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Di fronte alle richieste dei musulmani, in occidente si sceglie la rinuncia ad affermare i diritti umani, in nome della cultura, della pazienza, del buonismo, della multiculturalità… In realtà si sta perdendo la coscienza di cosa sia l’identità europea e il suo valore. Manca anche un minimo di fierezza. In genere, fra i francesi, gli italiani, i tedeschi, si diffonde un dubbio sull’identità europea, una reticenza, una vergogna.
Invece, proprio noi africani e asiatici riconosciamo in voi europei un fondo comune, che il papa stesso ha fatto emergere parlando dell’ellenismo, del cristianesimo, dell’illuminismo… Occorre riprendere coscienza dell’identità europea, che ha alla base il cristianesimo come collante, senza rigettare niente del Rinascimento e dell’illuminismo, ma purificando tutto (cristianesimo compreso). E occorre anche essere fieri di quest’identità.
L’Europa ha portato al mondo dei valori assolutamente unici: la persona umana, l’uguaglianza, i diritti umani, la libertà, la democrazia, l’ecologia, un rapporto non violento con la natura (anche sotto l’influsso dell’India)... Sono delle acquisizioni servite anche a Gandhi e ad altre culture mondiali.
Il discorso del papa a Regensburg era anche un suggerimento a far rinascere la coscienza europea ed aprirla a un dialogo universale. Mettendo in luce i due pilastri - la religione senza violenza e l’integrazione fra fede e ragione – Benedetto XVI ha lanciato un vero programma per il mondo del terzo millennio: riflettere tutti insieme sulla violenza e la non-violenza, in particolare nel suo rapporto alle religioni e ideologie; riflettere insieme sulla rilettura dei nostri testi sacri, per darne un’interpretazione degna di Dio e dell’Uomo; riflettere insieme sui progetti per una società più equa e più umana; sulla libertà, i suoi meriti e i suoi limiti; sulla secolarizzazione e la sana laicità; sulle culture e il multiculturalismo; etc. Ecco alcuni dei temi suggeriti dal Papa nel suo discorso di Regensburg, per un dialogo sincero e autentico.
[Tratto da un articolo di Samir Khalil Samir, 30 settembre 2006]
Le radici della civiltà dell'Occidente Europeo sono greco-romane e cristiane. La rinnovata contrapposizione con il mondo islamico non può essere l’occasione di cercare un’unità nella pseudo-cultura modernista o nei diritti dell’uomo che si fa Dio; ma in ciò che ci è proprio e che ha fatto la nostra forza: nella fedeltà alla tradizione della Chiesa Romana, la nostra vera Tradizione, che ha origine da Dio e dal suo Cristo.
sabato 30 settembre 2006
giovedì 28 settembre 2006
Svegliati, Europa!
“Di fronte alle folle minacciose delle capitali islamiche l’Europa è apparsa incerta e timida. È giunto il momento di preparare una risposta della ragione, capace di convincere ed unire, ma anche di svegliare”. Lo afferma il vicepresidente della Commissione europea, Franco Frattini, in un suo intervento che uscirà domani sul quotidiano “Avvenire”. “Dobbiamo saper guardare alle religioni come a spazi privilegiati di importanti esperienze individuali e collettive di cui è difficile fare a meno”, si legge nel testo di cui il quotidiano fornisce un’anticipazione. “L’Europa ha fin qui scelto più che il silenzio il silenziatore della religiosità, salvo la tiepida difesa dall’antisemitismo o più recentemente dall’islamfobia”. “Il tema delle radici cristiane – prosegue Frattini – rappresenta oggi una triplice sfida: della nostra identità europea, di un universo religioso che ritorna, di un cristianesimo che, nel porre il tema della libertà come via del dialogo, è parte del nostro futuro”. Info: www.avvenire.it
giovedì 14 settembre 2006
Da Ratisbona
Nella Lectio Magistralis tenuta il 12 settembre preso l'Università di Ratisbona, Benedetto XVI ha ricordato le origini dell’Europa: l’incontro tra Cristianesimo e pensiero greco, arricchito dal patrimonio di Roma. “Lo scambio tra fede biblica e pensiero greco – ha precisato – è un dato di importanza decisiva non solo dal punto di vista della storia delle religioni, ma anche da quello della storia universale. Considerato questo incontro – ha aggiunto Papa Ratzinger –, non è sorprendente che il cristianesimo, nonostante la sua origine e qualche suo sviluppo importante nell’Oriente, abbia infine trovato la sua impronta storicamente decisiva in Europa”.
Il cristianesimo nascente ha felicemente incontrato la visione della legge naturale nel mondo greco-romano, parallela a quella già esistente nel mondo ebraico, coniugando il Logos con la Rivelazione e la Venuta del Signore Gesù.
Negarlo è assurdo: più che antireligioso, è antistorico. I primi cristiani, a partire da Giustino martire, nel II secolo, sostenevano proprio questo: noi seguiamo la retta ragione, la razionalità della fede perché esiste una ragione capace di non ridurre tutto l'uomo alla scienza e alla tecnica e ad aprirgli orizzonti di 'vera' libertà.
Il cristianesimo nascente ha felicemente incontrato la visione della legge naturale nel mondo greco-romano, parallela a quella già esistente nel mondo ebraico, coniugando il Logos con la Rivelazione e la Venuta del Signore Gesù.
Negarlo è assurdo: più che antireligioso, è antistorico. I primi cristiani, a partire da Giustino martire, nel II secolo, sostenevano proprio questo: noi seguiamo la retta ragione, la razionalità della fede perché esiste una ragione capace di non ridurre tutto l'uomo alla scienza e alla tecnica e ad aprirgli orizzonti di 'vera' libertà.
sabato 9 settembre 2006
Turchia e UE. Ambasciatore serbo presso la Santa Sede: "Non fare troppe concessioni"
“Non dobbiamo sottovalutare il fatto che per la prima volta dopo Ataturk oggi la Turchia ha un governo islamista. Con molta intelligenza loro vogliono essere europei, ma i loro comportamenti e le politiche di normalizzazione ci devono mettere in guardia dall’essere indulgenti e fare troppe concessioni”. Così Darko Tanasković, ambasciatore della Serbia presso la Santa sede, ha commentato oggi a Gazzada (Varese) l’iniziativa delle autorità turche di rimaneggiare alcuni noti racconti, come le avventure di Pinocchio. “Si tratta di una falsificazione fatta in nome della verità – ha aggiunto il diplomatico a margine della settimana europea sulla Storia religiosa dell’Islam nei Balcani, organizzata dalla Fondazione ambrosiana Paolo VI e dall’Università cattolica del Sacro Cuore di Milano -. Però questa presunta verità altro non è che quella di cui si credono gli unici detentori, e in nome della quale pensano di essere legittimati ad intervenire senza remora alcuna anche in ambiti come la cultura e l’arte”.
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