lunedì 22 febbraio 2021

LE VERE INTENZIONI DI DRAGHI ▷ “È tutto scritto nel report del G30: per le micro imprese italiane sarà la fine”

La lista di cose da fare per questo nuovo governo ruota attorno a due concetti chiave in questo preciso momento storico: salute ed economia. E se da un lato, con la conferma del Ministro Speranza, la parte sanitaria pare proseguire in continuità con la linea adottata dal Governo precedente, sul piano economico il Paese sembra andare in contro a una brusca sterzata.
A dirlo, prima ancora del programma di governo, sarebbe secondo il Prof. Valerio Malvezzi un documento pubblicato a dicembre 2020 e redatto con la direzione proprio del nuovo Premier: Mario Draghi.
Stiamo parlando del report del Group of Thirty o G30, di cui Draghi è membro onorario, che porta il titolo di ‘Reviving and Restructuring the Corporate Sector Post-Covid: Designing Public Policy Interventions‘, cioè ‘Rilancio e ristrutturazione del settore aziendale Post-Covid – Progettazione di interventi di politica pubblica’. Un documento che contiene le linee guida che i politici di tutto il mondo dovrebbero seguire per uscire dalla crisi scatenata dal Covid-19 secondo, appunto il G30, cioè un gruppo formato da banchieri ed esperti della finanza mondiale.
L’economista Valerio Malvezzi ha commentato per noi in diretta il contenuto di questo documento, soffermandosi su una parte che più di tutte rivela le intenzioni del nuovo Premier: quella che parla di ‘distruzione creativa‘. Secondo il Professore non ci sono dubbi: se quella è la linea che intende adottare, Mario Draghi non farà affatto il bene del paese. Ecco la sua spiegazione ai microfoni di Francesco Vergovich e Fabio Duranti.
“L’Italia è fatta principalmente da piccole e micro imprese, quelle al di sotto dei 10 dipendenti. Il Prof. Draghi è in un’organizzazione, il Group of Thirty, che due mesi fa, a dicembre 2020, dice che occorre fare una distruzione creativa del tessuto socio-economico. Questa cosa qua è collegata al concetto di big reset. Se una persona due mesi prima sottoscrive un documento di questo genere fa parte di una visione di politica economica che a mio parere è diametralmente opposta a quella degli interessi del mio paese.
Le parole ‘distruzione creativa del tessuto socio-economico’ sono di una violenza verbale e dubbio interpretativo tale che non sembra nemmeno che siano scritte. Basta andare sul sito del Group of Thirty e se guardate nelle pubblicazioni trovate il documento ‘Reviving and Restructuring the Corporate Sector Post-Covid: Designing Public Policy Interventions’, cioè ‘Rilancio e ristrutturazione del settore aziendale Post-Covid – Progettazione di interventi di politica pubblica’.
Per quale motivo la finanza deve occuparsi della politica? Perché un’organizzazione privata di banchieri e finanzieri deve dire una cosa del genere? Vuol dire che è la finanza che detta le regole della politica. E voi cosa ci state a fare in Parlamento?
Al paragrafo 4.1 del documento si leggono le priorità: quelli che fanno le scelte pubbliche, dice, devono ponderare tra preservare lo status quo e i lavori o incoraggiare un processo di ‘distruzione creativa’ in cui le imprese cadono consentendo a lavoratori e risorse di fluire da imprese che sono prive di successo verso quelle che hanno migliori opportunità di stare nella nuova economia.
Vi rendete conto della pesantezza di queste frasi? Parliamo di quasi 5 milioni di partite Iva, di quasi 10 milioni di lavoratori dipendenti, stiamo parlando di un pezzo di Italia che è il cuore pulsante di questo paese! Queste questioni vanno a impattare sulla sanità, sulle farmacie, sui trasporti, sull’agroalimentare… Questo documento ci dice chiaramente cosa vogliono fare a livello europeo e sul paese più importante d’Europa in questo momento: l’Italia”. - Fonte

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Francesco Storace:
Almeno leggete Daniele Capezzone e riflettete su Lega e Fdi. Sono giorni che lancio – invano – l’appello ad attenuare i toni della polemica sulle diverse posizioni tra Lega e Fratelli d’Italia rispetto al governo Draghi.

L’ho definita la mistica del tradimento.

Capezzone e la sintesi su una stupidità atroce
Meglio di me ne scrive Daniele Capezzone che sintetizza (anche a mio nome, vorrei dire) il pensiero che occorrerebbe nutrire rispetto a ciò che accade. “È atroce la stupidità di chi cerca, a destra, di alimentare liti e divisioni tra Lega e Fdi. Un minimo di intelligenza suggerirebbe, che si condivida o no la scommessa sul governo, di rifornire entrambi i partiti di argomenti liberali per incidere oggi (divisi) e domani (uniti)”.

Parole più razionali non se ne potrebbero trovare, proprio perché tutti sanno come è nata questa esperienza di governo e che Matteo Salvini non voleva lasciare campo libero a sinistra e grillini, che ne stanno uscendo distrutti.

Polemiche sterili che servono solo alla sinistra
C’era stato addirittura chi polemizzava proprio con Salvini sulla “mancata” solidarietà alla Meloni per le sguaiate affermazioni di quel triste professore di Siena. Il segretario della Lega è invece intervenuto con nettezza: “Parole vergognose, insulti inauditi, autentico odio politico. Altro che scuse, questo “professore” merita il licenziamento. Tutta la mia solidarietà e il mio abbraccio a Giorgia Meloni”.

Ma i seminatori di zizzania sono sempre all’opera. Dimenticano che un giorno ci si dovrà ritrovare tutti assieme per governare l’Italia. Soffiare sul fuoco divide e non unisce: vale anche per presunti professoroni di questa parte del campo che scrivono cos’è incredibili. Un seggio in Parlamento si può guadagnarlo anche con maggiore dignità.

Fanno i custodi dell’ortodossia a destra, ma mille volte viva il pensiero serio di Daniele Capezzone. Chi insegue la divaricazione tra Matteo Salvini e Giorgia Meloni garantirà alla sinistra di governare per decenni. Non averlo chiaro nella zucca è davvero infantile.

Anonimo ha detto...

Michele Gaslini
Temo che il reale intento retrostante a queste intenzioni sia quello di riservare ai titolari di piccole e medie imprese il medesimo trattamento che, dopo la guerra, si riservò in Italia ai proprietari di fondi agricoli, i c.d. "agrari".
Dal momento che che questi "agrari" venivano considerati, da democristiani e social-comunisti, come "nemici politici", si pensò bene di rovinarli economicamente, per così annullarne ogni rilevanza sociale ed ogni influenza.
Credo che, utilizzando strumentalmente l'epidemia, ovvero inducendo dietro questo pretesto una crisi economica di una gravità assolutamente non necessaria, per analoghe ragioni, si vogliano oggi annientare le piccole e le medie imprese, dal momento che, nelle Regioni nel cui tessuto sociale quest'ultime sono maggiormente diffuse, difficilmente la sinistra riesce a sfondare elettoralmente.
Ciò posto, a fronte di una decisione puramente ideologica, temo alquanto che si rivelerà del tutto inutile opporre pur ragionevolissimi rilievi di contrario tenore ...