Continua a crescere il numero degli sbarchi e degli arrivi irregolari nel nostro territorio nazionale e le forze governative – e filo governative – semplicemente se ne sbattono, se non addirittura plaudono. Esprimendo così una totale e colpevole incomprensione per ciò che sta avvenendo. Avranno poi poco da gridare al razzismo queste sciagurate e irresponsabili parti quando la situazione si esprimerà non soltanto con mugugni; allora dovranno solo rispondere di alto tradimento verso le classi lavoratrici e popolari. Perché sono queste a subire più direttamente le conseguenze nefaste delle politiche immigrazioniste, anche se la faccenda riguarda l’intera nazione poiché l’immigrazionismo induce alla degradazione l’intero tessuto sociale.
Non si chiede nulla al PD, IV et similia, la loro politica in materia immigratoria è ormai da anni fortemente favorevole ai liberi flussi (tant’è che bellamente usano il termine ideologico “migranti”) e non a caso vorrebbero adottare lo “jus soli”; ma sui 5stelle due parole sono necessarie. Costoro anni fa parlavano di blocco dei “taxi del mare”, oggi invece sono completamente appecoronati all’impostazione dei soci di governo. Il che tradisce una posizione del tutto strumentale e demagogica sul tema: quando c’era da contendersi l’elettorato popolare non favorevole all’“accoglienza” allora gli andava bene usare certe parole d’ordine, gli andava bene passare per populisti, ma siccome hanno capito che da questa parte non si sfonda, ma solo per loro colpa, ripiegano quindi sulle posizioni dei propri alleati. Come hanno fatto per altre “decisive” questioni. Risuonano ancora le sguaiate urla di gioia per il “successo” nella trattativa Autostrade. Mandando affanculo la tanto sbandierata revoca al gruppo Benetton. A dimostrazione che i 5stelle navigano a vista, di volta in volta decidendo in quale porto assicurare gli incassi derivanti dalla loro politica opportunista e trasformista. E pensare che c’è chi, nostalgico di una sinistra che non esiste più, vede in questo gruppo eterodiretto momenti di resistenza ai grandi interessi.
Tornando al tema migratorio, su questo terreno bisogna essere coerenti, non si può barare, non può esso diventare pretesto di qualche campagna elettorale. Perché è una questione dannatamente seria. Dalla quale dipende l’idea stessa che si ha del proprio Paese. E l’idea che questo governo e classe dominante hanno delle sorti nazionali è chiaramente quella dello smembramento e della disgregazione delle identità.
Alcuni dati ripresi dal cruscotto giornaliero del ministero degli Interni (riguardano solo gli sbarchi). Al 15 luglio quest’anno sono sbarcati 9.771 stranieri, a fronte dei 3.867 del 2019. Un incremento di 5.904 arrivi pari a un incremento percentuale del 153%. Considerando che quest’anno l’attività dei mercanti di uomini si è rallentata nei mesi cruciali del coronavirus. Interessante il dato statistico che vede nel periodo 2005-2018, in Italia, la riduzione degli occupati nativi di 0,8 milioni, mentre i lavoratori stranieri sono cresciuti 1,5 milioni. Una sostituzione di circa un milione di lavoratori nativi con lavoratori stranieri. [Fonte: “Il lavoro importato”, di A. Barba e M. Pivetti]. Sulla base di questi dati come si può ancora continuare a sostenere che «ci sono lavori che gli italiani non vogliono più fare»? Classisti! Demofobi! Odiatori del popolo! (Antonio Catalano)
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