L’intervista di Matteo Pandini: «Bene Libero, vogliamo scegliere»
«Se sono d’accordo? Certo che sono d’accordo». Giorgia Meloni, ospite alla Leopolda lumbard organizzata da Salvini in quel di Parma, plaude all’iniziativa di Libero: referendum consultivo per capire cosa ne pensano gli italiani dell’Unione europea.
Onorevole Meloni, dopo la Brexit sembra che chiedere un parere ai cittadini sia diventata una specie di bestemmia. Lei cosa ne pensa?
«Penso sia giusto che il popolo possa votare, e anche per questo siamo contrari alla riforma costituzionale di Renzi. Non ha voluto accettare la nostra proposta per estendere le materie soggette a referendum abrogativo, oltre ad altre cose come l’elezione diretta del capo del governo».
La cosiddetta intellighenzia non è d’accordo con lei.
«Da Monti fino a Saviano e Severgnini, solo per citarne alcuni, sono arrivate critiche incredibili per come si è espresso il popolo britannico. Se è per questo, il popolo aveva anche votato per Barabba, ma allora dicano chiaramente che non amano la democrazia. Io ho stima dei popoli e credo che il Regno Unito nel lungo periodo si accorgerà che dopo essersi allontanata da Bruxelles avrà più vantaggi che svantaggi».
Perché ha vinto la Brexit?
«Ha vinto Brexit perché l’Unione europea e le sue istituzioni sono lontane dai cittadini. L’Ue mortifica le specificità, le identità e i diritti dei cittadini. Penso sia stato un risultato abbastanza scontato, tutte le volte che i popoli si sono espressi sui provvedimenti dell’Unione europea, li hanno bocciati».
Eppure, il centrodestra italiano non parla la stessa lingua a proposito di euro e Unione europea.
«Noi dobbiamo immaginare un modello nostro. Manca una forza politica che difenda l’interesse degli italiani e penso che lo debba fare il centrodestra, che è nel suo Dna. Non funziona più il gioco quando ci si trova a fiancheggiare il governo Renzi, di un burattino che non rappresenta gli interessi del popolo italiano».
La strada per un centrodestra unito e vincente non sembra essere in discesa. Sbagliamo?
«Questa del "Cantiere" è una delle tante iniziative che possono essere utili per capire sulla base di quali contenuti rifondare una realtà politica che, come hanno dimostrato le ultime amministrative, è in partita se riesce però a mettere in campo candidature credibili, programmi chiari. Evitare gli inciuci, evitare di fiancheggiare il governo. Ci sono tante cose che si possono fare: questa è una».
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