Stralci da affermazioni dell'economista banchiere francese Jacques Attali, globalista convinto, prestigioso rappresentante degli interessi della finanza sovranazionale.
Già dall'ottobre del 2008 Attali, parlando del suo libro appena uscito "La crisi, et après?", dichiarava: "Siamo lontani dalla fine del primo tempo... c'è molta ragione di credere che la recessione, la depressione ancora si aggraveranno per qualche tempo... Oggi c'è un governo mondiale assente, mentre c'è una globalizzazione del mercato non c'è una globalizzazione del diritto, i veri responsabili sono i politici che non hanno messo in atto il sistema di diritto di cui abbiamo bisogno. I responsabili poi sono i finanzieri, che si sono accaparrati l'essenziale della ricchezza... Prima di tutto negli Stati Uniti e poi su scala mondiale si è vissuto a scapito delle generazioni successive, cioè si è vissuto in base al debito... invece di ridurre il debito si è aumentato il debito... oggi ci si trova in un sistema che ancora non ha cominciato a risolvere le difficoltà fondamentali, e che cerca di uscire, di venirne a capo ma non ci riesce, perché ancora non si risolve la causa più profonda, le banche, tutte le banche del mondo oggi, tranne qualche eccezione, sono praticamente in fallimento... Innanzitutto le regole devono essere completamente mondiali, perché se c'è un buco tutti vorrebbero infilarsi in questo buco per evitare le regole. La prima regola: bisognerebbe impedire alle banche di avere un effetto di leva troppo importante. Cioè bisognerebbe dare in prestito meno per ciascun investimento, e il rapporto tra i soldi davvero investiti e i soldi dati in prestito sia minore... La seconda regola molto importante è che quando una banca fa prestiti, non deve potersi sbarazzare del prestito presso un altro al cento per cento. Cioè il rischio non può essere ceduto a qualcun altro... e infine, bisogna evitare tutti i rischi di frode fiscale, e di riciclaggio di denaro. Quindi trasparenza assoluta del sistema bancario..."
Idee chiare? Di più...
"...Tutta la strategia inglese e americana è fare il meno possibile sperando che la crisi si risolva da sola... Oggi la vera responsabilità appartiene a due categorie di persone: i politici e le banche centrali. La cosa affascinante è che i politici parlano un sacco ma non fanno niente, le banche centrali non parlano per niente ma fanno tantissimo. I politici dicono di voler riformare le regole, rimettere ordine nelle banche, rilanciare l'economia nei settori di punta, risanare i bilanci. Non fanno niente, perché è molto complesso, ci sono problemi politici... Nel momento in cui la crisi è scoppiata... il primo ad aver iniettato liquidità è stato Jean-Claude Trichet. Ha messo molti più soldi rispetto ai governi europei, forse 10 volte di più rispetto ai governi europei. La Banca centrale americana ha seguito la strategia della Bce, il suo ruolo è sia di lottare contro l'inflazione ma anche quello di evitare il crollo... Il cuore della gestione della crisi di oggi è il rapporto tra Cina e Stati Uniti. Gli Stati Uniti sono il motore principale del consumo mondiale, sono loro che acquistano a credito, noi non abbiamo interesse affinché gli Stati Uniti crollino perché acquistano in tutto il mondo. Quindi è molto importante che qualcuno finanzi le difficoltà americane, mentre Obama cerca di risolvere i problemi, noi europei non possiamo finanziare gli Stati Uniti, la Cina finanzia gli Stati Uniti. Se la Cina fa rimpatriare i propri soldi per occuparsi di essa stessa, e non degli Stati Uniti, allora ci sarà una catastrofe..."
Le radici del Green Gretismo...
"C'è un crollo generalizzato, mondiale... Innanzitutto bisognerà stabilizzare tutto questo, e non è sicuro che ci si riesca, per questo bisognerà nazionalizzare, bisognerà rilanciare l'economia mondiale, e nessuno sa se gli Stati Uniti lo faranno meglio dell'Europa. Credo al contrario che l'Europa è meglio capace di farlo rispetto agli Stati Uniti. Perché noi abbiamo un sistema migliore di previdenza sociale... È molto più capace di resistere, ma a lungo termine gli Stati Uniti sono meglio collocati rispetto a noi, perchè noi mettiamo tutti i soldi nei settori in difficoltà, il nostro rilancio consiste nel fare delle autostrade o difendere l'industria automobilistica, mentre gli Stati Uniti cominciano a investire molto sulle biotecnologie... Sulle industrie del futuro... se gli si danno dei soldi per investire nella vettura, nell'automobile ibrida, nelle tecnologie del domani allora vale la pena...
...La mentalità generale è che la crisi terminerà presto, e si ricomincerà come prima, basta aspettare. In generale le persone, i dirigenti non capiscono che non torneremo mai al vecchio mondo, che andremo verso un mondo in cui consumeremo in modo diverso, in cui i consumatori saranno molto più intelligenti, in cui le persone vorranno pagare molto meno caro, che non vorranno spendere inutilmente i loro soldi ma essere molto più prudenti, avere molti più risparmi... ci troviamo in una situazione che è molto simile agli anni '30.
Adesso la questione è passare dal 1930 al 1945 senza vivere nel 1930 e 1945. Quindi il rischio è avere un'enorme disoccupazione e un'enorme inflazione... bisogna passare dal '30 al '45 senza vivere la guerra... in fondo qual è il problema principale oggi? È quello di ridurre il debito e per ridurre il debito ci sono due modi: risparmiare di più o l'inflazione... Attraverso l'imposizione di una guerra, l'inflazione elimina il debito e quindi io credo che probabilmente ci saranno dei segnali di forte tensione... A livello mondiale abbiamo detto che servono delle riforme... è in Europa che dovranno essere prese le grandi decisioni, da una parte di nazionalizzare le grandi banche non a livello di ciascun paese, perché sarebbe un pericolo di protezionismo, ma a livello europeo. È a livello europeo che bisognerà lanciare un grande programma di investimenti dell'ordine di 300 miliardi di euro... nei settori del futuro che sono essenzialmente i settori dell'ambiente, l'energia rinnovabile, la sanità, l'educazione, l'istruzione..."
Le basi del nuovo sistema...
"...gran parte dei prodotti tossici hanno valori che dipendono dal futuro. Dal momento che il futuro è ignoto è meglio pensare che questi prodotti valgano zero... ed è per questo che le banche oggi hanno assolutamente bisogno di nuovi fondi propri, per evitare di crollare, di non poter poi fare prestiti a nessuno. I prodotti tossici fanno sì che nessuno voglia investire nelle banche, perché nessuno sa quello che c'è veramente dentro... se si devono mettere dei soldi in banca meglio metterli prendendo il potere a nome dei contribuenti piuttosto che dare loro i soldi e lasciarli continuare a dirigere liberamente. Quindi la prima cosa da fare è mettere dei soldi affinché il sistema torni a funzionare. In seguito, ma molto più tardi, quando le banche avranno ritrovato il proprio equilibrio finanziario, potranno risviluppare il loro finanziamento. Nel frattempo il finanziamento arriverà con un collegamento diretto tra imprese e Banca Centrale. In altri termini: in attesa della nazionalizzazione o di altri sistemi che abbiano il loro effetto, rimettano le banche in buon stato, sono le banche centrali che dovranno finanziare direttamente le imprese. Sono le banche centrali che finanzieranno...
...le banche, se dovessero essere nazionalizzate, o se lo Stato dovesse avere una partecipazione calmierata, questo non dovrebbe essere a livello nazionale ma a livello europeo. Preferisco che le banche siano europeizzate piuttosto che nazionalizzate per evitare il protezionismo... in tutti i paesi del mondo oggi la scelta è aritmeticamente molto semplice: o si fanno più figli, o si lavora più a lungo, oppure si accettano molti più stranieri. L'Italia deve fare una scelta politica. C'è un enorme potenziale del progresso tecnico, l'enorme potenziale della crescita demografica, che apporterà una crescita per 30 anni, e c'è poi il fatto che le banche centrali stanno iniettando molti soldi, c'è il fatto che l'energia è a buon mercato, il potere d'acquisto aumenta grazie alla riduzione di certi prezzi..."
Il 3 maggio 2009, su 'L'Express', Attali pone poi le basi del Nuovo Ordine Mondiale.
"La storia ci insegna che l’umanità evolve significativamente soltanto quando ha realmente paura. Allora essa inizialmente
sviluppa meccanismi di difesa a volte intollerabili (dei capri espiatori e dei totalitarismi), a volte inutili (della distrazione), a volte efficaci (delle terapeutiche, che allontanano se necessario tutti i principi morali precedenti). Poi, una volta passata la crisi, trasforma questi meccanismi per renderli compatibili con la libertà individuale ed iscriverli in una politica di salute democratica...
...una pandemia che sta iniziando potrebbe far scatenare una di queste paure strutturanti, poiché essa farà emergere meglio di qualsiasi discorso umanitario o ecologico la presa di coscienza della necessità di un altruismo, quanto meno interessato. E, anche se, come bisogna ovviamente sperare questa crisi non sarà molto grave, non bisogna dimenticare, come per la crisi economica, di impararne la lezione, affinché prima della prossima crisi – inevitabile – si mettano in atto meccanismi di prevenzione e di controllo, come anche processi logistici di un’equa distribuzione di medicine e di vaccini...
...Si dovrà per questo, organizzare una polizia mondiale, un sistema mondiale di stoccaggio (delle risorse) e quindi una fiscalità mondiale. Si arriverebbe allora, molto più rapidamente di quanto avrebbe permesso la sola ragione economica, a mettere le basi di un vero governo mondiale. È del resto con la creazione dell’ospedale che è cominciata in Francia, al XVII secolo, la realizzazione di un vero e proprio Stato”.
E chi pensa che proprio non ci sia alcun disegno dietro i fatti di oggi, è cieco o ingenuo. Perché il progetto per un NWO esiste e da tempo c'è chi prova ogni giorno a edificarlo...
1 commento:
Quando intendiamo che destra e sinistra sono categorie politiche attualmente inutilizzabili e che vanno oltrepassate, non intendiamo che ciò che in passato hanno definito non sia mai esistito o non abbia avuto una propria attualità, ma che esso non trovi più spazio e rappresentatività nell'odierno sistema parlamentare, e pertanto vadano elaborate nuove griglie ideologiche per interpretare il presente.
La sinistra, infatti, deputata storicamente a difendere in ottica rivoluzionaria i soggetti sociali "sfruttati" all'interno del modello storico della "lotta di classe", con la scomparsa della classe operaia, assorbita da una borghesia sempre più impoverita, ha finito prima per identificare il soggetto da difendere con ciò che ritiene i nuovi sfruttati del pianeta, assecondando così l'immigrazionismo all'interno di un ottica globalista, per poi finire cooptata e irretita da quelle forze del capitale che un tempo furono il suo nemico storico, assecondandone obbiettivi e disegni.
La destra, invece, si è trovata a dover far fronte a una nuova di società che ha fatto saltare i suoi riferimenti classici: il venir meno a sinistra del modello della lotta di classe e la scomparsa del ceto medio come categoria con una propria identità e coscienza specifiche, l'ha portata dal punto di vista sociale su posizioni più avanzate dell'avversario, declinate però all'interno di un'idea nazionale ibrida e compromissoria, evento tipico del tramonto delle grandi ideologie, ossia ciò che in senso denigratorio viene definito "populismo".
Il centro è divenuto luogo d'osmosi e scambio di questo vuoto ideologico, dove a far da padrone è l'interesse fine a se stesso, svuotato di qualsiasi scrupolo derivato dai residui etici che, sotto forma perlomeno di una volontà di facciata, permangono retoricamente agli estremi.
Come si vede, si tratta solo di sfumature, ma le due parti in sostanza convergono in una medesima visione, declinata esclusivamente in modi diversi a seconda della priorità del momento. Da questo punto di vista, i movimenti trasformisti che nell'esperienza di governo hanno dato il meglio di sè, appaiono essere la perfetta espressione del contesto storico attuale, coloro che meglio ne interpretano l'anima vergognosa e impudica.
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