Pensavo che il successo del populismo, soprattutto in Europa, stesse spazientendo un certo mondo progressista, in particolare quello che tiranneggia l’informazione. Mi sbagliavo: lo sta facendo letteralmente delirare. Un esempio? Nel riferire dell’ultimo discorso Viktor Orbán alla nazione, oggi [12 febbraio] LaStampa.it titola: «Valori cristiani e famiglia, così Orban sfida l’Europa». Ora, com’è possibile che i valori cristiani e la famiglia possano costituire una sfida, se non una minaccia, per l’Europa? Ѐ chiaramente un controsenso. A minacciare il Vecchio Continente, semmai, sono i burocrati euroinomani, l’immigrazione incontrollata, quindi la farneticante utopia multiculturale e, soprattutto, la denatalità. Non certo il Cristianesimo e i valori della famiglia, anzi.
Eppure Orbán – che l’articolo del quotidiano torinese si premura di definire «ultraconservatore», con quell’«ultra» piazzato lì apposta per ingenerare repulsione nei lettori – viene demonizzato esattamente come sono demonizzati come «ultraconservatori» o «ultracattolici» coloro i quali ritengono che l’Ungheria abbia bisogno di bambini ungheresi o l’Italia di giovani italiani. Basta cioè solo evocare il valore della patria e delle comuni radici religiose, ormai, per essere additati a cultori della purezza della razza. Accostamenti evidentemente strampalati ma utili, se ci si pensa, per capire lo stato confusionario di un progressismo che continua a riproporre i propri ritornelli sulla bellezza di un mondo senza frontiere né limiti. Anche se un limite superato da un pezzo, in effetti, c’è. E’ quello del ridicolo. (Giuliano Guzzo - fonte)