venerdì 22 aprile 2022

«Partire partirò, partir bisogna, dove comanderà nostro sovrano …»

 «PARTIRE PARTIRÒ, PARTIR BISOGNA, DOVE COMANDERÀ NOSTRO SOVRANO…»

Se la situazione fosse meno grave verrebbe proprio da dire: chi è causa del suo male pianga se stesso. Così il povero Gianfranco Pagliarulo si trova ora a subire lo stesso meccanismo perverso in base al quale la sua Anpi, in piena sintonia con la sinistra liberista, ha affibbiato l’infamia di fascista a chiunque osasse non tanto esaltare il fascismo storico o richiamarsi a esso ma soltanto smarcarsi dai dogmi declamati dai cantori del politicamente corretto in salsa progressista. Apoteosi “antifascista” che raggiungeva il suo apice con il libercolo di Michela Murgia sulla definizione del buon fascista del terzo millennio. 

Ultimamente il presidente dell’Anpi si trova a subire il tiro incrociato degli scatenati benpensanti in quota Pd, che non tollerano che ora Pagliarulo faccia del vero antifascismo rifiutandosi di patrocinare la causa della “resistenza” ucraina (la quale si mostra con simboli e pratica addirittura nazisti) e quindi appoggiare l’invio di armi in Ucraina. Ecco, ora che i nostri sinistri avrebbero potuto davvero dare mostra di antifascismo li vediamo accusare il presidente dell’Anpi di essere, come ha detto Staino, una ridotta di un manipolo di estremisti comunisti. Scrive bene il bravo Francesco Borgonovo sulla “Verità” di oggi: «Il conflitto ucraino ha fornito l’occasione per uno stupefacente disvelamento. Oggi il Fascista è – deve essere – Putin, anche se la sua retorica occhieggia talvolta all’Urss e alla Russia imperiale. Dunque non importa che sul fronte ucraino ci sia chi esibisce svastiche e rune: conta il fascismo immaginario, mica quello (eventualmente) vero». (Inserisco l’articolo di Borgonovo tra i commenti).

Gli stessi che appoggiano la “resistenza” ucraina e danno addosso al povero Pagliarulo fingono di ignorare l’uccisione, la scomparsa e l’arresto di giornalisti che provano a fare il proprio lavoro da parte delle autorità ucraine. Nessuna attenzione infatti per il blogger ucraino Valery Kuleshov, che da anni raccontava la guerra in Donbass e le sofferenze dei civili, freddato mentre era ancora in macchina davanti casa sua; come nessuna attenzione per il blogger Gleb Lyashenko, arrestato per «alto tradimento» dai servizi ucraini solo perché favorevole alla negoziazione con la Russia (in passato Lyashenko aveva criticato l’ex presidente Poroshenko e l’attuale Zelensky, parlando della deriva nazista e russofoba avviata dal 2014. Ora rischia 15 anni di carcere). 

Oggi, sulla “Verità” possiamo leggere un vero articolo di controinformazione sulla repressione in Ucraina delle voci dissidenti (da segnalare a tal proposito l’ampio servizio di ieri sera al tg di Byoblu, canale 262). E veniamo a sapere dell’inquietante sito web ucraino in cui si schedano i presunti «nemici della nazione». Un sito accessibile a tutti, che si chiama “Myrotvorets” (Pacificatore in italiano). Sito sponsorizzato dai servizi segreti ucraini e patrocinato dal ministro degli Affari interni. L’articolo della “Verità” fa notare che, curiosamente, sopra all’indirizzo mail, appare scritto “Langley, Virginia, Usa”. La cittadina americana dove ha sede il quartier generale della Cia. Myrotvorets è un sito governativo, nato nel 2014, che raccoglie e pubblica i dati sensibili di chiunque venga considerato un nemico dal governo ucraino. Identità, indirizzo, foto, numeri di telefono, link dei profili social possono essere consultati in ogni momento. Le informazioni sui «nemici dell’Ucraina» vengono caricate grazie ai dati raccolti dai servizi segreti e persino tramite le segnalazioni fornite dai civili privatamente. Una vera e propria lista di proscrizione. Dai risultati tragici. Per esempio, nel 2015 furono inseriti anche gli indirizzi di casa dello scrittore e giornalista filorusso ucraino Oles Buzina e dell’ex parlamentare Oleh Kalašnikov, entrambi uccisi pochi giorni dopo. In questo data base sono inseriti oltre 4.000 giornalisti, da tutto il mondo. Tra questi, il fotoreporter italiano Andrea Rocchelli, ucciso il 24 maggio 2014 nel Donbass in circostanze mai chiarite. Sulla foto del defunto Rocchelli inserita su Myrotvorets appare la macabra scritta rossa «liquidato». Tra gli schedati «nemici dell’Ucraina» e ad alto rischio di rappresaglie ci sono anche il corrispondente Vittorio Nicola Rangeloni e il fotoreporter Giorgio Bianchi, da anni impegnati a raccontare il conflitto nelle zone del Donbass. Giorgio Bianchi, come riferisce alla “Verità”, è classificato in Myrotvorets come «complice dei crimini di guerra russi». Conviene leggere tutto l’articolo, che posto tra i commenti.

Chiaro chi stiamo finanziando, armando e sostenendo? Chiaro quale sia la natura della “resistenza” ucraina? Ma che volete che sia, mamma America ha chiamato alla guerra, e alla guerra bisogna andare. “Partire partirò, partir bisogna, dove comanderà nostro sovrano…” diceva una bella e amara canzone popolare di fine Settecento. (Antonio Catalano)

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