venerdì 27 maggio 2022

Contro ritratto di De Mita

Due esempi, del passato e del presente, che rappresentano bene la mediocrità della classe politica italiana.
Fu istruttivo, a tratti divertente, lo scontro televisivo tra Matteo Renzi e Ciriaco De Mita. Due mondi erano a confronto, e non erano il Bene e il Male o il Moderno e l'Antico. Era un derby tra arroganza e presunzione, tra fuffa del fare contro fuffa del pensare, tra nonnismo e nepotismo. Arbitro in campo Mentana, arbitro a latere Mattarella, debitore ad ambedue per la sua carriera.

È lui l'anello di congiunzione tra il prode Matteo e il fumoso e a tratti fumante Ciriaco. Il tirannosauro De Mita è apparso tutt'altro che mite e ringoglionito, per dirla col suo gergo. Ha cercato di umiliare Renzi allora premier in carica e in parte c'è riuscito. A Renzi fumavano le orecchie da Star-trek mentre il Patriarca di Nusco gliele tirava a scena aperta.

Dico la mia sulla “carriera alias” (che fino a ieri non sapevo neanche cosa fosse).

Sono tanti gli elementi che ci sfuggono nei cambiamenti epocali a raffica in una realtà complessa. Indice degli articoli sulla realtà distopica e correlati.

Ricevo sul telefonino la pagina di oggi di un quotidiano locale, tutta dedicata al “problema” della cosiddetta “carriera alias1 che, a quanto apprendo, qualche istituto scolastico della mia regione ha introdotto e altri stanno ipotizzando di introdurre. Con questa improbabile denominazione (vabbé, ormai i nomi alle cose vengono dati sempre più ad mentulam canis), ho inteso che si indichi la possibilità che uno studente o una studentessa a scuola siano registrati non con il nome (e il sesso) anagrafico, ma con un altro di loro scelta.

Nella pagina del giornale che ho letto, sono riportati i pareri di quattro brave presidi della nostra cittadina: una è apertamente favorevole, due cercano di dire il meno possibile, solo una avanza delle riserve. Tutte cercano di essere molto prudenti, e le capisco perché, non essendo ormai più tutelata nel nostro paese la libera manifestazione del pensiero (con tanti saluti all’art. 21 della defunta costituzione repubblicana), bisogna stare attenti a come si parla, soprattutto se si riveste un ruolo pubblico, e possibilmente non parlare affatto.

lunedì 23 maggio 2022

Che dire di un'esercitazione del marzo 2021 che simula una pandemia globale coinvolgente un ceppo insolito di 'monkeypox'?

NOVITÀ – Nel marzo 2021, NTI ha collaborato con la Conferenza sulla sicurezza di Monaco per condurre un’esercitazione da tavolo che simula una pandemia globale che coinvolge un ceppo insolito di #monkeypox causato da un attacco terroristico utilizzando un agente patogeno ingegnerizzato in un laboratorio. “La Nuclear Threat Initiative e la Munich Security hanno organizzato congiuntamente un’esercitazione di guerra pandemica durante il Covid nel 2021 che ha coinvolto un attacco localizzato di armi biologiche con il vaiolo delle scimmie geneticamente modificato. Solo una coincidenza, senza dubbio.”
(Fonte: NTI, (https://www.nti.org/news/nti-bio-munich-security-conference-convene-global-leaders-annual-tabletop-exercise-reducing-high-consequence-biological-threats/) via Dr. Aaron Kheriaty (https://t.me/AaronKheriaty/154)

Finalmente c'è chi reagisce alle incivili discriminazioni!

FVG Orchestra non prenderà parte al Concorso Internazionale di violino Rodolfo Lipizer. In accordo con quanto già espresso dall’amministrazione comunale di Gorizia, la decisione della sinfonica regionale è stata presa in seguito alla decisione dell’Associazione Lipizer di escludere tre violiniste russe dalla prossima edizione del Concorso. 
 “Ci dispiace molto interrompere la tradizione per cui era proprio la FVG Orchestra ad accompagnare i musicisti internazionali durante la competizione – commenta il presidente Paolo Petiziol – ma non possiamo non reagire in modo coeso e determinato ad una decisione che ci sembra del tutto ingiusta. La cultura è una delle poche armi che abbiamo per sanare ferite, per riavvicinare le persone e i popoli, creando coesione invece di divisioni e rancore. Questa esclusione, invece, va nella direzione diametralmente opposta”. - Fonte

venerdì 20 maggio 2022

Come modellare la realtà attraverso i media

In Israele si chiama "modellare la realtà". Significa che presenti la realtà dei tuoi sogni come già sta accadendo. Quando vuoi che qualcosa diventi reale, semplicemente inizi a pubblicare media che già ci sono, così la gente si sente come se ci vivesse già. Hanno fatto lo stesso con la pandemia. È un dispositivo mostruoso. Il più delle volte funziona perché il pubblico occidentale vede la realtà come un mucchio di narrazioni da fonti autorizzate, non crede più a nessuna verità oggettiva. 
Dicono "al giorno d'oggi non sai di chi fidarti" e si fidano di imbroglioni e ingannatori come Harari. 
"Il 28 febbraio, ad appena quattro giorni dall'inizio dell'operazione militare russa in Ucraina, Yuval Noah Harari ha pubblicato un articolo sul Guardian in cui, tra diffamazioni propagandistiche a favore del regime ucraino e della manipolazione della storia, sosteneva che "la guerra sarà lunga, durerà anni." Poiché non credo che Harari sia in possesso di una sfera di cristallo, resta la domanda sul perché abbia fatto di tutto per fare queste dichiarazioni all'inizio delle ostilità militari quando la situazione sul campo era difficile da comprendere e anche gli esperti di strategie militari non avventuravano pronostici sulla durata della guerra. Ricordo che Harari si trova a suo agio tra le élite globaliste che espongono i loro disegni distopici per l'umanità al World Economic Forum di Davos. È lì che fanno il tifo per una "lunga guerra" e applaudono gli utili ukronazisti che sognano il Valhalla come i terroristi dell'ISIS sognano il paradiso con le 72 vergini a disposizione perpetua? " (Lena Bloch)

lunedì 16 maggio 2022

nemici dell’Europa stanno a Bruxelles e Strasburgo

Ma chi è il nemico principale dell’Europa? Non cercatelo fuori d’Europa e nemmeno al suo interno, tra i nazionalismi e i populismi. L’antieuropeismo è a Bruxelles, a Strasburgo, nel cuore dell’Unione europea, nei suoi palazzi e nelle sue istituzioni. È tempo di avviare un processo politico che parta dalla realtà e non dall’ideologia, e non abbia timore di toccare i poteri dell’eurocrazia.

Con la guerra in Ucraina, l’Unione europea ha chiaramente e nettamente dimostrato di non avere a cuore il ruolo, la sovranità, gli interessi e i valori europei, e di adottare scelte decisamente contrarie ai bisogni dei popoli europei. Poteva avere un ruolo autonomo e sovrano importante, come soggetto terzo rispetto al conflitto tra Russia e Stati Uniti e poteva diventare l’asse di equilibrio per trovare un compromesso, un punto di mediazione. Invece ha scelto di schierarsi all’ombra degli Stati Uniti, sotto la cappa della Nato, pagando un costo spropositato sul piano economico, energetico e politico. Ha perfino accettato la finzione che gli Stati Uniti e la Nato siano scesi in campo per difendere l’Europa. E ha perfino gridato che la Russia di Putin aveva dichiarato guerra all’Europa e stava cominciando a invaderla a partire dall’Ucraina. Anche ad attribuire le peggiori intenzioni all’autocrate russo, il suo scopo era quello di riprendere quello spazio che per secoli fu l’Impero zarista e poi sovietico, riportando la Crimea e magari il Donbass nell’alveo russo. Ma Putin non ha mai pensato né dichiarato di minacciare l’Europa e fagocitarla in un disegno di espansione e d’impero. Ma non solo: ritenendoci attaccati e invasi, l’Europa ha di fatto dichiarato di essere belligerante nel conflitto contro la Russia, precludendosi ogni negoziato in cui porsi come un soggetto terzo, autonomo, indipendente, punto d’equilibrio tra le pretese egemoniche della Russia e l’egemonia planetaria degli Stati Uniti.