mercoledì 29 gennaio 2020

Il governo non cade? Meglio per tutti, salvo gli italiani

Dunque, il governo non cadrà. Almeno così appare dal voto in Emilia, così incautamente caricato di valenze simboliche e nazionali. A dir la verità, avevo forti dubbi che il governo cadesse anche in caso di vittoria del centro-destra a Bologna; l’intenzione era quella di restare comunque al governo perché se cadono Conte, Zingaretti e i grillini tornano nel niente da cui provengono. Solo la fine rapida e ingloriosa dei 5Stelle può produrre a questo punto un’accelerazione sulla sua caduta, ma è difficile immaginare chi possa essere il kamikaze.
Aggiungo una considerazione insolita: se il governo non cade adesso è meglio per tutti. Salvo per gli italiani. Ma tutto sommato conviene sia a chi ci governa, altrimenti sparirebbe nel nulla sia all’opposizione, altrimenti al governo finirebbe nei guai. E conviene pure a Renzi che poche aspettative dal voto, e a Berlusconi, idem con patate.

martedì 28 gennaio 2020

Italia senza guide né figure super partes

Ma quali sono le guide istituzionali, spirituali, morali, civili e intellettuali dell’Italia di oggi? Quali sono i modelli positivi, gli esempi, le figure al di sopra delle parti in grado di rappresentare solidi punti di riferimento per gli italiani? È una domanda che cade nel nulla e nel vuoto, e non è affatto una cosa secondaria, irrilevante, perché l’assenza di guide spiega e rispecchia l’assenza d’Italia su tutti i piani. E non sto facendo paragoni col mondo antico, coi classici e i grandi del passato, mi limito alla più modesta storia dell’Italia repubblicana.
Chi rappresenta oggi l’Italia nel mondo, qual è la figura istituzionale o morale che ha l’autorevolezza di farsi riconoscere e rispettare nel mondo, qualcuno che sia il simbolo del nostro paese, della sua millenaria civiltà? Nessuno, mi pare. 

lunedì 27 gennaio 2020

L’altra faccia del lunedì – Del buon uso di una (relativa) sconfitta

Ci sono sconfitte a cui uno metterebbe la firma. Tale ci sembra quella di Salvini, che oggi tutti i media mainstream a pagine e reti unificate decantano. Vittoria in Calabria e un 32 per cento in Emilia-Romagna, e non nel voto d’opinione e volatile delle Europee ma in quello più corposo delle amministrative, non sembrano esattamente segni di disfacimento. E però non dobbiamo nasconderci: l’investimento personale del segretario della Lega sull’Emilia-Romagna è stato tale che comunque di sconfitta, neanche di misura peraltro, si deve parlare. E su questa si deve meditare. Perché essere sconfitti non è una tragedia o una colpa, in ogni guerra accade di subirne, e  anzi esse possono essere salutari ai fini della vittoria, purché se ne comprenda il senso.
La cifra della sconfitta non va a nostro avviso tanto cercata nella candidata Lucia Borgonzoni, su cui ora molti tendono a scaricare la colpa. Un altro candidato, magari preso dai circoletti bolognesi di avvocati, imprenditori, o peggio ancora un tecnico o un professore universitario, avrebbero raccolto non più del 40 per cento ma meno della metà. Non è facile del resto trovare candidati in una regione che da sempre è stata dominata dalla sinistra, con in cui l’opposizione, prima la Dc poi il berlusconismo, era stato costretta sempre a venire a patti.

domenica 26 gennaio 2020

Gli Italiani hanno una marcia in più?

I norvegesi non riescono ad ultimare la costruzione di una nave  di una nave e chi risolve il problema? Una squadra di napoletani 
dell’Ing. Marco Pianigiani (ingegnere navale, La Spezia)

Sono in Norvegia, in fondo ad un fiordo del cazzo, privo di qualsiasi attrattiva naturalistica, se non fosse perché il termine villaggio è completamente diverso dalla nostra tradizione mediterranea e dalla nostra percezione semantica; un territorio di 1410 km quadrati con una popolazione di 1147 abitanti, come capirò in seguito, uguale ad altri mille, ovvero una impalpabile spolverata di case lontane una dalle altre.
Nella lunga notte invernale, queste case sono rintracciabili, ai bordi dell’unica strada che circumnaviga il fiordo, perché hanno delle abat-jour, delle luci, delle candele finte alle finestre prive di scuri, sempre accese notte e giorno. Questa lontananza abitativa delle persone, è rappresentativa della densità dei sudditi del regno, più grande dell’Italia ma con soli cinque milioni di abitanti.

sabato 25 gennaio 2020

Lo sporco affare del processo politico a Salvini

Si è riunita ieri pomeriggio la giunta per le immunità parlamentari del Senato per decidere se mandare o meno a processo Matteo Salvini sul caso Gregoretti. Quando nel luglio scorso il leader della Lega era Ministro dell’Interno, ordinò alla nave Gregoretti di non sbarcare sulle coste italiane. L’imbarcazione rimase in mare per qualche giorno con circa 130 migranti a bordo. Ora il Tribunale dei ministri chiede il rinvio a giudizio di Salvini per sequestro di persona. Ma perché Matteo sia mandato a processo, trattandosi di “reato ministeriale” (cioè per fatti commessi nell’esercizio delle funzioni di ministro) occorre l’autorizzazione a procedere della camera di appartenenza, che per il leader dell’opposizione è il Senato.
Tralasciamo le questioni giuridiche, sulle quali pure ci sarebbe tanto da dire – la procura tra latro aveva ritenuto non vi fosse alcun reato nel comportamento del Ministro – e vediamo la querelle politica. La maggioranza giallorossa ha fatto di tutto per rinviare il voto della giunta a dopo le elezioni regionali in Emilia-Romagna e Calabria del 26 gennaio, ma una decina di giorni fa la giunta ha bocciato il rinvio anche grazie ad una presa di posizione della presidente del Senato Casellati. L’obiettivo della maggioranza era quello di evitare di fornire l’immagine del “martirio politico” di Salvini prima del voto regionale, per poi mandarlo ugualmente a processo dopo le elezioni. Processare il leader dell’opposizione per aver difeso i confini dello Stato equivale a regalargli consenso, quindi meglio mandarlo a processo dopo il voto. Questa la trappola delle quattro sinistre al governo, che però non ha funzionato.

venerdì 24 gennaio 2020

Salvini ha deciso che vuol vincere in Emilia-Romagna e gli emiliani, per la stampa, rischiano di far la fine degli inglesi

Alla domanda che avevo posto qualche tempo fa, ovvero “Salvini vuole perdere in Emilia-Romagna?”, è arrivata la risposta. Salvini ha deciso che vuol vincere in Emilia-Romagna e gli emiliani, per la stampa, rischiano di far la fine degli inglesi 

Sebbene diversi elementi facessero pensare il contrario (a partire dalla candidatura della Borgonzoni, una candidatura debolissima per usare un eufemismo), pare che Salvini abbia ormai deciso di tentare il tutto per tutto e di giocarsi fino all’ultima carta la vittoria in Emilia Romagna.
La legge elettorale in arrivo, il governo che barcolla ma non molla e tutti gli altri annessi e connessi, hanno fatto premere il piede sull’acceleratore al senatore.

mercoledì 22 gennaio 2020

Sardine, sintesi perfetta del totalitarismo

Le sardine rappresentano la sintesi perfetta del totalitarismo in un contesto culturalmente relativista e politicamente democratico reso possibile dal servilismo dei media e dalla perdita del buon senso e del senso del ridicolo da parte di una buona parte della popolazione italiana.
Faccio notare anche alcune incongruenze:
  1. si spacciano per i paladini del pensiero anti-odio e sottofondo mettono "La locomotiva" di Guccini simbolo della reazione cieca violenta (e addirittura stragista) antiborghese (che poi è la loro classe di appartenenza) degli anarco-comunisti.
  2. Il loro fine è quello non in positivo di occupare le piazze per prendere consensi o portare un messaggio o dei contenuti, ma solo quello di sottrattrarlo alle destre in modo da poter lasciare via libera alla sola sinistra ricattando i partiti di destra attraverso la loro presenza: quando venite voi noi vi anticipiamo...
  3. Centrale e specchio di questo modo di pensare è proprio la questione-Bibbiano. Per loro è una semplice videnda giudiziaria che, qualora si individuassero dei reati, sarebbero addebitabili solamente a chi li ha commesso, come reati individuali e quindi ogni altra lettura rappresenta una vile e strumentale  speculazione elettorale delle destre da cui, appunto, la loro reazione. Ovvio ed evidente, invece che Bibbiano - PD - Anghileri - Foti-Lgbt rappresentano invece il frutto che a Bibbiano si fa sistema (e quindi è politico ed ha responsabilità politiche) di un modo di concepire la vita, la sessualità, la famiglia, la persona che ha nella cultura radicale assunta dal PD (ma presente in quasi tutta la cultura di sinistra) il suo perno politico da cui sollevare le leve giuridiche, istituzionali e culturali per permere la società e gli individui di questo spirito e questa mentalità.
Si tratta di un totalitarismo che da morbido sta diventando sempre più pesante e oppressivo perché, in un contesto segnato dalla libertà di espressione (anche delle più deleterie) si cerca in qualsiasi modo, anche con lo squadrismo di massa e con la repressione di tale libertà di espressione persino sui social non solo di impedire questa libertà di espressione ma addirittura, attraverso media e scuola, di "educare" in questo senso o di "rieducare" chi non volesse adeguarsi con la minaccia di estrimissione dal consorzio civile o andando a colpirlo sul piano economico con sodalizi come "Odiare ti costa". (Piero Mainardi)

martedì 21 gennaio 2020

La Toga, la Cupola e gli italiani

Ma davvero vi aspettavate che la Corte costituzionale desse il via libera al referendum promosso dalla Lega? Ma in che mondo vivete, conoscete le biografie dei giudici costituzionali, chi li ha voluti lì, e più in generale conoscete le leggi inesorabili del potere, il loro reciproco sostegno? E la stessa cosa vale per la decisione della Cassazione in merito alla questione Carola Rackete; pensavate davvero che accadesse il contrario?
Per anni siamo stati abituati a considerare chi è al potere come la Casta. È tempo di fare un salto di qualità e considerare che il potere è oggi piuttosto la Cupola. La casta riguardava solo i privilegi, la Cupola è un assetto di potere interdipendente e non espugnabile in modo fortuito. La cupola è una struttura sovrastante che non accetta né immissioni di estranei, né circolazione delle classi dirigenti, né il minimo cedimento dei suoi assetti consolidati. I suoi metodi e i suoi scopi sono finalizzati alla pura conservazione del potere, allo scambio di favori tra poteri, all’associazione di scopo finalizzata al reciproco sostegno. Quello che il popolino al sud sintetizzava nella formula “mantienimi-che-ti-mantengo”, ossia uno regge l’altro ed ambedue impediscono l’accesso di estranei, outsider. La Cupola regge su un patto implicito, ma forte come il patto di sangue tra le cosche. E l’avversario è declassato al rango di nemico dell’umanità e dunque ogni mezzo è lecito per farlo fuori, o come scrive la Repubblica, per cancellarlo. Che si tratti d’intenzioni mafiose perseguite in modo incruento, nulla toglie al suo carattere puramente antidemocratico e antipopolare e al prevalere della conservazione del potere su ogni altra considerazione di giustizia, equità, rispetto. E l’idea che questo paese debba varare l’ennesima legge elettorale aggiustata sugli interessi del momento delle maggioranze parlamentari del momento, rende ancora più miserabile il ruolo della cupola. L’unica speranza è che anche questa volta la legge elettorale concepita per utilità di chi governa, cicero pro domo mea, si ritorca contro gli stessi partiti della Cupola. Resta che il ritorno al proporzionale sia un passo indietro sul piano della governabilità del paese.

lunedì 20 gennaio 2020

In Francia migliaia in piazza contro l’utero in affitto (ma nessuno ne parla)

Continuano quindi le manifestazioni di piazza a Parigi contro il progetto legislativo che vuole estendere la procreazione medicalmente assistita anche a donne lesbiche e single, la cosiddetta “PMA per tutti”. Domenica 19 gennaio decine di migliaia di manifestanti, infatti, hanno marciato nella capitale francese contro il disegno di legge sulla bioetica che verrà esaminato al Senato martedì prossimo. 

Provenienti da tutta la Francia, 41.000 persone, secondo i dati della prefettura, – 26.000 invece secondo quelli del Consiglio dei Ministri – sono stati richiamati dal collettivo “Marchons enfants”, composto da ventidue associazioni. Tra queste la “Manif pour tous”, il cui ex presidente Guillaume de Prémare dichiara: “Questa legge porta alla distruzione della famiglia e alla mercificazione dell’embrione e ciò equivale a consegnare la madre e il bambino al mercato”. 

domenica 19 gennaio 2020

Craxi non è morto latitante. È morto esule

È stato chiesto a Claudio Martelli cosa rimanga oggi di Bettino Craxi. Ha risposto: "Il socialismo tricolore". 
Tanti anni fa, un signore anziano mi disse: "Quella tra cattolici e comunisti è la peggiore miscela possibile". L'incontro tra molti cattolici ed i post-comunisti poteva avvenire solo su un punto: l'universalismo, il mondo senza Patrie. Gli uni e gli altri si definiscono con orgoglio "cittadini del mondo". 
Non abbiamo mai avuto una Chiesa così poco amata dai cattolici e così tanto amata da agnostici e miscredenti. Non abbiamo mai avuto una classe dirigente così "universalista" e visceralmente antiitaliana. Il cattocomunismo, che trova la sua personificazione compiuta in Romano Prodi, ha vinto su tutta la linea. Il socialismo tricolore di Craxi era l'ultimo ostacolo al definitivo trionfo di questo mostro a due teste. No, Craxi non è morto da latitante. È morto esule. Per riscattare l'Italia si potrà ricominciare solo dal tricolore. (Mauro Ammirati)

martedì 14 gennaio 2020

“Fidesz potrebbe uscire dal PPE”, la minaccia di Orbán

“L’Ue può aver bisogno di una nuova iniziativa cristiano-democratica” ha dichiarato il primo ministro ungherese. I popolari europei decideranno a febbraio se espellere il partito del premier 
Bruxelles – “Il Partito Popolare Europeo non è interessante per noi se rimane così com’è oggi. Ci interessa il suo futuro, ma dev’essere differente”. Lo ha detto Viktor Orbán, primo ministro ungherese, in una conferenza stampa giovedì 9 gennaio. Orbán ha detto che prenderà una decisione sull’appartenenza del suo partito, Fidesz, all’interno del PPE solo dopo aver incontrato Annegret Kramp-Karrenbauer, leader della CDU tedesca, Donald Tusk, ex presidente del Consiglio europeo e attuale presidente del PPE, e Alexander Kurz, cancelliere austriaco.
“Il PPE si sta indebolendo e si sta spostando verso posizioni più centriste e liberali”, ha detto Orbán. “Se non cambierà direzione, penso che in Europa ci sarà bisogno di una nuova iniziativa cristiano-democratica. Nel caso non dovessimo riuscire a cambiare il gruppo dall’interno allora faremo partire noi una nuova iniziativa”. Secondo alcuni giornalisti lo scopo del premier ungherese è quello di posizionarsi dal lato opposto del quadro politico europeo rispetto a Emmanuel Macron, attualmente una delle personalità politiche che più sta spingendo verso una maggiore integrazione europea.

lunedì 13 gennaio 2020

Scruton, conservare è una virtù

È morto ieri all’età di 75 anni il filosofo conservatore Roger Scruton. Nonostante fosse inglese, professore in un mucchio di università angloamericane e con una chioma rossa indisponente, da vecchia signora con pessimo parrucchiere, Scruton si è cimentato a scrivere il Manifesto dei conservatori, come fecero Prezzolini e Barry Goldwater negli anni Settanta. Ma il manifesto dei conservatori è una contraddizione in termini, perché i conservatori non manifestano, e spesso non si manifestano; raramente teorizzano, più spesso vivono i loro principi e la loro sensibilità immersi nel dolce e amaro rumore della vita. Di solito si è conservatori per indole e per senso pratico, amore della realtà, direi quasi in natura; perciò è difficile censire i conservatori se sono i primi a non dichiararsi all’anagrafe.
Lo stesso Scruton riconosce nel suo Manifesto dei conservatori che il conservatorismo non ha le sue radici in una teoria, o peggio in un’ideologia ma nel retaggio dei ceti alti, nel pacato buon senso e nelle abitudini senza pretese della gente comune; sottolineando come l’esperienza, le consuetudini, i pregiudizi, come pensava già Burke, siano il sostituto pratico della riflessione. Perché il conservatorismo, ha ragione Scruton, non è un’ideologia ma una visione del mondo. Intendiamoci, Scruton non è un pensatore politico, ha scritto lucidi saggi sulla bellezza e sull’arte, sulla scienza e perfino sugli animali. Il suo pensiero esula dai circuiti militanti, raggiunge anche i mass media e la cultura riconosciuta.

mercoledì 1 gennaio 2020

UE missione compiuta: La Grecia verso l'estinzione

Attenzione, questa è la fine che ci si prepara se non cade questo governo, che resta in piedi con la connivenza del Colle nonostante i media di regime, commentando il discorso di fine anno, non abbiano fatto che ripetere che il Colle è super partes. Come se gli italiani fossero dei minus habentes e non siano in gran parte immuni nonché arcistufi di narrazioni ideologiche addomesticate dal politicamente corretto... La notizia sulla situazione greca non ci lascia indifferenti e continuiamo a chiederci come non si sia fatto nulla per impedirlo e non si faccia nulla per correre ai ripari per quanto possìbile. Anche qui sono le nostre radici! Mala tempora...

L’Unione Europea sta raggiungendo il proprio obiettivo per la Grecia: l’estinzione.

A partire dal 2011, quando è iniziata la crisi del debito sovrano, la popolazione della Grecia ha iniziato a calare, come potete vedere da questo grafico di tradineconomics:
Dal 2011 al 2018 la popolazione greca è cala di 380 mila unità, e questo nonostante il flusso migratorio dall’Asia Minore. La tendenza è anche peggiore con la perdita di oltre mezzo milione di abitanti dal 2011 al 2020. Il 5% della popolazione greca scompare.