marzo e aprile. Anche l’eventuale presenza di focolai in autunno potrebbe essere gestita con mezzi ordinari e non più eccezionali. Insomma, non ci sono ragioni oggettive, documentabili, per dichiarare la prosecuzione dello stato di emergenza. La “seconda ondata” è al momento una invenzione politica pura e semplice.

venerdì 10 luglio 2020

Obamagate, Trump colpisce duro su pedofilia e satanismo

Ieri in Italia sono scattate perquisizioni in tutto il territorio nazionale che hanno coinvolto 15 regioni, in ognuna delle quali sono state individuate alcune reti di pedofili impegnate a scambiarsi e a produrre materiale pedopornografico osceno e finanche sanguinario. Oltre 50 le perquisizioni e gli arresti per detenzione, diffusione e in alcuni casi addirittura produzione di materiale definito dai media ‘sadico’. Ma è appropriato parlare di certi fenomeni limitando il tutto alla sessualità e al sadismo, oppure i media italiani potrebbero voler attuare una scientifica disinformazione ossequiosa verso le ‘buone creanze’ radical chic, limitandosi nell’uso di un aggettivo non asettico politicamente?
Narrare certi fenomeni di malvagità assoluta chiaramente satanista, relegandole a delle semplici manifestazioni di sadismo, a me pare voler riconoscere un qualche riguardo verso le elite coinvolte, che infatti sono intrise di cascami ideologici esoterici, pregni di livore anticristiano che il mainstream cerca di sottacere.

sabato 27 giugno 2020

Il terrorismo psicologico “Forza Covid” punta alla proroga dello stato di emergenza. E l’opposizione sembra non capirlo

Da quando i dati mostrano con irrefutabile evidenza che in Italia – primo paese europeo a essere investito massicciamente dal Covid – l’epidemia è sostanzialmente finita, e i pochi casi positivi rimasti sono quasi tutti asintomatici, il governo Conte, il suo comitato tecnico-scientifico e i media che lo sostengono hanno scatenato una potente campagna di terrorismo psicologico, inventandosi ogni giorno paurosi “focolai” dovunque in Italia, rovinose esplosioni dell’infezione in tutto il mondo, “seconde ondate” pronte a seminare strage in autunno.
Inutile dire che si tratta di una montagna di sciocchezze in malafede. I famosi focolai italiani producono qualche decina di casi positivi (non di malati! Quelli si contano sulle dita di una mano e non sono gravi), e dopo qualche giorno non se ne sente più parlare. Qualcuno ricorda il famoso contagio di mase dei rom in Molise? Oggi quanti malati di Covid ci sono in Molise? E il Lazio? Dopo il caso tutto interno alle strutture sanitarie del San Raffaele, quanti contagi giornalieri ci sono oggi nella regione? Quasi zero, come quasi ovunque. E così finirà a Mondragone e in tanti altri luoghi oggi sbattuti in prima pagina. Soprattutto perché il virus, anche quando viene rilevato, ormai fa ben pochi danni. Per non parlare del ridicolo indice Rt, totalmente indecifrabile, adottato apposta, sembrerebbe, per non far capire niente a nessuno ma generare una oscura paura, per cui anche nelle regioni dove il Covid non esiste più ci si senta sempre sotto una spada di Damocle.
E in quanto alla situazione della pandemia in altri paesi, europei o extraeuropei, la valutazione andrebbe fatta caso per caso, in relazione alla fase della “curva” in cui quel paese si trova e all’incidenza del contagio in termini di mortalità e di peso sui sistemi sanitari, senza sparare anche in questo caso nel mucchio.

giovedì 25 giugno 2020

Considerazioni sulla ricetta Savona. Investimenti e debito irredimibile, non il MES.

In un’intervista a La Verità il professor Paolo Savona entra nel merito delle possibili rimedi per l’uscita dalla crisi economica, e dà due consigli che vengono dati, ovviamente “Rebus sic Stantibus”, a bocce ferme ed attuali, senza valutare eventuali variazioni future dello scenario istituzionale internazionale che, ovviamente, sarebbero fuori luogo, vista la sua carica.
Le soluzioni che il professore propone sono, in fondo, semplici nella forma, anche se un po’ complesse nella realizzazione:
  • titoli irredimibili con un rendimento annuo del 2%;
  • investimento in aziende italiane di piccole / medie dimensioni che competono sul mercato internazionale.
Il primo punto è collegato agli obiettivi di inflazione della BCE: questa si impegna ad un obiettivo di inflazione del 2% che però non viene raggiunto da 10 anni. Un titolo del genere avrebbe un rendimento del 2,6% superiore a quello dei titoli di stato tedesco, quindi un ottimo rendimento considerando anche che la non rimborsabilità, in pratica, non cambierebbe molto per un investitore: i titoli del debito pubblico sono emessi e rinnovati regolarmente e regolarmente rinnovati. alla fine, cosa cambierebbe per il risparmiatore che, fra l’altro avrebbe indietro il proprio capitale investito in 35 anni? Nulla! Cambierebbe moltissimo per lo stato che, invece, non contabilizzerebbe i titoli irredimibile all’interno del rapporto debito/PIL, quindi permetterebbero un riavvicinamento ai parametri di Maastricht. Al contrario ogni debito, anche a lungo temine, come i centennali, dovrebbe essere contabilizzato nel debito e quindi all’interno dei rapporti debito/PIL. Questo comprende anche gli eventuali prestiti del MES, che sono sempre prestiti, quindi comunque conteggiati nel debito, ed eventuali fondi in prestito dal SURE o dal Recovery Fund. Unica parte che non farebbe parte del debito sarebbero i fondi del Recovery Fund conteggiati come “Grant”, ma sappiamo che questi comunque sarebbero pagati dalle tasse dei cittadini.

mercoledì 24 giugno 2020

Le ironie sull’Italia e lo sfarzo degli Stati generali: uno scivolone sull’immagine del Paese?

A chi la guarda dall’estero mentre cerca di reagire al trauma pandemico e di far ripartire la sua economia dopo anni di declino, l’Italia suscita stupore e ironia. L’immagine mediatica delle ultime settimane è stata imbarazzante. Mentre l’Europa offriva aiuti e sollecitava piani per attivare i finanziamenti disponibili, nel momento in cui rapidità e concretezza avrebbero dovuto essere le priorità assolute, venivano convocati sedicenti «Stati generali». Sui notiziari scorrevano le vedute della bella villa seicentesca (inevitabili le battute sulla «dolce vita»), della sfilata di ministri con le loro macchine blu, del ricco contorno di personale di sicurezza e di supporto. Solo coreografica la presenza del governatore della Banca d’Italia e di alte personalità internazionali: non potevano che ripetere cose già dette.

sabato 20 giugno 2020

Anatomia del fondamentalismo politicamente corretto

"Parti per difendere una vittima di colore, passi per razzie e assalti ai polli della globalizazione consumistica, arrivi a buttar giù statue a casaccio: sarebbe il movimento AntifàBlack Lives Matter”, sponsorizzato da trafficanti e divi di Hollywood, che fa a gara di emulazione dell’Isis: giù i monumenti di Churchill e Lincoln. Uno salvò l’Inghilterra dal nazismo razzista, l’altro abolì la schiavitù e ne ebbe una palla in fronte. Ma che fa? La mandria fanatica non conosce limiti e decenze, aborre la storia e la cultura come le Sardine disciolte del Mattia che dice: ora rieducare gli italiani. Ci pensa lui, col cerchietto? E dove, in appositi campi? Black Lives Matter in sé non esiste, esiste il fondamentalismo del politicamente corretto, sempre più furibondo, sempre più intollerante, al quale “le vite dei neri” offrono magnifico pretesto.

venerdì 19 giugno 2020

Incontro Conte-Colle, scatta l'ira della Meloni: "Superato limite decenza"

Il Consiglio Ue di oggi è «informale», eppure premier e ministri sono andati a ricevere ordini dal Colle. Ma senza mandato parlamentare, Conte sarà disarmato con Bruxelles. Di seguito: Giorgia Meloni:deriva autoritariadel premier chenon possiamo avvallare

Incontro Conte-Colle, scatta l'ira della Meloni: "Superato limite decenza"

Non era un incontro informale e per questo è stato impedito al Parlamento di votare gli atti di indirizzo al governo, come invece prevede la Legge?", attacca la leader di Fratelli d'Italia
Prima si impedisce al Parlamento di esprimersi mediante voto sul consiglio europeo in programma per il prossimo venerdì 19 giugno, con Giuseppe Conte che come ormai divenuta
prassi si limita a leggere un'informativa parlando di un incontro di "natura solo consultiva per fare emergere convergenze e dissensi", poi improvvisamente il peso della riunione aumenta dato che Sergio Mattarella convoca il premier ed alcuni ministri proprio per discutere di essa.
Una situazione che ha fatto montare su tutte le furie Giorgia Meloni dopo che già ieri, in seguito alla comunicazione dell'ennesima informativa, Fratelli d'Italia aveva disertato i banchi di Montecitorio e la Lega li aveva abbandonati in corso d'opera.

Come usciremo dalla pandemia? Attesa dei soldi dall’Ue, deriva antiparlamentare e magistratura politicizzata: un mix esplosivo

La diagnosi spietata del professor Carinci sul dopo pandemia: attesa dell’Ue, deriva antiparlamentare, magistratura politicizzata ‬

C’è un gran parlare di come il Paese uscirà dalla pandemia, facendo gli scongiuri perché non ve ne sia una ripresa nella stagione autunnale. Siamo cambiati in meglio, come sostengono i molti buonisti, oppure torneremo ad essere quelli di prima, sempre in bilico fra il bene e il male? La storia, che pur ne ha conosciuto di grandi tragedie, ci insegna che dopo i te deum e le processioni di ringraziamento per la fine delle pestilenze, con tanto di petti battuti e di buoni propositi, gli intenti e i comportamenti sono tornati ad essere gli stessi, dato, poi, che nel continuo passaggio di generazioni, le lezioni passate sfumano lentamente ma inesorabilmente. Il che, a dire il vero, non guasta, perché portarsi dietro tutto il passato, facendosene come una colpa, è fatica troppo pesante perché non si abbia la tentazione di spogliarsene. Insomma, una sana smemoratezza è la condizione prima di una attiva sopravvivenza.
Quello che è stato battezzato come il diritto all’oblio vale per il singolo, ma anche per una intera collettività, perché altrimenti si sarebbe condannati a camminare sempre con lo sguardo rivolto alle spalle, correndo il rischio di scivolare nella prima buca si apra davanti. Cosa questa ben poco compresa da chi si ostina a credere che sia sufficiente insistere ossessivamente su scenari, anche mostruosi, del passato per mantenerli vividi ben oltre le vite dei sopravvissuti. È un mondo che si è così accelerato, che due generazioni successive non hanno niente in comune: padri e figli non si conoscono più, non coltivano gli stessi interessi, non parlano gli stessi linguaggi, se pur la crisi post-epidemica li costringerà a stare insieme, come separati in casa, anche se non più per prevenzione rispetto al virus, ma per mancanza di lavoro e di reddito.

giovedì 18 giugno 2020

C'è aria di guerra civile in Italia

C'è aria di guerra civile in Italia. Una brutta aria di odio e d' insofferenza. Si sta scavando un fossato incolmabile tra italiani. Riassumo gli ingredienti o le stazioni che portano all' odio radicale. In primis le restrizioni e i divieti anche assurdi hanno lasciato un segno e una scia sul corpo e la mente degli italiani; poi le carenze sanitarie più elementari unite alle clamorose cialtronerie di commissari, ministri e task force; aggiungi la mancanza assoluta di strategia, prevenzione e test per governare il futuro ma tutto è affidato ai cittadini e alle loro limitazioni.
Poi la drammatica situazione economica e sociale per famiglie e imprese, le tante aziende che non apriranno, i tanti che non riavranno il lavoro, l' impossibilità di far rinascere esercizi con quelle restrizioni, quei costi e quelle cadute. Intanto una legge libera fior di delinquenti dalle carceri e persino criminali in cella d' isolamento, che non erano a rischio di contagio; proprio mentre venivano inseguiti sulle spiagge come criminali innocui bagnanti, sporadici avventori o isolati corridori. Unisci questo quadro alla vanesia, fanfarona, irritante esibizione del governo, gli show inconcludenti su aiuti che non arrivano mai.

Diego Fusaro: Ci prendono in giro! Agli Stati Generali niente mascherine e distanze per le élite

Circola una foto, che li ritrae operosi agli Stati Generali indetti dal re giallofucsia. Sono tutti senza mascherina e senza distanze, loro. Perché loro sono l'aristocrazia, noi siamo la plebe contagiata e contagiosa. Nella foto si vede una sola persona con la mascherina. È un usciere, pare. Non uno di loro, dunque. Forse un "inferiore", come magari loro appelleranno chiunque non sia della loro élite. Élite che impone a noi mascherine e distanziamento sociale, essendone però essa stessa esente. "Collettivismo oligarchico", lo potremmo chiamare con Orwell.
Di seguito il video dell'intera interessante riflessione di Diego Fusaro
Diego Fusaro: Ci prendono in giro! Agli Stati Generali sono senza mascherine e distanze (17.6.2020)