Olivier Clément, l'Europa ha ancora qualcosa da dire al mondo? Ha ancora una missione spirituale da svolgere?
«Ha senz'altro molto da dire al mondo. Soprattutto credo debba avere il coraggio della sua storia, del suo passato cristiano che a volte sembra voler dimenticare o addirittura rifiutare. L'Europa ha ancora oggi valori profondi da esprimere, e uomini che li vivono autenticamente. Forse il suo limite è di perdersi in divisioni inutili, in contrapposizioni che non hanno ragione di esistere. Valori vi sono anche fra chi non è cristiano. Occorre imparare a scoprirli e a trovare linguaggi comuni in cui esprimerli».
Se lei dovesse indicare due-tre elementi che costituiscono la cultura europea, cosa individuerebbe?
«La persona, la tecnica e la ricerca. Che poi sono Gerusalemme, Atene e Roma: i nostri retaggi costitutivi».