"Contrariamente a quanto affermato dal Ministero - scrive il Tar - nella citata intervista, mai smentita né dall'interessato né tanto meno dal Ministero, il direttore generale della Programmazione sanitaria del Ministero della Salute ha dichiarato in modo inequivocabile, riferendosi proprio al 'Piano nazionale emergenza', che 'già dal 20 gennaio avevamo pronto un piano secretato e quel piano abbiamo seguito. La linea è stata non spaventare la popolazione e lavorare per contenere il contagio'. Bignami e Gemmato hanno dimostrato che precedenti piani per la gestione di pandemie sono stati predisposti dal Ministero. Pertanto, per i giudici del Tar "la circostanza che si tratti di un piano che non è provato sia poi sfociato in un vero e proprio provvedimento applicativo, nell'ottica del diritto di acquisirne copia è del tutto irrilevante. Come pure irrilevante è il fatto che i ricorrenti avrebbero potuto avvalersi dei poteri che il loro status di parlamentari attribuisce loro, come per esempio quello di presentare interrogazioni o interpellanze alla Camera di appartenenza". "L'essere deputati - conclude la corte - non può certo privarli degli strumenti che la legge mette a disposizione di qualsiasi cittadino per acquisire qualsiasi documento in possesso di pubbliche Amministrazioni". Fonte
Le radici della civiltà dell'Occidente Europeo sono greco-romane e cristiane. La rinnovata contrapposizione con il mondo islamico non può essere l’occasione di cercare un’unità nella pseudo-cultura modernista o nei diritti dell’uomo che si fa Dio; ma in ciò che ci è proprio e che ha fatto la nostra forza: nella fedeltà alla tradizione della Chiesa Romana, la nostra vera Tradizione, che ha origine da Dio e dal suo Cristo.
venerdì 22 gennaio 2021
Giorgia Meloni, bomba sul governo. FdI vince in tribunale contro il ministro Speranza: "Costretto a far vedere il piano anti-Covid agli italiani"
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15 commenti:
https://www.liberoquotidiano.it/news/politica/25914727/giorgia-meloni-centrodestra-argine-dittatura-compagni-social-democrazia-a-rischio.amp
Giorgia Meloni:
Le sprezzanti parole di Corrado Augias contro la Calabria e i calabresi dimostrano che se c'è qualcosa di perduto in Italia è sicuramente l'intellighenzia radical chic, che non ci pensa due volte ad insultare i cittadini e chi la pensa diversamente per sostenere le proprie tesi. Combattere la criminalità organizzata vuol dire anche lottare contro i pregiudizi che mortificano la Calabria onesta e perbene, che ogni giorno si rimbocca le maniche e chiede di essere messa nelle condizioni di competere ad armi pari con le altre Regioni dal punto di vista economico, sociale e infrastrutturale. Definire poi la Calabria una terra "irrecuperabile" perché alle scorse regionali i cittadini hanno eletto la straordinaria Jole Santelli invece di scegliere l'"ottimo candidato" della sinistra è un affronto ignobile e che offende i cittadini. Mi auguro che Augias abbia la decenza, almeno questa volta, di scusarsi perché la Calabria e i calabresi meritano rispetto.
Giorgia Meloni:
Bollettino Lunedì 25 gennaio:
- L’Italia rischia di essere esclusa dai giochi olimpici di Tokyo 2021.
- Le imprese sono in ginocchio e i ristoratori manifestano in piazza.
- L’Europa bacchetta l'Italia per i ritardi sul Recovery Fund.
- Emerge un buco da quasi 16 miliardi di euro nei conti dell'Inps.
- Un milione e duecentomila lavoratori sono ancora in attesa della cig che non arriva.
Cosa fa il Governo davanti a tutto questo? Passa l’intera giornata a occuparsi di beghe di Palazzo.
Conte sì, Conte no, Conte ter. Dimissioni sì, dimissioni no, dimissioni domani.
L'Italia non si merita questo schifo.
(da Paolo Ambrosetto)
Ricolfi: “La sinistra non è democraticamente matura. Mi vergogno di farne parte”
La sinistra, alla quale ora mi vergogno di appartenere, non è matura democraticamente.
Questa l'affermazione di Luca Ricolfi, durissimo quello che parla del fallimento del Pd e della sinistra, manifestando tutta la sua delusione per una parte politica che, comunque, è la sua. “Nell’abbraccio mortale tra Pd e M5S, ha prevalso il M5S”, ha detto Ricolfi, riferendosi al governo giallorosso, ma allargando la propria analisi della sinistra anche al di là dell’attuale esperienza di governo.
Che, semmai, è conseguenza e non causa di questa “immaturità democratica”.
Il riformismo ucciso dalla “deriva assistenziale”
Ricolfi, parlando dell’esecutivo Conte, ha sottolineato la “continua deriva di tipo assistenziale, che va contro quel poco di riformismo e antiassistenzialismo che sopravviveva nel Pd”.
Ma il punto più dolente, per il sociologo, non è neanche questo.
Il problema è a monte.
È nel fatto che “da decenni ormai, ogni volta che si affaccia la possibilità che a governare non sia la sinistra” tornano “l’allarme democratico“, il “rischio di autoritarismo”, al pericolo “razzismo”.
Il governo Pd-M5S nato sulla base di un “pretesto”
In questa tara, in questa scarsa attitudine democratica, ci sono anche le origini dell’attuale governo.
“Noi – ha sottolineato Ricolfi – abbiamo assistito un anno e mezzo fa alla nascita di un governo sulla base di un pretesto, su una narrazione del tutto inconsistente. Salvini – ha ricordato – auspicava soltanto di avere il 51%, non certo di instaurare una dittatura in Italia”.
“Io penso – ha quindi proseguito il sociologo – che il riconoscimento della legittimità dell’avversario sia fondamentale.
Che sia fondamentale riconoscere che l’avversario ha un progetto politico diverso legittimo, non che è l’incarnazione del male”.
“La sinistra non è matura e bisogna vergognarsene”
Ma “la sinistra, a cui purtroppo devo dire di appartenere, perché me ne vergogno un po’ in questo caso, invece, non è ancora matura dal punto di vista democratico.
E lo dimostra tutte le volte che c’è una competizione elettorale e la paura del voto la induce a quella mossa che è la demonizzazione dell’avversario“.
Il suo ultimo libro è una summa dei mali che possono derivare da arroccamenti di questo tipo, e mette in infila tutti gli errori compiuti nel gestire la pandemia da questo governo nato dalla paura e dalla immaturità democratica della sinistra.
Riccardo Molinari:
Mi chiedo come tante persone che stimo e conosco, tanti amici, che si definiscono e sono autenticamente di Sinistra, possano accettare di vedere il PD, Partito erede del PCI e di parte della tradizione democristiana, Partito che avrebbe la pretesa di una egemonia culturale, una vocazione maggioritaria, che dovrebbe avere una scuola politica che sforna classe dirigente, completamente sdraiato davanti al Movimento 5 Stelle. Davanti a chi rappresenta la negazione della cultura politica, davanti ai Toninelli, le Taverna, i Bonafede, ai piedi di Casalino e Beppe Grillo, colui che ha portato l’Italia in questo baratro di degrado politico. Tutto per la sola paura di perdere le posizioni di potere al Governo. Non solo “o Conte o morte”, ma non c’è più un’idea, uno slancio, una visione; c’è solo tattica, posizionamento, ma la Politica vive di sogni, idee alte, cuore.
Giorgia Meloni:
Ecco cosa intendono loro per governo "europeista": non un governo che abbia a cuore il destino di una grande Europa politica, ma uno che faccia gli interessi di Nazioni straniere. Come se l'Italia fosse una specie di colonia, una Nazione da depredare ogni giorno di tutto ciò che il genio e i sacrifici degli italiani hanno prodotto per decenni.
Diranno che è europeista consentire, dopo che per decenni gli italiani hanno messo miliardi nella Fiat, dopo che solo qualche mese fa lo Stato italiano ha garantito con soldi nostri un prestito di 6 miliardi alla casa automobilistica, che ora FCA sia diventata a maggioranza francese, avendo tra i principali azionisti non solo aziende francesi, ma lo Stato francese. Così saranno i francesi a decidere sui posti di lavoro degli stabilimenti del gruppo, sui fornitori, sulle strategie. Ovviamente a discapito delle aziende e dei lavoratori italiani.
Questo non è europeismo. È un vigliacco baratto sulla pelle degli italiani: consegnare le ricchezze del nostro popolo per essere garantiti al potere da quelli che beneficiano di questi regali. E sì, è vero, noi non saremo mai così “europeisti”.
Giorgia Meloni:
Renzi vola in Arabia alla corte del principe saudita per dire che invidia il basso costo del lavoro della petromonarchia. Vale la pena ricordare che quello saudita non è esattamente un modello da invidiare: le donne vivono ai margini della società e se considerate indegne vengono frustate in pubblica piazza quando non parte direttamente la lapidazione, i dissidenti vengono decapitati o croscifissi, mentre i lavoratori non hanno diritti e vengono retribuiti con una paga da miseria, sono vietati gli scioperi e le attività sindacali. È questo il modello di Rinascimento che Renzi vorrebbe prendere da Riad? Il Rinascimento in salsa wahabita che auspica Renzi è in realtà la restaurazione dello stato di servaggio dell'era precristiana, dove il sistema produttivo era basato su schiavi che venivano scudisciati in pubblica piazza quando osavano ribellarsi. Grazie Renzi, ma noi abbiamo un'idea di Italia decisamente opposta alla tua.
Giorgia Meloni:
Fratelli d’Italia non è disponibile in nessun caso ad andare al Governo con il PD e col M5S. Il problema del Governo di unità nazionale è il tentativo di mettere insieme persone che la pensano in modo diverso sui grandi temi fondamentali. Se io andassi a fare un Governo col PD e col M5S, cosa faremmo con il reddito di cittadinanza, con l’immigrazione, con la giustizia, la burocrazia, i rapporti con l’Europa? Le nostre idee sono diametralmente opposte. Alla fine non potremmo fare nulla, che è quello che è accaduto con gli esecutivi che abbiamo avuto in questa legislatura.
Rivedi la mia intervista ad Agenzia Vista.
"Fallito il tentativo della sinistra e del Governo Conte di bloccare la legge dell’Abruzzo sulle case popolari. La Corte Costituzionale ha dichiarato legittimi tutti i principi che ispirano il provvedimento voluto da Fratelli d’Italia e dal governatore Marsilio: non è discriminatorio riconoscere nelle graduatorie un punteggio maggiore a chi è residente da più anni sul territorio, è corretto chiedere ai cittadini stranieri di documentare la loro situazione reddituale e patrimoniale, è giusto negare una casa popolare a chi si è macchiato di reati gravi e ha insultato l’Italia, i suoi simboli e le Forze dell’Ordine. Alla propaganda della sinistra, Fratelli d’Italia risponde con i fatti e le risposte concrete. Avanti così."
https://www.giorgiameloni.it/2021/01/30/abruzzo-meloni-fallisce-tentativo-governo-di-bloccare-legge-case-popolari-fdi-risponde-con-i-fatti-alla-propaganda-della-sinistra/
Giorgia Meloni:
Le parole di Matteo Renzi che esaltano il regime dell’Arabia Saudita sono vergognose e inaccettabili. L’Arabia Saudita è uno Stato fondamentalista islamico che applica alla lettera la sharia nel quale le donne non sono libere e i loro diritti costantemente lesi; si può essere condannati a morte anche per apostasia (rinuncia alla religione islamica), adulterio, omosessualità; è permessa l’ignobile pratica delle spose bambine.
Ma non è tutto, perché l’Arabia Saudita, al pari del suo rivale Qatar, diffonde in modo sistematico e voluto teorie fondamentaliste che sono la principale cause della crescita dell’integralismo islamico in Europa e nel mondo creando l’humus nel quale prospera il terrorismo.
Fratelli d’Italia, praticamente in totale solitudine, da sempre denuncia il pericolo che si cela dietro la rete di influenza e rapporti coltivati, anche se in contrasto tra loro, da Qatar e Arabia Saudita, ma la sinistra ci ha sempre osteggiati. Ora che emerge il caso gravissimo di Renzi (ex Presidente del Consiglio, segretario del PD e attore fondamentale della maggioranza rosso-gialla) pagato da un fondo islamico, si capiscono meglio le battaglie della sinistra a favore dell’immigrazione musulmana illegale di massa e la guerra a chi parla della difesa delle radici e dell’identità cristiana d’Europa.
Pd e M5S ora non facciano finta di scandalizzarsi per i rapporti tra Renzi e l’Arabia Saudita visto che da sempre sono compiacenti con i generosi stati fondamentalisti islamici. Basti pensare a come hanno felicemente sottoscritto di recente l’accordo di cooperazione culturale tra Italia e Qatar.
Questa sinistra spregiudicata non può avere in mano le sorti della nazione.
Giorgia Meloni:
Non penso che la soluzione ai gravi problemi sanitari, economici e sociali della Nazione sia l’ennesimo governo nato nei laboratori del Palazzo e in mano al PD e a Renzi. In una democrazia avanzata, i cittadini, attraverso il voto, sono padroni del proprio destino. Anche quando la situazione è difficile. Soprattutto quando la situazione è difficile.
Il Presidente valuta più opportuno rischiare un governo che per due anni avrà molte difficoltà a trovare soluzioni efficaci per gli italiani. Noi, invece, pensiamo sia decisamente meglio dare la possibilità agli italiani di votare, per avere una maggioranza coesa e forte che possa governare cinque anni e dare all'Italia le risposte coraggiose di cui ha bisogno. Nel centrodestra ci confronteremo, ma all'appello del Presidente rispondiamo che, in ogni caso, anche dall'opposizione ci sarà sempre la disponibilità di Fratelli d'Italia a lavorare per il bene della Nazione.
I Dpcm? Speravo in un cambio di passo. Giorgia Meloni:
Mi aspettavo e mi aspetto ancora che si modifichi la politica surreale delle chiusure a cena dei ristoranti che invece sono aperti a pranzo, mentre si consente che gli anziani si accalchino in file vergognose per il vaccino. Mi aspetto che si affronti il tema che poniamo da un anno dei mezzi pubblici strapieni, vero vettore di contagio, altro che le palestre. Mi aspetto trasparenza sui dati del Cts, che limitano le libertà individuali. E non è possibile continuare a calcolare i ristori in base ai codici Ateco anziché sulla perdita del fatturato.
Oggi la mia intervista al Corriere della Sera
https://bit.ly/3sIvEDZ
Su Il Messaggero
Il presidente di FdI: «Ricostruire in fretta i territori colpiti dal sisma può diventare un volano per la nostra economia»
L’intervista di Mario Ajello
Il rilancio del Centro Italia come traino per la rinascita nazionale. Partendo da Roma, dal Lazio e dalle altre regioni di questo che è il cuore delle Penisola. Giorgia Meloni condivide questa impostazione e l’urgenza di metterla in pratica.
«Ricostruire in fretta i territori colpiti dai terremoti del 2009 e del 2016 non è solo un dovere – così spiega la presidente di Fratelli d’Italia – ma può diventare un volano importante per la nostra economia. Perché significa ricreare le comunità, impedire lo spopolamento, investire in infrastrutture e salvare quello straordinario tessuto produttivo, economico e culturale che contraddistingue un pezzo importante dell’Italia. È una sfida enorme e c’è tantissimo lavoro da fare».
Il Recovery Plan deve servire anche a questo? «FdI si è battuta affinché questa priorità fosse inserita nel Recovery e continuerà a vigilare, insieme ai nostri governatori Marsilio e Acquaroli e ai nostri sindaci, affinché il Governo mantenga questo impegno. Cruciale per il Centroitalia, ma non solo, anche la partita delle infrastrutture, a partire dai corridoi di mobilità lungo la dorsale Adriatica e l’asse trasversale Tirreno-Adriatico. Bisogna lavorare per colmare il gap tra Nord e Sud ma anche per unire l’Ovest all’Est, la costa tirrenica alla costa adriatica».
Intanto avete chiesto 1 miliardo all’anno a Roma per 6 anni. «Sì, Roma è l’unica Capitale europea alla quale non vengono riconosciuti lo status e le risorse adeguate al suo ruolo. Siamo stati gli unici a porre questo tema e ci siamo battuti in Parlamento affinché questa priorità venisse inserita nelle linee guida per la redazione del Pnrr. Nella proposta di Recovery all’esame delle Camera ogni riferimento alla Città Eterna è sparito, nonostante i proclami del M5S e del Pd, che sono insieme a Palazzo Chigi e governano rispettivamente il Campidoglio e la Regione Lazio. Roma ha bisogno di risorse subito e non si può pensare che la Capitale d’Italia non abbia dignità nel Recovery che la nostra Nazione presenterà in Europa, documento che rappresenta i grandi asset di investimento dei prossimi anni. Nella nostra risoluzione abbiamo chiesto di destinare a Roma almeno un miliardo all’anno per i prossimi sei».
Che risposte avete avuto? «La maggioranza ha votato contro e la proposta di FdI è stata bocciata. Ancora una volta il Parlamento ha perso l’occasione di riconoscere alla Capitale d’Italia l’importanza e l’attenzione che merita. Non solo: è scandaloso che la risoluzione di maggioranza dica che è sufficiente che l’ultima versione del Recovery Plan sia solo inviata al Parlamento. È l’esatto contrario di quello che abbiamo chiesto noi: la versione definitiva del Pnrr deve essere approvata dalle Camere. È inaccettabile mandare in Europa un piano sul quale il Parlamento non avrà l’ultima parola».
Che cosa si potrebbe fare con 6 miliardi per Roma? «Intervenire sulle priorità della città che in questi anni sono stati dimenticate da un’amministrazione inadeguata e che hanno peggiorato la qualità della vita dei romani: viabilità, trasporti, sicurezza, emergenza abitativa, riqualificazione delle periferie. Ma penso anche alla necessità di investire sulle infrastrutture materiali e immateriali per rilanciare l’economia massacrata dal Covid e dalle scelte sbagliate da parte di chi governa. Investimenti capaci di far ripartire il turismo, il commercio e il terziario. Senza dimenticare l’appuntamento col Giubileo del 2025, per il quale è necessario fin da subito lavorare ad un piano di opere straordinarie per l’organizzazione e la realizzazione».
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E sui nuovi poteri per la Capitale? Il rischio è che il tormentone non produca niente. «Non lo dica a me. Da anni FdI pone questo tema in totale solitudine. Ora si avvicinano le elezioni e se sono accorti tutti, a partire dalla Raggi, che ha sprecato questa consiliatura e non ha fatto praticamente nulla. Per noi rimane cruciale il trasferimento dei poteri a Roma stabilito dalla legge del 2009, a partire dalle deleghe ora in capo alla Regione su turismo, trasporti e urbanistica. A questo processo deve ovviamente andare di pari passo il capitolo sulle risorse. Serve solo la volontà politica per farlo».
Comunque adesso Roma sembra tornata di moda e ne parlano tutti, anche a vanvera. «È triste ma non mi stupisce. La città è vittima di due pregiudizi: Roma non è una risorsa per l’intera Nazione, di Roma si devono occupare solo i romani. Doppio errore: Roma è una risorsa per tutta Italia e il suo destino è una questione nazionale. Qualunque Nazione al mondo ha la sua locomotiva che è la sua Capitale, ma solo l’Italia rinuncia a correre con lei. Ed è un paradosso perché Roma è anche, tra le capitali mondiali, quella con maggiori potenzialità».
MATTEO SALVINI ILLUSTRA I MOTIVI DEL SUO INGRESSO NEL GOVERNO DRAGHI
- la risposta a Vittorio Feltri -
Caro direttore Feltri, è vero: per me sarebbe stato più semplice restare all’opposizione anziché imbarcarmi con quelli che definisci ex comunisti ed ex democristiani. Eppure l’ho fatto perché rimanendo fuori dai giochi avrei regalato il Paese alla stessa squadra del Conte 2 che ha condannato l’Italia a numeri record in fatto di contagi e vittime, crollo del pil, ritardi e scandali sulle mascherine e non solo.
Nei mesi a venire, anche per la gestione dei fondi europei, verranno gettate le basi per l’Italia dei prossimi decenni: davvero, caro direttore, avremmo dovuto lasciare il nostro futuro nelle sole mani di Speranza, Pd e 5Stelle?
Da tempo il centrodestra è maggioranza nel Paese: non credo che gli italiani si meritino decrescita felice, più chiusure e meno libertà, ius soli e porti aperti, monopattini cinesi al posto di strade moderne e nuove ferrovie. Per questo ho scelto di entrare nel governo: per portare la voce del centrodestra! Capisco i dubbi, ma dopo poche settimane non si può pretendere un’inversione completa e su tutti i temi.
Nel 2018, Libero mi consigliava di stare alla larga dai Cinquestelle perché non saremmo riusciti a realizzare il programma. Invece, nel giro di un anno, abbiamo ottenuto il blocco degli sbarchi, Quota 100, Legittima difesa e Codice rosso, Decreti sicurezza, Flat tax fino a 65mila euro, modello Genova per rifare il ponteMorandi a tempo di record.
Guardo il bicchiere mezzo pieno: ora non abbiamo più Arcuri e le sue primule, la Azzolina e Bonafede. Sono cambiati il Cts e il vertice della Protezione civile. Sui vaccini lavoriamo per fare anche da soli, visti i ritardi dell’Europa. Sulle cartelle esattoriali è stato fatto un primissimo passo verso la pace fiscale. I rimborsi arriveranno direttamente sui conti correnti. È finita l’epoca dei dpcm. Addio ai codici Ateco. Stop alle inutili passerelle nelle ville romane. E ora riapriranno le scuole. È ritornato il ministero che si prende cura delle Persone con disabilità e delle loro famiglie: sono 6 milioni di connazionali e il ministro della Lega Erika Stefani ha strappato un budget di 100 milioni di euro che certamente investirà con profitto. Resto convinto che, visti i dati, si debbano allentare le restrizioni nelle zone meno aggredite dal virus. E non mi stupisce la frustrazione dei cittadini e delle imprese per la rigidità di Speranza, Pd e 5Stelle che da novembre ci dicono «chiudiamo ora per aprire a Natale», e a Natale «chiudiamo ora per aprire a Capodanno», e poi «chiudiamo a Capodanno per riaprire alla Befana» e così via. La sfida è portare buonsenso, sempre fidandoci dei dati scientifici ma col coraggio di scegliere, e facendo affidamento su Mario Draghi che è persona pratica e ragionevole: non possiamo ignorare partite Iva, professionisti, artigiani e imprenditori. Sono quelli senza stipendio garantito e che danno un contributo fondamentale alla nazione. Chi lo dimentica o lo ignora (per ideologia o stupidità) fa il male dell’Italia. Non è questo il governo che potrà cambiare tutto quello che non va, a partire da immigrazione e giustizia, ma è mio preciso dovere fare la mia parte. A testa alta, con coraggio e con orgoglio, nella trincea della concretezza, in attesa delle elezioni e di un governo politico con una maggioranza chiara che, sono sicuro, vedrà protagonisti la Lega e tutto il centrodestra. Nel frattempo dovrei consegnare il pallino alla sinistra, rassegnandomi a stare chiuso in casa a Milano mentre approvano lo ius soli e la patrimoniale?
Ps: caro direttore, vedrai che quando finalmente verranno rottamate decine di milioni di cartelle esattoriali grazie all’insistenza della Lega - liberando dall’incubo milioni di famiglie italiane - anche tu cambierai idea.
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