domenica 26 luglio 2020

È l'era della dittatura democratica. Ci siamo quasi

La dittatura non è mai un fatto riconducibile ad un solo uomo. Essa è il frutto, come sempre è accaduto nella storia, di due fattori alternativi tra loro, talvolta complementari: la reazione dal basso o quella dall'alto.
Nel primo caso viene sovvertito l'ordine costituito, nel secondo caso tale ordine viene blindato, anche attraverso il rispetto formale delle regole costituzionali. In fin dei conti anche Augusto mise fine alla Repubblica conservando le istituzioni repubblicane (in primis il Senato) e rispettando le regole formali. Ma di esempi storici ce ne sono a centinaia.
La pandemia ha creato le condizioni per una reazione dall'alto. Col popolo agli arresti domiciliari prima e in libertà vigilata adesso, opportunamente terrorizzato a dosi ben equilibrate a seconda del momento, l'establishment ha potuto avviare una fase - direi irreversibile - di blindatura dello stato emergenziale, che da provvisorio sta per diventare ordinario.

Tutto è sacrificabile al cospetto del virus. Anche (e soprattutto) la libertà. Addirittura col consenso dal basso.
Chi nega il virus è senza dubbio un cretino, ma chi non vuole comprenderne i mutamenti politici e antropologici è cretino due volte.
I continui allarmismi sanitari quotidiani, seppur smentiti da dati oggettivi (attualmente ci sono appena 49 persone in tutta Italia ricoverate in terapia intensiva), creano le basi del Terrore: ad ottobre/novembre basteranno cinquecento contagi per finire di nuovo agli arresti domiciliari.
E a nulla varranno alcune evidenze come quella che vi sono più del doppio dei posti letto in terapia intensiva rispetto a febbraio, quella che esiste la cura del plasma ma anche alcune terapie che rendono il virus meno letale. Tutto ciò non conta. In autunno saremo di nuovo tutti a casa!
Inoltre, sull'entusiasmo del #RecoveryFund, il governo troverà la forza politica per portare avanti la proroga dello #statodiemergenza fino al 31 ottobre o al 31 dicembre, già sventata due volte ma ora - col successo di Conte a Bruxelles (come tale lo hanno fatto passare i media il risultato del Recovery Fund) - chi oserà opporsi al tiranno vincitore che chiede pieni poteri? Il tutto nel rispetto della forma.
Già stasera il governo deciderà sulla proroga dello stato di emergenza, per poi sottoporre questa decisione al Parlamento. Le Camere ratificheranno tra manifestazioni di giubilo.
Pieni poteri non di diritto ma di fatto, come sempre accaduto nella storia prima che un regime dittatoriale fosse conclamato.
La "dittatura democratica" è alle porte. Finisce l'Era del costituzionalismo novecentesco e prende piede la "dittatura democratica" del nuovo Millennio. Nel rispetto della forma.
Peccato non avere nemmeno un nuovo Augusto. La dittatura sarà esercitata dai protagonisti del più becero decadentismo democratico e culturale mai visto nella storia del nostro Paese.
È proprio vero, nulla sarà più come prima. È finita.
Giuseppe PALMA

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