Il Consiglio Ue di oggi è «informale», eppure premier e ministri sono andati a ricevere ordini dal Colle. Ma senza mandato parlamentare, Conte sarà disarmato con Bruxelles. Di seguito: Giorgia Meloni: “deriva autoritaria” del premier che “non possiamo avvallare”
Incontro Conte-Colle, scatta l'ira della Meloni: "Superato limite decenza"
Non era un incontro informale e per questo è stato impedito al Parlamento di votare gli atti di indirizzo al governo, come invece prevede la Legge?", attacca la leader di Fratelli d'Italia
Prima si impedisce al Parlamento di esprimersi mediante voto sul consiglio europeo in programma per il prossimo venerdì 19 giugno, con Giuseppe Conte che come ormai divenuta
prassi si limita a leggere un'informativa parlando di un incontro di "natura solo consultiva per fare emergere convergenze e dissensi", poi improvvisamente il peso della riunione aumenta dato che Sergio Mattarella convoca il premier ed alcuni ministri proprio per discutere di essa.
Una situazione che ha fatto montare su tutte le furie Giorgia Meloni dopo che già ieri, in seguito alla comunicazione dell'ennesima informativa, Fratelli d'Italia aveva disertato i banchi di Montecitorio e la Lega li aveva abbandonati in corso d'opera.
"Non possiamo permetterci di riprodurre la liturgia delle decisioni dei Consigli europei che, sulle questioni in particolare di bilancio necessitano di lunghi negoziati che sfociano, quasi sempre, in compromessi al ribasso. Non lo meritano le decine di migliaia di vittime del Covid-19. Non lo meritano le famiglie, i giovani, le imprese, i cittadini che ne stanno affrontando le conseguenze sociali ed economiche", aveva dichiarato il premier, ancora alla ricerca dei fondi per mantenere le promesse sulla cassa integrazione, dinanzi alla camera dei Deputati.
"È evidente che Lei, Presidente Conte, non teme il voto dell’opposizioni ma della sua stessa maggioranza. Da mesi ormai, un Governo che non ha alcuna legittimazione popolare, continua ad andare avanti con la decretazione d’urgenza. Per quanto ancora volete fuggire?", aveva attaccato la Meloni, ricordando la legge 234 del 24 dicembre 2012, specie l'art. 5, nel quale si fa riferimento al fatto che per 'ogni iniziativa volta alla conclusione di accordi tra gli Stati membri dell'Unione europea (...) che producano conseguenze rilevanti sulla finanza pubblica (...) il Governo assicura che la posizione rappresentata dall'Italia nella fase di negoziazione degli accordi tenga conto degli atti di indirizzo adottati dalle Camere'.
Una legge chiara, per la leader di FdI, che aveva lamentato un'evidente "deriva autoritaria e liberticida".
Il presidente del consiglio, dal canto suo, aveva parlato della "natura solo consultiva" dell'incontro, anche se quanto emerso nelle ultime ore ha decisamente smontato la sua affermazione. È sempre la Meloni a denunciare quanto accaduto, tramite un comunicato ufficiale.
"Il Presidente della Repubblica Mattarella incontra al Quirinale Conte e una vasta delegazione di ministri in vista del prossimo Consiglio europeo. Ma come? La riunione del Consiglio europeo non era “solo un incontro informale” e per questo è stato impedito al Parlamento di votare gli atti di indirizzo al governo, come invece prevede la Legge?", ha attaccato la leader di Fratelli d'Italia. Dinanzi al presidente della Repubblica, infatti, oltre al premier anche i ministri dell'Economia Roberto Gualtieri, degli Esteri Luigi Di Maio, degli Affari europei Vincenzo Amendola, e il sottosegretario Roberto Fraccaro. Questione di primaria importanza per Mattarella quello di avere risposte urgenti sui fondi previsti dall'Ue per gestire l'emergenza causata dal Coronavirus.
"Credo che ci sia un limite alla decenza, e che questo limite sia stato largamente superato", ha proseguito la Meloni. "Per quanto tempo pensa il Governo di continuare a calpestare il Parlamento e impedire all’opposizione di esprimersi nei modi e nei luoghi previsti dalla legge e dalla Costituzione? Quale sarà il prossimo passo del governo, lo scioglimento dei partiti di opposizione con il solito Dpcm?" - Fonte
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Giorgia Meloni: “deriva autoritaria” del premier che “non possiamo avvallare”
Ha suscitato clamore l’iniziativa di Lega e Fratelli d’Italia, che hanno lasciato l’Aula in segno di protesta contro Giuseppe Conte. Il premier è accusato di aver impedito al Parlamento di votare in vista del consiglio europeo: ha concesso soltanto un’informativa, nonostante la legge n.234 del 24 dicembre 2012 imponga ben altro. Più precisamente: “Il governo assicura che la posizione rappresentata dall’Italia nella fase di negoziazione degli accordi tenga conto degli atti di indirizzo adottati dalle Camere”.
Di conseguenza Giorgia Meloni si è rifiutata di “rendersi complice dell’ennesima violazione da parte di Conte delle norme della Repubblica e delle dinamiche istituzionali della nostra democrazia”. La leader Fdi parla di una “deriva autoritaria” del premier che “non possiamo avvallare” e che “ci ha costretti a lasciare l’Aula”. Non c’è alcun dubbio interpretativo, la legge è chiara: “Possibile - si domanda la Meloni - che i presidenti di Camera e Senato subiscano queste umiliazioni in silenzio?”.
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