Il Papa ha espresso il suo “vivo apprezzamento per la preziosa e feconda attività culturale, letteraria ed accademica” che svolge il Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana “a servizio della Chiesa e, più in generale, della cultura”. Un istituto che “si propone di far conoscere i monumenti paleocristiani soprattutto di Roma”, cercando di “venire incontro alle attese di quanti hanno a cuore la conoscenza e lo studio delle ricche memorie storiche della comunità cristiana”.
Si tratta di far “comprendere il passato rendendolo presente agli uomini di oggi” affrontando “una realtà complessa” come quella della Chiesa dei primi secoli. “Quando si tratta di descrivere la storia della Chiesa, che è “segno e strumento dell’intima unione con Dio e dell’unità di tutto il genere umano” (LG 1) – ha affermato il Papa - la paziente ricerca dell’archeologo non può prescindere dal penetrare pure le realtà soprannaturali, senza tuttavia rinunciare all’analisi rigorosa dei reperti archeologici”:“Non è possibile una completa visione della realtà di una comunità cristiana, antica o recente che essa sia, se non si tiene conto che la Chiesa è composta di un elemento umano e di un elemento divino. Cristo, il suo Signore, abita in essa e l’ha voluta come ‘comunità di fede, di speranza, di carità, quale organismo visibile, attraverso il quale diffonde per tutti la verità e la grazia’ (LG 8).
In questa pre-comprensione teologica, il criterio di fondo non può che essere quello di lasciarsi conquistare dalla verità ricercata nelle sue autentiche fonti, con un animo sgombro da passioni e pregiudizi, essendo l’archeologia cristiana una scienza storica, e come tale basata sullo studio metodico delle fonti”.“La diffusione della cultura artistica e storica in tutti i settori della società – ha proseguito il Papa - fornisce agli uomini del nostro tempo i mezzi per ritrovare le proprie radici e per attingervi gli elementi culturali e spirituali che li aiutino ad edificare una società a dimensione veramente umana”:“Ogni uomo, ogni società, ha bisogno di una cultura aperta alla dimensione antropologica, morale e spirituale dell’esistenza.
E' pertanto mio fervido auspicio che, grazie anche al lavoro del vostro benemerito Istituto, prosegua ed anzi si intensifichi la ricerca delle radici cristiane della nostra società. L’esperienza del vostro Istituto prova che lo studio dell’archeologia, specialmente dei monumenti paleocristiani, consente di approfondire la conoscenza della verità evangelica che ci è stata trasmessa, ed offre l’opportunità di seguire i maestri e testimoni della fede che ci hanno preceduto”.“Conoscere l'eredità delle generazioni cristiane passate – ha concluso Benedetto XVI - permette a quelle successive di mantenersi fedeli al depositum fidei della prima comunità cristiana e, proseguendo sullo stesso cammino, continuare a far risuonare in ogni tempo e in ogni luogo l'immutabile Vangelo di Cristo”.
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